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mercoledì 23 ottobre 2013

Atlante dei luoghi comuni

A Modena, lo avrete sentito, è successo un fatto orribile. Una sedicenne è stata stuprata da un gruppo di ragazzi poco più grandi di lei, in una festa in casa. Se servisse qualcosa vorrei ringraziare la ragazza che ha avuto il coraggio di denunciare i cinque pezzi di merda, e augurarle di superare al più presto quel che è successo. Ma onestamente spero non stia leggendo blog o giornali in questi giorni. Soprattutto le testate nazionali, perché alla fine i locali in questo caso non mi sembra si siano comportati troppo male: hanno raccontato la storia senza tradire generalità, ambientandola in una non meglio precisata "Modena bene" a cui poi ognuno dà il senso che preferisce. La stampa nazionale, invece.

La stampa nazionale si è comportata come si comporta in milioni di casi come questo; non avendo nulla da aggiungere ai fatti raccolti dalle redazioni locali, si è limitata copiare e incollare le informazioni e slegare gli opinionisti. Costoro si sono messi immediatamente ad abbaiare alla luna, con una tecnica affinata nei secoli, che forse non mi darebbe il voltastomaco se stavolta qualcuno non avesse davvero fatto male una ragazza a pochi km da casa mia. Provo a spiegarmi meglio con un esempio: quante volte vi sarà capitato, dai Novanta in poi, di leggere o ascoltare qualche accigliata tirata contro le stragi del sabato sera, i ragazzi che pensano solo a bere e poi s'ammazzano, la cultura dello sballo, bla bla, tutta roba in linea di massima persino condivisibile (passare le notti a bere e a guidare non è effettivamente il massimo della vita e della razionalità) e mortalmente noiosa?

Poi magari una notte muore un vostro amico, e non era un coglione: non beveva più di tanto, non stava guidando, aveva un sacco di progetti e impegni, e una sera ha avuto un colpo di sonno o di sfortuna. Un momento era una persona. Il momento dopo, sui giornali, una statistica. A quel punto il primo giornalista che vi passa vicino e osa dire "cultura dello sballo", o "gioventù senza valori", voi lo prendete per il collo. Ma alla fine sta solo lavorando. Il suo mestiere è ululare ovvietà alla luna. C'è chi li legge, quei pezzi lì, c'è chi compra il giornale apposta. Non l'ha mica ammazzato lui il vostro amico. In effetti non gliene frega nulla, non lo conosce, il fatto di cronaca non gli interessa in sé, ha soltanto bisogno di uno spinto per generalizzare, e parlare del vuoto di valori eccetera eccetera.

Siamo tutti stupratori

In agosto a Modena hanno chiuso una ragazza in bagno e l'hanno stuprata a turno. Dietro ci sono delle responsabilità oggettive, probabilmente anche errori pregressi di genitori ed educatori; ma l'opinionista non è nella posizione di identificarli e di prendersela con loro. Lui fa un altro mestiere: generalizza. Non gli interessano minimamente i colpevoli, perché siamo tutti colpevoli, la società è colpevole, siamo tutti educatori falliti, siamo tutti stupratori, e le nostre ragazze sono tutte incaute ad andare a certe feste e accettare certi drinks. E questo non è Giovanardi. Magari lo fosse. Un discorso reazionario da Giovanardi me lo aspetto, se non lo facesse probabilmente glielo solleciterei. Il punto è che certe cose me le ritrovo scritte da un'opinionista intelligente, seria, progressista, come la De Gregorio.

"Ce l'avete, ce l'avete avuta una figlia di sedici anni? Che si veste e si trucca come la sua cantante preferita, che sta chiusa in camera ore e a tavola risponde a monosillabi, che quando la vedete uscire con il nero tutto attorno agli occhi pensate mamma mia com'è diventata, ma lo sapete, voi lo sapete che è solo una bambina mascherata da donna e vi si stringe il cuore a vederla uscire fintamente spavalda. Dove va, a fare cosa, con chi".

