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martedì 25 marzo 2014

Il virus dell'ignoranza e i suoi vaccini

Ma anche se fosse vero. 


http://www.summagallicana.it/Volume2/B.XVIII.04.2.htm
A differenza di quanto possano aver capito il Codacons e la procura di Trani, la vaccinazione trivalente non causa l'autismo: possiamo dirlo con ragionevole sicurezza, dal momento che l'unico studio scientifico che cercò di dimostrare correlazione tra trivalente e un disturbo del comportamento fu pubblicato nel 1998 su Lancet da Andrew Wakefield, un ricercatore che era in conflitto di interessi, falsificò i dati in suo possesso e arrivò a inventarsi l'enterocolite autistica, una patologia che prima non esisteva e non esiste neanche adesso (vedi la ricostruzione di Menietti sul Post).

Wakefield è stato radiato dall'albo dei medici britannici, e Lancet ha cancellato dai suoi archivi l'articolo in questione. Quindi purtroppo i magistrati italiani non lo potranno acquisire: potranno invece dare un'occhiata alla sentenza dell'Alta Corte britannica che nel 2012 ha radiato Wakefield dall'albo dei medici e gli ha proibito di esercitare la professione. Se qualche dubbio dovesse sussistere gli stessi magistrati potranno volgersi al Giappone, dove la trivalente non si pratica più dal 1994: per coincidenza, è uno dei pochissimi Paesi industriali interessato da epidemie di morbillo - fenomeno raro nell'emisfero settentrionale, da quando sono stati diffusi i vaccini. Nonostante questo, i casi di autismo sono aumentati - all'incirca come nei Paesi dove almeno non si rischia l'orchite o persino la morte a causa del morbillo. Dunque, per quel che sappiamo fin qui, né la vaccinazione trivalente né altre causano l'autismo, e questo è tutto quello che dovrebbero dire al riguardo gli organi di informazione.

Su un blog invece, credo, ci si può concedere qualche margine di speculazione intellettuale, e proporre il seguente esercizio: ma mettiamo invece che sì. Non esistono prove, non esistono studi, non esiste nessun tipo di evidenza statistica. Ma fingiamo che ci sia: fingiamo che sia dimostrato che un bambino su cento, vaccinato con la trivalente o qualche altro intruglio, diventi autistico. Questo sarebbe un buon argomento contro il vaccino?

Dal punto di vista del genitore, ovviamente, sì: l'1% di rischio è di gran lunga superiore allo 0% che mio figlio correrebbe se non fosse vaccinato. Ma dal punto di vista della collettività? L'1% di autistici o una possibile epidemia? Anche qui la risposta credo sarebbe scontata, ma chi avrebbe il diritto di assumere un punto di vista del genere? La politica, ovviamente. Chi ci rappresenta dovrebbe avere chiara la situazione (che tanto chiara non è, se una bufala smontata dieci anni fa ancora mette in allerta una procura) e assumersi le responsabilità di una scelta così grave, ma in un certo senso obbligata. Questa scelta avrebbe grandi benefici e un costo terribile, che la collettività poi dovrebbe accollarsi, visto che è per salvare il 99% che quell'1% svilupperebbe una patologia. Eppure se così fosse (e non è così) il rischio di contrarre l'autismo sarebbe semplicemente una faccia della medaglia: sull'altra faccia ci sarebbe il rischio ben più alto di contribuire a trasmettere epidemie potenzialmente devastanti. Perché sempre più individui non riescono a vedere l'altra faccia? Risposta politica: viviamo in una società sempre più individualistica, abbiamo perso di vista ogni riferimento comunitario (lo Stato, l'Europa).

È il caso di ricordare che in tutto il mondo, più o meno civilizzato, le epidemie stanno rialzando la testa: non solo a causa della diffidenza dei cittadini democratici verso i vaccini, ma per la maggior resistenza agli antibiotici. L'anno scorso a quanto pare negli USA le vittime di malattie infettive sono state il doppio di quelle degli incidenti stradali. E quest'anno a New York è tornato il morbillo.

