Giuseppe Conte può raccontarvi tante storie, ma non quella di Babbo Natale. Vedo molta gente arrabbiata per via di quella letterina. Però si sa, la comunicazione politica non è una cucina per palati raffinati. È impossibile piacere a tutti, ma è quello che Conte e i suoi PR dovrebbero tentare tutti i giorni. E perché non dovrebbero raccontarvi qualche favola, se in altri casi voi stessi le gradite?
Per esempio: nelle stesse ore in cui veniva diffusa la letterina su Babbo Natale, Giuseppe Conte difendeva serenamente la sua decisione di tenere le scuole dell'obbligo aperte anche nelle regioni a rischio raccontando che "le scuole non sono un focolaio". Secondo lui i dati dicono questo. I dati li rimetto qui, così ognuno può farsi un'idea: il problema sta appunto nel tipo di idee che ci facciamo.
Io temo che Conte, e chi gli crede, per "dati" intenda appunto tabelle del genere, dove il contagio è diviso per fasce anagrafiche. Del resto è difficile pensare che esistano anche tabelle attendibili sul contagio diviso per ambienti nelle zone rosse: il tracciamento ormai è saltato. Il racconto quindi è questo: è vero, l'aumento del contagio tra i minori è stato notevole (spettacolare, aggiungerei), però continua a essere una piccola frazione del contagio complessivo: quindi i minori alla fine non si stanno contagiando tanto, dai, e quindi... le scuole non sono un focolaio. Ecco, Conte sta raccontando questa cosa. E a molti sta bene.
Invece Babbo Natale non sta bene.
Ma perché?
Perché c'è gente che sente la necessità di spiegare, con cadenza quotidiana, che la maggior parte dei contagi non avviene a scuola? È vero, la maggior parte dei contagi non avviene certo a scuola. Avviene, credo, a casa. La maggior parte di chi è contagiato non è più in età scolare. Questo significa necessariamente che la scuola non è un focolaio? Richiamo per l'ennesima volta all'esperienza dei genitori: vi capitava più spesso di contrarre l'influenza stagionale quando i bambini erano in età scolare o prima e dopo? Un sacco di volte l'avete presa dai vostri figli, fino a qualche mese fa non c'era nessun problema ad ammettere questa cosa. Fino a qualche mese fa lo sapevamo tutti che i virus usano le scuole come hub; tant'è che persino in un anno come questo, in cui il vaccino antiinfluenzale è un bene prezioso, la mia ASL ha trovato il modo di lasciarne una dose gratis per me, perché sono un insegnante, cioè una fascia a rischio. E però.
E però improvvisamente quest'anno Giuseppe Conte ci racconta che la scuola non è un focolaio, e noi dobbiamo crederci. Si ammala un sacco di gente fuori dalle scuole, quindi le scuole non c'entrano niente: quest'anno questo è normale sentire gente che la pensa così. Al massimo sono disposti a concedere che possa c'entrare qualcosa tutto quello che succede immediatamente prima e dopo del suono delle campanelle: Giuseppe Conte ci racconta anche questo. "Certo quello che avviene intorno, prima e dopo le scuole può costituire un focolaio". Insomma, i trasporti (maledetti trasporti). Il chiasso che i ragazzi fanno nel piazzale; bisognerebbe vigilarlo e regolarlo facendo entrare/uscire i ragazzi un po' per volta (ma poi servirebbe un antipiazzale per quelli che aspettano di entrare nel piazzale, e anche quello andrebbe regolato e vigilato, e così via). Ecco perché si contagiano, quei pochi ragazzi che si contagiano: è tutto quel contatto sociale che hanno prima di entrare a scuola e appena ne sono usciti. Dentro niente: anche se è un luogo chiuso, anche se si sono appena contagiati nel piazzale, appena entrano a scuola non contagiano più nessuno finché non escono, insomma il virus l'hanno attaccato alle rastrelliere con la bicicletta. Conte vi sta raccontando questa cosa, e voi state credendo a questa cosa. Ho ho ho.
