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sabato 19 settembre 2015

Qui è tutto un museo - le assemblee le fate a casa vostra

Nell'estate del 2013 l'allora sindaco Matteo Renzi fu protagonista di una pretestuosa polemichetta, allorquando si seppe che aveva concesso alla Ferrari l'uso del Ponte Vecchio per una festa privata. I poveri turisti giunti a Firenze il 29 giugno dovettero trovare qualche altra attrazione - in città per fortuna non ne mancano. Ai poveracci che già allora non trovavano argomenti più interessanti per criticarlo, Renzi fece presente che il ponte era stato chiuso appena per tre ore (in realtà 16 e mezza); non era nemmeno la prima volta (sì, però nelle altre occasioni si poteva almeno entrare con un biglietto, quella volta no: solo su invito di Montezemolo); che in quel modo aveva recuperato 120.000 euro (eppure Montezemolo per l'occupazione del suolo ne sborsò appena 2.489; altri li versò sotto forma di sponsorizzazioni, ma la cifra di 120.000 appare abbastanza esagerata).

È passato qualche tempo.


Ieri il presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi ha scoperto che la cultura italiana è ostaggio di forze avverse in Italia - pare che si tratti di sindacalisti. Santo cielo, che avran combinato quei diabolici nemici dell'ordine e del progresso? La mente vacilla: pare che in seguito a una triste storia di straordinari non pagati, i rappresentanti del personale del Colosseo (non sindacalisti di professione) si siano permessi, ai sensi dell'articolo 20 dello Statuto dei Lavoratori, di convocare un'assemblea in orario di lavoro. Avete capito bene: per tre ore, per ben tre ore, ieri mattina il Colosseo è rimasto chiuso. I poveri turisti venuti da tutto il mondo hanno dovuto ripiegare su altri monumenti - purtroppo come è noto lì in giro non c'è niente per miglia e miglia, solo colline e greggi e paludi fino al raccordo anulare. Una tale vergogna sarebbe mai potuta succedere in altri Paesi? Certo che no.

Grazie a Erik



A parte forse in Francia, ma che c'entra, quelli sono bolscevichi. Ma immaginatevi una cosa del genere nel mondo anglosassone.

Grazie a Chamberlain

Vabbe' comunque da oggi i musei sono servizi essenziali: grazie a un illuminato decreto del Consiglio dei Ministri, non sarà più possibile convocare assemblee in orario di lavoro. L'onore dell'Italia è salvo. Il ministro Franceschini si è affrettato a spiegare che il decreto vale per pubblico e privato, così a questo punto io se fossi Montezemolo trasformerei l'azienda Ferrari in un museo: tanto i turisti li attira già... e se ai dipendenti riesci a togliere qualche altro diritto, è sempre una gran soddisfazione. 

Ps: per Scalfarotto, manco a dirlo, i lavoratori che stanno chiedendo da mesi i soldi degli straordinari sono pazzi, scriteriati e irresponsabili - hanno indetto un'Assemblea senza notificarlo al New York Times.


Grazie a Mazzetta
Vi rendete conto?

23 commenti:

  1. Che Scalfarotto fosse scemo si sapeva. Che vuole anche che lo si sappia in giro è tutto sommato logico.

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    1. Mauro ti quoto, ti abbraccio, ti offro l'equivalente di 2 ore di assemblea quando vuoi..

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  2. Una stronzata ogni settimana. Un giorno o l'altro la dobbiamo preparare davvero la ruspa per Cologno (e già che ci siamo, per par condicio, spianiamo pure Rogoredo)

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  3. Ciao, mi chiamo Marco e sono uno di quelli, quelli che Leonardo dice affetti da invidia sociale.
    Brutto il modo di agire del governo finchè vuoi; purtroppo non riesco a non pensare che milioni di noi lavorano straordinariamente e ordinariamente per poco, con paghe non regolare, mentre questi 30 non hanno concreti rischi di perdere il posto e faccio tacere la mente sulle maggiori tutele.
    Per me rimane troppa la distanza col mitologico paese reale e inopportuno lo sdegno.

    In più, nello specifico del tema, FR e UK, possono permetterselo, l'Italia non può perdere neanche un turista, giusto l'intervento del governo a difesa della sua industria principale.

    Ciao

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    1. In effetti togliere diritti a chi li ha mi pare il modo migliore per difendere chi non li ha.

