Cardinale Bagnasco, lei senz'altro in quanto presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha tutto il diritto di dire quel che vuole, e quel diritto nessuno glielo contesta; però ha anche il diritto di prendermi in giro? Secondo me no. E allora perché ha detto a Cazzullo che la Chiesa paga l'ICI, quando chiunque può dare un'occhiata e capire che non è vero? Non è vero; possiamo discutere all'infinito se sia giusto o no, ma non è vero: la Chiesa non paga l'ICI sui seminari; sulle scuole private; sulle sale parrocchiali; sulle residenze dei preti, che sono lavoratori italiani quanto me: ma io la pagherò, loro no. Sbagliate o giuste che siano, le cose stanno così, e lei non dovrebbe dire a Cazzullo che stanno diversamente. (E Cazzullo dovrebbe essere il primo a farglielo presente, ma lasciamo stare per adesso Cazzullo).
Lei poi cardinale può parlare finché vuole di solidarietà: può ripetere all'infinito che i soldi che non paga allo Stato li dà ai poveri direttamente, e le mense della Caritas e tutto il resto. Può riempirsi la bocca un altro po' di quella splendida parola-libera-tutti, sussidarietà: dove lo Stato non arriva (perché non ha i soldi) ci arriva la scuola dei preti (coi soldi che prende allo Stato), l'oratorio dei preti, financo la piscina dei preti. Me lo può dire perché mi chiamo Leonardo, e quindi è previsto che me la beva.
Allora facciamo che stasera non mi chiamo più Leonardo. Stasera mi chiamo Mohammed. Ecco, lo spieghi a me che mi chiamo Mohammed, che se nel quartiere non c'è una scuola pubblica decente posso mandare mio figli alla scuola dei preti, coraggio, mi dica così. Tanto è noto che la percentuale dei bambini musulmani nelle scuole paritarie è uguale a quella nelle scuole pubbliche, no? Mi dica che al pomeriggio, quando io sono al lavoro e mia moglie pure, e mio figlio rischia di entrare nella compagnia del parchetto che negli ultimi anni ha formato i più professionali spacciatori del quartiere, ecco: mi dica che invece al pomeriggio posso portarlo in Parrocchia, all'oratorio, agli scout; che sono senz'altro aconfessionali o interconfessionali, vero? Mi dica che non c'è problema, che potrà andare in gita a Roma o a Loreto con tutti i suoi amici del corso chierichetti. Mi dica che anch'io, se voglio venire la sera al circolo Acli, sono ben accetto; che c'è una stanza per non bevitori, magari c'è anche un posto per pregare, visto che sì, in teoria anche una Moschea non pagherebbe l'ICI, ma in pratica non ce la fanno costruire, e quindi... insomma, cardinale, mi dica che nell'Italia multietnica di oggi la Chiesa ha deciso di diventare sussidiaria anche nei confronti delle necessità sociali espresse da comunità religiose non cattoliche, e quindi ad essa concorrenti. Me lo dica. A me che mi chiamo Mohammed. E cerchi di restare serio, mentre me lo dice.
Allora Cardinale, comincia a capire perché è ingiusto che le sue scuole, i suoi oratori, le sue polisportive, i suoi seminari non paghino l'ICI? Che non siamo più negli anni Settanta, non possiamo più demandare a un ente confessionale servizi a cui hanno diritto anche persone non battezzate? Lei sostiene che quello che la Chiesa non paga, lo reinveste in solidarietà. Non vede, o finge di non vedere, che nelle città più grandi e nei piccoli paesi questa solidarietà sta alzando uno steccato tra chi ha un certificato di battesimo e chi non ce l'ha. Lo so anch'io che alla mensa dei poveri non guardate chi è cristiano. Già all'asilo parrocchiale però le cose vanno un po' diversamente, vero? E d'altro canto voi le suorine le dovete far lavorare; però io se mi chiamo Mohammed non ho tutta questa voglia di lasciare mio figlio alle suorine, è colpa mia? Pago le tasse, compresa l'ICI: non ho diritto a una scuola pubblica senza suorine che, francamente con quella testa coperta, possono anche farmi un po' paura? Eh sì, cardinale Bagnasco. Metta che io me ne sia andato dal Marocco proprio perché questa cosa delle donne coperte non mi andava più giù.