Provo anch'io a raccontarvi una favola. C'era una volta un pastore che teneva il recinto delle pecore aperto, perché tanto secondo lui era sicuro, anzi statisticamente non era mai successo che il lupo entrasse nel recinto e razziasse le pecore. Eppure le pecore sparivano, perché? In effetti tutte le notti il lupo entrava, prendeva una pecora, la portava comodamente nel bosco, e ivi sopraggiunto se la mangiava con grande soddisfazione, il che non impediva al pastore di sostenere la sua tesi: la pecora mica era stata mangiata nel recinto, quindi il recinto era sicuro anche se aperto. Il pastore la raccontava così.
Conte ve la sta raccontando così.
Ma non si permetta di raccontarvi di Babbo Natale, eh? Voi siete adulti e vacci... beh diciamo che siete adulti. Se prenderete il virus, se lo prenderete da un minore, senz'altro questo minore non l'avrà preso da un altro minore nell'edificio scolastico; e anche qualora succedesse, il vostro contagio non rende le scuole meno sicure dal punto di vista statistico perché (1) voi non siete studenti e (2) effettivamente voi non siete stati contagiati a scuola, bensì a casa. Quindi vedi che ha ragione lui: le scuole non sono un focolaio. E Babbo Natale vi porterà i regali, dal momento che vi siete comportati bene.
Eh,sei stato chiaro.
RispondiEliminaNn preoccuparti che tra poco stai in dad pure te,almeno ti metti l'anima in pace. "Categoria a rischio".
Leggendoti nell'accanirti nella tua teoria,mi convinco sempre di più che la scuola statale italiana diverrà sempre più simile a quella USA.
Già oggi la classifica Eudoscopio ci ha reso palese che nelle grandi città del nord le paritarie sono migliori delle statali.
Avanti popolo,alla riscossa che bandiera rossa trionferà!
Trallallí,trallallá!👏👏👏
Eduscopio è una roba della fondazione Agnelli (sputtanatissima, peraltro; basata su criteri ridicoli). Davvero molto bizzarro che preferisca gli istituti privati.
EliminaPersino l'Invalsi dice un'altra cosa, ma se ci rifletti un attimo, non dovrebbe essere così strano che un istituto che ti fa pagare ti fornisca un servizio migliore.
Se questo non avviene (con buona pace delle fondazioni degli Agnelli e dei giornali degli Agnelli) abbiamo un problema, per il quale immagino che debba sborsare soldi io contribuente, sbaglio?
Sempre meno,purtroppo,di quanto costi allo Stato l'alunno della statale.
RispondiEliminaPer mia esperienza il costo nelle paritarie si sviluppa in una retta di 3.500 euri anno.
Alla paritaria,dallo Stato,arrivano(abbondo così facciamo cifra tonda)1000 euro.
In pratica uno studente,come ammetti anche te,più seguito costa allo Stato 1000 euro e alla famiglia 3.500.
Totale 4.500 euro per un servizio(a mio parere e per mia esperienza,ovviamente)di molto superiore.
Invece gli alunni che anche tu segui,costano allo Stato(abbondo così facciamo cifra tonda) 10.000 euro anno.
Per un servizio,anche da te riconosciuto,più scadente.
I numeri nudi e crudi(abbondati per cifrare tondo),sono questi.
A mio modesto parere esiste un grosso problema. Ma è una visione mia personale e,probabilmente,di tutti coloro che hanno la possibilità di usare 3.500 euro anno per creare(e credimi,nessuno vorrebbe essere così tra coloro con cui condivido l'avventura)per la propia prole un futuro "aperto".
Se al privato consenti di operare 'dove fa business' come puoi pensare che la struttura pubblica non ne risenta negativamente ? La struttura pubblica ha uno svantaggio evidente, mettiamo parimenti la scuola privata (e anche la sanità privata) nei paesi di 2000 anime ! Poi riparliamo di questi numeri.
Elimina"(abbondo così facciamo cifra tonda) 10.000 euro anno."
EliminaAlla faccia dell'abbondanza...
Ma difatti nei paesi piccoli(entità in cui vivo anch'io,tra l'altro con 1200 abitanti)vista la bassa natalità hanno già provveduto da anni alla chiusura delle scuole primaria e secondaria per aggregare alunni in scuole sovracomunali.
RispondiEliminaIl tuo ragionamento terrebbe,a mio parere,nel caso l'avessero tenute attive.
Comunque nn regge il paragone,perché il servizio scuolabus(almeno nel mio caso)rientra nella retta se effettuato nel raggio di 15 km dalla paritaria ed,invece,coloro che devono portare i propi figli dal paesello alla scuola statale di riferimento,o lo fanno con mezzo propio o tramite pagamento dello scuolabus.
