(pezzo lungo e se ne vanta)
È stata una settimana qualsiasi su Twitter, il popolare servizio di messaggistica via internet. Domenica scorsa un giornalista italo-niuorchese, uno di quelli che praticamente c'era quando Al Gore inventava l'internet, ha lanciato un meme che è diventato subito popolarissimo: scrivere i nomi di tutti gli scrittori sopravvalutati, per esempio lui trova che Borges sia sopravvalutato. Da cui si vede la superiorità di twitter su qualsiasi altro social network o ambiente in rete: per dire, io se scrivessi su un blog che Borges è sopravvalutato (sì, io sarei abbastanza deficiente da farlo, qui per esempio ho stroncato Montale), per dare un senso alla cosa dovrei dilungarmi per migliaia di battute, e comunque mi scannereste nei commenti. Se lo facessi su un forum, o anche su quella amena palude che è Facebook, partirebbe subito un flame che avrebbe i caratteri della disputa medievale, qualche futuro studioso potrebbe persino trovarci qualcosa di interessante. Insomma, non importa quanto sia superficiale un'affermazione: la possibilità di scavarci sotto e trovare cose interessanti su internet c'è, lo spazio non manca mai.
Manca solo su Twitter, l'unico vero spazio angusto della rete. Come gli ascensori, che però non è che siano stati progettati bassi e stretti così è più facile scambiarvi banalità cogli sconosciuti. La limitazione la impone la natura, la maledetta forza di gravità, fosse per gli architetti loro gli ascensori li farebbero enormi. Invece gli architetti di twitter lo hanno progettato piccolo apposta; è forse il primo vero consapevole passo indietro della comunicazione via internet. Una televisione che ha deciso di tornare al canale unico, una radio che manda solo impulsi morse; twitter ti costringe a sbrigarti in 140 caratteri, e quindi niente spiegazioni: Borges è sopravvalutato, punto. Sono in superficie e ci resto. Anche le modalità di reazione sono deliberatamente limitate e superficiali: certo, puoi sempre replicare “kazzo dici? Borges é grandissimissimo”, ma la tua replica se la legge soltanto il destinatario (dai duecento followers in poi probabilmente non se ne accorge nemmeno).
L'unica vera modalità di reazione che twitter consente e facilità è l'emulazione, per cui nel giro di poche ore ti ritrovi a video centinaia di cinguettii di sconosciuti che ti informano che Umberto Eco e Marcel Proust sono autori sopravvalutati, mentre il giornalista tutto allegro stila la classifica. Lui è uno di quelli che ci tiene molto a mettere sempre il nome e il cognome, secondo lui tutti su internet dovrebbero mettere sempre il nome e cognome, così per esempio i posteri sapranno lui come si passava la domenica pomeriggio: stilando classifiche di scrittori sopravvalutati da un campione casuale di utenti di twitter anche loro con niente di meglio da fare la domenica pomeriggio. (Noto qui en passant che "follower" in italiano si potrebbe benissimo tradurre con "seguace": per una volta che abbiamo una parola chiara, suggestiva, ancora più breve dell'originale... non sarebbe così male usarla).
Durante la settimana sono successe tante altre cose interessanti, per esempio a un certo punto un esponente della Lega Nord, intervistato sull'esistenza della Padania, ha citato come prova dell'esistenza della suddetta denominazione geografica l'esistenza di un formaggio chiamato “Grana Padano”. L'esempio è effettivamente interessante, perché segnala un problema: la parola “Padania” esiste. Non è che per far dispetto ai leghisti – detestabili quanto si vuole – possiamo negare l'evidenza: esiste l'aggettivo “padano, -a”, esiste il nome proprio “Padania”: esistevano anche prima che Maroni e Bossi se ne impadronissero a scopo propaganda (storpiando anche l'accento). Affermare che la Padania non esiste, trasformare quelle tre sillabe male accentate in un tabù, è un paradosso linguistico che alla fine fa soltanto il gioco dei leghisti, che non vedono l'ora di recitare la parte della minoranza perseguitata nel nome di una patria rimossa financo nel vocabolario. Su tutto questo mi sono dilungato altre volte, per mille e più battute, del resto si sa come eravamo noi blog: inutilmente verbosi. Invece adesso c'è Twitter.