A questo punto l'intellettuale immaginoso non può evitare il sospetto che anche la diffidenza postmoderna dei cittadini verso i vaccini sia a suo modo una epidemia, che viaggia attraverso l'informazione e che ha il suo ruolo nel grande disegno evoluzionistico: gli esseri umani sono troppi, lo sanno, e prima di devastare irreversibilmente il loro habitat reagiscono a questa consapevolezza in modo intuitivo, solo apparentemente egoistico, rifiutando di alzare una barriera immunitaria e condannando la prossima generazione a patire per malattie in teoria già debellate, come il morbillo.

La mia speranza è che queste forme di resistenza alla consapevolezza collettiva, a cui assistiamo in rete con sgomento, siano anch'esse una specie di vaccino: il politico che vuole vietare le punture o renderle tutte facoltative, il procuratore che vuole indagare, il giornalista-comico che in tv ci monta il caso, non sono che forme benigna di ignoranza, da inoculare ai nostri figli, a scuola, almeno una volta al mese. Quelli che si lasciarono terrorizzare dalla campagna pubblicitaria di Giacobbo per il suo libro sulla fine del mondo non crederanno più a nessuna minaccia d'apocalisse; quelli che ieri hanno creduto alle Iene su Stamina, oggi quel programma non lo guardano più, o con occhi diversi. Quelli che oggi ritengono di sapere che la trivalente causa l'autismo, forse domani ammetteranno di essersi sbagliati. Spero non siano necessari molti casi di morbillo per farli ricredere: spero che non sia necessaria la mia vita, o quella dei miei cari. Ma questa è solo una sciocca preoccupazione individuale.

30 commenti:

  1. Mi sono permesso di citarti/ribloggarti: http://pensieri-eretici.blogspot.de/2014/03/i-vaccini-non-causano-lautismo.html :)
    Saluti,
    Mauro.

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  2. ma quando parli di "epidemie potenzialmente devastanti" riesci a pensare al morbillo e a rimanere serio? Quanti sono i casi di encefalite "devastante" su mille bambini col morbillo? Quanti su un milione?

    I danni da vaccino (facciamo pure che l'autismo non rientri tra questi) proprio non esistono? E se, sia pur in infinitesima percentuale esistono, che numeri hanno?
    Repubblica ripropone periodicamente il suo dossier "Vaccinati a morte" sulle vaccinazioni forzate dei militari. Si tratta solo ed esclusivamente di esondazione del boxino morboso? Le vaccinazioni non fanno davvero MAI male? proprio mai? neanche una volta?

    Perché sento sempre puzza di fariseo quando tutti, ma proprio tutti, ripetono acriticamente le stesse quattro righe sul caso wakefield? Quanti conoscono realmente tutta la vicenda (e non solo da fonti di secondo, terzo, ennesimo, grado)?

    Perché tutti perculano i cinquestelli per la questione della messa in discussione dell'obbligatorietà dei vaccini? I vaccini sono obbligatori solo da noi (in gran parte del nord di fatto neanche più), in Francia e in qualche altro sfigatissimo paese Piigs. Il resto d'Europa è governato segretamente da Barnard e GiuliettoChiesa?

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    1. Che vuol dire "acriticamente"? E' una storia assolutamente vera, stra-documentata, c'è poco da essere acritici. O devo mettere in discussione il fatto che domattina il sole sorgerà?

      Tu, Anonimo, cadi in un fraintendimento comune, che i complottisti poi elevano a sistema: pensi che essere critici voglia dire "dubitare di tutto".

      No: essere critici vuol dire "verificare tutto", e poi arrivare ad una conclusione il più possibile certa. E in molti casi, come quello dell'autismo, la conclusione è certissima, perché
      a) le menzogne di chi ha posto il dubbio sono state smascherate.
      b) Le affermazioni (prima che si scoprisse che erano menzogne interessante) sono state profondamente, estesamente accuratamente vagliate.
      c) Ci sono numerose controprove che smentiscono l'ipotesi.

