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venerdì 18 ottobre 2013

Il negazionismo non è un'opinione

Il negazionismo è un dubbio. Deve diventare un reato?
By this weekend, those six centuries,
they're a rumor.  They never happened.
Today is history.

I nazisti probabilmente non potevano vincere. A forzarli a un continuo rialzo contro il resto dell'umanità non era la follia di un leader, ma le premesse ideologiche del nazismo stesso, e una strategia a medio-lungo termine basata sul saccheggio. I nazisti potevano soltanto andare a sbattere, e infatti è andata così: e da quando è successa ci sembra la cosa più logica. Ma può essere estremamente utile tentare qualche volta l'esercizio mentale di immaginare come sarebbe il mondo se i nazisti avessero vinto, un eventuale 2013 che fosse anche l'anno 80 dal cancellierato di Adolf Hitler. È un'esperienza che può mettere a disagio, immaginare un mondo che per molti di noi sarebbe semplicemente inabitabile: un mondo nazista è un mondo che ci avrebbe quasi sicuramente impedito di nascere, e di crescere come siamo cresciuti, in ambiti sociali che il nazismo avrebbe smantellato.

Non è facile immedesimarsi in un abitante di quel mondo: ci sembra più facile calarci nei panni di un contadino dell'anno Mille, o un sanculotto alla Rivoluzione. Con quei personaggi condividiamo un passato - crediamo di condividerlo (il contadino dell'anno Mille non sapeva di vivere nel medioevo, né probabilmente nell'anno Mille). Ma con un nazista del 2013 non abbiamo in comune nemmeno quello: il suo passato non è il nostro. È stato completamente riscritto, in fondo è quello che fanno tutti i vincitori. Il nazista del 2013, per fare l'esempio più semplice, non avrebbe mai sentito parlare di ebrei fuori dai corsi di storia medievale, o di geografia del Medio Oriente. I nazisti vincitori a metà Novecento avrebbero avuto tutto il tempo per cancellare qualsiasi evidenza di una presenza ebraica in Europa negli ultimi secoli. Anche i ricordi dei nonni si sarebbero adeguati a questa opera di re-iscrizione della memoria collettiva. Se vi sembra impossibile, pensate a cosa hanno fatto i nostri nonni ai loro ricordi: cresciuti in un ambiente in cui il fascismo sembrava buono e giusto, con gli anni e con la necessità si sono presto o tardi quasi tutti convinti che in realtà il fascismo era stato un sistema di potere rovinoso e criminale. Ma se i criminali avessero vinto, i nonni sopravvissuti (e ariani) avrebbero continuato a stramaledire gli inglesi; a guardare cinegiornali e poi fiction in cui le plutocrazie occidentali massacravano vittime inermi, i poveri indù o i pellerossa o i fieri resistenti indocinesi.

Qualche dubbio qua e là sarebbe serpeggiato come oggi serpeggiano le leggende metropolitane: gli ebrei in Europa come le scie chimiche. Forse al di fuori dell'Europa si sarebbero conservate narrazioni diverse, ma liquidate come invenzioni di nemici degli ariani, subumani in cattiva fede. I nazisti del 2013, nipoti dei trionfatori del 1950, forse avrebbero perso del tutto la nozione di quello che noi ogni tanto chiamiamo "Male assoluto". Al passato caotico e promiscuo - quel passato in cui un afroamericano aveva vinto quattro medaglie di atletica leggera ai giochi olimpici di Berlino - non avrebbero potuto guardare che con orrore e un misto di attrazione perversa (nel modo uguale e contrario con cui gli accessori del nazismo diventarono feticci erotici nel secondo dopoguerra). I loro studenti sarebbero molto più informati di noi sugli orrori coloniali di Francia, Regno Unito, USA e sulle miserie dell'URSS: forse qualche episodio sarebbe stato esagerato ad arte, ma in effetti non ci sarebbe nemmeno bisogno di truccare le carte più di tanto, ogni potenza ha armadi pieni di scheletri. I nipoti dei nazisti non avrebbero il minimo dubbio di vivere nel migliore dei dopoguerra possibili, dopo che i nonni hanno vinto una guerra in cui la posta in gioco era la sopravvivenza dell'umanità ariana; e reagirebbero disgustati a chi proponesse loro l'esercizio speculare: come si può immaginare un mondo in cui americani e i russi si spartiscono l'Europa, un melting-pot irrimediabilmente contaminato e devastato da comunismo e liberismo selvaggio? Un mondo del genere non avrebbe sopravvissuto per più di una generazione...

