Dice più o meno così.
Ma se la prende un po' più larga.
Questo diritto alla privacy sessuale però “il Fatto” non l’ha mai rispettato verso la sessualità di Silvio Berlusconi, seppure parimenti devastante su altri piani ma infinitamente meno immorale di quella di Dalla perché manifesta, esibita sia al pubblico ludibrio dei bacchettoni sia alla segreta invidia dei più italioti, e però oziosamente perseguita e perseguitata nei tribunali per una faccenda, massimamente, di un paio di mesi in meno rispetto a una età del consenso saltata ormai da almeno trent’anni nella vita sociale e civile e sessuale in ogni parte del mondo e che nelle prostitute schiavizzate sotto gli occhi di tutti ai cigli delle strade nostrane arriva a malapena ai sedici senza che nessuno muova istituzionalmente una falange (basti vedere di che cosa sono capaci le baby gang di quattordicenni organizzate probabilmente dai genitori stessi molto più vampiri pedofili sfruttatori dei loro eventuali estimatori da ricattare, anche se a costoro ben gli sta e malgrado dovrebbe essere un reato da depenalizzare almeno oltre i quattordici anni ovvero da aggiornare nei suoi ipocriti, obsoleti e patetici paletti anagrafici portatori di criminalità indotta poi soggetta alla discrezionalità di giudici più o meno ammanicati con la classe sociale o di potere degli accusati, che alla fine della sonata giuridica e mediatica mi sembra la facciano spudoratamente fin troppo franca).
Aldo Busi è un grande scrittore italiano (stavo per scrivere "del secolo scorso", che orribile gaffe). Quando vuole, i periodi li sa tornire con indiscutibile abilità. Se qui gli capita di scrivere cane, è perché ha deciso di suonare cane. Credo che sia l'equivalente letterario di alzare la voce in un talk show: le virgole sono pause e Busi non se le può permettere. Sarebbe come offrire al regista l'occasione per staccare, e invece lui vuole che la camera continui a girargli attorno. Anche il senso della frase gira su sé stesso: il Fatto non rispettava la sessualità di Berlusconi. Però la sessualità di B. era "parimenti devastante". Sì, ma "infinitamente meno immorale di quella di Dalla", per via che non era nascosta a tutti (beh, beh, fino a un certo punto; e anche Dalla non è che si nascondesse così tanto). Cioè ce l'hai con Dalla e lo paragoni a Berlusconi, però si deve capire che ce l'hai anche con Berlusconi, però con Dalla di più, ecc.
Dunque la sessualità di B. è "oziosamente perseguita" "per una faccenda, massimamente, di un paio di mesi". Busi finge di non sapere che B. non è stato indagato (e assolto) per aver trescato con una minorenne, ma perché sospettato di aver fatto pressioni su pubblici ufficiali per farla liberare; di aver lasciato che la Minetti la consegnasse a una signora che forse si prostituiva; insomma Berlusconi era a processo perché accusato di aver favorito l'eventuale prostituzione di una minorenne; qualcosa di un tantino più grave di aver passato qualche lieta ora con lei. Busi finge di non saperlo ma lo sa benissimo: e allora alza ancora di più la voce, dice che tanto per strada le prostitute sono tutte 16enni (sul serio?) e che comunque ci sono un sacco di baby gang di 14enni che fanno di peggio (quante?) e tenetevi forte: queste baby gang sono organizzate da genitori "vampiri pedofili sfruttatori dei loro estimatori". Qui Busi forse si accorge di essersi spinto un po' troppo in là, perché ci sono cose che ancora non passano nemmeno tra i lettori di Dagospia, e tra queste probabilmente la compassione per i poveri estimatori di gangster 14enni che li ricattano. Quindi si corregge immediatamente: "ben gli sta" (a questi estimatori ricattati). Da lì in poi va avanti per inerzia, non si sa nemmeno più cosa stia scrivendo: "dovrebbe essere un reato da depenalizzare": il ricatto? lo sfruttamento della prostituzione minorile? boh. Tanto poi decidono i giudici ammanicati coi politici è tutto un magnamagna. Aldo Busi, 2015.
Triste però.
C'è una cosa che succede ogni anno ai primi di marzo, di cui non vado tantissimo fiero. Tutti si ricordano Dalla, ascoltano pezzi di Dalla, e si mettono a cercare on line post che parlino di Lucio Dalla. E trovano il mio, che piano piano sta diventando uno dei contenuti più letti di sempre. Non è che sia un post particolarmente ispirato; però funziona, e ogni anno mi porta qualche contatto in più. Non è una questione di soldi. Non mi ci rifaccio nemmeno del caffè alla macchinetta. Però funziona: la gente cerca Dalla e trova qualcosa che ho scritto io.