Va avanti così per un altro paragrafo, ma fermiamoci un momento. Stiamo parlando di una persona che non conosciamo. Magari era esattamente come se la immagina la De Gregorio, magari un tipo del tutto diverso; allo stesso modo come tra le vittime delle Stragi del Sabato Sera c'erano ragazzi pieni di idee e di progetti ecc., ma sono morti lo stesso perché un coglione nell'altra corsia ha sbagliato un sorpasso. Io so che la De Gregorio non vuole colpevolizzare la ragazza. Ma lo so unicamente perché ho una certa idea di come la pensa la De Gregorio sull'argomento. Se invece fossi una ragazza di 16 anni, e questo fosse il primo pezzo che leggo di lei, mi domanderei: perché continua a parlare di me - e senza conoscermi? Perché ha cominciato il pezzo parlando di me, e va avanti a parlare di me, invece di sottolineare che ci sono cinque pezzi di merda che mi hanno chiuso in bagno? In seguito arrivano anche i cinque pezzi di merda, ma perché non sono in primo piano? Perché ci sono io che mi metto il nero attorno agli occhi, è un problema se a 16 anni mi metto il nero attorno agli occhi? È un invito ad abusare di me? Vuole veramente suggerire questo? No, non lo vuole suggerire.

Allora, proprio perché non c'è nessun atteggiamento di una ragazza - nessun mascheramento, nessun nero intorno agli occhi, nessuna agghiacciante preferenza musicale - che possa in un qualche modo giustificare quello che è successo, perché indugiare in queste cose? Per solleticare il senso di colpa del lettore-genitore, punto. Hanno stuprato una ragazza da qualche parte. La prossima potrebbe essere la tua. Non sai più con chi esce. Non sai perché si veste in un certo modo. Povero genitore apprensivo, cosa farai? Boh, non so. Di solito questi discorsi finivano con un caldo invito a votare un partito che ripristinasse l'Ordine e la Legalità. Ma qui siamo su un quotidiano progressista. O no?
Siamo ancora su un quotidiano progressista?


Geolocalizzazione dei luoghi comuni. La stampa nazionale si scrive a Roma o Milano, e quando capita che si ragioni di un fatto non accaduto in queste due popolose città, l'opinionista volenteroso tira fuori dallo scaffale una specie di Atlante DeAgostini Dei Luoghi Comuni, un'edizione limitata che hanno solo nelle redazioni, che serve a spiegare al giornalista com'è fatta quella città in poche semplici parole: Cremona? Torrone. Varese? Leghisti? Genova? Tirchi. Modena?

Modena, sempre secondo la De Gregorio, sarebbe "la più rassicurante delle città emiliane, la Modena delle scuole modello degli imprenditori che non si arrendono al terremoto, delle donne imprenditrici che vendono figurine nel mondo, dei ristoranti celebrati oltreoceano". Forse per la prima volta nel DeAgostini mancano Don Camillo e Peppone, anche se se ne intuisce il profilo tra un asilo e un'osteria. No, sul serio, sembra l'atlante di quando andavo all'asilo, al polo nord c'era un pinguino e in mezzo alla Pianura Padana una Ferrari. Modena è per prima cosa una città di duecentomila abitanti: se state a Roma o a Milano vi possono sembrare pochi, però, fidatevi, non è un paesello con un paio di scuole fatte bene e un bel ristorante. C'è pure la miseria a Modena; c'è una criminalità che ha sempre dato prova di una notevole vitalità: negli anni Ottanta era una piazza così importante per l'eroina che alla mattina i tossici delle altre città emiliane (meno rassicuranti?) arrivavano in treno. In seguito fu forse la capitale europea della tratta delle nere, durante il conflitto jugoslavo se dicevi "Modena" a un camionista bosniaco lui ti faceva i complimenti, la Bruciata era famosa nel mondo. Modena è tutto questo e tantissime altre cose, comprese quelle famiglie tranquille che lasciano i figli a casa soli al sabato e loro invitano gli amici e si fanno di ogni; e a volte ci scappa il sesso di gruppo anche con chi non vuole o non riesce a sottrarsi. Come in centinaia di altre città in Italia, più grandi, più piccole, più povere, più ricche e non c'entra niente il terremoto (che a Modena ha fatto cadere un vaso e due calcinacci), o le scuole modello di Reggio nell'Emilia, che per inciso non è Modena, neanche provincia. Modena, se non la conosci appena un po', non vuol dire niente; non è che se stuprano una ragazza a Roma io mi metto a scrivere "nella città eterna, all'ombra dei fori imperiali e delle basiliche della cristianità che furono set dei più acclamati film neorealisti"; non sarei ridicolo se lo facessi? Ma possibile che stuprino una ragazza nella città dove Bottura ha il ristorante?