      Vuoi dubitare di tutto? Prego, ma renditi conto che allora non puoi neanche uscire di casa, perché devi dubitare dell'ascensore, del motore a scoppio, della gravità, della termodinamica, e di tutto quello che c'è in mezzo.
      Non solo, poi potresti incontrare uno che dubita dei tuoi dubbi e che arriva a conclusioni opposte alle tue ragionando al tuo stesso identico modo.

      Senti a me, lascia perdere.

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    2. Caro u., sono un Anonimo che si chiama Stefano.
      Dimmi un po', il paziente operato che ha avuto il bisturi dimenticato dentro si se, si fidava del chirurgo?
      Ho detto tutto.
      Ciao

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  3. sono sempre l'anonimo qui sopra, concludo e poi me ne vado a nanna. Qualche tempo fa su Internazionale leggevo un articolo che mi piacerebbe ritrovare, ma al momento non ci riesco. Diceva, in poche parole, che nessuno più si sta spendendo per scoprire e/o sintetizzare nuovi antibiotici. Si tratta infatti di un ambito di ricerca poco remunerativo e sul quale gli investimenti scarseggiano sempre più.

    Ora, io non ho mai creduto, come i più strenui militanti anti-vaccino, al "gombloddo" delle multinazionali per inoculare a tutti vaccini potenzialmente pericolosi. Credo però, molto più semplicemente, che inerzie, pigrizie, ideologie, esistano anche nel mirabolante mondo della scienza. Per favore, non facciamo tutti i seguaci di feyerabend solo quando ci piace, salvo poi ritrovarci con gli stessi automatismi mentali, le stesse apodittiche certezze di quei commentatori "politici" del Post che non fanno che ripetere che il problema, in Italia, è solo che c'è poco liberismo.

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    1. Non riesco a capire perché nuovi antibiotici dovrebbero essere poco remunerativi; secondo me ti confondi.
      Il problema è che gli antibiotici selezionano forme virali più resistenti.

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    2. i vaccini prevengono lo sviluppo di malattie attraverso la induzione di una risposta immunitaria a virus e/o batteri inattivati o a loro particelle...questa risposta se si instaura dura per molti anni, fino alla morte in alcuni casi...gli effetti avversi di un vaccino possono essere per sommi capi una allergia (come per ogni sostanza estranea, vedi aspirina) o neuropatie (danni ai nervi periferici)...gli antibiotici vengono dati solo in caso di una malattia, sperando che il batterio (gli antibiotici sono specifici per i batteri) sia sensibile...se non lo é si cambia antibiotico ma nel corso degli anni si stanno sviluppando resistenze...quello che si dovrebbe fare sarebbe investire in una migliore formazione riguardo all´uso degli antibiotici per procrastinare il problema di batteri resistenti a tutto....le industrie farmaceutiche per quanto criticabili stanno producendo nuovi antibiotici...il problema é che tra la ricarca& sviluppo, la sperimentazione e la messa in commercio passano anni e i nuovi antibiotici rischiano di avere un limitato spettro di azione quando in commercio...ah il problema non é solo italiano...anche in inghilterra, stati uniti, asia e africa ci sono resistenze ai vaccini...ma guarda caso chi guida queste resistenze é autore di libri autofinanziati con cui campa...

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    3. " il mercato degli antibiotici non è considerato economicamente soddisfacente dalle case farmaceutiche. Si tratta infatti di farmaci che vengono prescritti saltuariamente e per breve tempo, e quindi hanno un ritorno economico minore rispetto a farmaci per malattie croniche, che invece vengono assunti regolarmente per lunghi periodi. L’ISDA (Società americana per le malattie infettive) ha posto come obiettivo la sintesi di almeno dieci nuovi antibiotici entro il 2020, ma l’industria farmaceutica sembra non collaborare. Gli autori dell’articolo su Nature Reviews Microbiology caldeggiano azioni governative, tramite incentivi e partnership tra ricerca pubblica e privata, per superare quella che chiamano “market failure”, un vero e proprio fallimento dell’economia di mercato nel campo dei farmaci"
      Da: http://www.ilpost.it/2011/11/20/la-fine-dellera-antibiotica/