Ora che siamo arrivati a questo punto, ora che abbiamo immaginato un mondo in cui il passato è stato totalmente riscritto fino a diventare credibile - e quindi ebrei e zingari d'Europa non sono stati sterminati, non sono mai esistiti - facciamo un passo indietro, ma cercando di mantenere quel senso di vertigine. Siamo nel nostro 2013. I nazisti hanno perso, non prima di aver massacrato sei milioni di ebrei. Come facciamo a saperlo? Come possiamo essere sicuri che non sia un'invenzione dei vincitori, una re-iscrizione del passato? Magari gli Alleati avevano cose terribili da farsi perdonare, e hanno reagito fabbricando un passato in cui sono i buoni, i salvatori dell'umanità. Questo peraltro spiegherebbe come mai la Seconda Guerra Mondiale è l'unica che riusciamo a leggere con le lenti che uno storico dovrebbe buttare via alle elementari, i Buoni contro i Cattivi: onestamente, com'è possibile? Che nella Storia degli adulti ci sia ancora spazio per un conflitto in cui i Cattivi vogliono conquistare il mondo e sterminare i nemici, e i Buoni riescono a costo di uno sforzo inaudito a impedirglielo? Non assomiglia più a una fiaba che al modo in cui vanno le cose nella vita vera? E quindi? Come lo risolve, ognuno di noi, questo dubbio di vivere all'indomani di un passato cancellato e riscritto da un ufficio propaganda?

Dico come l'ho risolto io: non con la rimozione. Non mi sono turato le orecchie, non ho gridato LA LA LA LA NON TI SENTO ai negazionisti che venivano a mettere in dubbio le cose che mi sono state insegnate fin da piccolo. Ho ascoltato un po' di quel che dicevano; poi ho letto altri che rispondevano, e ho risolto che per quanto posso capirne io, nello spazio limitato della mia esistenza e del mio cervello, i negazionisti si sbagliano. Il loro passato è meno credibile del passato che insegniamo a scuola. Ci sono prove che li smentiscono; certo, col tempo le prove si possono falsificare, ma tra loro e il consenso scientifico io continuo a fidarmi del consenso scientifico, che non è univoco: si dibatte ancora sul numero, sull'uso delle camere a gas; e questo più di ogni altra cosa mi convince: il fatto che esista un dibattito e non una verità assoluta; che i negazionisti non siano arrestati, ma contestati con argomenti e con prove.

Viceversa, se il negazionismo diventasse un reato; se bastasse negare il passato per essere portati via e processati; se io vedessi accanto a me persone che vengono portate via e processate per il solo motivo di pensare che le cose siano andate in un modo diverso, ecco, a quel punto il dubbio comincerebbe a ripresentarsi anche alla mia porta: perché non avrei il diritto di avere, tra tante, proprio quell'opinione? Probabilmente in un mondo in cui i nazisti avessero vinto, chiunque si ostinasse a portare prove di una presenza ebraica in Europa centrale verrebbe arrestato e imprigionato (magari proprio in alcuni campi in Europa centrale). Voi invece volete arrestare e sanzionare chi nega la Shoah o la ridimensiona. Un po' lo capisco. Dopo decenni di dibattito storico, non è che puoi venirtene a dire che la Shoah non c'è stata: non è un'opinione, è una negazione di evidenze, di prove; è presentarsi a un convegno di paleontologia con la Bibbia in mano e affermare che i dinosauri sono tutti falsi perché sulla Bibbia non ci sono. E infatti io non invoco la libertà di opinione; peraltro non sono sicuro che tutte le opinioni la meritino. Preferisco pensare a un dovere, per ogni opinione condivisa e credibile, di difendersi da qualsiasi obiezione possibile senza chiamare la psicopolizia. Altrimenti la tua opinione non è più davvero condivisa e credibile: è soltanto difesa con la forza da un dubbio che evidentemente fa paura. E perché dovrebbe fare paura?

