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mercoledì 24 settembre 2025

Pietro l'Aleuta (e i gesuiti malvagi)

24 settembre: San Pietro l'Aleuta (XIX secolo), martire ortodosso aleutino in California


Il Pietro di oggi è un aleuta, ovvero originario di quelle Isole Aleutine che formano una collana semicircolare che dall'Alaska si allunga fino alla penisola siberiana della Kamchatka. Oggi è conosciuto soprattutto come il punto più vicino tra USA e Russia – benché entrambi i Paesi gravitino intorno a capitali lontanissime, più vicine all'Atlantico che al Pacifico. Nella preistoria da qui dovrebbero essere passati i Sapiens che per qualche arcano motivo avevano deciso di spingersi più a est, più a est, fino a scoprire l'America prima di qualsiasi altro primate. La cosa veramente incredibile è che, non conoscendo essi la navigazione, tutto questo dovrebbe essere avvenuto quando le isole non erano isole, ma un vero e proprio ponte di terra emersa; il che può essere avvenuto soltanto durante l'ultima glaciazione: come se attraversare a piedi Siberia e Alaska non fosse già difficile nelle ere relativamente calde. Comunque questi pazzi esploratori non hanno a quanto pare molto materiale genetico in comune con gli aleuti. Questi dovrebbero essere arrivati più tardi e sono invece parenti più prossimi degli Inuit, che una volta chiamavamo eschimesi ma a quanto pare è offensivo anche il termine eschimese, tutta la mia infanzia è stata una bugia. 

Nella seconda metà del Settecento i russi fecero delle Isole un avamposto per la colonizzazione dell'Alaska, e non differentemente da spagnoli e altri europei oltre a fucili e malattie portarono i missionari. La figura chiave dell'evangelizzazione ortodossa dell'Alaska è Sant'Ermanno: la sua vita ci è nota principalmente attraverso gli scritti dell'abate di Valaam, Semën Janovskij abate del monastero di Valaam sul lago Ladoga (insomma dall'altra parte del mondo, ma la Russia è fatta così). Lo stesso Janovskij, che scrive di questi fatti a cinquant'anni di distanza, racconta di aver udito la storia di Cungagnaq/Pietro da un testimone oculare. È una storia che non troverete nei martirologi cattolici, ma per una volta si può anche provare ad assumere il punto di vista dei russi, così, per provare l'ebrezza di vedere il mondo alla rovescia.

Cungagnaq, battezzato Pietro dai missionari russi che erano penetrati nelle Isole Aleutine dopo la spedizione di Bering (1742), avrebbe fatto parte di un gruppo di quindici cacciatori di foca aleutini catturati dai soldati spagnoli nella zona di Los Angeles (parecchio a sud per degli aleutini). Condotti nella missione Dolores (dove in seguito sarebbe sorta San Francisco), i quindici sarebbero stati consegnati a dei sadici gesuiti che avrebbero imposto al gruppo la conversione al cattolicesimo. Il dettaglio lascia perplessi, se non altro perché la California era colonia spagnola e i gesuiti erano stati allontanati dai territori spagnoli 50 anni prima. Però quante volte su questa rubrica ci siamo raccontati storie ancora meno verosimili? Perché dovremmo pretendere dagli ortodossi più precisione?

Siccome i quindici rifiutavano di convertirsi, gli aguzzini in nero avrebbero cominciato a mutilare uno di loro, Pietro, tagliando un dito del piede alla volta. Pietro avrebbe tenuto duro e alla fine sarebbe stato sventrato. I gesuiti intendevano continuare le torture sui restanti quattordici, ma il giorno dopo sarebbe arrivato dalle autorità spagnole un ordine di scarcerazione. 

È chiaro che un racconto del genere solleva obiezioni, ad esempio: che ci faceva un gruppo di cacciatori di foca aleutini nei pressi di Los Angeles? Probabilmente erano dipendenti della Compagnia Russo-americana, che in quegli anni stava anche cercando di creare una testa di ponte russa in California. Insomma dietro alla cattura dei quindici è facile intravedere una questione politica, più che religiosa. Dolores era una missione francescana; la differenza tra francescani e gesuiti non poteva sfuggire all'abate di Valaam, visto che nel 1815 c'erano più gesuiti in Russia che in tutta l'America spagnola. Detto questo, bisogna riconoscere che le terre di frontiera sono piene di matti e non è così impossibile che a Dolores i quindici prigionieri siano incappati in un carceriere particolarmente sadico, magari un ex gesuita che in quel posto lontano da tutti si era rimesso a vestire gli abiti dell'ordine. Come il Monaco di Corto Maltese, e in effetti tutta questa storia sembra escogitata da Hugo Pratt: individui di popoli lontani che si incontrano e scontrano a coordinate improbabili, gesuiti, cacciatori di foche, condanne a morte eseguite con una certa leggerezza e tutto il resto. E poi davvero, ve ne ho raccontate di più grosse: nel calendario cattolico ho trovato un posto per Budda, uno per Edipo e uno per Lindo Ferretti, non è che mi metterò a fare lo schizzinoso adesso: onore a San Pietro l'Aleuta.

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