      L'esempio degli antibiotici era per dire che la ricerca scientifica sperimentale, che certamente è affidabile sul piano del metodo, non sempre lo è altrettanto su quello del merito. Proviamo a immedesimarci in un giovane ricercatore che volesse provare ad aprire un nuovo filone di indagine sperimentale sui rischi/benefici di alcune vaccinazioni: si troverebbe di fronte a zero finanziamenti, zero considerazione e un certo grado di avversione. Non farebbe molto prima a dedicarsi a qualche altro tema più gettonato? Guardate che questo, in generale e ben al di là del discorso dei vaccini è un oroblema grande come una casa che sta portando a un costante impoverimento della ricerca sperimentale

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  4. L'orchite Leo non te la auguro ma temo non sia coperta dal vaccino trivalente... :) otite?
    Da biologa, bell'articolo!

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    1. Può essere una complicazione del morbillo.

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    2. ma non era un rischio degli orecchioni?????

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    3. Credo di sì, mi sarò confuso (anche la parotite è coperta dal trivalente).

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    4. L'orchite (infiammazione dei testicoli) puo' presentarsi concorrentemente agli orecchioni (parotite), ma purtroppo ha tante altre cause, dalla brucellosi ad alcune malattie sessualmente trasmissibili, ad ischemia dei vasi sanguigni circostanti... magari fossero solo gli orecchioni!

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  5. @leonardo: condivido appieno, ma attenzione che la resistenza agli antibiotici (->batteri) non ha molto a che fare coi vaccini, almeno con quelli antivirali come quello trivalente.

    @anonimo: non so se tutti i vaccini sono sicuri. dico che il vaccino trivalente lo è, sulla base di una massa imponente di dati sperimentali. e già che chiedi: in pakistan nel 2011 fa sono morti di morbillo 306 bambini (http://it.paperblog.com/epidemia-di-morbillo-in-pakistan-ammazza-300-bambini-1563713/). il pakistan ti sembra troppo lontano? nel 2013 si sono ammalate di morbillo in germania 1775 persone (http://www.spiegel.de/gesundheit/diagnose/rki-bilanz-fuer-2013-deutschland-erlebte-schwere-masern-welle-a-944915.html) - la germania è in europa continentale il posto dove ci si vaccina di meno. ché poi il rischio vero per chi si ammala di morbillo non è di morire, quanto piuttosto di subire danni neurologici permanenti (http://en.wikipedia.org/wiki/Subacute_sclerosing_panencephalitis).

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  6. Il vaccino per la tubercolosi viene fatto solo alle persone a rischio. Si tratta di un vaccino vivo e fa risulatare falsamente positivi alla prova della tubercolina. E dopo 10-15 anni lo si dovrebbe rifare. In questo caso ci sono fatti scientificamente provati che sconsigliano una vaccinazione generale della popolazione.
    La vaccinazione antitubercolare quindi viene fatta solo a chi è a rischio

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  7. Mmhhh... non sono minimamente d'accordo.

    Ammettiamo che ci sia l'1% di probabilita` che il vaccino causi l'autismo. (PREMESSA: ovviamente non e` vero. Sto continuando il discorso ipotetico iniziato da Leonardo. Il problema e' che il resto del ragionamento e` totalmente sbagliato)

    In tal caso la vaccinazione andrebbe ASSOLUTAMENTE sconsigliata, se non proprio vietata per legge (stabilendo che il suddetto trattamento medico non e` sicuro).
    Quando si deve valutare l'opportunita` o meno di sottoporre un paziente ad un trattamento medico si devono valutare i rischi della malattia contro la probabilita` di effetti indesiderati del farmaco. Esempio: ora viene sconsigliato di somministrare il siero antivipera in loco, poiche` il rischio di shock anafilattico e` piu` alto del tasso di mortalita` del morso di vipera, quindi si consiglia di portare la persona al piu` vicino pronto soccorso.