Uno dei motivi per cui sappiamo tante cose sulla Shoah, e tante altre continuiamo a impararne, è proprio la necessità che hanno avuto i superstiti di misurarsi col negazionismo, portando prove e testimonianze: nessuna delle quali magari per sé è definitiva - ma quando hai migliaia di persone che ti raccontano la stessa cosa, il negazionismo è sconfitto. Questo enorme e prezioso lavoro ci ha reso un servizio migliore di qualsiasi legge contro un'opinione. Anzi. Se avessimo iniziato a negare il negazionismo da subito, oggi non avremmo forse strumenti oggettivi per contrastarlo razionalmente. L'abitudine a procedere per dogmi ci avrebbe reso insensibili alla necessità di trovare prove documentarie. Il negazionismo ci serve a tenerci in allenamento, a non ripiegarci mai sulla risposta più semplice: "le cose sono andate così e basta". No. Noi avevamo bisogno di dimostrare che le cose erano andate nel modo pazzesco in cui erano andate. Abbiamo scavato, abbiamo domandato, abbiamo ascoltato, abbiamo tratto delle conclusioni (non univoche); e così i nazisti hanno perso. Come faccio a sapere che hanno perso? Come faccio a sapere che non hanno vinto, e hanno riscritto la storia assegnando i loro crimini agli sconfitti?

Io so che hanno perso perché sono qui, adesso, e mi posso immaginare la loro vittoria senza che nessuno mi denunci o voglia portarmi via. Si chiama libertà di opinione, credo. Preferirei chiamarla necessità di dubbio. Lo "scuoter del capo su verità incontestabili" è bello - lo diceva un tizio a cui i nazisti davano la caccia. Aveva in effetti idee discutibili. Ma i suoi dubbi sono ancora meravigliosi.

26 commenti:

  1. Infatti questo ddl avrà come risultato quello di diffondere le "teorie" negazioniste. Già me li vedo i cialtroni ad atteggiarsi a martiri della libertà contro l'oscurantismo dei media mainstream. In ogni caso verrà certamente cassata dalla corte costituzionale e si saranno persi mesi inutilmente. E poi oltre ad essere incpstituzionale è anche scritta coi piedi. Cosa vuol dire negare i genocidi? Chi decide quali genocidi siano negabili e quali no? Una commissione pd-pdl? Uno zanardo qualunque che nega i massacri dei palestinesi sarà condannabile? I massacri in ex jugoslavia possono essere consoderati genocidio o sono solo semplici massacri en passant?
    Vi prego di notare nelle mani di quale gente siamo!

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  2. Ricorderò sempre quando alle superiori una mia compagna di classe disse "Prooof! Oggi è il giorno dell memoria. Cioè,tipo, perchè non parliamo un po' della memoria così poi non interroga?". E il mio prof di storia e filosofia senza fare una piega espose tutte le teorie storiografiche sulla Shoa, dal negazionismo ai calcoli dei numeri delle vittime fatti dai diversi autori. Ovviamente la lezione venne considerata parte del programma e oggetto di domande in interrogazione. Un grande.