(E continua pure)

25 commenti:

  1. A leggere solo l'articolo della De Gregorio, sembrava che per quanto avesse bevuto (come anche gli altri) la ragazza fosse probabilmente consenziente, e alla fine fosse tutto un pippone moralista sul fatto che il sesso di gruppo non sta bene, non si fa, e anche se non e' illegale comunque e' uno scandalo, e state attenti che forse forse pure vostra figlia...

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  2. hai detto le due parole magiche del giornalismo italiano:
    generalizzare e luoghi comuni
    certo, poi c'è la fretta, la noia (quanti stupri avrà dovuto commentare pri a di aver voglia di scrivere qualcosa di diverso? così, tanto per cambiare)
    probabilmente ha scritto puttanate anche descrivendo/inventando sugli stupratori, ma almeno loro sono colpevoli di qualcosa
    se tu sei in macchina alle quattro di notte e ti arriva uno addossso e ti ammazza nessuno pensa, neanche lontanamente che te la sei andata a cercare (eppure si sa che è l'ora più pericolosa in percentuale, ma è anche l'ora in cui ci sono meno macchine in giro, per dire)
    quindi che differenza dovrebbe fare il nero intorno agli occhi?
    dopo quanto nero si favorisce lo stupro?
    siamo contrari alla pena di morte per i pluriomicidi americani, ma simao ancora al "sì. però lei..."
    che tristezza, appunto come dici te: non è giovanardi è de concita de gregorio...

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  3. Sono senza parole. A parte "che schifo". Grazie per la segnalazione, se non ti secca faccio girare (con fonte), eccetera.

    I termini usati dalle femministe in questi casi sono "slut shaming" ("dagli alla troia", insomma) e "rape culture" ("il maschio c'ha i suoi istinti, che ci vuoi fare"). Direi che rendono.

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  4. interessante anche l'articolo di Covacich (più per la discussione nei commenti) http://www.ilpost.it/2013/10/21/violenza-modena-covacich/

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  5. io però temo che in tutto quello che vogliamo dire sui difetti di questo articolo, nessuno parli dell' unica cosa che mi sarebbe utile se fossi una ragazzina di sedici anni: non devi stare al gioco di nessuno se non è`anche il tuo gioco. Ecco. I sedicenni, i diciottenni, i cinquantenni, maschi, femmine, vergini e non, andrebbero incoraggiati in questa presa di posizione: capire qual è il gioco che vogliono giocare e aiutarli a dire di no tutte le volte, tante, che la vita ti mette davanti l' obbligo di "scegliere" il gioco di un altro. Non so eprchè questa è l' unica cosa dell' articolo che mi è saltata all' occhio, la più utile e con il rpecedente di Camille Paglia che tanti anni fa si è fatta dare addosso da tutti i progressisti femministi per aver detto una cosa affine a proposito del date-rape. Si chiama autodeterminazione ed è difficilissima da trovare, andrebbe incoraggiata di più. Anche per quei maschi stupratori nel gruppo.

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    1. Okay, ma qui ancora una volta si pone in primo piano la responsabilità di quella che è la VITTIMA. E' un paragone odioso perché un portafogli e l'integrità di una persona non sono sullo stesso piano, ma se è scontato e sensato dire: tieniti vicina la borsa sull'autobus hai visto mai che ti scippino, la cosa fondamentale è che noi - normalmente - insegnamo prima di tutto ai nostri figli a NON RUBARE. Perché vivaddio, sono le basi del vivere civile. Ecco, la cosa che a me spaventa è che ci affanniamo tanto a dire alle ragazze "mi raccomando, di' di no se non te la senti!" - giustissimo, eh - ma non si fa abbastanza passare il messaggio che il silenzio (o l'ubriachezza, o lo stordimento, o la timidezza) di una ragazza NON E' ASSENSO. Non è che perché una ha le difese abbassate allora tana liberi tutti, è lì per te come una cosa da prendere. Quindi: benissimo e bellissimo insegnare ad autodeterminarsi, ma magari anche fare un discorsetto in più ai propri figli sul non prevaricare la PERSONA che hai davanti, anche se magari è troppo ubriaca per dire sì o no, ecco, non farebbe male a nessuno.

