29 novembre – San Saturnino di Tolosa (III sec.), martire della tauromachia.
Nel medioevo Saturnino fu uno dei santi più venerati in Francia e in Spagna, anche se non era chiaro in che secolo fosse nato (i tolosani lo sostenevano contemporaneo degli apostoli, il che avrebbe fatto di Tolosa la prima città delle Gallie ad avere un vescovo cristiano; ma la leggenda più diffusa lo colloca nel terzo secolo). Anche il nome variava a seconda delle regioni: Atorne, Atournis, Sadourny, Satornis, Saturnin, Saunin, Sauny, Saurin, Savorgnan, Savournin, Sorlin, Somin, Urnel, Cenin, Zaormino. In Italia esisteva un Saturnino martire a Roma, con una sua leggenda completamente diversa, senonché sarebbe stato martirizzato anche lui il 29 novembre; e il Saturnino patrono di Cagliari, martire il 30 ottobre, un'altra data in cui nel medioevo si festeggiava il Saturnino di Tolosa.Insomma di Saturnini potrebbero essercene stati diversi, ma era facile confondersi: quello di Tolosa lo si riconosceva perché nelle immagini era spesso accostato a un toro imbizzarrito. La sua leggenda più diffusa (Passio Saturnini), redatta nel V secolo, racconta quanto i sacerdoti pagani fossero innervositi dal fatto che ogni volta che Saturnino passava davanti al tempio di Giove i tori sacrificati non davano più responsi attendibili. Con quello che in doveva costare il sacrificio di un capo di bestiame. Perciò sobillarono una folla che lo sequestrò e cercò di obbligarlo a sacrificare un toro agli dei. Al suo rifiuto, lo legarono al collo dello stesso toro, che opportunamente pungolato lo avrebbe trascinato per tutta la città, uccidendolo. La leggenda è più originale e credibile di tante altre: non allunga il brodo con guarigioni miracolose, né evoca persecuzioni da parte delle autorità imperiali. E in un qualche modo allude alle tauromachie che dovevano essere già popolari nelle Gallie. Non è un caso che Saturnino sia patrono anche di Pamplona, anche se in città la festa dei tori è dedicata a un altro santo, Fermino. Siccome in francese "Sernin", Saturnino, non suona così diverso da Fermin, può persino darsi che nell'alto medioevo si trattasse dello stesso santo, anche se da secoli Saturnino viene considerato il vescovo gallico che battezzò Fermino.
Gli storici chiamano inculturazione il procedimento con cui i cristiani inglobavano nelle loro tradizioni quelle pre-esistenti pagane, cambiandone il senso e modificandone la narrativa. La leggenda di Saturnino attesta almeno un tentativo di inculturazione della corrida, tentativo magari lasciato a metà perché alla fine la plaza de toros non è che si prestasse molto al messaggio evangelico. È anche impreciso affermare che Saturnino sia il patrono delle corride, come si legge in molti siti, però tutti italiani: gli spagnoli gli preferiscono appunto Fermino, o Pietro Regalado, il francescano che a Valladolid ammansì miracolosamente un toro scappato dall'arena.
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