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lunedì 28 dicembre 2009
Ho una teoria #3
Gli israeliani sono esseri umani come noi. Quando sono feriti, sanguinano. Quando li si diffama, si indignano. Come fa chiunque, come faremmo noi (continua sull'Unità.it) (non sul cartaceo).
Ho una teoria: gli israeliani sono esseri umani come noi. Quando sono feriti, sanguinano. Quando li si diffama, si indignano. Come fa chiunque, come faremmo noi.
Ai primi di settembre un'ondata di indignazione israeliana investì la Svezia. Il più diffuso tabloid svedese, l’Aftonbladet, aveva ripreso la vecchia storia di Bilal Ghanan, un guerrigliero palestinese diciannovenne a cui gli israeliani, col pretesto di un’autopsia, avrebbero asportato alcuni organi per effettuare trapianti. Il cronista Donald Boström, testimone oculare delle esequie, non poteva però fornire alcuna prova concreta: soltanto i dubbi dei famigliari (perché praticare un’autopsia sulla vittima di un conflitto a fuoco?) e le macabre dicerie che sono moneta corrente nei teatri di guerra civile. L’episodio, che risaliva al 1992, si trovava inserito con una certa forzatura in un articolo (qui nella versione inglese) che partiva da un recentissimo scandalo scoppiato nel New Jersey, dove un rabbino newyorkeseaveva confessato il suo coinvolgimento in un traffico internazionale di organi (ma nel suo caso si trattava di reni, ceduti a quanto pare da israeliani consenzienti).
L’Aftonbladet fu accusato di rimettere in circolo le leggende calunniose medievali sugli ebrei 'ladri di sangue'. A infiammare ulteriormente l’opinione pubblica israeliana (si parlò di boicottare i punti vendita Ikea) fu l'atteggiamento del governo svedese, che non ritenne necessario prendere le distanze dal quotidiano, come richiesto dal primo ministro israeliano Netanyahu: tutto questo proprio mentre la Svezia deteneva la Presidenza di turno dell’Unione Europea. Dalla parte di Netanyahu si schierava invece il governo italiano: col ministro Frattini, che a Stoccolma accusava l’Aftonbladet di promuovere indirettamente “sentimenti di antisemitismo”; con Fiamma Nirenstein, Vicepresidente Commisione Esteri della Camera, che si diceva “stupefatta” del fatto che il Ministro degli Esteri svedese “ignorasse l’occasione per una ferma condanna nei confronti dell’antisemitismo”.
Era la fine dell’estate, e sui quotidiani italiani andava forte il caso Boffo: la vicenda scivolò in secondo piano e ce ne scordammo presto. Anche per questo, forse, è passato quasi del tutto inosservato il colpo di scena delle ultime settimane. Cos’è successo? In breve: Israele ha ammesso di avere asportato organi post-mortem a cittadini israeliani e a palestinesi dei Territori Occupati, senza chiedere il permesso ai famigliari, durante tutti gli anni ‘90 (The Huffington Post). Quindi l’Aftonbladet aveva ragione? Solo in parte, dal momento che l’articolo incriminato arrivava a suggerire che Bilal Ghanan potesse essere stato ucciso da soldati israeliani col deliberato intento di asportarne gli organi. Questo Boström non può provarlo (né ha mai preteso di poterlo fare).
L’ammissione è venuta dall’anatomo-patologo Jehuda Hiss, direttore dell'Istituto di Medicina legale Abu Kabir, in un’intervista trasmessa la settimana scorsa dall’israeliano Channel 2 TV. Il servizio è del 2000, e non era mai stato divulgato: l’intervistatrice (la ricercatrice statunitense Nancy Sheppard-Hughes) ha deciso di renderlo noto anche per sgravare Hiss dall’accusa più infamante, quella di accanimento razziale nei confronti delle salme palestinesi. In realtà Hiss non applicava nessuna distinzione razziale o politica: gli abusi perpetrati nel suo istituto riguardano infatti 125 cadaveri di israeliani e (in minoranza) palestinesi, morti per cause naturali, per incidenti o per intifada, a cui furono asportate ossa, valvole cardiache, cornee e lembi di pelle senza il consenso dei famigliari (o in certi casi addirittura contro la volontà di questi ultimi). Le uniche preoccupazioni erano pratiche: Hiss ha ammesso, per esempio, che le cornee venivano asportate solo quando i dottori avevano la certezza che la famiglia non avrebbe riaperto gli occhi del defunto.
