Nell'interesse nazionale
- Nel futuro prossimo, in un buio palazzo di Roma:
“Presidente, buongiorno, mi aveva chiamato?”
“Buongiorno, sì, è probabile, ma in questo momento non ho la minima idea di chi tu sia, scusa”.
“Sono un agente dell'intelligence del Ministero della Difesa, nome in codice...”
“...lascia perdere, tanto me lo dimenticherò tra un istante. Ma insomma, secondo te perché ti ho mandato a chiamare, non ti viene in mente un motivo...”
“Presidente, è Lei stesso ad avermi incaricato recentemente di svolgere una missione in Libia...”
“Io stesso? Faccio il ministro degli esteri, adesso?”
“No, Presidente, tecnicamente il ministro è Frattini”.
“Frat... ok, ho capito. Di cosa ti avrei incaricato, insomma?”
“Di prendere contatti riservati con la dirigenza del movimento di liberazione libico, che ormai controlla il novanta per cento del Paese”.
“Ah, ecco! Giusto! La Libia! Scusa, eh, ma al mattino ci metto un po' a ingranare. Senti, nome in codice... vabbe', chissenefrega. Se ho chiamato te, è perché nel momento in cui ti ho chiamato ero perfettamente in grado di intendere che tu sei il migliore uomo che abbiamo...”
“Beh, grazie, Presidente, in realtà io...”
“Perché la missione che stai per compiere è maledettamente complicata. Ora, quello che ti sto per dire non deve uscire da questi muri, intesi? Cala le braghe”.
“Qui, presidente?”
“Ma no, sciocco, intendevo in senso figurato. Cala le braghe, accetta qualsiasi richiesta ti chiederanno. Non possiamo assolutamente permetterci di perderla, la Libia. È fondamentale”.
“Sì, presidente, infatti mi aveva già...”
“Non è solo il petrolio. Ma comunque è anche quello. Con i rincari che ci sono in giro io non posso passare alla storia come quello che si è fatto soffiare il petrolio dietro casa. E poi c'è il discorso gas. Certo, abbiamo pur sempre quello di Putin...”
“Riguardo al gas, presidente...”
“Però, se poi domani casca Putin? Non si può mai sapere, mai. Anche Gheddafi sembrava immortale, e adesso guardalo. No, no, la Libia ci serve, costi quel che costi. Non tanto per gas e petrolio, quanto per il discorso respingimenti”.
“Beh, presidente, anche per quanto riguarda i respingimenti, io...”
“Che è una cosa fondamentale, capisci, tizio, l'Italia la governi se sei in grado di nascondere sotto il tappeto i problemi, e noi con Gheddafi avevamo fatto un affarone, gli mollavamo tutti i derelitti del mediterraneo, e lui li faceva sparire nel deserto che era un piacere. Un servizio così, chi ce lo farà più...”
“Ma vede, appunto...”
“Appunto, cala le braghe. Tutto quel che vogliono. Per dire, vogliono una moschea a Roma? Io gliela faccio anche a Roma, non guardo in faccia a nessuno”
“Presidente, in realtà, una moschea, a Roma...”
“Ratzinger s'incazza? E lascia che si scazzi, Ratzinger, mica mi fa il pieno di benzina, Ratzinger, mica se li può prendere Ratzinger i barconi. Senti, tu a questi nuovi colonnelli libici digli che se hanno figli in età giusta glieli faccio giocare in serie A, ma mica nel Perugia, stavolta, digli che li metto in rosa al Milan, non c'è veramente problema”.
“Presidente...”
“E buona fortuna, ché ne avrai bisogno”.
“Fortuna? Perché, presidente?”
“Ma che domande, per il viaggio che stai per fare, nella Libia sconvolta dalla guerra civile...”
“Ma io ci sono già stato in Libia, Presidente, sono tornato l'altro ieri”.
“Ah sì? Ma scusa, chi ti aveva briffato?”
“Ma lei, Presidente, la settimana scorsa. E mi aveva detto più o meno le stesse cose”.
“Di calare le braghe?”
“Non aveva usato proprio la stessa espressione, ma il senso era quello”.
“E quindi sei già tornato”.
“Sì, probabilmente lei mi ha fatto chiamare per sapere com'era andata. Anche se gliel'ho già spiegato ieri”.
“Ecco, bravo, com'è andata? Magari oggi sarò più attento di ieri, proviamo”.