La legge nn permette di sforare i "costi standard"(bassissimi e irreali)a nessuna scuola paritaria.
RispondiEliminaIl business,a mio avviso,è assai povero se nn adirittura inesistente.
È un fattore culturale,forse più realisticamente parlando.
Di che legge parli?
EliminaSei semplicemente un tizio che vorrebbe mandare i figli a una scuola privata MA vorrebbe che gliela pagasse il contribuente.
Le scuola private di qualità costano, mi dispiace. In Italia praticamente non esistono, per via che la clientela in generale ha il tuo problema (braccine un po' corte).
http://scuola24.ilsole24ore.com/art/scuola/2019-05-31/il-costo-dell-istruzione-resta-occulto---170344.php?uuid=ACtKT1K
RispondiEliminahttps://milano.corriere.it/notizie/cronaca/18_settembre_23/02-milano-documentogcorriere-web-milano-2ca37500-befd-11e8-87df-bb2b7cf6f481.shtml
http://www.opinione.it/editoriali/2020/07/02/luca-vitale-e-anna-monia-alfieri_scuola-covid-19-epidemia-lockdown-scuola-pubblica-paritaria-miur-azzolina-civicum-ocse-ue-decreto-rilancio/?altTemplate=Stampa
http://www.brunoleoni.it/proposta-una-scuola-per-tutti
Dell'ultimo link aprite anche il pdf in cui si vedranno anche i grafici.
https://www.google.com/amp/s/www.orizzontescuola.it/scuole-paritarie-pubblicazione-costo-medio-studente-circa-7mila-euro-allanno-per-secondaria-ii-grado/%3famp
Qui si fa riferimento al decreto.
Comunque,sempre a mio parere ci mancherebbe,ci stiamo trovando davanti ad un guerra tra privilegiati(benché per nulla degli Agnelli)e coloro che debbono sottostare ad un formato unico.
Credo,dal mio punto di vista,nn essere un bel vedere.
Mi fermo al primo link, che conferma quello che avevo messo io:
Elimina"la spesa pubblica per l’istruzione è stata di 67,4 miliardi di euro, pari al 4,1% del Pil e all’8,1% della spesa pubblica. Questi valori sono inferiori a quelli della maggior parte dei paesi dell’Ocse: in Germania sono rispettivamente 4,5 e 10,3, in Francia 5,5, e 9,7, in Inghilterra 5,7 e 13,1, in Spagna 4,2 e 9,5: solo la Grecia e alcuni dei paesi dell’Est spendono meno di noi".
Più tardi nello stesso pezzo si scopre che il costo dalla primaria al diploma di maturità è di 108.625, che diviso per i 13 anni (e tenendo conto di chi lascia la scuola anche quattro anni prima) fa più o meno la cifra che avevo detto io – tra l'altro avevo usato come fonte un articolo pro-paritarie, quindi insomma anche usando i vostri numeri i vostri teoremi non funzionano.
Se volete una scuola privata, pagatela: è tutto qui ed è molto semplice.
Oltremodo mi appare velleitariamente elitario quando vorresti "braccia lunghe".
RispondiEliminaAppari al servizio degli Agnelli,credo inconsapevolmente. Spero...
Mi pare che ti sfugga il punto.
Elimina"Vostri" vs "Nostri".
RispondiEliminaLa divisione regna già nella mentalità che diviene l'approccio.
Potrebbe essere che molte volte mi sfugga il punto,ma nn credo in questo caso.
I numeri sono in un range che spazia tra i 9 e gli 11 mila euro annui per un circuito mediamente accettabile e dispiace che un professore si attacchi alle dismissioni scolastiche precoci per "far quadrare i numeri".
Il primo articolo mette in evidenza una sonora sconfitta per il sistema Paese prima che per "Noi" o "Voi". Ma credo che anche tu,aldilà della vis polemica a mio parere eccessiva da te messa in opera,l'abbia capito.
Mi dispiace che tu te la prenda se ti do del voi, ma non sei il primo e non sarà l'ultimo convinto che io debba contribuire alla scuola privata di suo figlio. Nessuno aveva idee molto originali: più o meno scrivete le stesse cose, linkando gli stessi pezzi con dati che dicono molto spesso il contrario di quel che vi fa comodo capire.
