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sabato 29 ottobre 2016

Cosa fare col razzismo (o schiacciarlo o svezzarlo)

Non ci siamo svegliati razzisti una mattina: il razzismo è una possibilità che forse ci portiamo dentro da un passato rinnegato un po' in fretta. È un cucciolo che è stato svezzato e coccolato da una precisa parte politica, per scopi chiari e chiaramente ignobili. Ci sono responsabilità evidenti: testate giornalistiche, programmi televisivi, interi gruppi editoriali hanno deciso di spacciare un determinato tipo di prodotto che creava consenso, vendeva giornali (neanche tantissimi), produceva odio. Certo, c'è la libertà di parola (non quella di propaganda razzista); certo, nel mondo libero ogni messaggio trova la sua nicchia. Siamo uomini di mondo, sappiamo come vanno le cose, le orazioni indignate contro i penultimi che alzano le barricate contro gli ultimi suonano fastidiose e ipocrite. Non ci siamo svegliati razzisti una mattina e non è coi bei discorsi che si può pensare che ci sveglieremo meno razzisti domani. C'è un lavoro da fare. Avrà un costo. E chi ha fatto i suoi soldi seminando odio, ora dovrebbe restituire. È tutto qui.

In Italia abbiamo, tra gli altri, un problema. Non è forse il più grave ma a mio parere è uno dei primi nodi della matassa: una volta sciolto scopriremmo che la situazione è molto più semplice. In Italia, in luogo della tradizionale contrapposizione tra una sinistra progressista e una destra conservatrice, abbiamo avuto una strana psico-dialettica tra una destra che inseguiva il Principio del Piacere e una sinistra che periodicamente rammentava il Principio di Realtà. Berlusconi è stato il simbolo e l'alfiere di una destra irresponsabile, che abbassava le tasse e inseguiva sogni di grandezza: il centrosinistra di Amato o Prodi si faceva vivo ogni tanto, un periodico bagno di realtà che serviva a recuperare un po' di conti, e a preparare l'ennesimo viaggio nei beati mondi della fantasia e dei ponti sugli stretti. L'invenzione di un'Italia ostaggio della malavita straniera, un'Italia terrorizzata prima dagli albanesi e poi dai rumeni e in seguito dai jihadisti, nasce nei laboratori del consenso berlusconiano e leghista. Certo, trova un terreno fertile. Un paese in recessione, colpito fatalmente dalla concorrenza dei più agguerriti tra i paesi emergenti, è il terreno più adatto a un certo tipo di predicazione xenofoba. E ciò non toglie che questa predicazione ci sia stata: che qualcuno abbia deciso di investire tempo, risorse, palinsesti televisivi.

Una macchina dell'odio che ormai procede in automatico, nel senso che ormai in cabina di regia non c'è più bisogno di nessuno e infatti non c'è nessuno: i berlusconiani si contentano di cavalcare l'antirenzismo; quanto alla Lega di Salvini, ormai è un movimento più teatrale che politico, in cerca più di visibilità che di potere autentico. La destra insomma resta a bearsi della sua irresponsabilità, inventandosi nemici immaginari e producendo tossine che respiriamo tutti. E la sinistra? La sinistra governa, si barcamena, cerca di recepire le direttive comunitarie sull'accoglienza dei profughi senza offendere i buoni cittadini razzisti che alzano le comprensibili barricate; la sinistra si sobbarca, si fa criticare, ma spera in qualche modo di poter vincere il referendum, e poi le elezioni, farsi firmare un contratto a tempo determinato fino al 2023 che le consentirà di? Di continuare a barcamenarsi mentre fascisti, grillini, leghisti ed ex berlusconiani continueranno beatamente a soffiare su qualsiasi brace di rivolta. In questo Renzi è veramente l'erede dello spirito di servizio dell'Ulivo prodiano e poi veltroniano: questa idea che solo un centrosinistra responsabile possa farsi carico dei problemi, e ottenere l'investitura popolare in forza delle proprie energie positive. La gente dovrebbe votarci perché siamo quelli buoni.