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  6. Leo, una cosa davvero giusta l'hai scritta nel pezzo, ovvero che l'articolo della De Gregorio punta ai genitori delle ragazze. è un articolo parziale, che tralascia un tot di aspetti? sì. ma siccome non è l'articolo dei vari cronisti che hanno parlato di famiglie per bene e bla bla, ci sta che sia parziale.

    alla De Gregorio ribadire che questi sono cinque pezzi di merda non interessa, lo dà per scontato. quando parla di Modena secondo certi luoghi comuni, in realtà sta dicendo che queste cose avvengono anche in contesti relativamente tranquilli. e lo sono, a leggere le statistiche nazionali, come lo è la mia città, grande come Modena, un po' meno rossa di Modena, forse, con una vita quotidiana probabilmente vicina, con tanta eroina negli anni '80, con un reddito pro capite buono fino a pochissimi anni fa, con un livello di istruzione tutto sommato superiore alle medie nazionali. dipinge Modena e quel contesto proprio per dirci che non c'entra dove viviamo e quanto tranquilla o bella o facile da vivere ci sembri la nostra città, ci dice che non sono episodi da quartiere Zen di Palermo o da periferie di baracche di qualche città d'Italia o del mondo. ci mette in guardia da questa tranquillità.
    sono luoghi (fisici, culturali, realzionali) dove noi genitori di sinistra mediamente abbiamo educato i nostri figli all'accoglienza del diverso, dello straniero, del mondo. gli abbiamo educati alla fiducia, perchè noi invece eravamo stati educati al non fidarsi di nessuno, con tutte le degenerazioni del caso (non fidarti di quello appena appena diverso da te. non fidarti degli uomini se sei donna, delle donne se sei uomo, del collega, di nulla)

    e siccome sapevamo che non era giusto, abbiamo spesso fatto il contrario, non abbiamo messo in guardia i nostri figli dal fatto che al mondo esistono i pezzi di merda, gli stupratori, i ladri, i borseggiatori, col risultato di avere ora spesso figli e figlie così fiduciosi da essere tonti, da avere figlie che appunto non si rendono nemmeno conto che qualche pezzo di merda lì fuori, qualcuno che che le conosce e va nella stessa scuola, equiparerà il nero sugli occhi o la sbronza ad una disponibilità sessuale.

    e siccome non gliel'abbiamo detto, siccome a certe età comunque da che mondo è mondo il gruppo è la nostra stella polare, loro non sanno appunto sottrarsi a certi meccanismi, non sanno drizzare le antenne, captare i pericoli, la differenza fra un ragazzo che vuole fare sesso con te ed uno che non vede la differenza fra questo e lui e altri quattro insieme, mentre tu sei magari mezza sbronza.

    io (e nessuno, tranne chi direttamente coinvolto) sa di cosa sia successo esattamente nell'episodio di cronaca, questo è lapalissiano, ma la De Gregorio non è una cronista, scrive editoriali, riflessioni ispirate dalla cronaca. non credo instilli sensi di colpa, certo ci dice di stare attenti, all'erta, di non scordarci di dire certe cose ai nostri figli.

    come mammasterdam, a me (che sono madre di una ragazza) ha colpito questo, dell'articolo ed è un colpo buono, perchè anche troppo spesso ci sono genitori come me che proprio non ci hanno pensato a certe cose, che la parola "no" non la sanno dire e non sanno quindi nemmeno insegnare ai loro figli a dirla.

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  7. Una minuzia, tanto per aggiungere cialtroneria alla cartolina da Modena: le "donne imprenditrici che vendono figurine nel mondo" non esistono. Concita De Gregorio fa confusione tra Panini S.p.A. (che ha ancora la sede a Modena ma non è più collegata alla famiglia) e Franco Cosimo Panini Editore (casa editrice fondata da uno fratelli Panini dopo la vendita dell'azienda e oggi diretta dalle sue figlie, che non pubblica figurine)

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  8. Di solito leggo e non commento, ma stavolta ci tenevo a ringraziarti. Grazie.