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  3. Ammetto l'ignoranza, non conosco questo ddl e non mi interessa, e non credo porterà via molto tempo oggettivamente. Di per sè non sembrerebbe possibile colpire reati di opinione... Bisogna vedere come si configura.
    Esiste anche il reato di apologia del fascismo tuttavia, al quale crediamo tutti credo, che di fatto vieta una particolare forma di espressione, quella di inneggiare e di diffondere teorie fasciste e naziste.
    E' un eccezione del diritto, che come diceva pertini, lascia libertà a tutti, tranne a quelli che vogliono togliermi la libertà.
    Io quindi ritengo che i negazionisti siano degli invasati, come i creazionisti che vorrebbero togliere darwin dalla scuola e che quindi siano pericolosi, proprio perchè negano la storia, la ricerca storica, in nome dell'ideologia nazista. Quindi è una forma di apologia.

    Dario

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  4. Perfino a me è venuto per un attimo il dubbio che possa esserci qualcosa di vero nelle teorie negazioniste. Conoscevo queste pseudo-teorie da tempo, ma il pensiero che volessero rendere illegali queste farneticazioni, mi ha per un attimo interdetto. Voglio dire: esiste la flat earth society, xkè prendersi la briga di fare una legge per impedire a pazzi deficienti di dar fiato alla bocca? Prevedo una grande diffusione delle idee negazioniste in futuro.

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  5. Vediamo se per una volta ci viene risparmiato il consueto intervento geniale,
    "e le foibe....?"

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  6. Quel che non mi torna del negazionismo è che a portarlo avanti sono i neonazisti. Voglio dire: se sei nazista, dello sterminio di sei milioni di Ebrei dovresti farti un vanto, in quanto coerente conseguenza di una politica fieramente antisemita.
    Cioé, come si tiene insieme uno slogan come "Ebrei ai forni" con il negazionismo?
    Ovviamente sto dicendo una cosa inutile: è solo una riprova non necessaria della miseria morale, della vigliaccheria e dell'isteria dei nazisti, neo o vetero.

    Per quanto riguarda il tema del post, sono d'accordo.

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  7. In effetti la questione va molto al di là del negazionismo.
    Si rimane ugualmente interdetti anche di fronte ai concetti di “apologia di reato”, “apologia del fascimo” e, perfino, “ricostituzione del partito fascista”.
    La questione di fondo, secondo me è la seguente: come dobbiamo porci, in quanto tendenzialmente democratici, di fronte a ciò che è tendenzialmente antidemocratico o di fronte a ciò che contraddice "concezioni" assunte come "indiscutibili"?
    Una legittima conclusione potrebbe essere che, nonostante ci siano buoni motivi per temere la (ri)costituzione di un partito/regime fascista, bisognerebbe evitare le eccezioni del diritto. È vero che tra quelli che godono della libertà (pur sempre relativa... ma questa è un'altra questione) ci saranno sempre anche quelli che me la vogliono togliere, ma ho la sensazione che il problema non si possa risolvere togliendola preventivamente a loro (sia pure in misura minima).
    Si può e si deva fare di meglio!
    Mi spiego con un esempio che non ha niente a che vedere con il fascismo, con le minacce sovversive o con il negazionismo, ma che ha vagamente qualcosa a che vedere con il concetto di reato di opinione e con l'apologia di reato.