      Mi ripeto: stamo aĺle cozze... Ora vado a bere.

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    2. Ma dov'è che parlo di invidia sociale esattamente?

      Non è che FR e UK possono permettersi le assemblee sindacali perché stanno meglio; FR e UK stanno meglio perché i lavoratori hanno vinto una serie di lotte. Con scioperi, assemblee, tutta quella roba.

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  4. Giusto per amor di precisione: gli annunci al Louvre e alla National Gallery si riferiscono a scioperi del personale. Ora, lo sciopero è fatto in modo da creare un disagio al pubblico, perché quel disagio serve a dare visibilità alle motivazioni dello sciopero stesso. Nel caso del Colosseo si trattava di una assemblea sindacale regolare. Le assemblee sindacali sono previste per legge, quel che si chiede è che si trovi un modo perché questo diritto imprescindibile dei lavoratori non crei disagi all'utenza.
    Detto ciò, anche io, proprio in qualità non solo di utente ma di professionista che lavora nell'ambito dei Beni Culturali, sono sconcertata dall'atteggiamento del Ministero... l'ennesima pezza, messa a cavolo senza nemmeno aver voglia di affrontare il problema.. E l'atteggiamento di Renzi a Firenze.. ecco, da fiorentina direi che preferisco calare un velo pietoso...
    Stefania

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    1. Se sono previste per legge in orario di lavoro, tutto quello che si chiede è cambiare la legge.

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    2. Sul fatto che sia un argomento delicato direi che siamo d'accordo. Sul fatto che un decreto legge annunciato come Mazinga annunciava il raggio fotonico sia un'assurdità, anche qui siamo d'accordo. Secondo me è opportuno trovare un modo per limitare i disagi dei visitatori. Legge da cambiare? Perché no? Davvero è impossibile trovare un compromesso? La sensazione è che nessuno ci ha mai davvero provato, a cercarlo.

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    3. Questa storia comincia a pesarmi, quindi perdonerete i toni.

      Facciamo così, mediamo anche tra i diritti di un frocio o di un negro con i legittimi bisogni dei razzisti.
      Ci sarà pure un modo, no? L'importante comunque è mediare, ci mancherebbe.

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    4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Questa del diritto all'assemblea sindacale mi sembra l'ennesimo esempio di guerra fra poveri.
    I lavoratori dei beni culturali subiscono un'ingiustizia, in risposta organizzano un'assemblea e il governo, in nome dell'interesse nazionale, decide che non devono più fare assemblee.
    Dopo i beni culturali a chi toccherà? La prossima volta saranno i salumai a subire un'ingiustizia, decideranno una forma di protesta ed il governo decreterà che i salumi sono di interesse nazionale quindi precettazione.

    E poi le reazioni delle altre categorie: se X ha diritto a fare assemblea e Y non ha diritto, ci si aspetterebbe che Y prendesse in esempio X chiedendo di essere adeguato allo stesso trattamento, invece Y chiede che X perda tale diritto. In questo modo quando Y chiederà tale diritto gli sarà risposto "A X l'abbiamo tolto, perché mai lo dovremmo dare a te?".

    Quando c'è uno sciopero dei treni intervistano sempre lo stupido di turno che dice "Dovevo andare a XXX per lavoro, ma a causa di questi scioperanti non posso andarci", mentre l'unica risposta seria sarebbe "Dovevo andare a XXX per lavoro, ma a causa dei tagli che hanno costretto la gente a scioperare non posso andarci".
    Mutatis mutandis, se i precari bloccano l'autostrada non te la devi prendere coi precari, ma con chi si rifiuta di stabilizzarli adducendo motivazioni pretestuose: vedrai che una volta stabilizzati non bloccheranno più l'autostrada!

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  6. Che Renzi sia un ipocrita, siamo d'accordo.
    Ma ci sono modi ben diversi per chiedere degli arretrati.
    Chiudere il Colosseo è un autogol pazzesco, come si può non capirlo?
    Non potevano fare uscire la storia contattando un giornalista, del Fatto, per dirne uno?
    Sarebbero passati per vittime e avrebbero messo in luce lo scandalo di un Governo che a parole ha la cultura come priorità mentre non riesce nemmeno a pagare le aperture notturne o gli straordinari.
    Sz

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    1. Giusto, anche Rosa poteva contattare il NYT invece di fare quella cafonata di sedersi nel posto sbagliato.

