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venerdì 12 gennaio 2024

Il santo guappo

12 gennaio: San Bernardo di Corleone (1605-1667), spadaccino e poi frate cappuccino.

http://www.sanbernardodacorleone.org/tratti-di-storia.html

Uno le prova tutte, per rendere i Promessi Sposi interessanti in classe: io per esempio cercavo sempre di far notare che si tratta pur sempre di una storiaccia di mafia, con le gang armate che minacciano i poveretti mentre lo Stato è distratto o connivente. Quel che ancora non sapevo è che uno dei personaggi più interessanti – l'unico che nasce guappo e muore santo – è ispirato a un santo vero, nato, di tutti i posti del mondo, proprio a Corleone oggi in provincia di Palermo, nel 1605. 

All'inizio si chiamava Filippo Latino ed era il quinto figlio di un calzolaio. Scopre molto presto che le lame sono più interessanti di tacchi e tomaie: però questa abilità, acquisita forse dai soldati della guarnigione nei pressi, non la sfrutta per delinquere, ma la mette a disposizione della cittadinanza svolgendo la sua attività di "sciurtiere" (guardiano pubblico) in modi creativi. Ad esempio si traveste da mietitore per sorprendere e mettere in fuga i soldati della guarnigione spagnola che chiedevano il pizzo ai mietitori veri. A 19 anni ha già salvato una ragazza da un molestatore, qualcuno lo chiama la miglior lama di Sicilia: e questo, proprio come nei film western, richiama le teste calde, tra cui un certo Vito Canino da Palermo (forse assoldato da qualche altro facinoroso a cui lo sciurtiere aveva mozzato un dito). Dunque questo Vito se ne va in giro per Corleone dicendo che è venuto a sfidare Filippo. 

Filippo nell'occasione non sembra mostrare quella "caldizza ch'avia in mettiri manu a la spata quandu era provocatu", che sarà poi messa per iscritto al processo. Esita; forse si rende conto di trovarsi all'imbocco di una strada a senso unico: anche se vincesse il duello, poi ce ne sarebbe un altro, e un altro, e un altro, fino alla sconfitta. La carriera dello spadaccino del popolo non ha altri sbocchi che una morte violenta. Così, una volta sconfitto il palermitano (che resterà disabile), Filippo si rifugia nel convento di Caltanissetta. Come noterà Manzoni, è anche il sistema più pratico di evitare la giustizia secolare, o almeno di rallentarla. Filippo verrà ammesso nell'ordine dei Cappuccini solo sette anni più tardi, col nome di Bernardo. Per il resto della vita si dedicherà alle mansioni più umili della vita conventuale, in cucina e in infermeria, anche perché non imparerà mai a leggere (lo stesso Gesù gli sarebbe apparso per convincerlo a desistere da ogni tentativo in tal senso). Tra i miracoli piccoli e grandi che gli vengono attribuiti, uno è indicativo: la capacità di indovinare nell'espressione di chi gli passa vicino un desiderio di vendetta. Forse era un'abilità che aveva acquisito già da spadaccino, la capacità di riconoscere in quelli che lo sfidavano l'impulso assassino. 

Una cosa che forse attirò Manzoni è che Bernardo, pur rinunciando alla spada, non può rinnegare del tutto il carattere che lo ha portato a impugnarla: diversi episodi della sua vita lasciano capire che sotto al saio continuava a dibattersi un guappo, un tizio irruente che non riesce a tacere e che almeno una volta (dopo una rispostaccia data a un confratello) Bernardo avrebbe punito accostando alle labbra un tizzone ardente. Ai novizi che studiano per diventare sacerdoti promette di intercedere in alto, però in cambio esige un pizzo di almeno 15 messe; 30 nei casi più difficili ("D'accordo, fra Bernardo, purché siamo promossi, poi tutte le messe che vuoi"). Quando il convento è sconvolto da un'epidemia di influenza, e Bernardo sembra rimasto l'unico frate in grado di assistere i confratelli, per evitare il contagio si rivolge a San Francesco in un modo completamente originale: lo sequestra. Si infila la statuetta nel saio e lo minaccia: "Tu resti qui dentro finché non sono guarito". Quando capita un terremoto, invece di mettersi al sicuro si piazza davanti al tabernacolo e fa la voce grossa davanti al Santissimo: "Piano Signore, piano! Usateci misericordia! La voglio, questa grazia, la voglio!" Dio forse si spaventa un po', il terremoto si placa, Bernardo di Corleone è stato fatto santo.

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