E su Twitter è tutto più facile. Un leghista cita come prova dell'esistenza di una nazione un formaggio? Divertente! Copiamo la battuta. È stato il meme più seguito di venerdì: la Catalogna esiste perché esiste la crema catalana, la Savoia per via dei savoiardi, eccetera. Divertenti, no? Ecco, appunto, no.
Poi per carità, l'umorismo è soggettivo, ma date un'occhiata a una raccolta qualsiasi, come questa, delle “battute più simpatiche che imperversano su twitter”, e ditemi che senso possa avere “simpatiche”, a parte “bruttine che s'impegnano, ma invano”. Però magari finché stavano nello stream di twitter sembravano davvero divertenti. In effetti il meccanismo dell'umorismo di twitter è assolutamente primitivo: è lo stesso che sfrutta il comico che dopo averti scaldato con qualche battuta davvero buona riesce a farti sganasciare per un'altra mezz'ora con materiale di scarto: la reiterazione ossessiva, nel soggetto ben disposto, è esilarante in sé. Insomma twitter fabbrica tormentoni. Non solo, ma ti dà anche la soddisfazione di partecipare: alla centesima battuta costruita sullo stesso meccanismo, anche tu che sei un cretino ce la fai a scrivere che Gorgonzola esiste per via dell'omonimo formaggio: e non importa che non abbia un senso, la gente riderà comunque, la gente sta ridendo da prima, oppure ha smesso di ridere ma nessuno se ne è accorto; twitter è un Drive In di Ricci senza silicone ma soprattutto senza risate finte.
Sul serio, le ha tozzissime. Non vi immaginate il calvario. |
Su Twitter no.
Per cui capirete, che se Scilipoti pesta con un dito un tasto sbagliato, Twitter non glielo può assolutamente perdonare, e “fututo” diventa subito un fantastico, divertentissimo meme, che nella mia fantasia di portatore di dita tozze va a identificare quelle persone che nella vita reale si sganasciano se inciampi e cadi, e dopo tre anni t'incontrano ancora te lo raccontano, di quella volta che avevi fretta e sei inciampato e caduto, ah ah ah, ma quanto è buffo Scilipoti che scrive “fututo” - te lo scrive gente con dita affusolatissime che non riesce più a mettere la punteggiatura, ma del resto è Twitter, non vorrai mica stare a guardare.
Che altro? Ieri era contemporaneamente (come sempre) sia il Buy nothing day sia il giorno della Colletta Alimentare. Io avevo perso di vista da anni entrambe le iniziative, ma Twitter me le ha rammentate, con tutto il codazzo di polemiche e altre cose su cui senz'altro ho scritto migliaia di anni fa, non voglio nemmeno andare a cercare, del resto se sono vecchio è un problema mio, è giusto che altri si mettano a parlare delle stesse cose.
Però adesso lo fanno su Twitter, e su Twitter tutto è più rapido, scanzonato! A un certo punto Wu Ming ha fatto presente che dietro la Colletta Alimentare ci sono Comunione e Liberazione e Compagnia delle Opere. Subito è scattato l'allarme: Wu Ming boicotta la Colletta Alimentare! E i poveri li sfamiamo a copie invendute di Manituana? Coi Wu Ming pazienti a spiegarsi, però su twitter ogni spiegazione è un rivolo che cola via. Finché qualcuno non ha tirato la botta, che sicuramente i Wu Ming non potevano aspettarsi: siete venduti a Mondadori. Ecco, questa è stata la mia settimana su Twitter.
