Il sistema è già apparso su questa pagina un mese fa, ma avevo appena iniziato a pensarci (no, in realtà ci penso da una vita). Ho anche approfittato di qualche suggerimento dei lettori.
1. Ancora bicameralismo perfetto, per ora. (così non dobbiamo modificare la Costituzione, poi si vedrà). Si divida la popolazione italiana in 630 circoscrizioni elettorali per la Camera dei Deputati e in 315 circoscrizioni per il Senato.
2. Le primarie sono raccolte di firme. Su ogni scheda si trovano tre nomi - non necessariamente associati a simboli di partito (ma aiuta ai fini del raggiungimento del premio di maggioranza, come vedremo). Sono i tre cittadini che sono riusciti a raccogliere più firme autenticate dei cittadini di quella circoscrizione nel mese precedente all'apertura dei seggi. Ogni cittadino può firmare soltanto per un candidato alla Camera e per un candidato al Senato. Gli elenchi delle firme sono pubblici, ma contengono dati sensibili, nello spirito della normativa sulla privacy. (In soldoni: un magistrato può chiedere di sapere per chi hai firmato, un giornalista no).
3. L'uninominale morbida. Sulla scheda a dire il vero compariranno i tre nomi due volte: la prima in grande (prima scelta), la seconda in piccolo (seconda scelta). L'elettore può:
- esprimere sia la prima che la seconda scelta (purché su due candidati diversi)
- esprimere soltanto la prima scelta (la seconda scelta sarà considerata voto nullo)
- nel caso (piuttosto bizzarro) in cui un elettore esprima soltanto la seconda scelta, il voto sarà conteggiato come prima scelta. Magari gli scrutatori possono metterlo a verbale: in ogni caso non è possibile esprimere soltanto la seconda scelta.
- scheda bianca o nulla, come da che mondo è mondo.
4. Il primo spoglio. Al termine della consultazione, gli scrutatori rovesciano le urne e cominciano a conteggiare le prime scelte. Se uno dei tre candidati supera il 50%+1 dei suffragi, è eletto senza riserve.
5. Il secondo spoglio. Se nessuno dei tre candidati supera il 50%+1, il candidato che ha ottenuto il numero inferiore di prime scelte viene "eliminato". Le schede che lo indicavano come prima scelta vengono ri-spogliate, ma stavolta vengono assegnate ai candidati indicati in seconda scelta. Il candidato che in questo modo ha ottenuto più suffragi viene eletto "con riserva".
6. Se un partito ha superato il 55%. Se un partito ha ottenuto più del 55% degli eletti, ovvero 346 deputati e 173 senatori, non scatta alcun premio di maggioranza: lo spoglio è finito, un partito ha vinto le elezioni e gli altri hanno perso.
7. Il premio di maggioranza... se invece, come è molto probabile, nessun partito arrivasse al 55%, le cose si complicherebbero un po', vista la difficoltà di far convivere il premio di maggioranza con l'uninominale. Al senato poi c'è il problema del regionalismo che complicherà ulteriormente le cose (e in ultima analisi è responsabile della suinità della legge Calderoli). Ma vediamo alla Camera. Se nessun partito dovesse arrivare a quota 346, il partito che è comunque arrivato primo totalizzandone almeno 283 (il 45%) ottiene i seggi necessari ad arrivare a 346. A chi li toglie? A chi era stato eletto con riserva, ricordate? conteggiando la seconda scelta degli elettori.
Facciamo l'esempio peggiore: il primo partito (PP) ha 'vinto' soltanto in 283. Gli devono essere attribuiti 63 seggi.
- Si prendono in esame le circoscrizioni in cui il primo spoglio non ha dato nessun vincitore.
- Si trovano le 63 circoscrizioni in cui il candidato del PP aveva ottenuto il risultato migliore, pur senza raggiungere il 50%+1.
- Si attribuiscono questi seggi ai candidati del PP.