EliminaLa "sconfitta del sistema Paese" (usi modi di dire prefabbricati e poi ti lamenti) sta al massimo nel fatto che si è investito poco nell'istruzione pubblica, che comunque continua a essere competitiva rispetto a quella privata e a quel misero paravento che sono le scuole paritarie.
Non c'è nessuna divisione, tra l'altro: quel che io faccio qui è un discorso assolutamente liberale. Vuoi la scuola privata di qualità? Pagatela. Vuoi che te la pago io? Grazie, ciao, provaci con qualcun altro.
"Provaci con qualcun altro".
EliminaTu nn dai del Voi,tu ti ergi a moralista giacobino,che è probabilmente la tua cifra.
Dalle tue risposte,tra l'altro,nn riconosco l'autore degli articoli commentati.
Negli articoli sei sempre attento a presentarti remissivo e modesto esponendo il tuo punto di vista lasciandolo aperto alle opinabilitá,ma nelle risposte ai commenti,se nn sono schede preformate accettate dal tuo sistema operativo Gilda commodore 64,emerge un atteggiamento assai poco portato al dialogo.
Ovviamente sono mie impressioni,pardon, "Nostre".😁
Non male come chiosa vittimista, in ispecie dopo un invito al dialogo, limpido e schietto, espresso mediante la nobile forma del trallallì trallallà. Nn t pare?
EliminaSarò anche poco portato al dialogo, ma sto dialogando.
EliminaIl problema è che questo dialogo mi porta dove mi ha portato tante altre volte.
– La vostra scuola pubblica non mi piace!
– Rivolgiti a una privata.
– Ma costano di più, è un'ingiustizia.
– Non è un'ingiustizia, anzi, è proprio come funziona l'economia: i servizi più richiesti costano di più.
– Lo Stato dovrebbe aiutarmi.
– Lo Stato deve fornire a tutti i cittadini un servizio di base dignitoso, ovvero la scuola pubblica.
– Ma non mi piace!
– Paga una privata.
– Con i tuoi soldi!
– Ahah, no.
– Sei un moralista giacobino!
– Era un'offesa?
Ok!
EliminaNn devo indottrinare nessuno.
Io le mie ragioni le ho esposte e credo che chi vede il declino nella scuola statale abbia il dovere di segnalarlo. E io l'ho segnalato e,approposito di originalità,lo spirito di corporazione da te creduto chissà quale mossa inaspettata è un mantra ripetuto.
Vorrei che tu mi credessi individuo immerso nella nostra società esente dalla difesa di una entità.
Nn sono per nulla "a difesa" o "contrario". Nn cerco esenzioni fiscali o appoggi parassitari sui versamenti erariali di nessuno,ma faccio notare(come amche il primo articolo che ho postato e che appare l'unico da te visionato)che ci sono realtà in cui con la metà dei costi si riesce a dare un ottimo servizio. Ci sono di sicuro ottime scuole statali e,di norma,stanno nei contesti meno degradati,in quelle situazioni in cui la maggioranza delle famiglie potrebbero pagare molti soldi per ottime scuole private ma perché dovrebbero farlo se con i soldi della collettiva viene dato un servizio all'altezza?
E,paradossalmente,il fatto che i facoltosi affidino la loro prole allo Stato tiene in piedi il sistema. A ricaduta e perdendo,di norma salvo eccezioni,qualità fino ad arrivare alle scuole nei quartieri degradati in cui la dispersione scolastica abbassa la media della spesa(come da te chiarito come una vittoria di Pirro)la scuola statale si storpia fino a divenire "squola".
La richiesta di "braccia lunghe" fatta a me nn migliorerà la situazione generale ma,nel mio caso come alla maggioranza di coloro che optano per la paritaria,mi costringerebbe a dover fare una scelta unica e forzata dal momento che nn essendo un "Agnelli",già una retta che dovesse superare i 4.500 euro mi porrebbe davanti al bivio.
In pratica la tua richiesta di scuola "unica e trina" se nn dovesse essere al top in ogni sua versione,che sia ai Parioli oppure nei Quartieri spagnoli,porterebbe a quello che auspichi e cioè scuole private da 10000/15000 euro di retta dove si formeranno i pargoli dei danarosi,così facendo dissanguando ulteriormente l'ugualianza di partenza.