“È andata molto bene”.
“Hai calato le braghe?”
“Ma non c'è stato davvero bisogno. Hanno un Paese da ricostruire e sono ansiosi di fare affari con noi, che restiamo un partner naturale. Certo, bisognerà essere discreti, perché la nazione è ancora percorsa da un fortissimo sentimento anti-italiano. Purché...”
“Quindi con petrolio e gas siamo a posto? Stesse tariffe?”
“Sarebbero anche disposti a un piccolo sconto, purché...”
“E i respingimenti?”
“Non vedono l'ora di diventare i nostri secondini, anche lì, sono dispostissimi a riaprire i campi di concentramento nel deserto a prezzi modici, purché...”
“Perché continui a dire purché?”
“C'è quella clausola, Presidente... ne avevamo parlato ieri...”
“E tu riparlamene. Potrà anche capitarmi di avere qualche vuoto di memoria, ogni tanto, alla mia età... con tutti i miei impegni... le preoccupazioni...”
“Insomma, Presidente, loro sono dispostissimi a fare affari con noi, ma prima di sedersi a un qualsiasi tavolo ufficiale vogliono una cosa. Una sola cosa... piccola... o grande, a seconda del punto di vista”.
“E cosa vorranno mai, questi beduini”.
“La testa di Calderoli su un vassoio d'argento”.
“La che?”
“Informalmente hanno ammesso che il vassoio d'argento è trattabile, probabilmente si accontenterebbero di un contenitore di plastica. Ma è fondamentale, è d'interesse vitale che contenga...”
“La testa di Calderoli, ma perché? Ma scusa, questi qui come fanno a conoscerlo, Calderoli?”
“Eh, è una lunga storia...”
“Faccio fatica a ricordarmelo io, Calderoli”.
“È il ministro della semplificazione normativa”.
“La semplifi... ho davvero inventato un ministero così?”
“Sembra di sì”.
“Sono davvero fighissimo. Ed è un leghista, no?”
“Sì, ecco, probabilmente lei ha dimenticato quel che successe nel 2006... prima delle elezioni in cui vinse Prodi”.
“Chi?”
“Vabbè, insomma, durante una trasmissione televisiva Calderoli, che a quel tempo era il Ministro per le Riforme, mostrò in diretta una maglietta con una caricatura del profeta Maometto. Come saprà per molti musulmani il volto del profeta non è raffigurabile. La scena fu trasmessa anche in Libia e generò dei moti spontanei di protesta contro le sedi diplomatiche italiane. In particolare, a Bengasi, davanti al nostro consolato, la polizia di Gheddafi sparò sulla folla dei manifestanti e fece una decina di morti. Era il diciassette febbraio”.
“Tutto qui? Vogliono la sua testa perché ha mostrato una maglietta?”
“Presidente, per loro l'episodio è diventato simbolico... una specie di piazza Tiennammen, la data era commemorata da tutti i dissidenti libici, che ogni anno si incontravano nella piazza del nostro consolato... e cinque anni dopo l'insurrezione contro Gheddafi è partita proprio da lì, dalla commemorazione del 17 febbraio, che con ogni probabilità diventerà la nuova festa nazionale. Insomma, Calderoli è diventato un simbolo per loro, e chi riuscirà a mostrare la sua testa su un vassoio, beh... avrà il consenso del 90% della popolazione per molti, moltissimi anni”.
“Una questione mediatica, insomma”.
“E chi meglio di lei potrebbe capire...”
“Capire posso anche capire, ma non sono mica un selvaggio, insomma, vogliono la testa? Mica gli posso dare una cosa così, voglio dire, che figura ci faccio?”
“Erano più o meno le sue obiezioni di ieri”.
“Cioè, capirei se parlassimo di un omicidio mirato... farebbe comodo anche a me, magari dare la colpa ad Al Qaeda, un po' di strategia della tensione sotto le elezioni...”
“Questa fu infatti la mia controproposta”.
“Bravo”.
“Non ne vogliono sapere. Non vogliono sembrare mandanti di terroristi, loro vogliono dimostrare che se chiedono una cosa la ottengono, quindi la testa o niente. Dicono che possono benissimo vendere il gas a qualcun altro. Magari è un bluff”.
“Perché io, insomma, nell'interesse nazionale, potrei anche capire... il sacrificio di un uomo per l'intera nazione... dovrei chiedere a Bossi, comunque”.