      Possibile che non abbia capito l'autogol? Vabbè, torno dalla bottiglia di amaro. Tra un po' passo all'eroina.

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    2. Ah, quindi la storia del Colosseo è un caso di segregazione razziale?
      Oppure Rosa Parks lottava per 50 dollari di arretrati che le doveva lo Stato dell'Alabama?
      Una delle due, perché se no il paragone è leggermente scentrato...
      Sz.

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  7. faccio rispettosamente presente che ciò avveniva in una città (dove ahimè vivo) in cui c'è di media uno sciopero dei mezzi pubblici alla settimana, e nel luglio più caldo del millennio la metropolitana praticamente non funzionava: e per questo nessuno mai ha levato gli scudi (nè nel governo nè nel comune nè da nessuna parte) o ha gridato allo scandalo solo-in-Italia o ha pensato Dio scampi di precettare gli scioperanti.
    non che con questo io voglia dire che tifo per i precetti, però la mia idea di "disagi insostenibili" e "servizi essenziali" è altra.
    e sì, le assemblee sono un diritto garantito, e si fanno in orario di lavoro (@ Claudio VdA: però non si organizzano "in risposta a un'ingiustizia": se no si chiamano scioperi, e si fanno con altre modalità e soprattutto rimettendoci dei soldi).

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    1. Quindi, visto che in risposta ad un'ingiustizia non si organizzano assemblee ma scioperi, ritenevi più costruttivo proclamare uno sciopero punto e basta senza nemmeno discutere il da farsi in assemblea?
      E poi sarei io il massimalista ;)

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    2. HAHAHAHA no non intendevo dire questo (anche se volendo un po' sì ;D). Evidentemente ho interpretato male il tuo commento, e avevo letto "in risposta a un'ingiustizia" come "in segno di protesta", e volevo solo specificare che non si protesta con le assemblee ma con lo sciopero, se no è voler fare i furbetti - creando disagi come con lo sciopero, ma mantenendo intatta la busta paga. E ahimè mi è capitato di riscontrare questa fattispecie più di una volta.

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    3. Solo una precisazione.
      Manco da Roma da un po' ma leggo i giornali e conosco gente che nella metropolitana di Roma ci lavora. Be', a me pare proprio che il cosiddetto "caso" della metropolitana di Roma (quella che praticamente non funzionava nel luglio più caldo del millennio) sia un perfetto esempio di scaricabarile. Quella metropolitana ha funzionato poco e male, non solo questa estate, e continuerà a funzionare male, in parte a causa di scioperi del personale regolarmente annunciati alla dirigenza e motivati da gravi problemi strutturali (anche legati alla sicurezza dei passeggeri), e in (gran) parte proprio a causa di quegli stessi problemi tecnici e organizzativi di cui sopra, a cui la dirigenza non vuole o non sa rimediare. Però ai macchinisti (che ormai temono di essere linciati) si dice che con gli utenti non devono parlare.
      Esattamente come per il caso Colosseo e, a occhio e croce, tanti altri servizi pubblici o siti turistico/culturali.

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  8. Ora inizia a venire fuori un po' tutta la faccenda e naturalmente sui media che hanno pompato l'indignazione non ce n'é traccia.
    L'assemblea era convocata da una settimana, la sopraintendenza che dipende direttamente dal ministero quindi da Franceschini, non ha fatto nulla, non hanno comunicato la cosa e non hanno gestito i turni in modo da tenere il sito ugualmente aperto.
    Il decreto era li bello pronto che aspettava dalla faccenda di Pompei. E' stato facile approvarlo con la collaborazione dei media, dei gonzi che subito abboccano a queste ondate di sdegno, del presidente della Repubblica che firma una cosa del genere ed invece viene il sospetto che fosse tutto un trappolone a danno dei lavoratori.
    Nel Pd, partito che si vuole dalla parte dei lavoratori nessuno ha dissentito.
    Saluto

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    1. vorrei aggiungere - visti i commenti in questo stesso blog che, con tutto l'affetto e il rispetto per l'oste non è proprio beppegrillo.it - che al governo non sembrano mancare nemmeno "quei due spicci" * per le truppe cammellate del "signora mia che clamoroso autogol - e io poveretto che lavoro per un mestolo d'acqua. e zitto".

      * vedi questo stesso blog, qualche giorno fa, "gli imperi recalcitranti"

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