Cardinale, per carità, lei fa il suo mestiere: è ovvio che tiri a pagare il meno possibile. Però certe storielle per favore, non me le racconti più. Ormai qui siamo alla seconda generazione di immigrati, e lei sa benissimo cosa vuol dire. La partita vera ce la giochiamo adesso. O riusciamo a integrare i figli degli immigrati, di qualsiasi origine o fede religiosa, oppure andremo avanti a compartimenti stagni: con interi quartieri senza polisportive, senza doposcuola pomeridiani, senza nulla che non sia la piccola camorra del parchetto. Abbiamo bisogno di centri sociali veri, come in Francia: abbiamo bisogno che “centro sociale” non sia più sinonimo di casa occupata da militanti extraparlamentari, ma sia il punto di riferimento della vita giovanile di un quartiere: un centro interconfessionale dove un ragazzino di qualsiasi fede può venire al pomeriggio a fare i compiti, o palestra, o a fare musica, o a leggersi un libro. Abbiamo bisogno di un servizio come questo e no, non possiamo più far finta che l'oratorio parrocchiale vada comunque bene. Non è più sussidiarietà questa, è una truffa. Non possiamo obbligare un contribuente musulmano a mandarci i suoi figli, e non possiamo obbligare un prete cattolico ad accettarli. A scuola non possiamo più avere classi con dieci alunni stranieri nello stesso quartiere dove c'è una scuola cattolica dove sono tutti italiani (e pagano). Si strappa il tessuto sociale, così. E non è una cosa che possano ricucire le dame dell'Unitalsi.
Cardinale, molli l'osso. Dia a Cesare quello che a Cesare spetta: tocca a lui finanziare terme e ginnasi in perdita, non a voi. Si ricordi che ogni bugia smaccata che racconta ai suoi cazzulli, sono altri mille o diecimila buoni cristiani che si segnano di devolvere l'otto per mille ai Valdesi. Faccia i suoi conti, e non ci dica più bugie.
ti voglio bene
RispondiEliminaIl grande shostakovich (noto anche come Pascal), l'integerrimo e spocchioso relativista tuttologo, adoratore della scienza razionale, presuntuoso studente ventenne che da lezioni ai docenti plurilaureati, scrittore dalla penna appuntita, assiduo frequentare dei blog cattolici, ridotto a languidi sentimentalismi adolescenziali.
EliminaMi fa piacere. Finalmente si vede il lato umano della persona. Pensavo fosse un bot collegato al motore di ricerca google.
io da cattolico militante devolvo il mio 8x1000 ai valdesi da venti anni!!!!
RispondiEliminaTi sei dimenticato, Leonardo, delle migliaia di bambini non battezzati che però non si chiamano Muhammad e si chiamano Marco o Silvia.
RispondiEliminaIl mio è uno di loro. Non è indispensabile essere stranieri per non essere cattolici, sai? Non è automatico che italiano=cattolico. Gli italiani atei sono tanti. Spereremmo di avere gli stessi diritti che chiedi per Muhammad...
:-)
D.
Bene Leonardo. Ti sei finalmente stancato di ammirare le farfalle nella palude. Muoviamoci dunque, anche se si fà l'onda.
RispondiEliminaVeramente le moschee, anche quelle che esistono, l'Ici la pagano, perché non esiste una Chiesa Musulmana con cui lo Stato può accordarsi (così come mi immagino un sacco di religioni prive di struttura gerarchica).
RispondiEliminaQuanto alle scuole cattoliche non dubito che accetterebbero bimbi musulmani, per convertirli (purché sufficientemente ricchi, ovvio), per dirgli in tutti i modi e gli attimi che non essendo cattolici loro sono sbagliati.
Caro Leonardo, nel mio paesino, d'estate, i bambini musulmani vengono all'oratorio. Nessuno pretende da loro che preghino. Ci vengono un totale di 300 bambini (con 30 animatori, ovviamente tutti volontari). L'oratorio costa alle famiglie 5 euro al giorno a bambino (con sconti alle famiglie con più di un figlio che ora non ricordo nel dettaglio). Il Comune paga il pasto del mezzogiorno ai bimbi. Metti l'ICI all'oratorio e chiudiamo. Poi se vuoi puoi venire a organizzare un servizio alternativo che costi la stessa cifra alle famiglie (avresti diritto anche tu a non pagare l'ICI, perché non serve essere cattolici per essere esenti, basta l'attività non sia a scopo di lucro). Ti aspettiamo. Soprattutto i 30 volontari (anche loro non sono tutti cattolici) ti aspettano per lasciarti il posto e andarsene al mare e poi pontificare sull'esenzione ICI. Ah dimenticavo, i genitori dei bimbi musulmani, se togli l'oratorio, son quelli che si incazzeranno di più, perché loro nonni o balie non ne hanno.
RispondiEliminapagate le tasse
EliminaScusate, una domanda molto semplice: ma chi decide se la Chiesa deve pagare l'Ici oppure no.
EliminaTu Leonardo mi sai rispondere?
Alessandro, purtroppo un paesino non è mai un argomento. Non puoi garantire "nessuno pretende da loro che preghino" per tutti i paesini di tutta l'Italia. Devi anche pensare a chi i figli non ce li manda per scelta, perché non si fidano: e dovrebbero fidarsi? Tu al loro posto lo faresti?