Oltremodo,a mio parere,dovresti essere più incazzato per le attuali differenze tra scuola e scuola statale. Differenze anche abissali.
Potrebbe essere che un pó di sana concorrenza,magari avendo graduatorie univoce tra ogni scuola pubblica che sia statale o paritaria,potrebbe essere utile a cercare di rimettere al centro l'utenza e l'ugualianza di partenza.
Senza essere definitivo ma opinabila,ovviamente.
"ci sono realtà in cui con la metà dei costi si riesce a dare un ottimo servizio"
EliminaBugia.
"E,paradossalmente,il fatto che i facoltosi affidino la loro prole allo Stato tiene in piedi il sistema"
No, l'importante è che i facoltosi paghino le tasse, e senz'altro dovrebbero pagarne un po' di più. Dopodiché i loro figli possono continuare a iscriverli in costosi diplomifici (che paghino le tasse anche questi ultimi).
"nn essendo un "Agnelli",già una retta che dovesse superare i 4.500 euro mi porrebbe davanti al bivio."
Se non sei ricco, perché vieni a fare la pubblicità ai ricchi? Cioè hai problemi a superare i 4500€ e stai a leggere l'Eduscopio? Ribellati.
"Potrebbe essere che un pó di sana concorrenza..." oh, ma sei di coccio.
Tra l'altro in un capoverso sei contro le differenze "abissali", e in quello dopo sei contro la concorrenza, in sostanza sei contro tutto.
Alla fine mi sembra che tu abbia le idee molto confuse, in un posto in cui ce le siamo chiarite da vent'anni.
– La scuola pubblica dev'essere dignitosa e per tutti e dev'essere pagata con le tasse di tutti.
– La scuola privata dev'essere costosa e di qualità e dipendere esclusivamente dalle risorse dei suoi clienti.
Tutto il resto è fuffa.
Insomma...
EliminaDiciamo che è da vent'anni che ti sei fatto la tua idea e come scrivevi nel precedente articolo,nn hai più potuto tornare indietro.
Ti avviso che nel mondo reale chi paga le tasse ne paga già assai. Nn credo che aggiungercene altre cambierà la situazione in meglio,semmai in peggio caro Lei.
Bypassi a piè pari tutti i passaggi più pruriginosi,tra l'altro.
"Tutto il resto è fuffa",è la cifra del giacobino moralista che ha capito tutto!
La bolla ti sorregga,Luke!
È un ragionamento interessante.
EliminaPago le tasse (come tutti...) ma non ho figli che vanno a scuola, per fortuna ho sfruttato poco la sanità pubblica e da qualche anno uso pochissimo i mezzi pubblici.
Quanto dovrebbe spettarmi di preciso dallo stato?
Mi pare che non siano ancora chiari i fondamentali.
EliminaNon sono io a chiedere a te di pagare più tasse. Sei tu che pretendi che una scuola privata sia finanziata con le mie tasse. Tra i due il liberale sono io, pensa.
Scusa però. Il tuo discorso non fa una piega, ma sai bene come chiudere le scuole abbia conseguenze drammatiche su tutti i sistemi familiari, sul lavoro femminile, in definitiva su tutto il sistema produttivo. Io penso sia una soluzione compromissoria: i contagi in termini assoluti sono pochi, e non tutti gli altri contagiati sono necessariamente riconducibili a bambini in età scolare. Sono questioni di costi e benefici. Ovvio che la soluzione migliore, in termini puramente clinici, sarebbe il lockdown totale. Guardando globalmente la situazione, però, non ce lo possiamo permettere. Per cui, scuole aperte. E tartassamento sulle mascherine, il distanziamento, l'amuchina come se non ci fosse un domani.
RispondiEliminaProbabilmente chiudere tutte le scuole per due settimane un mese fa avrebbe abbassato la curva nel momento in cui si poteva abbassare. Adesso è semplicemente impossibile capire quanta gente sia stata contagiata a causa delle scuole aperte. Continuare ad affermare che sono sicure è una bugia pietosa ma anche un po' pericolosa: dai e dai i ragazzi ci credono, e si comportano di conseguenza.
EliminaQuesto probabilmente dovrebbe essere basato su dei dati che non ci sono. Forse dovresti dire, "secondo me" o "credo". Poi, se l'idea e` che se chiudevamo tutto un mese fa adesso la curva sarebbe "piu` bassa", grazie al ...