“Abbiamo già chiesto”.
“E che dice?”
“Non si capisce bene, ma sembra non abbia obiezioni articolate”.
“E certo, si libera un posto per la famiglia. Però che figura ci facciamo con l'elettorato... un beduino islamico ci chiede una testa e noi gliela diamo... non fa molto difesa dei sacri valori dell'Occidente... anche se... ma sei sicuro che non ci siano alternative? E se gli faccio una moschea a Roma?”
“Presidente, la moschea a Roma c'è già”.
“Ah sì?”
“Bella grande, anche”.
“Roba da matti, uno si sveglia un giorno e... Ma senti, al giorno d'oggi la chirurgia estetica fa miracoli. Nel senso che...”
“Ho capito, Presidente”.
“Lo dico così, sto pensando ad alta voce... prendiamo un pirla qualsiasi, un figurante di Forum con l'accento varesotto”.
“Calderoli è bergamasco”.
“Quel che è... gli cambiamo i connotati quanto basta, e in ventiquattr'ore potremmo avremmo un nuovo ministro della semplicità, lì”.
“Della semplificazione normativa”.
“Al posto dell'altro che spediamo ai libici nell'interesse nazionale. Che ne pensi?”
“Presidente, questa idea non mi è nuova, se non altro perché le è venuta identica ieri”.
“Sì? È un segno che è una buona idea”.
“E ieri non ho avuto il coraggio, ma oggi le faccio questa obiezione: scusi, eh, ma a questo punto non avremmo potuto dare il figurante con i connotati di Calderoli ai libici, e al ministero tenerci il Calderoli vero?”
“Ah già, buffo, non ci avevo pensato”.
“Neanche ieri”.
“E Bossi...”
“Non ci aveva pensato neanche lui”.
“Buffo davvero. Beh, sì, potremmo fare come dici tu, dopotutto è più semplice”.
“Temo che sia tardi, Presidente”.
“Ah sì?”
“Già”.
“E Bossi...”
“Non una piega”.
“Beh, allora siamo a posto, no?”
“Se la pensa così”.
“Probabilmente ti avevo chiamato per complimentarmi per l'esito della missione”.
“Grazie, Presidente”.
“Oppure, senti, visto che sei qui, potrei mandarti a fare un giretto nell'Asia centrale... in Afganistan diciamo. Potresti andare a sentire cosa vogliono quei beduini per lasciare in pace i nostri ragazzi? Mi raccomando...”
“Calo le braghe?”
“Più che puoi. In bocca al lupo”.
“Crepi, Presidente”
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post strepitoso, leonardo. complimenti!
RispondiEliminaclaudio castellini
Post spettacolare.
RispondiEliminaLa scemata di Calderoli è gravissima perché fatta da un uomo di stato (un ministro!).
Ciò però non toglie che pretendere che non si sfotta Maometto, l'Islam e simili è una prepotenza.
Fichissimo
RispondiEliminaLa scemata di Calderoli come una delle scintille che porteranno alla liberazione libica..
Vertigine
(qualcuno gli suggerisca che i birmani o i nordcoreani odiano la cassoela, presto!)
Non ci sono più i beduini di una volta... Qualche tempo fa l'avrebbero preteso intero, il Calderoli,ci avrebbero pensato loro poi, quale pezzo tagliargli; invece adesso il lavoro sporco ce lo fanno fare a noi. Se poi si pensa che l' elettore leghista se li immagina sempre col "fazzoletto in testa", sopra un cammello, o sotto una tenda..Adesso trattano i vassoi d'argento invece. E i pozzi di petrolio, e il gas.
RispondiEliminaCavolo, non commento mai. Seguo sempre in silenzio dal mio reader, ma qui un meritato "complimenti" è d'obbligo!
RispondiEliminaQuesta tua forzatura è sicuramente voluta, ma metti che si realizzi (ormai non mi stupisco più di niente) non credi che trattare con queste persone non sia uguale o peggio che trattare con Gheddafi? (lui voleva solo il baciamano e Berlusconi di baciamano se ne intende)
RispondiEliminasaluti
Mauro
Mi calo le braghe davanti a questo post :D
RispondiEliminala scemata di Calderoli è stata -veramente- il motivo della scelta del 17 come giorno d'inizio delle proteste, l'ho ricordato sul blog e c'è pure l'intervista al libico ad Annozero che lo ribadisce http://www.youtube.com/watch?v=JDorFtsUd8g
RispondiEliminaMazzetta, se ti riferisci al mio commento, non intendo metterlo in dubbio.