RispondiEliminaE chiediti: perché l'oratorio funziona e un "servizio alternativo" non a scopo di lucro con l'esenzione ICI non dovrebbe funzionare?
E ancora: un oratorio in cui non cattolici fanno volontariato per un pubblico non cattolico, non sta semplicemente tradendo la sua missione, che dovrebbe essere confessionale?
Nessuno vi chiede di fare i supplenti della società. Fate apostolato, cercate di convertirci, pagate le tasse.
ma anche nel gruppo scout di mia figlia sono inseritissimi ragazzi atei o non battezzati. Non ho l'esperienza che racconti. quali sono le tue fonti? Spero non ti basi solo su sentito dire...
EliminaUn paesino non è un argomento, ma tutti i paesini, i paesotti ed i quartieri di città - pur non essendo comunque un argomento - è già qualcosa con cui fare i conti.
RispondiEliminaUn servizio alternativo non a scopo di lucro funziona, e specie in città ci sono (noi ne abbiamo), ma costa - per quanto ne so io - molto di più alle famiglie, visto che ad esempio non ha volontari, ma deve pagare il personale.
E non so bene come funzionino le cose "giù" in Emilia, ma le diocesi lombarde hanno dato indicazioni molto chiare agli oratori: e non dobbiamo cercare di convertire nessuno, ma servire tutti.
Ma soprattutto si nasconde l'albergo di lusso che fa concorrenza sleale grazie ad una cappella o al chiostro attiguo dietro la mensa della caritas..
RispondiEliminaNon è tanto il no profit fini sociali in discussione, è il resto.
Poi si, c'è l'annosa questione delle scuole private (che nel paesino spesso è diversa da quella dei figli di papà che si trovano in città - e dove fai mooolta fatica a trovare un bimbo scuro o disabile..)
(es. noi coppia di laureati che lavorano entrambi, senza l'asilo pubblico saremmo in forte difficoltà.. aborriamo l'asilo snob ma facciamo volontariato e sosteniamo l'associazione legata alla parrocchia che si occupa di povertà, pur con la prole non battezzata.. è così strano?
Tra l'altro son le stesse posizioni della grande maggiornaza dei cattolici che conosciamo.. - sarà statisticamente irrilevante, ma penso sia comunque un sentimento diffuso e significativo)
Un'altra cosa che non viene detta, ma sicuramente Leonardo la pensa, è che negli oratori di Bagnasco NON possono operare e insegnare operatori che non siano cattolici. Quindi la visione del mondo che passa è unica ed è quella cattolica. Per quale motivo lo Stato, cioè io che non sono né cattolico né cristiano, dovrebbe contribuire alla diffusione e il radicamento di una e una sola religione?
RispondiEliminaAngelo
Ma i volontari lavorano perché c'è la Chiesa Cattolica o viceversa?
RispondiEliminaPerché a me risulta che la Chiesa Cattolica si vanta di opere di bene fatte col lavoro dei volontari, mentre i suoi accoliti (preti, suore, coordinatori) sono gli unici regolarmente stipendiati!
La realtà è sempre molto complessa e variegata, dove vivo io c'è un centro sociale per i giovani, promosso dall'amministrazione pubblica e c'è anche l'oratorio. Se, dovendo pagare l'ICI, l'oratorio (onestamente non so se sia frequentato anche da bambini di famiglie non cattoliche) chiudesse, il centro sociale pubblico per i giovani non sarebbe in grado di riassorbire il tutto. Lo stesso vale per la materna parrocchiale, (e non è un asilo esclusivo) se non ci fosse tanti bambini rimarrebbero a casa perché le scuole per l'infanzia pubbliche hanno un numero di posti limitato.
RispondiEliminaSì ma "coi soldi dell'ICI della Chiesa si potrebbero potenziare le strutture pubbliche".
Uhm... no, facendo due conti non mi pare che sia così.
@marcov
RispondiEliminaa me sembra molto strano il tuo ragionamento.
Viviamo in un paese in cui stanno chiudendo imprese, negozi, fabbriche, enti pubblici, ecc. a causa della congiuntura economica; un paese in cui servizi pubblici come asili, tram, scuole hanno difficoltà a garantire un livello decente.
E dovremmo impietosirci per un oratorio (che potrebbe non pagherebbe comunque, fra l'altro)? O per attività redditizie, quali asili, scuole, ospizi, ostelli?
Il malinteso è che viviamo in un paese di baciapile, in cui i giornalisti non sono capaci di andare oltre i faziosi comunicati stampa vaticani nel dare le notizie che riguardano la Chiesa Cattolica! Avete chiaro il punto della questione? Sapete che c'è di mezzo l'UE (http://www.ilpost.it/2010/09/24/lue-apre-una-nuova-indagine-sullesenzione-dellici-per-la-chiesa/)?
A me sembra che oramai nessuno riesca più a parlare di niente con nessuno.