La settimana in cui – per una pura coincidenza, che si chiama Fiorello – Twitter è definitivamente entrato nel mainstream italiano, per cui tutto questo da qui in poi sarà la norma: Repubblica e Corriere i ragguaglieranno in tempo reale sull'ultimo errore di battitura di politico buffo che impazza sulla rete e scatena migliaia di divertentissime scimmiottate. E io ho sempre più nostalgia di Second Life, del 2006, di quando il futuro di internet era un brutto sfondo 3d dove dovevi lavorare sodo e guadagnare anche solo per permetterti un pene decente. Perché almeno quelli che ti dicevano che Second Life era il futuro di solito li vedevi sparire nelle loro stanze per qualche settimana; non ti si piazzavano al monitor coi loro assiomi di saggezza scartati dai baci perugina; non ti tiravano cancelletti con l'aria di chi ha finalmente trovato la battuta del secolo senza perdere tempo a informarti di cosa sta parlando; non si materializzavano dal Nulla per informarti che Dickens è sopravvalutato. Non ti rovinavano il caffè col loro umorismo da pulmino dalle medie, identificandosi come gli stessi che imparavano a memoria ogni battuta della Gialappa e non vedevano l'ora di ripetertela, costringendo tu stesso a guardare la Gialappa per cercare di capire cosa ci fosse di divertente, i momenti esatti in cui ridere, e perché. Ma sul serio perché non ve ne tornate tutti su un atollo di Second Life, vi fate un'orgia, e poi se qualcuno inciampa sul predellino di un motoscafo sai le risate, ecco, uno può farsi un avatar a forma di Scilipoti e giù tutti a ridere! È divertente! Un altro invece può fabbricare un cippo di marmo a forma di Borges e i giornalisti famosi italoniuorchesi possono farsi un avatar di barboncino e andarci a fare i bisognini, ecco, io preferirei.
Io me ne resto qui, a scrivere lenzuolate di roba che nessuno vi costringe a leggere, a scavare sotto qualsiasi minchiata che mi capiti di incontrare in superficie. Sono fatto così. Non è che non ami la sintesi, in alcuni la invidio proprio: in La Rochefoucauld per esempio, non nel primo bimbominchia italiano o niuorchese che mi tira un cancelletto.
Sai che anch'io trovo veramente brutto tutto questo andazzo su twitter grazie a Fiorello. Non mi interessa se suona snob o no, ma ultimamente twitter si sta riempendo di banalità e sensazionalismo.
RispondiEliminaEd inoltre la scheda "activity" e altre modifiche che hanno fatto all'interfaccia non aiutano per niente.
Comunque sia, riguardo alla faccenda dei wu ming hanno scritto un post in cui si linka uno storify fatto per il verso, con tutti i pareri: http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=6253
Come ho commentato, non si tratta di gente che non sa leggere, ma di persone con una certa importanza che non sanno, o non vogliono, leggere.
Ciro Pellegrino, Riotta e Andrea Sarubbi hanno confuso "non partecipazione" con "boicottaggio", ed è scattato il putiferio. Perché sì, twitter putroppo rappresenta anche spontaneità estrema.
Bel pezzo, comunque a proposito di errori di (non) battitura:
RispondiElimina"Repubblica e Corriere Ci ragguaglieranno in tempo reale sull'ultimo errore di battitura".
Forse "follower" nel caso specifico lo tradurrei più con "spettatore", "osservatore". "Seguace" mi pare trasmetta un'idea gerarchica che non c'è nell'inglese (bisognerebbe utilizzare un dubbio lemma tipo "seguitore" per indicare uno che segue, nel senso che si tiene aggiornato). Del resto la traduzione inglese di "osservatore" (beholder) penso sia uscita dal linguaggio comune.
RispondiEliminaBello e condivisibile. Mi sfugge solo chi ti ha obbligato a stare su twitter e soprattutto a seguire (seguacitare?) quella gentaglia là :)
RispondiEliminaIo i lettori se serve me li vado a pescare anche all'inferno (che è il piano sotto a twitter, in effetti).
RispondiElimina:D
RispondiEliminaEcco, avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a capire perché non mi piace Twitter (dico sul serio).
RispondiEliminaLa stupidità pulsa continuamente alla ricerca di vie dove sfogarsi...
RispondiEliminaE ne ho trovato un esempio lampante nella polemica sulla frase dei Wu Ming, soprattutto grazie all'apporto di Riotta e Pellegrino (http://storify.com/filippocioni/wu-ming-vs-comunione-e-liberazione)...
P.S.
Apro l'home page del Corriere:
"Lady Gaga, su Twitter il trailer..."
"Rapinata la ragazza di Lavezzi:«Città di m..., andiamo via» Yanina si sfoga su Twitter."
La chiudo.
Twitter e' uno strumento molto potente e sofisticato. Il problema non e' lo strumento, il problema e' la maggioranza degli Italiani.