La filosofia è la seguente: nei casi in cui i cittadini di una circoscrizione non sono riusciti a mettersi d'accordo in prima battuta, la scelta viene demandata alla collettività, che premia il partito che ha preso più voti a livello nazionale.
Se nessun partito arriva a 283 (45%), scatta un premio inferiore, che porta il primo partito a 316 (50%+1), e si fa un governo di coalizione.
8. E in Senato?
In Senato sarebbe bello se si potesse fare l'identica cosa che alla Camera, con gli sbarramenti e i premi alle stesse percentuali. Temo che non si possa a causa della riforma pseudo-regionale che già rese bizantina la legge Calderoli. In sostanza o si cambia la Costituzione o si applica il premio su base regionale. Ci devo ancora lavorare.
Difetti:
- Il clientelismo si trasferirà dal voto alla firma: dal voto di scambio alla firma di scambio. Ma almeno le firme sono tracciabili (però non pubblicabili). Diciamo che sarà più facile notare i fenomeni di clientelismo: con un sistema elettorale mica li si combatte, al massimo li si fa emergere.
- Alcuni candidati che sembravano eletti (con riserva, conteggiando la seconda scelta degli elettori) avranno l'impressione di essere scalzati. E però non è che avessero vinto davvero: per vincere bisognava prendere il 50%+1 della prima scelta, o far parte del partito che è arrivato primo su base nazionale.
- Forse i posteri giudicheranno con severità la violenza che facciamo alla democrazia infliggendo premi e sbarramenti (oppure ci chiameranno pazzi per via che facevamo votare gli analfabeti e gli ottuagenari). Però cercate di capirci, posteri, di governi instabili non ne possiamo più. Se ne riparla dopo che qualcuno riesce a finire una legislatura normale.
Devo dire che più mi addentro in questa follia, più capisco come deve essersi sentito Calderoli.
Se nessun partito arriva a 283 (45%), scatta un premio inferiore, che porta il primo partito a 316 (50%+1), e si fa un governo di coalizione.
8. E in Senato?
In Senato sarebbe bello se si potesse fare l'identica cosa che alla Camera, con gli sbarramenti e i premi alle stesse percentuali. Temo che non si possa a causa della riforma pseudo-regionale che già rese bizantina la legge Calderoli. In sostanza o si cambia la Costituzione o si applica il premio su base regionale. Ci devo ancora lavorare.
Difetti:
- Il clientelismo si trasferirà dal voto alla firma: dal voto di scambio alla firma di scambio. Ma almeno le firme sono tracciabili (però non pubblicabili). Diciamo che sarà più facile notare i fenomeni di clientelismo: con un sistema elettorale mica li si combatte, al massimo li si fa emergere.
- Alcuni candidati che sembravano eletti (con riserva, conteggiando la seconda scelta degli elettori) avranno l'impressione di essere scalzati. E però non è che avessero vinto davvero: per vincere bisognava prendere il 50%+1 della prima scelta, o far parte del partito che è arrivato primo su base nazionale.
- Forse i posteri giudicheranno con severità la violenza che facciamo alla democrazia infliggendo premi e sbarramenti (oppure ci chiameranno pazzi per via che facevamo votare gli analfabeti e gli ottuagenari). Però cercate di capirci, posteri, di governi instabili non ne possiamo più. Se ne riparla dopo che qualcuno riesce a finire una legislatura normale.
Devo dire che più mi addentro in questa follia, più capisco come deve essersi sentito Calderoli.
Per il Senato basta estendere il ragionamento su base regionale!
RispondiEliminaSi guarda chi è arrivato primo, e con quanti seggi. Se con meno del 55%, allora scarti le regioni (se ce ne sono) dove il primo partito o la prima lista ha preso più del 55%.
Poi inizi a raggranellare i seggi mancanti a partire dalle regioni dove la prima lista nazionale è andata meglio. Prendi le regioni dove è arrivato tra il 45% e il 55% e dalle circoscrizioni di quelle peschi i senatori necessari a far arrivare in quelle regioni il primo partito nazionale al 55% dei seggi di quella regione.