Si dice che a Gorino e altrove personaggi pittoreschi come Naomo hanno potuto ritagliarsi il loro spazio a causa della sparizione dei corpi intermedi. Vero, ma dunque che si fa? Perché un Naomo non si guarisce a discorsi, e nemmeno con una notte in cella per istigazione all'odio razziale. Un'altra possibilità - molto rischiosa, me ne rendo conto - sarebbe dargli in mano la situazione: fallo tu il corpo intermedio. Prova tu a gestire l'accoglienza dei rifugiati nella provincia di Ferrara. Va' tu a spiegare ad alcuni albergatori che si devono tenere quelli che l'ostello di Gorino non vuole. Come si sta facendo coi grillini a Roma, in fin dei conti. Credo che a quel punto si volatizzerebbe. I parolai prosperano dove il conflitto è bloccato.

E quindi siamo sempre lì. Piuttosto che a governare senza avere il 50% del Paese, il centrosinistra dovrebbe cercare di smontare il centrodestra; di metterlo di fronte alle sue (non)responsabilità. Di dividerlo, come in fondo ha fatto cooptando Alfano e poi con Verdini. È una possibilità. Oppure dovrebbe schiacciarlo, ma sul serio, come non è mai stato schiacciato Berlusconi anche quando seminava odio da emittenti nazionali che occupavano illegalmente l'etere tv. Renzi non sta facendo nessuna delle due cose. Vuole governare da solo, vuole mano libera, vuole che ci fidiamo di lui e che lo giudichiamo dopo cinque anni. E magari dopo cinque anni lui sarà stanco del giocattolo: ma noi saremo ancora qui, in un Italia dove si consente a Libero, al Giornale, di stampare immondizia xenofoba tutti i giorni: a Del Debbio di raccontare l'invasione dei profughi; e ai leghisti di giocare impuniti alle barricate.

6 commenti:

  1. sono assolutamente d'accordo, ma se paleso il mio pensiero mi danno della catastrofista, non della realista. In secondo luogo non credo che nel nostro paese sarà possibile una reale trasformazione fino a che ci illuderemo di cavalcare l'onda del consenso moderato "al centro". Come fa oggi Renzie, come ha fatto ieri Berlusconi e prima ancora la democrazia cristiana.

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  2. È più facile che veniate «schiacciati» voi buoni, che non leggete Libero, il Giornale, etc.

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  3. Finché voi sinistrati non vi farete un bel bagno di realtà non sconfiggerete mai quello che voi vi ostinate a chiamare "razzismo" pur di nascondere la testa sotto la sabbia! La gente è stanca di vedersi imposta "l'accoglienza" forzata di migliaia di africani (che non faranno mai una mazza, e che continuare a chiamare "risorse") perché il nuovo leader maximo de sinistra deve farsi bello in Europa, col suo cronico populismo.

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    1. Mi sa che non hai neanche letto il pezzo, così non vedo perché dovrei leggere il tuo commento.

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  4. Quella di responsabilizzare è una bella idea: mi dicono che ad Alemanno a Roma abbia fatto più danno la sua gestione approssimativa dell'emergenza neve che tutte le parentopoli messe assieme.
    Il problema è che questo non si può fare perché nessuna delle forze populiste, prese una alla volta, è maggioritaria. Dato che la riforma non passa, e l'Italicum lo cambieranno in senso proporzionale puro, l'unico modo che avrebbe una di esse di governare è in coalizione, e perché dovrebbe rischiare di perdere voti andando al governo? Gli unici che si coalizzeranno quindi saranno i "responsabili"; e lo metto tra virgolette perché si sa che in una coalizione nessuno si assume veramente la responsabilità perché si può sempre dare la colpa agli alleati. Non passa una certa legge? Non l'ha voluta Alfano. Un ministro pensa di vivere negli anni trenta del Novecento? Ah ma non è nostro-nostro, è solo un alleato.
    Probabilmente ci aspetteranno decenni di governi traballanti di "realismo irresponsabile"; e con contorno di fronde e forze populiste a urlare all'inciucio, dentro e fuori il Parlamento.


    > in un Italia dove si consente a Libero

    Ecco questo passaggio non l'ho afferrato bene, visto che fino a quel punto avevo intuito che con la forza non si risolvesse nulla ("Perché un Naomo non si guarisce a discorsi, e nemmeno con una notte in cella per istigazione all'odio razziale."). Forse è da intendere come una specie di principio cardine, del tipo "In Italia siamo un paese civile e non manderemo mai l'esercito a presidiare la redazione di Libero" per cui l'unica scelta in questo paese civile è l'alternativa responsabilizzante?

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  5. E il premio Lapsus dell'Anno va a:
    "Berlusconi è stato il simbolo e l'alfiere di una sinistra irresponsabile, che abbassava le tasse e inseguiva sogni di grandezza"

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