Riassunto di alcune puntate: c'è un'astronave generazionale che arriverà a Copernico in alcune migliaia di anni. Dentro, fra gli altri passeggeri, c'è un ufficiale che si sveglia ogni cent'anni. Una volta ha la bella pensata di sposare una ragazza e di giocare a fare il Re. A un banchetto, lei fa una scenata, accusa un economo di voler sterminare il suo popolo. Il tizio non ha la minima idea di che popolo si tratti, non gliene frega niente, ha sonno, come si fa a scrivere un romanzo su uno così, ma io dico con tutti gli spunti belli che c'erano.
ANNO 1762, SEMPRE QUELLO (giovedì sera)
"Sua eccellenza l'economo ti ha già spiegato come intende sterminare il mio popolo?"
Tu non sai se la Storia si ripeta in farsa; di sicuro si ripete un po' troppo per i tuoi gusti. Magari ti eri imbarcato nello spazio profondo proprio perché la Storia ti stava stretta, ebbene eccoti servito. Isi, ma cosa sta dicendo?
(L'economo sta cercando di non farsi andare di traverso il bicchiere. Il patrigno è impassibile).
"Isi, ma cosa stai dicendo?"
"Oh, io non sono che una povera ragazza elevata a un rango che non merito. Immagino che sua eccellenza ti saprà spiegare meglio di me perché, per fare un po' di spazio al bestiame che consuma la sua avena, abbia deciso di far tabula rasa del mio reparto".
"Sul serio?"
L'economo è un imbecille. Uno più scafato, al suo posto, si sarebbe messo a ridacchiare e ti avrebbe spiegato che no, nessuno sterminio è in atto: è una mera questione di allocazione delle risorse, occorre sloggiare un po' di gente da un reparto che non è produttivo e, beh, sì, mutare radicalmente le loro abitudini, in nome di un Fine che trascende le preoccupazioni e le beghe di tutti noi, che è poi arrivare a Copernico. Siccome alcuni di questi proprio non hanno intenzione di spostarsi - e anche una volta spostati, insistono a perpetuare tradizioni che creano frizione col resto dell'equipaggio - tafferugli, c'è gia scappato qualche morto, insomma a un certo punto forse l'autorità costituita ha fatto un po' la voce grossa e ha minacciato qualche capotribù: adattatevi o perite. L'economo dovrebbe spiegarti tutto questo rapidamente (anche se lo indovini da solo, la Storia si ripete), e non lo fa. Balbetta di politiche demografiche, si sente in trappola. È in trappola. Da una parte c'è questo imbecille balbettante che anche se avesse ragione non se la merita. Dall'altra c'è una bella ragazza, per quanto un po' melodrammatica, via, ma alla tua età eri peggio - e poi a te non è capitato di sposarti minorenne col Re dell'Umanità, mentre il tuo patrigno ti costringe a fare lobbying per i diritti dei diseredati, insomma, il minimo è che sia un po' scossa.
Ed è giovedì sera.
Hai già notato come giovedì sera ti cresca un vuoto dentro - se è nostalgia, di cosa? Sei stato addestrato per sconfiggere la nostalgia.
(Sei stato addestrato anche per respingere le ragazze, non ha funzionato del tutto, diciamo).
Forse è solo la cella criogenica che chiama.
Dormire, sognare forse...
"Sentite, non ho tempo per i dettagli. A orecchio mi sembra che sia stata commessa una grave ingiustizia ai danni di una minoranza, a cui la mia consorte ha eroicamente cercato di reagire..."
"Maestà, tutte le decisioni dell'economato sono state prese in ligia ottemperanza..."
(Ti ha chiamato
Maestà).
(Forse in questo secolo hai esagerato).
"Mio caro economo, capisco tutto, ma tu cerca di capire me". Ti guarda vacuo, non capisce. E tu non puoi spiegare che qui intorno c'è una dozzina di testimoni, c'è tua moglie che ti ha chiesto una cosa, ed è una bella ragazza eletta dal popolo, e di tutte le cose sciocche che poteva chiedere, ha chiesto salvezza per il suo popolo. È un popolo di rompicoglioni? Probabilmente. Turberanno la quiete dell'impero? Come qualsiasi altra cosa, ma tu domenica ti addormenterai e tra cent'anni di tutto questo non si ricorderà nessuno. Se qualcosa resisterà, saranno immagini di sogno, o strofe di canzoni. Canteranno di quant'era bella Iside e quant'era buono il suo Re. Lei in realtà era un po' strabica e lui un sociopatico, ma stavolta è andata così. Ma non glielo puoi spiegare, è un imbecille.