RispondiEliminaNon c'è nessuno che ha un'idea e porta dei dati a conforto. Accettando il fatto che un "centro sociale" pagato dallo stato sia preferibile in confronto all'oratorio, come si fa ad essere sicuri che con l'ICI della chiesa potrei sostenere una struttura sociale di questo tipo?
Se devo leggere un'opinione su questo argomento e poi leggo: "in teoria anche una Moschea non pagherebbe l'ICI, ma in pratica non ce la fanno costruire, e quindi...". Francamente è un po' deprimente. La Moschea paga o no l'ICI? Le fondazioni culturali pagano o no l'ICI?
E' triste, ma sembra che ognuno parli della SUA IDEA solo con persone che vogliono ascoltare QUELLA IDEA, e questi sono contenti, qualsiasi cosa si dica e in qualunque modo si dica.
Scusa Leonardo, ma non concordo su questa tua affermazione: "un oratorio in cui non cattolici fanno volontariato per un pubblico non cattolico, non sta semplicemente tradendo la sua missione, che dovrebbe essere confessionale?"
RispondiEliminaI cristiani sono chiamati ad amare il prossimo, chiunque egli sia. Ricordi la parabola del buon samaritano? Infatti, credi forse che le scuole che la Chiesa ha creato in Medio Oriente siano solo per i cristiani? Mi sembra che in molti casi in Libano o in Palestina gli alunni musulmani siano la stragrande maggioranza. E non credo che le suore cerchino di fare proselitismo, pena un uomo-bomba che ti aspetta all'uscita.
Inoltre, mi piace molto la testimonianza di Alessandro. Se l'UAAR vuole fare un centro sociale per atei, cattolici e musulmani si accomodi!
Altro è il discorso dell'ICI sulle attività commerciali: su quello do ragione a Staderini.
Informarsi di più farebbe bene a tutti...
RispondiEliminaDa Vita (http://www.vita.it/) di questa settimana
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Ecco le risposte che un esperto, Marco Ciamei, avvocato, dà alle domande che tutti ci siamo fatti su ICI e Chiesa.
* L’esenzione è riservata agli enti della Chiesa cattolica
La legge destina l’esenzione a tutti gli enti non commerciali, categoria nella quale rientrano certamente gli enti ecclesiastici, ma che comprende anche: associazioni, fondazioni, comitati, onlus, organizzazioni di volontariato, organizzazioni non governative, associazioni sportive dilettantistiche, circoli culturali, sindacati e partiti politici (che sono associazioni), enti religiosi di tutte le confessioni e, in generale, tutto quello che viene definito come il mondo del "non profit". Fanno parte degli enti non commerciali anche gli enti pubblici.
*L’esenzione vale per tutti gli immobili della Chiesa cattolica
L’esenzione richiede la compresenza di due requisiti: quello soggettivo, dove rileva la natura del soggetto (essere "ente non commerciale"), e quello oggettivo, dove rileva la destinazione dell’immobile (utilizzarlo "esclusivamente" per le attività di rilevanza sociale individuate dalla legge ed in modo "non esclusivamente commerciale"). Non è vero, quindi, che tutti gli immobili di proprietà degli enti non commerciali (e, quindi, della Chiesa cattolica) sono esenti: lo sono solo se destinati alle attività sopra elencate. In tutti gli altri casi devono pagare regolarmente l’imposta: è il caso degli immobili destinati a librerie, ristoranti, hotel, negozi, delle case date in affitto.
*Gli alberghi di proprietà della Chiesa o di enti non profit sono esenti
Gli alberghi, anche se di enti ecclesiastici o di organizzazioni non commerciali, non sono esenti e devono pagare l’imposta. Ad essere esenti sono, piuttosto, gli immobili destinati alle attività "ricettive", che è ben altra cosa. Si tratta di immobili nei quali si svolgono attività di "ricettività complementare o secondaria". In pratica, le norme nazionali (legge 21 marzo 1958, n. 326, attuata con il dpr 20 giugno 1961, n. 869) e regionali distinguono fra ricettività sociale e turistico-sociale. La prima comprende soluzioni abitative che rispondono a bisogni di carattere sociale, come per esempio pensionati per studenti fuori sede oppure luoghi di accoglienza per i parenti di malati ricoverati in strutture sanitarie distanti dalla propria residenza. La seconda risponde a bisogni diversi da quelli a cui sono destinate le strutture alberghiere, poiché non si rivolgono ad una schiera indifferenziata di soggetti, ma a persone appartenenti a determinati gruppi: si tratta di case per ferie per lavoratori, colonie per studenti e strutture simili. Entrambe sono regolate, a livello di autorizzazioni amministrative, da norme che ne limitano l’accesso a determinate categorie di persone e che, spesso, richiedono la discontinuità nell’apertura. Se si verifica che qualche albergo si "traveste" da casa per ferie, questo non vuol dire che sia ingiusta l’esenzione, ma che qualcuno ne sta usufruendo senza averne diritto. Per questi casi i Comuni dispongono dello strumento dell’accertamento, per recuperare l’imposta evasa.