RispondiElimina1)
RispondiEliminanon tradurrei follower come seguace perchè "follow doesn't necessarily mean an endorsement"
2)twitter merda perchè la gente non ha niente da dire?
siamo di fronte ad un duplice fenomeno: la necessità di esprimersi , ai miei tempi le ragazze scrivevano light my fire con l'uniposca sullo zaino, e la voglia di ribalta( il solito quarto d'ora spezzettato in millisecondi).
come non diventare hater di fronte all'amico di fb che ti propina frasi di fabio volo o meme vecchi di due mesi come se fossero delle primizie?
come non commuoversi di fronte al web designer milanese che si fa uscire un'emorroide per provare a fare il Bill Hicks o a strappare un reply a sofri o a savino?
Leggiamo Bucknasty e il Deboscio e ci diamo una ripulita forse o forse stare pienamente su internet vuol dire anche sorbirsi il popolino e fare da popolino.
Girava un bel algoritmo per decidere se postare o meno qualcosa: il 99,99% delle volte dava come risultato "don't post!"
Un bel tacer... oh no wait
Francesco
A volte il problema è proprio il retweet: si risponde al Vip per essere ritwittati, non perché si ha qualche cosa da dire.
RispondiEliminagrazie leonardo per aver sdoganato l'uso del "per esempio": è proprio carino. io per esempio ne sono stata influenzata in modo ormai irreparabile...
RispondiElimina@leonardo Condivido al 100% su Twitter. purtroppo non ho il tempo di spiegarti perché. Ti seguo. Ciao
RispondiEliminaIl vero guaio di non aver partecipato per tempo all'ultima moda su internet è che quando passa non se ne può parlar male.
RispondiEliminaguarda che padano è un aggettivo riferito al sostantivo Po (il fiume), esiste la pianura padana (o valpadana che dir si voglia), esiste il grana padano, la parola "padania" è un altro nome della pianura padana, un po' come repubblica ceca si può chiamare "cechia" e comunque copre un'area un po' diversa da quella che intende la lega (es. varese non è padania, reggio emilia sì)
RispondiEliminasul resto del post concordo, secondo me il successo di twitter sta nella presenza di vip tipo calciatori cui i 140 caratteri vanno fin troppo bene
Dunque...Leonardo,(Leonardo-chi?) ha stroncato Montale. Già basterebbe...Propone la parola "seguace" al posto di follower...a me pare abbia un'accezione un tantino entusiastica, e mi vengono i brividi se penso che per un po'sono stato un seguace di Renzo Bossi. Seguo anche chi non mi piace tantissimo. Perchè "ascoltare" (il cinguettio) non è condividere.
RispondiEliminaEssere sintetici e fulminanti è affar di pochi, Leonardo(Leonardo-chi?) eroicamente scava, gli altri sono dei superficialotti.
Su molti argomenti Leonardo (Leonardo-chi?) rimanda ai propri scritti. Si degna di citare solo La Rochefoucauld...
Io credo che Il Nostro vorrebbe tanto che il solo a scrivere fosse lui, e gli altri solo a leggere.
Ovviamente non mi ha costretto nessuno a leggere il Suo blog, ma ho perso prorio tanto tempo...un motivo in più forse per non apprezzare twitter...ti fornisce indirizzi
sbagliati.
da un bimbominchia italiano che non le tirerà nessun cancelletto
Bon, che devo dire, condivido...
RispondiEliminaPerò commento lo stesso, tanto rimango dentro il numero di caratteri...
Ah, vorrei rispondere ad Anonimo...
RispondiEliminaAnonimo-chi?
Grazie infinite per il cenno al bimbominkia niuyorkese, che si mangerà il fegato per sapere chi è il vile anonimo che si congratula con te. Visto che non avrà mai i coglioni (e la capacità dialettica) di rispondere a te che anonimo non sei.
RispondiEliminaChissa' se il social networking alla fine sopravvivera'.
RispondiEliminaDi per se' potrebbe forse non essere cosi' osceno quanto adesso appare. Osceno lo diventa per via delle incursioni barbariche: l'Italia televisiva si sta riversando su internet - perche' internet adesso fa tanto figo - non capendo ancora bene la differenza tra i due strumenti.
In tanti sono affascinati dalla sensazione di poter avere un pubblico, per la prima volta nella vita.