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  9. A me sembra l'ennesima occasione mancata per parlare alle mamme dei figli maschi oltre che alle mamme di figlie femmine. Le femmine nate prima del 1963 (data di nascita di Concita De Gregorio) avevano seri problemi a dire di sì, quelle nate dopo hanno seri problemi a dire di no, e sul serio sembra che le donne che sono nate nel 1963 non riescano a concepire che la loro battaglia per poter dire sì abbia potuto produrre anche questo. Eppure, dal discorso è SEMPRE esonerato il maschio con le sue richieste, è sempre solo la donna responsabile...e avvertita di non cascarci. Anche questo articolo di Concita è l'ennesima occasione mancata per parlare di sessualità a entrambi, 16 femmine ma anche 16 maschi.

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    1. e anche, per una volta, a parlare ai PADRI di questi figli maschi, che dovrebbero insegnare loro magari anche a rimorchiare le ragazze, ma prima di tutto a rispettarle e rispettare sé stessi

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    2. però scusate: ok, non si rivolge all'educazione dei maschi. e allora? è un articolo che punta su un aspetto della cosa. ma quella cosa che dice è vera. perchè intanto che i maschi crescono e vengono educati al rispetto ecc, le ragazze sono fuori, oggi, non in un ipotetico futuro.

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    3. Diciamo che avrei preferito molto di piu' un articolo moralista ma bipartisan sulla sessualità sbagliata dei 16enni, maschi e femmine. Non solo la femmina che si trucca e sta su Facebook, anche il maschio che scarica video porno e sta su Facebook. Che diamine.

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    4. che sia un articolo parziale lo so e lo vedo pure io. però molto semplicemente mi pare sia un articolo da madre a madri (di ragazze). e in questo senso dice parecchie verità, che sembrano banali.
      il problema è che appunto da pareccho tempo la continua ricerca della complessità ci ha fatto dimenticare di partire (nell'educazione) dalle cose banali.

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    5. Dory guarda, fuori dei denti: accetterei la parzialità di questo articolo se sapessi che Concita De Gregorio è madre di 4 figlie femmine. E invece, ohibò, è madre di 4 figli maschi.

      Metto nel conto che sono deviata dall'esperienza in famiglia di una zia, madre di maschi, che detesta me, mia madre e tutte le donne del mondo -e che guarda caso sostiene che le donne custodiscono un "tesoro" perché possono procreare e ne sono responsabili, mentre i maschietti, poveretti, sono dei tontoloni insidati da mille diavolesse, fossero pure delle brasiliane di 7 anni che sono portate a battere il marciapiede.

      Ma insomma, la parzialità della De Gregorio a te proprio non puzza?

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    6. no, la trovo molto banale, indubbiamente. e insomma, non credo si debba guardare al fatto se è madre di maschi o di femmine. forse perchè da che la leggo o ascolto l'ho comunque spesso sentita parlare di educazione dei maschi e magari ho un pregiudizio in positivo, può darsi.

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  10. - ...se stavolta qualcuno non avesse davvero fatto male A una ragazza
    - ...poche semplici parole: Cremona? Torrone. Varese? Leghisti.[?] Genova? Tirchi.

    A parte i refusi non vedo l'ora di leggere il resto, onestamente.

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  11. Io, in generale, da un po' di tempo, sto cominciando a provare finanche odio per un certo tipo di paternalismo/maternalismo sociologistico ("Ecco, poverini voi... Ora, vi spiego tutto io, di come vada questo mondo infame, di cosa ci sia nella testa dei ragazzi, ecc."). Anche perché, sotto sotto, chi adotta questo tipo di atteggiamento cerca sempre capri espiatori da linciare, che siano individui determinati, "il sistema" o quant'altro (e anche dietro l'etichetta "sistema" stanno sempre persone concrete, che si beccano il fango lanciato dai sedicenti "buoni samaritani"). Io dico che sarebbe giunta l'ora di dare un bel calcio alla retorica, alla voglia di mettersi in vetrina ("Guardate come sono santo, intelligente, bello... Io sì che mi preoccupo per il mondo, che faccio qualcosa di utile..."). La saggezza, a mio modesto parere, sarebbe rinunciare a ogni spiegazione preconfezionata di ciò che ci circonda. Sarebbe fare ciò che diceva Alessandro Baricco in "Castelli di rabbia": guardare il mondo così com'è, sfuggente e travolgente come visto dai finestrini di un treno. Insomma, la saggezza sarebbe anche un bel po' d'umiltà, che nella "sinistra salottiera" manca. Un po' mi spiace per Concita De Gregorio, ma, forse, lei e tanti suoi simili se la sono cercata.