*Basta una cappellina per ottenere l’esenzione
È del tutto falso che una piccola cappella posta all’interno di un hotel di proprietà di religiosi renda l’intero immobile esente dall’Ici, in base al fatto che così si salvaguarderebbe la clausola dell’attività di natura "non esclusivamente commerciale". È vero esattamente l’opposto: dal momento che la norma subordina l’esenzione alla condizione che l’intero immobile sia destinato a una delle attività elencate e considerato che l’attività alberghiera non è tra queste, in tal caso l’intero immobile dovrebbe essere assoggettato all’imposta, persino la cappellina che, autonomamente considerata, avrebbe invece diritto all'esenzione.
@anonimo n. 1: infatti, i non credenti sono assolutamente assenti da tutti questi discorsi. Pare che il problema sia solo quello di chi ha una fede, diciamo, concorrente. Purché ce l'abbia. Gli altri non esistono e non hanno esigenze (agli occhi di qualcuno saranno di una "fede" minore?).
RispondiEliminaProbabilmente l'ICI della Chiesa da sola non può finanziare doposcuola in tutti i paesini d'Italia, anche se c'è da sospettare, date le proprietà immobiliari possedute, non proprio case popolari, che ci darebbe una bella botta. L'evasione fiscale complessiva (e l'esenzione della Chiesa dall'ICI a me pare una evasione legalizzata, ammetto), potrebbe farlo senz'altro.
In Francia i programmi - laici e pubblici - per l'integrazione sono stati decurtati da tempo e ciò non ha portato a una maggiore qualità di vita nelle banlieu e nella società. Ma è sicuramente stata una scelta "di responsabilità", in tempi di crisi, o no?
Mi spiace che il ragionamento parta da alcuni grossi errori dovuti a scarsa conoscenza o informazione.
RispondiEliminaIl primo è che è proprio vero che la Chiesa paga l'ICI. Forse non ci credi ma è così, vedi ad esempio qui: http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2011/12/15/news/ici-chiesa-padovana-all-attacco-la-paghiamo-oltre-660-mila-euro-1.2857047
Secondo che sia solo la Chiesa (cattolica) ad usufruire delle agevolazioni sull'ICI.
Il terzo che i servizi offerti da strutture gestite o collegate alla Chiesa cattolica siano chiusi ai soli cattolici o cristiani. Non lo è per i patronati, per le attività estive, per le attività di volontariato della Caritas, delle cucine popolari, ecc.
Gran parte (non tutto) il ragionamento che segue è figlio di questi pregiudizi.
Se si vuole far pagare l'ICI ai vari enti no profit che usufruiscono dell'esenzione, allora si riformi la legge, che ovviamente non riguarda assolutamente solo la CHiesa cattolica.
@Ale
RispondiElimina1 - la chiesa è esentata dall'ICI per "gli immobili dalle finalità non esclusivamente commerciali”. Peccato che rientri in questa categoria qualsiasi edificio di proprietà della chiesa dotato di altare o cappella. Una diocesi non conta, l'autocertificazione tanto meno...
2 - la chiesa è la più grande beneficiaria delle agevolazioni. Possiede un numero ENORME di immobili. Anche altre religioni ne approfittano, ma la chiesa si risparmia 2 miliardi di euro all'anno (fonte UE).
3 - Sono comunque servizi "di parte". E comunque spesso fatti con soldi pubblici, quindi ci mancherebbe altro!
4 - Le attività no-profit non sono in discussione, hanno gli stessi diritti e doveri di quelle laiche.
@Randolph
RispondiElimina1 - tratto da Vita (www.vita.it) di questa settimana. Risponde un avvocato a domande inerenti ICI e Chiesa:
Basta una cappellina per ottenere l’esenzione?
È del tutto falso che una piccola cappella posta all’interno di un hotel di proprietà di religiosi renda l’intero immobile esente dall’Ici, in base al fatto che così si salvaguarderebbe la clausola dell’attività di natura "non esclusivamente commerciale". È vero esattamente l’opposto: dal momento che la norma subordina l’esenzione alla condizione che l’intero immobile sia destinato a una delle attività elencate e considerato che l’attività alberghiera non è tra queste, in tal caso l’intero immobile dovrebbe essere assoggettato
all’imposta, persino la cappellina che, autonomamente considerata, avrebbe invece diritto all'esenzione.
2 - questo è vero, ma allora vorresti una legge apposta per tassare immobili della Chiesa? A me va bene... ma poi non parliamo di principi e cose simili però...