Se non basta, lo fai anche per le regioni dove il partito ha preso meno del 45%. In questo modo dai la priorità al premio nelle regioni in cui comunque pesa meno, perché il partito o la lista è più vicino alla maggioranza assoluta.
Non so se sono stato chiaro :)
Comunque questa cosa che proponi assomiglia un po' a quest'altra, che esiste già (più che nomi scritti in grande o in piccolo, conviene numerare i candidati): http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_elettorale_australiano
RispondiEliminaBel post, mi piace l'idea di ragionare su ipotesi tecniche elettorali, tutto il casino nasce dal fatto che bisogna trovare il modo di proporzionare i voti bilanciando gli opposti parametri di: base nazionale e base circoscrizionale, singoli candidati e partiti, limiti di maggioranza e garanzie di opposizione.
RispondiEliminaNon esiste una legge elettorale perfetta, perchè il tutto è un "tentativo" di distribuire e condividere il potere politico in base a dei compromessi necessari.
Per me sarebbe già un progresso che si potesse scrivere il nome di due o tre candidati sulla scheda e che il premio di maggioranza si dia uguale tra camera e senato.
La mia fissa invece è un altra: oltre a partiti e persone bisogna anche votare le idee, perchè le idee sono al di là di chi le propone. ad esempio si potrebbe esprimere delle preferenze sulle priorità politiche crosspartitiche.. tipo ogni partito indica 3 priorità generiche e 9 specifiche e tutte vanno a costituire un elenco unico numerato.
poi quando si vota si vota il partito, il candidato e poi si sceglie massimo 2 priorità generiche e 4 specifiche, che possono essere prese dalla lista anche di un altro partito.
le priorità generiche possono essere tipo: ambiente, occupazione, sicurezza sul lavoro, pacifismo, giustizia... specifiche tipo: costruire un registro nazionale della quota massima di cementificazione ecc... (le sparo)
Naturalmente dovrebbe esserci poi una commissione indipendente di giuristi che riassume proposte simili in un'unica voce e semplifica quelle complicate, (altrimenti ci sarebbe un'esplosione di voci lunghissima) e che certifica la loro plausibilità costituzionale, non può esserci la proposta del presidenzialismo diretto ad esempio e non equivalgono ad un referendum propositivo, sono solo indicative, come un impegno politico che il partito si assume.
ma in questo modo anche partiti piccoli che non hanno rappresentanza possono incidere e portare sul tavolo cose giuste, oppure partiti che puntano a non scendere a patti possono comunque far valere le loro idee.
e in questo modo si obbliga anche i partiti a caratterizzarsi maggiormente e più chiaramente, ad esempio forza italia mettebbe la giustizia come generico e la separazione delle cariche dei giudici e le intercettazioni come specifici, anche disgraziatamente fosse votato come primo partito nessuno voterebbe quelle priorità e farebbe fatica a farne ancora una bandiera.
Alessandro
il sistema del doppio voto e come si distribuisce il premio sembra un po' al sistema tedesco (voto diretto con collegi uninominali, vanno tutti quelli che vincono con maggioranza semplice; poi, hai un voto per partito, e prendi dalle liste dei partiti gente finché il parlamento rappresenta le proporzioni votate).
RispondiEliminama dico, perché il premio di maggioranza? Il sistema parlamentare si basa sul fatto che il governo deve sempre cercare di ottenere la maggioranza; altrimenti, è come votare un presidente che può fare le riforme che vuole con una minoranza. Se poi la gente (o i partiti) non si mettono d'accordo è un altro problema, così come non ha senso criticare grandi coalizioni quando non c'è via d'uscita...
Perché il premio di maggioranza? Perché sono stanco. La filosofia del collegio uninominale non dovrebbe prevedere il premio di maggioranza. È come mettere la cintura quando hai le bretelle.
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