    Nel 2006 è stato costituito in Olanda il Partij voor Naastenliefde, Vrijheid en Diversiteit (Partito dell'Amore per il prossimo, Libertà e Diversità). Uno dei punti programmatici di questo partito prevedeva la legalizzazione del sesso tra adulti e bambini di età superiore ai 12 anni. Dunque stiamo parlando di una “opinione” che oggi, in buona parte del pianeta, viene considerata insostenibile. Ricordo che alcuni rappresentanti politici di vari paesi si agitarono molto e dichiararono immediatamente cose alquanto spiacevoli, sia nei confronti del suddetto partito che dell'intero paese in cui era stato fondato. In Italia si distinse, tra gli altri, un certo Giovanardi.
    Gli olandesi, che pure reagirono all'apparizione di quel partito in maniera non certo entusiasta, rimasero piuttosto tranquilli (anche dal punto di vista mediatico). Ci fu comunque una certa (composta) resistenza. La fondazione Soelaas, per esempio, si rivolse al tribunale per chiedere che il partito venisse messo fuori legge. Il giudice rigettò la richiesta scrivendo, tra l'altro: “Soelaas ha voluto esprimere le proprie preoccupazioni di natura etica. Ciò è di gran lunga insufficiente per proibire la costituzione di un partito politico”.
    Pochi mesi dopo la sua ufficiale costituzione, il partito palesò la sua volontà di prendere parte alle elezioni per la camera dei deputati. A quel punto le autorità preposte, anziché inveire e strapparsi pubblicamente i capelli nelle piazze e negli studi televisivi, chiesero tranquillamente di poter vedere, entro un certo termine stabilito per legge, le dichiarazioni individuali di sostegno raccolte dal partito (meccanismo attraverso cui un partito politico può legittimarsi per le elezioni). Alla fine le dichiarazioni risultarono insufficienti per superare la soglia prevista. Quindi per questo motivo (e SOLO per questo motivo) il partito non poté presentarsi alle elezioni del 2006.
    Successivamente, nel 2010, lo stesso partito venne sciolto a causa di un insufficiente numero di firme di sostegno.

    Mi spiego?

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    1. Il Partij voor Naastenliefde, Vrijheid en Diversiteit mi sembra un ottimo esempio.

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  8. Il problema, credo, è qiello della deriva. Ieri proibirono di elogiare il fascismo e mi sta bene, oggi proibiscono di negare l'olocausto, e mi sta bene anche. Ma domani? Chi può assicurarci che non vada un giovanardi al governo? E se diventasse "apologia di spaccio" proporre la legalizzazione delle droghe leggere? E se diventasse vietato chiamare bush criminale? E se costituisse reato negare i "benefici" della globalizzazione? Possiamo affidare a una classe politica per lo più corrotta e inetta il compito di decidere cosa sia lecito PENSARE e SOSTENERE?

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    1. Non sono d'accordo. Non credo che sia utile o possibile proteggersi a priori dalla propria classe politica.
      Non è che si possa rifiutare l'intromissione dello stato nelle tendenze e opinioni dei cittadini per mancanza di fiducia nella propria classe dirigente. Se si accetta il “sistema” bisogna accettare anche la funzione della classe dirigente. Altrimenti si rimane fuori dal sistema e lo si contesta integralmente.
      Secondo me il concetto di reato d'opinione non si rifiuta per sfiducia e paura (paura che il potere vada a finire nelle mani sbagliate), ma per fiducia nella logica di un sistema che si vuole quanto più possibile lontano dal totalitarismo.
      Il “modello olandese” (perlomeno limitatamente all'esempio che ho riportato sopra) ci dice proprio che dopo aver costruito molto attentamente il proprio sistema, ci si può permettere (o forse si deve) crederci fino in fondo. Se si vuole che la tolleranza sia un principio fondativo del proprio sistema, non si può essere intolleranti né con una “classe” di sospetti corrotti/inetti né con una “classe” di sospetti pedofili. Per le “deviazioni” (rispetto a quella cosa complicatissima e imperscrutabile che sono i valori condivisi) deve poter bastare l'integrità del sistema, ossia la corretta manutenzione del suo tasso di legalità.
      Tutto il resto, a partire dalla “psicopolizia”, è fallimento.

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    2. Forse mi sono spiegato male. Sono d'accordo con te: la libertà di parola o c'è e vale per tutto (tranne le diffamazioni) o non c'è. Tertium non datur. Ho fatto l'esempio della classe dirigente che abbiamo, ma avessimo anche 1000 illuministi in parlamento, non dovrebbero proprio metter becco in questioni del genere.