EliminaHo appunto detto "probabilmente". Ma non è una cosa che credo io, è un punto abbastanza fermo dell'epidemiologia: https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/20_marzo_05/coronavirus-chiudere-scuole-serve-cosa-dice-scienza-0cb24d16-5ee3-11ea-bf24-0daffe9dc780.shtml
Eliminahttps://voxeu.org/article/flattening-covid-19-curve-what-works
Mah, vivo in Francia, e qui le scuole sono rimaste chiuse per due settimane a fine ottobre a causa delle solite vacances scolaires. Effetto sulla curva dei contagi: nullo. Poi Macron ha deciso di chiudere gli uffici obbligando la gente che poteva a fare telelavoro. Effetto sulla curva dei contagi: discesa a picco. Sono convinto che i bambini siano tendenzialmente poco contagiosi, e finche' contagiano i genitori non ci sono enormi problemi per la tenuta del sistema sanitario (in Francia pubblicano regolarmente il numero dei ricoverati per fascia d'eta', e gli under 45 sono attorno al 5%). Il guaio e' quando contagiano i nonni...
RispondiEliminaSono sinceramente curioso: quando c'è stata la discesa a picco dei contagi, in Francia?
EliminaSono l'anonimo che vive in Francia (sto usando il PC di lavoro e non voglio lasciare le mie credenziali, quindi non faccio il login...). Premetto che non volevo creare una polemica, e che inizialmente ero anch'io convinto dell'esigenza di chiudere le scuole, ma ultimamente ho messo in dubbio le mie convinzioni. Per lavoro mi e' capitato di entrare in contatto con i modelli e i programmi usati da alcuni degli epidemiologi intervistati in televisione per studiare la diffusione delle malattie, e mi sono messo le mani nei capelli per la sciatteria del loro codice...
EliminaFinita la premessa, il mio commento si basa sui dati ufficiali pubblicati dalla Francia e ben sintetizzati da worldometer: secondo confinamento (con scuole aperte) iniziato il 31/10, picco dei contagi attorno al 7/11 sui 50k al giorno, oggi (18/11) siamo sui 25k. So benissimo che queste curve vanno prese con le molle, e che magari questo "crollo" e' in realta' dovuto all'effetto ritardato della chiusura delle scuole, ma qualche dubbio me l'hanno fatto venire...
Valerio
PS: mi scuso per il tono un po' polemico del mio commento: nello scriverlo non mi ero reso conto di quanto potesse risultare supponente :/
Buongiorno, chiedo scusa. Premetto che io non lo so se le scuole siano un focolaio o no, vorrei solo discutere del metodo di lettura dei dati rispetto alla tabella pubblicata. Ci sono alcuni punti che non mi convincono proprio dal punto di vista dell'analisi (il che puo' portare a pensare che la tabella sia fatta per convalidare o invalidare una tesi, approccio erroneo perché non agnostico): in verticale, le grandezze non sono omogenee, la prima riga considera un campione di 20 anni, le altre di 10 anni, inoltre non sono ponderate al numero di individui testati. In verticale, non si capisce la ragione delle date di riferimento : nel primo caso la scuola era chiusa da circa 2 mesi, inoltre dopo un lockdown di alcuni mesi, nell'altro aveva riaperto da circa 1 mese. Only my two cents.
RispondiEliminatieni conto che prima che andassero a scuola i bambini non venivano testati quasi mai, se non altro perchè di solito sono asintomatici. quindi il confronto del dato di agosto e novembre va preso con le pinze, andrebbe almeno affiancato al tasso di positività dei tamponi per classe d'età.
RispondiEliminanon sono quasi mai testati neanche adesso. Quando un ragazzo è positivo non si fa il tampone ai compagni, il che ci porta a sostenere che non risultano contagi a scuola.
EliminaNella mia esperienza non è così almeno ad ottobre, quando il tracciamento funzionava, dove abito io testavano tutti i compagni di classe del positivo (asilo elementari e medie), senza trovare altri positivi, per la cronaca. Per questo le scuole non sono considerate focolai. Per altri virus non funziona così: nelle suddette scuole, nonostante mascherine & co, al primo starnuto con febbre si sono ammalati quasi tutti, e tamponati di conseguenza.
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