Quest'anno Busi ha un romanzo da vendere, e così ai primi di marzo si mette a litigare su Dalla. "Uno zero come tanti, non isolato, però di panza, panza molto capiente in fatto di mercato e quindi di ogni specie di santi in paradiso, a destra, a sinistra, dove più fa comodo a entrambe le parti una e trina e, se occorre, doppia, sdoppiata, rasente e anche in absentia per accordi tra collusi al business del consenso". Potrebbe anche avere qualche argomento, non scrivesse così cane. Lo scandalo di Busi è che Dalla - di cui si dà per scontata l'omosessualità - non abbia mai difeso i diritti dei gay. Gli sarebbe bastato fare un coming out al momento giusto, e se n'è guardato bene. D'altro canto, è giusto pretendere da una persona una condotta pubblica coerente con la propria sessualità privata? Non è l'ultima frontiera del perbenismo? Chi lo sa.
Io so solo che Busi scrive da cane, e lo fa apposta. Come se fosse il primo a crederci poco, e a coprire i dubbi coi guaiti.
Il Dalla, abile facitore e propalatore di marcette populiste, omosessuale rinnegatore di se stesso non certo a letto ma dove conta affermarsi se si ha il talento della libertà da diffondere dando il buon esempio, cioè sulla pubblica piazza, e menefreghista doc, non ha fatto niente per i diritti civili, quindi remandovi scientemente contro, dei più deboli, tra cui quei cittadini cosiddetti gay e lesbiche che tuttora in Italia sono visti come degli appestati dalla clericalissima e corrottissima classe politica dominante che premia i “diversi” se si attengono al ruolo di macchietta o di “discreto” e “insospettabile”, che della macchietta è la ridicola esaltazione piccolo borghese ovunque, televisione, parlamento, spettacolo, Chiesa, imprenditoria, sport e, ovviamente, nel giornalismo anche più impegnato (anche se, per quanto a schiena dritta, si direbbe impegnato a raddrizzare le zampe ai cani tanta è la paura dell’omosessuale occulto di venire azzoppato lui: perché chi parla di politica e di etica civile senza esprimersi sul motore stesso dell’economia, cioè sulla propria inconfessabile sessualità e sui suoi fantasmi desideranti o rimossi o frustrati o vissuti di nascosto anche da se stesso, non ha ancora detto nulla in tema di politica e di riforme e di cambiamento che valga la pena di ascoltare, tesi centrale del mio ultimo e imminente romanzo). [...]
Spero almeno che tanta fatica sprecata serva a fare un bel po’ di pubblicità anche al mio romanzo: è proprio bello, divertente, sessuale, logico, compassionevole, avveniristico, anticlericale e di quella sana oscenità pagana di una volta, e non c’è niente di paragonabile in giro in libreria, figuriamoci sui giornali, uno si rifà proprio la bocca e i sensi tutti. Bella forza, m’ha detto uno che ha avuto il privilegio di leggerlo in anteprima, l’hai scritto tu.
Ci sono alcuni aspetti che secondo me andrebbero chiariti meglio.
RispondiEliminaSostieni, probabilmente a ragione, che quest'uscita di Busi sia funzionale alla promozione del suo ultimo libro. Tuttavia Busi ha già mosso queste accuse a Dalla, usando gli stessi argomenti: lo ha fatto in occasione della sua morte. Non ricordo se anche allora c'era un suo libro in uscita (non seguo la uscite di Busi da un pezzo), ma questo precedente mi lasca qualche dubbio sui presunti intenti pelosi di quest'ultimo attacco. Attacco peraltro collegato non solo all'articolo di Travaglio, ma anche a un altro articolo pubblicato sul Fatto, di Pino Corrias, che sostiene le stesse tesi di Busi, tranne il paragone con Berlusconi e il Bunga Bunga (articolo molto più interessante di quello di Travaglio, come spesso accade agli articoli di Corrias).
E poi, il paragone Dalla-Berlusconi. Non credo che Busi finga di non sapere qual'è l'accusa mossa a Berlusconi. Semplicemente, non è la parte che gli interessa (e per quanto sia molto triste, è una parte che interessa a pochi. Busi da sempre, non tollera l'ipocrisia e il perbenismo, e trova rivoltante che pur di abbattere il Caimano si utilizzino strumenti di indignazione vagamente medievali. Nè è la prima volta che si scaglia contro l'inadeguatezza della legislazione in materia di prostituzione ed età del consenso (in modo indiretto lo fa dal suo primo romanzo). Non ci vedo insomma, una difesa imbarazzante del Berlusca, sputtanatissimo da Busi in tante circostanze.
Infine: sì, è scritto da cani, ed è voluto. Credo anch'io che sia il corrispettivo della sparata alla Morgan. Ed è decisamente una cosa triste, il più grande scrittore italiano che si morganizza.
Temo che il "reato da depenalizzare", tra le pieghe di questa frase involuta, sia il sesso con minorenni ultra 14enni - a questo punto - a pagamento.o dietro altro compenso.
RispondiEliminaQuesta storia di Busi come il più grande scrittore italiano faccio molta fatica a capirla, boh. E Cesare De Marchi? e Magris?
RispondiEliminaIl più grande non credo anch'io, ma senz'altro scrive meglio di così.
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