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  12. come disse Stalin:
    un morto è una grande tragedia, milioni di morti sono solo statistica.
    certe cose mi provocano, oltre che un forte voltastomaco, una tristezza infinita:
    niente di nuovo sul fronte occidentale.
    purtroppo

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  13. a parte i pinguini al polo nord, sottoscrivo.

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  14. Non capisco questa polemica, non credo che la de gregorio abbia voluto fare una critica alle sedicenni che si mettono il nero intorno agli occhi. Ha analizzato il problema di una generazione che cresce troppo in fretta, ancora di più di tutte le precedenti, che è lasciata troppo sola a fare esperienza di un mondo 1000 volte più complesso di quello di qualche decennio fa. Siamo nel 2013, non negli anni 40, si può parlare liberamente di sesso, di ormoni e di amore, di 'alcol e di droghe. Nella Modena del 2013 se ci fossimo impegnati un po' di più, potremmo avere figli un po' più preparati ad affrontare certe situazioni rispetto a quando erano adolescenti i loro nonni (che in queste situazioni comunque non rischiavano di trovarsi). Questa generazione di genitori ha molte più colpe di quelle precedenti al 68 quando succedono cose come queste, perché gli strumenti culturali li avrebbe avuti, ma si fa FATICA a dire no sapendo che un figlio ti odierà e a fare grandi discorsi sapendo che ne capirà tutto il valore solo quando avrà la tua età, e allora via alla parità genitori-figli, lasciamo che la imparino da soli la vita, noi andiamoci insieme a fare shopping con le nostre figlie o a guardare la partita con i nostri figli, in qualche modo vengono grandi. Sì è vero, in qualche modo vengono grandi e di solito va tutto bene, ma purtroppo ogni tanto le cose prendono una piega tragica come a quella festa. Forse qualche domanda te la devi fare se tua figlia rischia di trovarsi da sola in un bagno con 4 maschi nel pieno dell'esplosione ormonale e mezzi ubriachi, senza avere gli strumenti critici per capire cosa potrebbe "star per succedere", a una festa dove nessuno controlla (figuriamoci se li possiamo controllare a 16 anni, da quando ne hanno 11 tornano a casa da soli e si scaldano la pasta nel microonde). Molte più domande se le dovranno fare i genitori di quei 4 maschi è evidente, però perché non possiamo dire che prima di trovarti in una situazione cosi fuori dalla tua portata, avevi il DIRITTO che qualcuno ti spiegasse bene che là fuori ci sono cose enormi che capirai solo tra vent'anni e nel frattempo questo qualcuno per proteggere la tua libertà ti doveva anche dire qualche no o controllare di più con chi andavi fuori la sera?

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    1. "Molte più domande se le dovranno fare i genitori di quei 4 maschi è evidente, però perché non possiamo dire che prima di trovarti in una situazione cosi fuori dalla tua portata, avevi il DIRITTO che qualcuno ti spiegasse bene che là fuori ci sono cose enormi che capirai solo tra vent'anni e nel frattempo questo qualcuno per proteggere la tua libertà ti doveva anche dire qualche no o controllare di più con chi andavi fuori la sera?"

      Sinceramente prima di farmi questa domanda da una mamma di 4 maschi mi aspetterei il pudore di scrivere qualcosa sul perché a quei 5 ragazzi DENTRO quel bagno nessuno ha spiegato che la ragazza che sta con loro è una PERSONA, e che il sesso libero e di gruppo fra uomini e donne (sottolineo il plurale) è una cosa, 5 uomini con una donna si chiama "gang bang" ed è un'altra cosa.

      Ho provato a cercare altri articoli della De Gregorio sull'argomento stupro, ma non ne ho trovati, sarei felice se qualcuno fosse così gentile da linkarli.

      In mancanza, immagino per forza che per lei sia stato troppo difficile guardarsi allo specchio e interrogarsi su quei 5 stupratori di buona famiglia nella tranquilla Emilia, che forse somigliano tanto ai suoi figli.

      Calenda Maia

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