3 - cosa significa "di parte" in questo caso? Ho molteplici esempi di servizi "di parte" (nel senso che immagino tu stia dando) che erogano servizi a chiunque senza nessuna disciminazione.
4 - ancora da Vita:
L’esenzione è riservata agli enti della Chiesa cattolica?
In realtà la legge destina l’esenzione a tutti gli enti non commerciali, categoria nella quale rientrano certamente gli enti ecclesiastici, ma che comprende anche: associazioni, fondazioni, comitati, onlus, organizzazioni di volontariato, organizzazioni non governative, associazioni sportive dilettantistiche, circoli culturali, sindacati e partiti politici (che sono associazioni), enti religiosi di tutte le confessioni e, in generale, tutto quello che viene definito come il mondo del "non profit". Fanno parte degli enti non commerciali anche gli enti pubblici.
Il problema è proprio che si butta in un calderone tutt, profit e no profit.
Per le attività commerciali la Chiesa già deve (o dovrebbe, questo non lo so, ma se non lo fa semplicemente è perseguibile a norma di legge), e lo fa, pagare l'ICI.
Qualcuno ha già evidenziato l'aconfessionalità di molti oratori.
RispondiEliminaAggiungo una parentesi sugli scout. Al momento l'AGESCi, l'associazione scout più diffusa in Italia (176.675 iscritti) ha una proposta cattolica ma non costringe i ragazzi ad esserlo, tanto che nei vari gruppi, soprattutto nelle grandi città (Milano, Torino, Roma), la mescolanza etnica è pratica diffusa. Per un 15enne mussulmano che chiede il battesimo (mettendo tra l'altro nei guai gli educatori, che non si aspettavano la cosa, non l'avevano promossa e temevano la reazione della famiglia, che invece è stata comprensiva) ci son centinaia se non migliaia di ragazzi che arrivano alla fine del percorso scout senza esser discriminati, pur essendo di altre religioni o, nella maggior parte dei casi, semplicemente atei. Il percorso scout si articola in più fasi ma è forse l'unico che ha come punto di arrivo il portare il ragazzo fuori dall'associazione, quando fra i 18 e i 21 anni si rende conto di non aver più bisogno di quella comunità, di essere una persona a tutto tondo capace di scegliere autonomamente, e di poter andare via pensando con la propria testa. E non c'è momento più bello, per un capo, di quello in cui arrivato a quell'età il ragazzo inizia a contestare le tue scelte con argomenti razionali. Il momento in cui ti rendi conto che è cresciuto, e che può camminare da solo per la sua strada.
Il cattolicesimo dell'associazione sta nell'esempio che danno i capi (quelli che dopo i 21 anni decidono di restare a fare gli educatori volontari), e l'unico atto di fede è richiesto solo a chi vuole diventarlo, insieme a una serie di campi formativi sulla pedagogia e sul metodo dello scoutismo, al fine di poter avere nel ruolo di educatori persone coerenti e preparate, capaci di tirar fuori le potenzialità del ragazzo e non di imporre le proprie idee.
Per tutti gli altri esiste poi una seconda associazione, interconfessionale (CNGEI), che è anche la più antica nel nostro paese, che pur se in dimensioni più ridotte continua ad operare senza proporre alcuna fede. Ma le sedi sono ospitate sempre nelle parrocchie, che son l'unico luogo con spazi per far giocare i ragazzi a costo zero (e che si possono permettere di dedicare intere sale alle attività), dato che la quota d'iscrizione annua (comprendente assicurazione e giornalino) è di 50 euri circa, e quasi tutto il resto viene autofinanziato.
Avete dimenticato tanti sacerdoti e suore, che muoiono nei paesi mussulmani per portare a loro e ai loro figli aiuto, come scuole e ospedali. La chiesa in'italia e nel mondo non fa altro che bene. Il mio 8, X mille l'hò dato sempre alla chiesa o alla croce rossa, e mai per culti che potrebbero aiutare organizzazioni terroristiche.
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RispondiEliminaAndriolo, grazie, non devi spiegarlo a me cos'è l'Agesci, ho pure preso la partenza. Sono sicuro che fa il possibile per non discriminare, ma sono anche sicuro che sia costituzionalmente confessionale, e che sia ingiusto chiedere di non esserlo. Poi esiste il CNGEI, certamente, ma solo nei grandi centri: e comunque non ha senso che si appoggi alle parrocchie. Queste sono toppe ai buchi, non sono un progetto di società multiculturale. Per un ragazzo mussulmano che chiede il battesimo devi calcolare quei cento che non entrano nemmeno nel perimetro parrocchiale perché la famiglia mussulmana non vuole.
RispondiEliminaPitd, i cattolici sono chiamati ad amare il prossimo e a predicare il Vangelo. Non gli si può chiedere di essere cattolici a mezzo servizio. E' perfino ingiusto nei loro confronti. Tassiamoli e togliamoli l'onere di crescere dei buoni mussulmani o dei buoni buddisti.