Dopo la messa in onda dell’intervista l’esercito israeliano ha ammesso che questi abusi sono stati effettivamente commessi fino a dieci anni fa, in un momento in cui le normative in materia, a detta del Ministro della Salute, “non erano chiare”. A tutt’oggi la storia degli organi rubati alla salma di Bilal Ghanan rimane una diceria senza prove, ma se l’Aftonbladet non l’avesse divulgata, forse le ammissioni di Hiss e dell’esercito israeliano non ci sarebbero mai state. (E i rappresentanti del governo italiano che accusarono neanche troppo indirettamente la Svezia di fomentare l’antisemitismo europeo? Non pervenuti).
…ho una teoria, dicevo. Gli israeliani sono esseri umani, esattamente come noi. Se li ferisci, sanguinano. Ma se li curi possono guarire. Non credo che sia necessario essere antisemita per considerare immorale il comportamento di Hiss (personaggio estremamente controverso, che lavora tuttora nell'Istituto Abu Kabir, anche se ha dovuto dimettersi dall'incarico direttivo). Eppure il fatto che oggi qualche cittadino israeliano viva portando in sé una libbra di carne palestinese è in qualche misura suggestivo. Siamo della stessa carne, e in fondo lo sappiamo: nessuna guerra, per quanto lunga e senza quartiere, può farcelo dimenticare.
(Un grazie a Mazzetta, senza il quale questo pezzo non sarebbe stato possibile. E buon anno a tutti).
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Fantastica, l'auto-promozione intendo dire (dal blog all'unità on-line). Questa mi mancava. Vivisimi complimenti. (uno dei due segnalibri a questo punto è superfluo, no?).
RispondiEliminacerto un vi va mai bene nulla :) io ho cliccato sul link, è stato ganzo.
RispondiEliminaquindi se ho ben capito gli israeliani non ammazzano palestinesi apposta per cavarne organi.
RispondiEliminapoi esistono medici (?) israeliani che cavavano organi a purchessia senza consenso...
immagino che avessimo qualche prova che in brasile, in africa e in chissà quanti posti ammazzano ragazzini apposta per cavarne organi si avrebbe la stessa eco.
il disorso è sempre quello: gli ebrei israeliani son come tutti gli altri, ci son le mignotte, gli spacciatori, gli assassini, i politici corrotti, ecc. e questo non aggiunge e non toglie niente al problema del conflitto in corso coi palestinesi.
naturalmente ci sono mignotte, spacciatori, assassini, politici corrotti, ecc. anche tra i palestinesi, e questo non diminuisce di un millimetro il loro diritto ad avere una patria (in altra sede si può discutere nel merito).
o certo, mi si dirà: qui qualcuno ha coperto... e quindi? un popolo smette di avere ragioni perché qualcuno nelle alte sfere ha fatto nefandezze?
ricordiamoci che noi siamo quelli contrari ai facili accostamenti tipo: islamico = terrorista, belga = pedofilo, dipendente pubblico = scansafatiche, ecc.
che poi alcuni di noi (messi alle strette) preferirebbero vivere in israele da israeliani invece che poniamo in siria da siriani o in iran da iraniani è un altro discorso naturalmente.
superfluo che (potendo scegliere) difficilmente si preferirebbe vivere da palestinesi in israele, ma temo neanche in giordania o in siria...
per farla breve: la cronaca nera stia nella cronaca nera, non venga usata politicamente.
complimenti per il blog da compagno pasquale
RispondiEliminamarcell_o, excusatio non petita...?