E allora qualsiasi pretesto e' buono per recitare il ruolo di protagonisti, poco importa se su facebook o twitter, basta che potenzialmente ci sia tanta gente "dall'altra parte".
Chissa'... chissa' se una volta che tanti goffi modaioli si saranno stufati, e avranno finalmente capito che un pubblico coercizzato da social network e' ben diverso da un pubblico affezionato da blog, potremo apprezzare anche i vantaggi legati a una interconnessione digitale di persone.
Per ora se ne vedono solo gli svantaggi, il principale quello di ritrovare poche idee annegate in un mare di chiacchiericcio.
Per fortuna a questo url trovo sempre qualita', e una sorta di coperta calda che ripara dagli spifferi dei cancelletti aperti.
prima volta che passo e mi azzardo a commentare, anche se non è educato.
RispondiEliminacontenuti condivisibili, se non fosse che trascuri completamente il lato informativo di twitter.
io non uso altri social e seguo gente che non avrei mai conosciuto altrimenti, che mette sempre i link e rimanda a testi anche lunghi, complessi, originali, etc.
il tutto col vantaggio di essere informato all'istante, e anche da tanti punti di vista diversi, su qualsiasi cosa stia succedendo in quel momento (la copertura di tahrir ad esempio dove la metti?).
ovviamente non è perfetto, ma se si sta attenti a non seguire chi spara solo minchiate regala perle - imho.
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RispondiEliminaPosso twittare questo articolo?
RispondiEliminaIo non credo che twitter sia il male, o meglio, sia la superficialità. Ci sono modi e modi di usarlo. Io sto portando avanti un progetto di ricerca su un argomento che è in fase di evoluzione e crescita - una particolare strategia di marketing. Purtroppo non esistono testi che ne parlino (spero che il mio sia il primo infatti) e seguire su twitter le persone che lavorano in questo ambito mi sta aiutando tantissimo a rintracciare materiale e a vedere, giorno dopo giorni, le evoluzioni dei questa strategia. Se ci limitiamo a scrivere "la savoia esiste perché esistono i savoiardi", non abbiamo capito il potere di twitter.
Questi sono alcuni consigli che mi sento di dare a chi non sa come usare twitter o a chi lo sta usando senza ottenere nessun vantaggio:
- Soffermatevi a riflettere su quali possano essere i vostri interessi. (Musica, teatro, porcellana, oggetti intarsiati, cucina cajun, bossanova...veramente tutto quello che volete)
- Iniziate a seguire i "grandi" del settore
-Guardate tra i loro "followers" e iniziate ad ampliare la vostra piccola rete tematica, se così la vogliamo chiamare.
- Controllate i twitter e twittate a vostra volta
Utilizzato così, vi giuro, non è affatto male: potrete trovare articoli, opinioni di singoli individui famosi e non, foto, video e così via; tutte informazioni che sarebbe difficile rintracciare nell'oceano di internet. Certo, come in qualsiasi comunità ci sarà sempre lo scemo del villaggio, lo stronzo, il superficiale, il figlio di puttanta ecc; ma la differenza tra la vita reale e twitter è che in questo secondo caso possiamo cliccare su unfollow e togliercelo di torno.
p.s. preferisco la vita reale e una sana litigata ma in questa sede devo difendere twitter
Io non ho pregiudizi verso Twitter, piuttosto un problema di spazio. Devo poter scrivere quanto mi pare e piace, senza che un numeretto sempre più piccolo mi imponga di sbrigarmela in pochi caratteri. Però, ecco, non voglio condannarlo in assoluto: alla fine, i suoi lati positivi ce li ha, e li hanno evidenziati, per esempio, i ragazzi di Occupy.
RispondiEliminaPerché se Er Pelliccia avesse avuto Twitter, magari avrebbe avuto le mani impegnate a cinguettare compulsivamente la sua esperienza in piazza, come gli aspiranti V per Vendetta che si sono sentiti in dovere di cambiare il mondo dopo aver digitato #occupywallstreet: lanciare cancelletti è meno morboso di lanciare estintori.
E poi, Riotta non ha torto quando parla di D'Annunzio sopravvalutato. Potrebbe farlo a tavola, o nello spogliatoio dei Blue Lions, ma anche l'occhio vuole la sua parte. E per un uomo di mondo come lui, quella parte è Twitter. Meglio farsene una ragione.