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    3. Si, certo, mi era chiaro che sulla conclusione del ragionamento fossimo d'accordo.
      Tuttavia volevo far presente che, secondo me, il percorso fatto per arrivare a quella conclusione è molto importante.
      Il punto fondamentale del mio ragionamento non è che "la libertà di parola o c'è e vale per tutto o non c'è", ma che la libertà dovrebbe sempre fondarsi sulla inscindibile coppia di tolleranza e legalità. E' questa coppia che deve valere sempre per tutto e per tutti. Se invece subentra la paura che il sistema sia insufficiente (o perché manchi la fiducia nella classe politica o perché si teme che un elettorato immaturo possa scivolare verso il consenso a forme di totalitarismo), si tenderà prima a fare alcune eccezioni (prevedendo particolari reati di opinione, per esempio) e poi a fare altre eccezioni (perché no?), fino al momento in cui l'eccezione diventa la regola. E quando le eccezioni tendono a diventare una regola, le cose tendono ad andare piuttosto male, in genere, secondo me...

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  9. ottimo post da sottoscrivere parola per parola , sul tema del vivere nell'Europa nazista post '45 consiglio il romanzo Fatherland di Robert Harris
    Matteo Z.

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    1. Infatti, ottimo post.
      Due annotazioni sparse.
      1) Oltre a Fatherland (che non ho mai letto), segnalerei anche "The man in the high castle" ("La svastica sul sole", di Philip Dick) come un ottimo esempio di "storia alternativa".
      2) Anch'io (come H-F, e direi Leonardo) penso che i reati di opinione (salvo la diffamazione, poiche' questa danneggia qualcun altro in modo diretto) non dovrebbero esistere. E penso sia utile ricordare che i reati come l'apologia del fascismo fanno parte delle DISPOSIZIONI TRANSITORIE della nostra Costituzione: che, dal mio punto di vista, significa che i Costituenti le hanno introdotte solo come misure eccezionali da applicare per un tempo limitato (quello in cui la ricostituzione del partito fascista poteva essere un vero pericolo).

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    2. In effetti era anche vietato agli aspiranti al trono l'accesso all'Italia onde evitare una potenziale restaurazione della monarchia. Oggi che la forma repubblicana non è più messa in discussione tale disposizione è stata abolita.
      Ma non sono sicuro che i gruppi fascisti all'oggi siano trascurabili.

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    3. Dick è un grande, però a mio parere "La svastica sul sole" non è un granchè. Ricordo che prima di leggerlo avevo grandi aspettative, e poi rimasi deluso, probabilmente a causa delle grandi aspettative che avevo. Cmq non sono un critico nè un letterato, ma secondo a me confrontato con "Ubik" o "I simulacri" risulta un'opera quasi mediocre.

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    4. MEZZO-SPOILER
      Forse perché non è tanto un'opera di fanta-politica quanto un delirio onirico, tipicamente alla Dick.

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  10. l'apologia di fascismo deriva dal fatto che si voleva debellere la possibilità di un ritorno al fascismo proprio grazie alle elezioni.
    ed è ancora giusto proebire la costituzione e la propaganda di partiti che proebirebbero l'esistenza di tutti gli altri partiti come hanno mostrato di saper fare.
    fascismo è sinonimo di violenza, razzismo, dittatura, è appunto come inneggiare alla pedofilia.
    ognuno pensa gli orrori mentali che vuole ma nel momento in cui ne rende partecipi altri pubblicamente commette un reato.
    pribke poteva pensare quel che voleva in privato, ma chi fa sue le sue tesi pubblicamente va sanzionato

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  11. Il pezzo di Leonardo mi sembra un interessante spunto di riflessione: noi dovremmo credere in qualcosa perché abbiamo prove in merito, non perché pensare altrimenti è vietato.

    Quando andavo alle scuole elementari, le maestre ci avevano detto che le moltiplicazioni per 10-100-1000 non potevano essere messe in colonna: era proibito e basta. Col senno di poi posso intuire che l'avessero fatto per convincerci che non era necessario metterle in colonna visto che bastava spostare la virgola (ah, le gioie del sistema decimale che gli anglosassoni ignorano!), però la tentazione di scrivere 23 x 10 in colonna solo perché qualcuno l'aveva proibito c'era sempre.