Senza quasi accorgertene hai preso temporaneo congedo dai commensali, con la scusa che devi pensarci su ti sei rifugiato sul terrazzo. Dalla balaustra fissi il grande oblò centrale (in realtà è un planetario che proietta immagini filmate, ma raramente qualche civiltà se ne accorge). Quante stelle, quante stelle.
Neanche tante, in realtà.
La cella ti chiama, il vuoto ti rivuole con sé...
Ma qualcuno in sala sta urlando. Iside.
Come se la scannassero. Torni dentro di corsa.
La stanno tenendo in tre, tre specie di dame di compagnia. Il patrigno e una guardia stanno tenendo fermo l'economo.
"Lasciatemi indovinare. Ha cercato di toccarla?"
"Maestà..."
"Sei davvero così
tanto imbecille?"
"Mi sono inginocchiato. Inginocchiato davanti a lei. La stavo pregando di intercedere per me. Ci sono testimoni..."
"Tutti i testimoni in questa sala giureranno che hai provato a molestarla, dico bene?"
Scambi un'occhiata col patrigno. "Com'è che ti chiami poi? Non mi ricordo mai i nomi".
"Marduc".
"Marduc dovrei pur ricordarmelo, senti, Marduc. Sei tu il regista di tutta questa commedia, o sbaglio?"
"Maestà, non ho fatto che chiedere un favore alla regina, che ho cresciuto come una figlia e..."
"Stop. Stop. Marduc ho fretta, veniamo al dunque. Tu sei un genio, l'economo è un imbecille. Non dovrebbe essere così. Quindi da qui in poi l'economo lo fai tu, e lui... lui... boh, pensaci tu".
Un lampo sadico lo attraversa.
"Attento però che troppa crudeltà ti si ritorce sempre contro. Ho detto troppa, eh".
"Maestà, non ho parole..."
"Meglio così, io ho sonno".
"Ma che sarà del nostro popolo? Ormai l'editto che ne prevede la cancellazione è già stato promulgato".
"Va bene, domani lo cancelliamo".
"Non può essere cancellato, è un editto imperiale. È stato suggellato col vostro timbro".
"Io posso cancellare tutto, fidatevi".
"Ma non sarebbe ben fatto".
"Per fortuna che non avevi parole, Mardoc".
"Se l'autorità comincia a revocare gli ordini, gli esecutori cominceranno a mettere in dubbio l'autorità. A ogni nuovo ordine penseranno: non è che tra un po' revocano pure questo? Aspettiamo che arrivi la conferma! E questo renderà fortemente instabile l'assetto sociale dell'equipaggio".
"Lo so, è già successo. Quindi? Hai messo su tutto questo melodramma per convincermi a salvare la tua gente e adesso vuoi che sia sterminata lo stesso?"
"Maestà, il mio non è che un consiglio. Un ordine non si revoca, ma può essere anticipato da un altro ordine".
Ecco, questo è un genio. Magari è un genio del male, ma pure di questi c'è bisogno.
"E che cosa dovrei ordinare, Mardoc?"
"Che il mio popolo abbia libera la mano per rispondere alle provocazioni".
C'è un rumore in sottofondo che finalmente conquista la tua attenzione. È Isi che singhiozza. Quando l'hai vista recitare la parte della ragazzina molestata, per un secondo l'hai odiata. Ma è solo una ragazza. Ugualmente, non dovrebbe essere la pietà per una ragazza a orientare la tua decisione. Nelle mani di chi ti stai mettendo? La verità è che non li conosci, non conosci nessuno. Il vecchio economo, senz'altro un pessimo commensale, potrebbe essere un genio della pianificazione. Se solo ci fosse il Computer. Il Computer ti saprebbe spiegare cosa sta succedendo. Già.
Ma il Computer non l'avrebbe fatto succedere.
"Mardoc, per curiosità, il tuo popolo cosa fa di particolare?"
"Siamo allevatori, contadini. Alcuni commerciano, nei limiti che ci sono consentiti".
Vabbe', allevatori, contadini, mal che vada tra un secolo sarete ancora più indietro sulla Tabella di Vico. Chissenefrega dopotutto. Non c'è fretta.
(Non avresti dovuto ricevere la ragazza, lunedì. È tutto dipeso da quell'errore).
"Va bene Mardoc, portami il testo dell'editto che hai in mente, lo firmerò domattina. Ora vado a letto, e domani sarò in riunione con gli ingegneri fino a tardi. Anche sabato. E domani vorrei entrare nella cella subito. E lunedì, se tutto va bene, nessuno si ricorderà di voi, e anch'io farò fatica".
Ti sbagliavi - ma come avresti potuto prevederlo? Di stringere le braccia di Isi, cent'anni dopo?