Gianluca, abbi pazienza: che senso ha chiedersi se una Moschea paga o no l'Ici, dal momento che nella maggior parte dei quartieri non te la fanno aprire? Se vuoi ti rispondo no, la moschea non paga l'Ici perché nel 70% dei casi è abusiva.
Cassa ("le diocesi lombarde hanno dato indicazioni molto chiare agli oratori"): ma secondo te io, noi, in generale, ci dobbiamo fidare delle indicazioni delle diocesi lombarde? Dobbiamo dare per scontato che i vescovi saranno sempre dei galantuomini e non cercheranno mai di convertire un bambino cingalese? Salvo scoprire, appena si parla di educazione sessuale o eutanasia, che esistono valori non negoziabili? La laicità non è una cosa che ti garantiscono i vescovi lombardi sulla parola. Massimo rispetto ai prelati, ma non funziona così.
IMPORTANTE per Leonardo:
RispondiEliminaIl prof. Vittorino Andreoli riceve su appuntamento il martedì mattina dalle 9:30 alle 12.30 e il giovedì pomeriggio dalle 14 alle 18.
Magari ci vogliono un paio di settimane per essere ricevuti, ma vale la pena attendere.
E. Giufa
Leonardo, grazie della risposta.
RispondiEliminaChe l'Agesci sia cattolica ovviamente non lo nego, ma non è che "fa il possibile" per non discriminare: è proprio il suo metodo educativo che lo impone. Il capo deve essere cattolico per dare testimonianza, il ragazzo può non esserlo e deve pensare con la sua testa. E se fra i "prodotti" dello scoutismo c'è un Leonardo, direi che tanto male questo mestiere non lo si fa ;)
PS: quanto al CNGEI (Niscemi e Riposto son grossi centri?), ma anche a tutte le altre attività di volontariato aconfessionali, posso concordare con te che non sia giusto l'appoggiarsi a una parrocchia e che per venire incontro a una società multiculturale servano centri laici. Il punto è: dove, se no? esistono altri spazi? fattivamente, i proventi dell'ICI alla Chiesa credi basterebbero a finanziare la costruzione e la manutenzione di strutture adatte allo scopo, oltre alla difficoltà di trovare volontari non confessionali che si prodighino nel fare le loro attività non solo non guadagnando un euro ma spesso rimettendoci di tasca propria? Il patto con la Chiesa è un patto che allo Stato, economicamente, conviene. Poi se mi chiedi se sia giusta l'esenzione tout court dico no, e secondo me andrebbero tassati non solo i negozi mascherati ma anche i luoghi di culto, se non fanno attività per il sociale (ed è il motivo per cui sono fra quei cattolici che danno l'8 per mille ai valdesi). Ma chi le attività sociali le fa (ho visto un po' di bilanci parrocchiali), chi spende tutto per i ragazzi del proprio quartiere, e proprio chi non avrebbe soldi per pagare l'IMU (ma manco per riparare il tetto del bagno del parroco, per dire, che preferisce spendere i soldi per le porte nuove di calcetto). Il discrimine, per me, non deve essere sulla confessione, ma sulle attività che ogni singola struttura, caso per caso, fa. Temo, però, che le strutture laiche (che già adesso godono di agevolazioni, vedi l'Arci che poi in molti casi le usa per mascherarci normalissimi bar) saranno sempre una minoranza.
Orca, ma basterebbe solo cambiare quel "per gli immobili dalle finalità non esclusivamente commerciali" e trasformarlo in "per gli immobili dalle finalità non commerciali" e tutto andrebbe a posto, no? Oratori e parrocchie non pagano, alberghi e case in affitto sì.
RispondiEliminaElvetico
@Randolph Carter
RispondiEliminaSì io mi impietosisco se chiude un oratorio, guarda un po', penso che sia un impoverimento del tessuto sociale.
Quanto al fatto che le scuole materne parrocchiali producano profitti ... boh dipende, non quelle che conosco io.
Resta il fatto più importante: lo Stato mette l'ICI su tutti i beni ecclesiali OGGI, per esigenze di bilancio la Chiesa IN POCO TEMPO cancella o ridimensiona le proprie attività no profit, POI, magari DOPO QUALCHE ANNO, con i soldi incassati dall'ICI FORSE il pubblico riesce ad attivare servizi sociali analoghi a quelli non più garantiti dalla Chiesa.
Ci abbiamo veramente guadagnato?
Cerchiamo di non diventare gli “Uomini che cominciano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell’umanità finiscono col combattere anche la libertà e l’umanità pur di combattere la Chiesa”. (Chesterton).
"Non combattiamo la piccola evasione fiscale, è un arrotondamento per i commercianti, fa da ammortizzatore sociale..."