RispondiEliminaHai letto il pezzo? Uno dei punti e' che le reazioni iniziali alle accuse (fondate, come si e' visto) erano tutto tranne che posate o sul genere "questa e' solo cronaca nera". (cronaca nera? con i guerriglieri etnici? la tua banlieue dev'essere divertente...)
Poi alla domanda "un popolo smette di avere ragioni perché qualcuno nelle alte sfere ha fatto nefandezze?" puoi rispondere un po' come vuoi, a seconda di come giudichi la responsabilita' personale di un "popolo" che da 40 anni continua a votare (liberamente, come ci viene orgogliosamente ricordato) per falchi e militari sapendo benissimo quali siano le conseguenze a tutti i livelli. Lo spirito dei popoli non esiste, pero' le maggioranze democratiche (e annesse egemonie culturali) hanno nomi e cognomi e come tali andrebbero trattate.
...la responsabilita' personale di un "popolo" che da 40 anni continua a votare (liberamente, come ci viene orgogliosamente ricordato) per falchi e militari sapendo benissimo quali siano le conseguenze a tutti i livelli...
RispondiEliminaCazzata o stronzata?
ma mi pare che il senso non fossero le nefandezze o le ragioni di un popolo, il senso era l'idea della libbra di carne palestinese che se ne va in giro addosso a qualche israeliano, carnalmente affratellato col nemico suo malgrado... ed è davvero una bella, bellissima idea!
RispondiEliminaè ovvio che la mia non era una excusatio non petita, non sono mica l'avvocato degli israeliani!
RispondiEliminaper me gli aspetti rilevanti della vicenda sono due:
uno l'uso antisemita e antisraeliano della vicenda (un medico israeliano che fa espinati non autorizzati è una cosa, dire che gli siraeliani ammazzano palestinesi per cavarne organi è tutta un'altra cosa), la seconda come ha rilevato anche zoe è il fatto che forse inconsapevolmente israeliani se ne vanno a spasso con pezzi di palestinesi (il riferimento alla "libbra di carne" di shakespeariana memoria non so come considerarlo... una citazione colta o uno stereotipo?)
naturalmente non considerando che ebrei e palestinesi hanno le stesse origini semitiche.
tuttavia l'aspetto imbarazzante del commento di GiacomoL relativamente alla "responsabilità personale" di un popolo si commenta da sé...
sì, e forse un terzo punto è il ruolo - centrale, di questi tempi - della libera stampa e della libera circolazione dell'informazione.
RispondiElimina(ahò, Leona', sei diventato così figo che stiamo qui a fare perfino l'esegesi dei tuoi pezzi!)
a marce', ci fai o ci sei? :) Non sono mica io che mi sono chiesto "un popolo smette di avere ragioni perché qualcuno nelle alte sfere ha fatto nefandezze?"... l'hai chiesto tu, nel tuo primo spericolato tentativo di far rientrare questo caso in una immaginaria sezione di "cronaca nera" comprendente guerriglie etniche.
RispondiEliminaE' chiaro che uno dei punti del pezzo e' che le cazzate si fanno a prescindere dalla tribu' di appartenenza, ma l'altro punto mi pare quello che in un contesto come il conflitto palestinese qualsiasi cosa viene automaticamente letta come parte di quel conflitto, da parte di entrambe le fazioni e pure dalla stampa terza (se esiste), e fisiologicamente non puo' che essere cosi'.
Interessante peraltro come tu vedi un punto del pezzo come "l'uso antisemita e antiisraeliano della vicenda", mentre personalmente mi pare sia l'opposto (i.e. reazioni esageratamente pro-Israele ad un articoletto da due lire apparso su un tabloid).
Ovvio poi il discorso sui pezzi di carne.
Mi spieghi poi cosa vuoi dire quando scrivi "ebrei e palestinesi hanno le stesse origini semitiche"? Se non le avessero, sarebbe tutto piu' divertente o giustificato? Puoi elencarmi due popoli con "origini differenti", please?