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  12. tutto dipende dal contesto e dal modo in cui si nega lo sterminio degli ebrei:

    se è per fini accademici, all'interno di dibattiti storici da parte di organizzazioni culturali va bene

    se è da parte di organizzazioni para militari o legate preminentemente a gruppi neonazisti o neofascisti deve essere considerato reato, per

    priebke è un simbolo nel neo-nazismo, merita di essere trattato con cautela

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  13. Come mai il tag: ebraismo? Il post tratta di negazionismo e di censura.

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  14. naturalmente nessuno dovrebbe essere oerseguito per le sue idee
    infatti nessuno in italia è perseguito perché fascista, non è vietato essere fascisti:
    è vietata l'apologia e la ricostituzione dle fascismo
    son cose diverse, in una te la vedi con il tuo specchio ed eventualmente il padreterno, nell'altro caso con il codice penale
    stessa cosa dovrebbe essere per il negazionismo e altro:
    pensare le cose e dirle è una cosa, fare propaganda di certe idee è un'altra cosa
    dire "legalizziamo l'erba" è una cosa, distribuire volantini (magari davanti a una scuola) dove si narrano le virtù miracolose della coccaina o dell'ecstasy può essere un'altra cosa
    nutrire dubbi sull'entità dello sterminio è una cosa, organizzare pogrom (anche se solo via facebook) è un'altra cosa
    le leggi andrebbbro scritte bene, tenendo conto di come potranno essere applicate, magari non sull'onda di campagne emotive (battiamo il ferro priebke finch'é è caldo): sono strumenti e devono essere ben "fabbricate" per l'uso che se ne vuol fare
    però, farsi un giro (per esempio) a via del portico d'ottavia il 16 ottobre e immaginare 1.400 romani rastrellati, messi sui camion e spediti nei campi fa un certo effetto. immagino lo stesso se fai un giretto a marzabotto e in mille altri posti
    e poi va considerato l'aspetto molesto:
    siamo sicuri che se rompo il cazzo al mio vicino di casa ebreo faccio una molestia, se vado in tivvù e rompo il cazzo a tutti gli ebrei sto esercitando le mie libertà costituzionali...
    ma lo stesso discorso vale per gay, donne, rom, ecc.
    forse non servono leggi speciali per ogni singola minoranza (che poi nel caso delle donne non sono neanche minoranza), magari ne basta solo una generica, magari c'è già

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  15. http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2013/10/21/1244/comment-page-2/#comment-123418

    Andrea Kimboz

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  16. I negazionisti non hanno solo un' opinione: hanno un progetto. Sono nazisti e antisemiti. Sono razzisti, vogliono costruire quella società lì, "come se avessero vinto". Possono ancora vincere, e perciò le loro opinioni sono reati, ed è bene che lo siano. Non tutte le opinioni sono rispettabili, non tutte devono essere libere, perché i nazisti sono cattivi davvero. Questa fretta nel proporre il reato di negazionismo rivela una cattiva coscienza: non reprimerli abbastanza negli stadi, concedere spazi pubblici a Casa Pound, esserseli tenuti per tutta la storia della Repubblica nei servizi e nelle polizie, avergli fatto mettere bombe, costruire depistaggi, allearsi con la Banda della Magliana, e non applicare mai, noi Repubblica, le leggi penali su apologia di fascismo e istigazione all' odio razziale; fare finta che la Lega non sia nazista, avere ancora Calderoli vicepresidente del Senato nella completa impotenza delle proteste. Nelle scuole scandalizzarsi se suona un cellulare ma fregarsene se i ragazzi sono antisemiti senza nemmeno sapere chi sono gli ebrei. Se volevamo arrestarli, ne avevamo di spazio...

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