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giovedì 20 febbraio 2003

Ogni tanto qui si parla di blog. Ripeto: è inevitabile

I blog sono ecologici (egologici?)
...un blog o weblog non è altro che un flusso di (in)coscienza alla Joyce in forma imbastardita per il web. Cioè un pappone di pensieri insulsi e sconnessi partoriti da qualche egocentrico ammiratore di sè stesso, che si ritiene talmente importante (à la Rochefoucauld) da dover fare dono delle sue perle all'universo mondo...

Mettiamo che un qualsiasi bloggatore (tipo questo) un bel giorno (tipo oggi) non sappia cosa scrivere.
Mettiamo che questo bloggatore, in cerca di ispirazione, si metta a curiosare nei blog altrui.
Si trova di tutto. Cose interessanti. Cose simpatiche. E, naturalmente, l’Orrore. Quello con la O maiuscola, quello che fa impazzire Marlon Brando in Apocalypse mo’.
Che cos’è l’Orrore? Un blog scritto male, nella forma o nel contenuto. Un blog eccessivamente egotico (alcuni lo sono più degli altri) o eccessivamente ideologico (dove per ideologia si intende la convinzione che chi non la pensa come me è un imbecille). Un blog infestato da commentatori assatanati (gli splinderiani conoscono bene questo tipo di fenomeno). Un blog scritto da un ragazzino/a, con l’acne giovanile che schizza dal monitor. Eccetera.

Eh, ne esistono, di blog così.
Anche parecchi.
E se mi mettessi a segnalarli? Probabilmente avrei risolto il problema dell’ispirazione, non soltanto oggi, ma per l’eternità. E sono sicuro che riuscirei anche ad essere divertente. Nonché intelligente, perché non c’è nulla che ci faccia sentire più intelligenti di segnalare le cretinate degli altri. Che è poi il motivo per cui noi italiani abbiamo una tv così stupida: ci fa sentire, per contrasto, molto intelligenti.
“Hai visto il grande fratello? Che scemenza”.
“Eh già”.
“Non sanno più cosa inventarsi”.
“Proprio”.
“Secondo me stavolta eliminano XXXXXX, è davvero un imbecille”.
“Ma anche YYYYYY non scherza”.

Anche a me, del resto, piace farmi bello sugli errori degli altri: forse è proprio il motivo per cui mi sono messo a scrivere.
Se trovo un film, o un articolo di quotidiano, o un libro, che mi sembra ridicolo, non mi risparmio. Perché dovrei avere pietà dei blog?

Un motivo c’è, e secondo me è fondamentale: i blog sono media ecologici.
Cerco di spiegarmi. Per me, la scrittura è (anche) il riempimento di uno spazio. Uno spazio fisico (la colonna di un quotidiano, la pagina di un libro), uno spazio temporale (la mia attenzione, che non è infinita). Chi scrive su un giornale a larga diffusione occupa uno spazio importante e ha il dovere di non sprecarlo.Stesso discorso per chi scrive un libro per una casa editrice prestigiosa, o per chi lavora in radio o in televisione.
Queste persone sono privilegiate (e sono, in teoria, professionisti): se qualche volta sbagliano, noi lettori-fruitori abbiamo il dovere di protestare. Di ridere di loro.
E ci capita spesso.
E quando, spenta la tv, ci ritroviamo su internet, crediamo che le regole del gioco siano le stesse: scovare il trash, metterlo alla berlina. Ma ci sbagliamo. Internet non funziona così.
Chi scrive su un blog ha ben poco in comune con chi lavora nei media tradizionali. Non è un privilegiato: è una persona qualunque che usa uno strumento accessibile a tutti. Anche quando è un personaggio famoso, non occupa più spazio di quanto non ne stia occupando io adesso.
E soprattutto – qui sta il punto – chi tiene un blog non dà fastidio a nessuno.
Il trash televisvo è una vergogna, perché lo stesso spazio potrebbe essere utilizzato per spettacoli di qualità. Il trash giornalistico è un deplorevole spreco di carta, un dileggio all’Amazzonia. Ma chi scrive su un blog non occupa nessuno spazio che qualcun altro potrebbe occupare meglio al suo posto.
Un blog è una casa, e in casa propria ognuno è il Re. Nessuno, in casa propria, ha il dovere di essere intelligente, costumato, maturo, responsabile.
Chi passa a visitare, invece, sarebbe tenuto a mantenere una certa buona creanza, perché è vero che le pareti sono trasparenti, ma nessuno lo ha invitato.

Per questo motivo credo che non sia giusto prendere in giro i blog altrui. Anche se questo significa rinunciare a un’inesauribile fonte d’ispirazione per post cinici e intelligenti. (E io ci terrei tanto, a sembrare cinico e intelligente).
Credo che gli idioti abbiano il diritto a scrivere idiozie sui loro blog. (Di più: credo che anche le persone intelligenti abbiano il diritto a scrivere idiozie sui loro blog). Credo che gli adolescenti abbiano il diritto di fare gli adolescenti, gli anziani abbiano il diritto a essere anziani, i trentenni complessati di rompere i coglioni coi loro complessi. E i fascisti? Anche i fascisti.

Mi spingo più in là: i blog hanno una profonda utilità sociale. Il mondo è sempre stato pieno di persone che non si trovavano a loro agio con la propria identità e con la propria mediocrità. Chi sono? Sono le persone che attaccano lunghe pezze al bar, quelli che scrivono lunghe lettere ai giornali. Quelli che occupano i forum e le mailing list con diluvi di considerazioni personali. Quelli che importunano i consulenti editoriali con manoscritti di trecento pagine. Quelli che vanno ai provini mediaset (o anche rai). Eccetera.

Da qualche anno, tutte queste persone hanno un nuovo strumento per sfogare i propri egotici impulsi: il blog. Il vero merito dei blog sta qui, nei fiumi d’inchiostro risparmiati, nelle scrivanie dei consulenti editoriali più pulite, nei cestini delle redazioni dei giornali più vuoti. Nei bar, dove le discussioni filano più lisce. Questa è la missione dei blog: assorbire l’egotismo degli utenti, coinvogliarlo in un ambiente confortevole, con un notevole risparmio di tempo e di risorse.
Diamo un blog a ogni egotista frustrato: non solo ce lo saremo tolti per un po’ dai coglioni, ma gli avremo dato anche una chance per addomesticare il suo egotismo, trasformarlo in qualcosa di gradevole o perfino utile.

No, non sto scherzando: sto parlando di me.
Io credo di essere una persona migliore da quando ho un blog. Ho pensieri più chiari, perché mi sono abituato a metterli in nero su bianco. Se mi ritrovo coinvolto in una discussione, difendo i miei argomenti con meno aggressività. Mi sfogo qui. Mi costa relativamente poco, e non do fastidio a nessuno.
Di più. C’è persino gente che viene a leggermi. Quello che prima era solo frustrazione, ansia di avere delle idee e non riuscire a spiegarle, è diventato qualcosa di gradevole per il prossimo.
Non so se i blog avranno un futuro, ma credo che il mondo sarebbe un ambiente più confortevole, il giorno che tutti aprissero un loro blog.

Dedicato a Uomonero – che lascia il web italiano molto migliore di quando lo trovato

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