RispondiElimina"Il lavoro nero in fin dei conti permette alle imprese di sopravvivere, ed alle persone di lavorare..."
"Se dovessimo lavorare rispettando tutte le normative sulla sicurezza non si farebbe più una casa..."
"La mafia ha anche una funzione sociale in fin dei conti..."
"Certo, quella azienda inquina oltre i limiti di legge, ma bisogna salvaguardare l'indotto..."
"Perché far pagare le tasse alla Chiesa Cattolica che fa tanto bene?"
L'Italia è la patria del tirare a campare, del proteggere l'equilibrio che si è creato, per quanto ingiusti e precario!
Scusate, prima di tutto mi presento (nn voglio fare un altro account e preferisco usare il mio nome): sono Marco, ahimè battezato.
RispondiEliminaVorrei riprendere il discorso paesini, e aggiungerei piccole parrocchie: verissimo che esistono oratori e altre strutture (piccole, sempre) in mano a preti come si deve, che non guardano in faccia a nessuno e si comportano da VERI cristiani (la mia associazione ludica, laica e apolitica ha avuto un tetto per vari anni grazie ad uno di loro, così come molti altri, perlopiù stranieri non cristiani), ma è altresì vero che c'è anche l'opposto, che arriva a cacciare dall'oratorio i cosiddeti ragazzi "casa e chiesa" del paese dall'oratorio perchè troppo cristiani e troppo poco cattolici, e lui che è il nuovo vicario, con l'oratorio cideve comprare la barca e la macchina nuove... Tutto questo in due parrocchie a non più di 10 km una dall'altra. Non dobbiamo fargli pagre l'ICI alla chiesa Cattolica, dobbiamo ESPROPRIARGLI tutti gli edifici non adibiti alla stretta pratica del culto. Punto. Così magari RatSinger la smette di usare le pulcherrimae scarpettae rubrae de prada...
anch'io da molti anni devolvo l'8 per mille ai Valdesi e non me ne sono mai pentita, perché loro sono più onesti e trasparenti. Bello il tuo articolo, lo diffonderò. Grazie
RispondiEliminaSONO DUEMILA ANNI CHE DICONO BUGIE, FA PARTE DEL LORO CODICE GENETICO. LA STORIA C'INSEGNA QUANTO CI ABBIA GIOVATO QUELLA FAVOLA DI CRISTO: LEONE X (1513-21). I VESCOVI GUADAGNANO 13 MILA EURI IL MESE. ALLA FACCIA DELLA CRISTIANITA'.
RispondiEliminaSe si rastrellassero ogni anno i 13 miliardi di euro che un sottogoverno confessionale continua a donare alla Città del Vaticano, sottraendoli con la menzogna dalle tasche della povera gente, se si recuperassero tutti gli introiti dell’ICI (il valore degli immobili vaticani ammonta per difetto a 30 miliardi di euro), la smetteremmo di parlare di debito pubblico (altra bufala) , di crisi delle pensioni, di tagli ai rinnovi contrattuali, alla sanità, alla scuola pubblica, all’arte, alla musica e allo spettacolo… Grazie a Berlusklaun il Vaticano, il più ricco Stato del Mondo, non paga più neppure l’ICI, i suoi monumenti privati sono ristrutturati con le tasse imposte ai lavoratori italiani, e gli istituti cattolici sono finanziati con i soldi di noi tutti, non con le offerte dei fedeli o delle aziende di Berlusconi, abbastanza ricche da permetterselo. Siamo il solo caso nel mondo in cui una popolazione multirazziale e multiconfessionale deve obbligatoriamente versare i propri contributi per farsi indottrinare. Atei, non credenti, agnostici, musulmani, ebrei, protestanti ed induisti, le cui tasse statali sono devolute molto benignamente ad una ideologia religiosa che li combatte accanitamente e che se potesse tornerebbe ad accendere nuovi roghi! È come se gli Italiani – il paragone non vi sembri forzato – fossero costretti a finanziare l’Iran per lasciarsi plagiare: è la stessa identica cosa, anche se sembra assurda. Ma come ha detto qualcuno: “Il Vaticano è uno stato! L’Italia no!”.
DA: LA RELIGIONE CHE UCCIDE
COME LA CHIESA DEVIA IL DESTINO DELL’UMANITÀ
(Nexus Edizioni), giugno, 2010.
517 pagine, 130 immagini, € 25
http://www.shopping24.ilsole24ore.com/sh4/catalog/Product.jsp?PRODID=SH246200038
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-religione-che-uccide.php
http://shop.nexusedizioni.it/libri_editi_da_nexus_edizioni_la_religione_che_uccide.html
Leonardo, si parla di te nei commenti.
RispondiEliminaquanta merda addosso a persone che hanno una fede diversa dalla tua..e pensare che tu ci campi vomitando a destra e a manca senza distinguo...tieniti il tuo travaso di bile,
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