RispondiEliminaE' semplicemente soprendente come il battito d'ali di una farfa.. d'uno scarafaggio qui, possa contribuire a cicloni a centinaia dichilometri. Poi sarà soprattutto una cosa simbolica, ma è possibile che i morti di allora siano ricordati come iprimi (o tra i primi) della rivolta attuale.
Magnifico:)
RispondiEliminaGrullo, era giusto per non lasciare dubbi, sono il primo che pensa che a raccontarla può sembrare incredibile
RispondiEliminatra il serio e il faceto c'è chi si confonde, come quello che ha chiesto "non credi che trattare con queste persone non sia uguale o peggio che trattare con Gheddafi?" ad esempio, che non ha la più pallida idea di chi siano "queste persone", ma fa capire che per lui sono gente strana.
hai ragione Mazzetta le reputo delle persone strane perchè non le ho ancora inquadrate, se potresti spiegarmi tu chi sono e cosa potrebbero fare o decidere quando e se avranno preso potere in Libia
RispondiEliminagrazie
Mauro
Bellissimo, prufissù
RispondiEliminaCalderoli è la prova vivente che l'umanità deve estinguersi.
RispondiEliminaConcordo con Mr. Tambourine. I leghisti hanno inventato la formula perfetta: più il governo fa schifo, più peggiora la vita dei cittadini, più la gente vota un partito che vuole distruggere la nazione. Per questo al governo stanno bene attenti a mettere gente inetta, a mangiare a quattro palmenti, a piazzare amici e parenti, a non risolvere mai VERAMENTE un problema che sia uno. Sanno che peggio governano, più voti beccano alla fine, dando tutta la colpa al paese in generale, insomma buttandola in caciara (come si dice a Roma). Veramente diabolico. Resta da capire quanto ci metterà il popolo-bue a capire l'imbroglio. Per ora, in effetti, se la sta prendendo comoda.
RispondiEliminaMauro, non ho la sfera di cristallo e quello che decideranno i libici se riusciranno a liberarsi del dittatore non lo può sapere nessuno
RispondiEliminaDi sicuro non sarà gente così scema da chiedere la testa di Calderoli e altrettanto di sicuro sarà gente che cercherà di fare qualcosa di diverso da quello che ha fatto Gheddafi.
Se ci riusciranno dipenderà anche dal clima politico, lì e in Occidente, di sicuro se cominciamo a trattarli da "islamici" e a calunniarli preventivamente (Vedi Frattini, Il Giornale, IlPost e altre genialità in ordine sparso) non faremo che spingerli verso il radicalismo, poco importa se islamico o no
Tu che penseresti se, mentre lotti contro una dittatura, nel "mondo libero" i media stessero a spaccare il capello in quattro e a presentarti come un tizio sospetto o un estremista islamico senza saperne mezza, mentre quegli stessi media non hanno fiatato per anni sui crimini della dittatura che ti ha oppresso e che erano a conoscenza di tutti?
Hai presente che gran parte dei media italiani, per anni, ha evitato persino di chiamare "dittatore" Gheddafi?
Perché allora oggi quella stessa gente fa carte false per affibbiare patenti da integralista islamico a gente che neppure conosce?
Se fossi un libico non ti sembrerebbe che questi media del mondo libero stiano sostenendo Gheddafi, avvalorando la sua tesi di un gonbloddo di al Qaeda?
E un italiano invece, non dovrebbe notare che sono gli stessi media che hanno sostenuto le balle sull'Iraq per farci andare a una guerra platelmente inutile ed illegale?
Che sono gli stessi giornalisti (e politici) che hanno difeso Bel Alì e Mubarak?
È forse un caso che il governo e i media filo-governativi abbiano sostenuto fino all'ultimo (e anche dopo in certi casi) i dittatori nordafricani appena cacciati?
Ecco, più che preoccuparmi di chi sono i libici che si ribellano, mi preoccuperei di liberare il mio paese da questa morchia di sfacciati ballisti
grazie della risposta Mazzetta
RispondiEliminasaluti
Mauro
bellissimo, si può correggere quel "potremmo avremmo"? o è una raffinatezza che mi è sfuggita?
RispondiElimina