In ogni caso gli anni dell'infanzia sono sempre i più formativi, e così come io non riesco a scacciare l'impressione che ogni nuovo presidente sia una riedizione di Ronald Reagan (e in fondo hanno tutti preso qualcosa da lui), questo blog non ha mai veramente superato gli otto anni di George W. Bush. Questo in parte può spiegare la relativa flemma con cui ho accolto l'elezione di Trump quattro anni fa, e in generale il relativo disinteresse che ho avuto per un caso umano-politico pure così emblematico e spettacolare. Quattro anni fa ho scoperto che non avevo più abbastanza animo da preoccuparmi davvero: come se avessi già bruciato le mie cartucce migliori per l'altro presidente scemo. Ho cominciato a pensare "beh, fin qui non è ancora successo niente di grave" e ho continuato a farlo per quattro anni, sicché alla fine per me la cosa più notevole dell'amministrazione Trump è che si sia conclusa senza nessuna catastrofe globale (mentre scrivo questa cosa sento dal tg che le vittime del coronavirus negli USA hanno superato quelle della Seconda Guerra Mondiale, ma mi sembra ingeneroso attribuirle tutte a Trump).
Insomma avevo ragione io (ci mancherebbe anche che non mi dessi ragione in questo mio piccolo spazietto personale): Trump non è i media, è una creatura dei media, che lo hanno tenuto in vita finché lo hanno ritenuto affidabile; e più dei media tradizionali che di quelli 2.0. Ora dovranno inventarsi qualche nuovo personaggio, ma voglio immaginare che ci sono caratteristiche di questo modello che nel prossimo non troveremo. La vittoria di Biden è stata per me la notizia più bella dell'anno scorso: quella e i vaccini. Lo scrivo perché rileggendomi non sembra che me ne sia mai fregato un granché, ma scrivo più volentieri delle notizie cattive (ultimamente neanche di quelle).
Lascio qui un appunto sul dibattito del Free Speech, al quale non ho tempo di partecipare. Nel mio piccolo penso che i fanatici di Trump (il cui contributo alla vittoria del 2016 è probabilmente sovrastimato) siano per lo più bianchi razzisti. La cosa veramente nuova è la loro ritrosia ad ammetterlo, il fatto che in molti casi cerchino di essere bianchi razzisti "in modo ironico", una cosa che la mia generazione fa fatica a capire. Col senno del poi è un atteggiamento perdente, che rivela quanto Obama e l'egemonia hollywoodiana abbiano vinto; in questi anni per la prima volta abbiamo visto bianchi razzisti sfilare non per la supremazia della razza bianca, ma per difendere la Libertà di Parola, ovvero il diritto ad offendere parte del pubblico ("triggerare") affermando eventualmente che la razza bianca potrebbe essere superiore. Confesso di trovare esilarante il modo in cui Zuckerberg e Bezos li hanno infinocchiati, ventilandogli la possibilità di ospitare un simile spazio libero, facendosi consegnare password e dati e poi cacciandoli fuori – ma solo dopo che il vento era cambiato, non un attimo prima. L'abbiamo sempre detto che l'ironia è un'arma a doppio taglio, forse varrebbe la pena aggiungere che è anche a doppio manico, nel senso che dà al tuo interlocutore la possibilità di impugnarla contro di te in qualsiasi momento: per questo andrebbe usata solo con gente che non ha davvero intenzione di farti male. In realtà i monopoli on line sono un problema anche per me, e la libertà di parola qualcosa senza la quale non sono sicuro che potrei vivere. E allo stesso tempo non ci posso fare niente, ogni volta che trovo un razzista che frigna perché non gli danno libertà di parola, che ci posso fare? È un paradosso così grandioso che mi commuovo.
E' tutto molto giusto, ma a me resta un po' di amaro in bocca, perché sento tanta gente e leggo tanta gente che pensa che in effetti i Democratici le elezioni le hanno rubate, o rubacchiate o comunque hanno barato.
RispondiEliminaE' vero che gli assalitori di Capitol Hill erano il peggio del peggio dei 74 milioni di elettori di Trump, ma restano i 74 milioni.
Che hanno rivotato qualcuno che ha avuto un comportamento erratico, come minimo, impulsivo, isterico e disinformato sugli atti che ha deliberato.
Che ha portato al parossismo l'incompetenza al potere.
Non vorrei lanciarmi in discorsi troppo filosofici, al di la delle mie capacità, ma inizio a vedere preoccupanti cedimenti nel concetto di democrazia e ho avuto seriamente il timore che la prima democrazia a nascere, come giustamente ricordi tu qui eravamo poco fuori dal medioevo, potesse essere anche la prima a morire, fragorosamente.
Speriamo che sia stato solo un violento colpo di tosse.
E di questi tempi la tosse è particolarmente preoccupante.
EliminaChe poi la prima democrazia a nascere (tra l'altro: leggenda metropolitana) in realtà tratti ben poco democratici li ha sempre avuti.
EliminaSarebbe interessante sapere quanti di quei 74 milioni ci credono davvero. Gli amerigani votano col portafoglio sul cuore, il corpaccione elettorale ha abbondantemente superato la fase ideologica e pure quella postideologica.
EliminaAnche in Italia sono convinto che la maggioranza dei berluscones si fosse resa conto, ma era molto più importante difendere l'evasione e l'argenteria.
@Mauro, si per carità c'è stata l'Islanda, ci sono state altre forme di democrazia ancora più antiche nella Storia, ma la più antica democrazia liberale in senso moderno sono certamente gli Stati Uniti d'America, su questo c'è ampio consenso.
EliminaZeitgeist: nel 2021 l'oste dice che c'è ampio consenso che il vino sia buono.
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