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sabato 4 maggio 2013

Soderbergh. Non causa sonnolenza.

Effetti collaterali (Side effects, Steven Soderbergh, 2013)


Ha detto Steven che, ihih, noi due adesso dobbiamo fare gli psicoterapeuti, capisci?Dai, fammi una faccia da psicoterapeuta.
Emily (Rooney Mara) dovrebbe essere contenta: suo marito ha finito di scontare la pena. Pensa che vennero ad ammanettarlo alla festa di nozze, gli screanzati. Quattro anni per un po’ di insider trading, in America non c’è veramente rispetto per chi fa girare i soldi. Comunque è andata, e poi la famiglia le è stata vicina, persino la datrice di lavoro è stata comprensiva, e allora perché verso metà pomeriggio le piglia sempre questa voglia di ammazzarsi? Per fortuna che c’è il dottor Jonathan (Jude Law), terapeuta inglese che è venuto a esercitare negli States perché “in Europa le pillole sono per i malati, in America per gente che vuole star meglio”. Cito a memoria. E voi state già immaginando un certo tipo di film di denuncia sulle derive americane della farmacopea antidepressiva, ed è esattamente quello che Soderbergh vuole farci credere. Prima di darci un film completamente diverso.

Comincio a pensare che sia una tendenza. Non è il primo, non è neanche il secondo film negli ultimi venti mesi che comincia con una falsa partenza e dopo un po’ prende una direzione abbastanza imprevista. L’esempio più eclatante è Come il tuono di Cianfrance (ATTENZIONE ADESSO PARTE UNO SPOILER DI COME IL TUONO), che sin dal trailer si presentava come un film-con-Ryan-Gosling-in-moto, fatto apposta per attirare in sala quel tipo di gente che vuole vedere Ryan Gosling e le moto (e la sala era piena), salvo ammazzare Gosling e moto dopo quaranta minuti. Molto coraggioso. Pure troppo, a sentire i borbottii del pubblico quando hanno acceso le luci.

In questo caso forse Soderbergh rischia ancora di più... (continua su +eventi!), visto che la trama come ve l'ho descritta io potrebbe motivare giusto quel centinaio di persone che vanno al cinema Monviso in infrasettimanale: e invece questo ve lo trovate in tutti i multisala; e c'è Jude Law, c'è la Zeta-Jones nascosta dietro occhiali da strizzacervelli, insomma, è chiaro che qualcosa non va. Ma il problema di questi film è che non puoi nemmeno raccontare un po' di trama. Non è il semplice twist, il finale a sorpresa, per dire, come in Oblivion - (ATTENZIONE ADESSO PARTE UNO SPOILER DI OBLIVION) dove infatti ce lo aspettavamo un po' tutti, e molti si sono lamentati della prevedibilità. Rifletteteci, perché un mese fa è uscito nelle sale un blockbuster hollywoodiano in cui il protagonista Tom Cruise a un certo punto si rivela essere un clone malvagio dedito allo sterminio degli esseri umani - e c'è pure stato qualche recensore che ha scritto (me compreso) "mmmmsì, prevedibile": ok, va bene, i cinquemila che avevano visto Moon potevano anche trovarlo prevedibile, ma scrivere sceneggiature originali sta diventando veramente un lavoraccio. C'è una specie di saturazione,  assuefazione, noia per l'intreccio canonico, anche quando è ben fatto; che peraltro è stato la molla che ha portato i Wachowski a dirigere Cloud Atlas, un'altra impresa coraggiosa ai limiti della follia. Ma almeno non assomiglia a nessun film, vuoi mettere la soddisfazione di lasciare i cacciatori di riferimenti a bocca aperta e mani vuote?

Con Soderbergh è più difficile, leggi "thriller psicologico" e mal che vada puoi sempre dire Hitchcock. Funziona sempre, al punto che c'è da chiedersi se li abbia soltanto inventati o anche un po' esauriti: impossibile ignorarlo, prima o poi ti ritrovi a riflettere se una situazione richiami di più Psycho o Marnie; se non sono modelli diventano ostacoli da aggirare (i veri cinefili, comunque, li riconoscerete perché non diranno Hitchcock, diranno Clouzot).

Ma ho già detto che è un bel film? È strano, da quando li recensisco a Cuneo mi sembrano tutti bei film. Sarà l'aria. Comunque è piaciuto quasi a tutti, Rooney Mara è almeno da nomination e sarebbe già la seconda volta. Se vi chiedete dove l'avete vista - e non siete patiti di rifacimenti USA di thriller svedesi - beh, è l'esile fanciulla che molla il protagonista all'inizio di The Social Network, insomma è lei la causa scatenante di tutto, il suo ruolo è quello della ragazza per colpa della quale perdiamo tutti ore di vita su facebook e gli insegnanti convocano i genitori per dire ci dispiace vostra figlia ha messo delle foto su facebook e qualcuno ha commentato e patatrac, non è incredibile pensare che da qualche parte nel vasto mondo quella ragazza esiste davvero? Al cinema è Rooney Mara. Anche in questo film, tutto ruota intorno a lei. Ma stavolta è un motore molto meno immobile. Basta, non posso più dire niente.

Effetti collaterali è al Cityplex Cine4 di Alba (ore 17:30, 20:00, 22:30); al Cinelandia di Borgo San Dalmazzo (15:15, 17:35, 20:15, 22:35); al Multisala Impero di Bra (20:20, 22:30); al Multilanghe di Dogliani (22:30); al Cinema Italia di Saluzzo (20:00; 22:15). Buona visione.

1 commento:

  1. Io invece l'ho ritenuto molto brutto, perche' non era prevedibile ma non era neanche brillante, ma voleva solo avere il "twist"; cosi', a tutti i costi. hai ragione, da quando li vedi a Cuneo i film ti sembrano tutti belli, ma non e' una buona cosa!

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