    Allo stesso modo, mentre il morbillo puo` essere un serio problema in paesi senza un sistema sanitario decente, da noi e` RELATIVAMENTE innocuo: nell'epidema del 2002 ci sono stati 40.000 ammalati solo in Campania, e in totale ci sono stati 6 morti e 15 casi di encefalite: il che vuol dire che il rischio di avere danni permamenti e` minore del 0.05%. Ora, per evitare questo minimo rischio, proporresti di sottoporre i bambini al rischio molto piu` alto di contrarre una patologia incurabile?

    Ribadisco, vi e` consenso praticamente unanime sul fatto che il vaccino MPR NON causi l'autismo, quindi questo e` un discorso totalmente ipotetico. Ma se un farmaco viene messo in commercio sono queste le valutazioni del rischio che vengono fatte. Il punto e` che solitamente gli effetti collaterali dei vaccini sono quelli della stessa malattia, ma che si presentano in forme piu` lievi, quindi a meno che il rischio di contagio non sia minimo non ha molto senso evitare di farli (discorso GENERALISSIMO e che quindi ha innumerevoli eccezioni, era solo per dare un idea generale)

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  8. Il criterio che descrivi mi sembra quello del rapporto costi-benefici: confrontiamo i "costi umani" del vaccino (aumento del numero di casi di autismo - o di altre malattie gravi) con i suoi benefici (diminuzione delle morti e delle encefaliti).
    A me sembra un criterio totalmente razionale, non sembra molto diverso da quanto dice Leonardo nel post (anche se lui e' meno "quantitativo").

    C'e' pero' un aspetto del tuo commento che non capisco: sono d'accordo che l'1% di Leonardo sia un numero sparato "a caso" e di gran lunga troppo alto per un vaccino contro il morbillo. Ma anche un numero del genere non dovrebbe portare "automaticamente" ad un divieto della vaccinazione: se avessi il 10% di probabilita' di contrarre una malattia incurabile/mortale, anche un vaccino sicuro al 99% sarebbe un affarone.

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    1. Per il fatto dell'1%. RIBADISCO che e` un discorso ipotetico. il vaccino contro il morbillo NON causa l'autismo (per essere precisi: anche dopo studi estremamente accurati non e` stato possibile trovare correlazioni).
      Il mio punto comunque era che avere l'1% di probabilita` di contrarre l'autismo per immunizzarsi da una malattia che ha lo 0.05% di possibilita` di fare danni seri non e` vantaggioso.
      Se invece del morbillo fosse stata una malattia piu` grave, con un tasso di mortalita` del 10%, il discorso cambierebbe.

      La parte su cui sono in disaccordo e` quando dice che dovrebbe essere la politica a decidere se correre o meno il rischio di vaccinare. Innanzitutto, dovrebbero essere i medici a valutare i rischi in un caso e nell'altro; poi, al limite, dovrebbe essere il paziente (o i genitori) a prendere una tale decisione, se non fosse possibile quantificare esattamente i benefici e i rischi in un caso o nell'altro.
      Esempio, giusto per fare capire il concetto: un paziente ha un tumore al cervello, se non si opera muore, se si opera corre il rischio di subire danni neurologici ma magari campa un po` di piu`. Non e` sempre possibile capire qual'e` l'alternativa migliore.

      Per continuare il discorso, pero`, diciamo che il vaccino contro una malattia immaginaria (chiamiamola morbillte; nessuna relazione col morbillo, ma diciamo che il rischi di danni e` sempre lo 0.05%) causi l'autismo nello 0.01% dei casi, allora sarebbe giusto obbligare la gente a vaccinarsi?
      Mah, io avrei qualche dubbio. Esponi le persone al rischio di una malattia molto seria per immunizzare da una qualcosa che
      a) non sei sicuro di prendere
      b) ha una probabilita` molto bassa di causare danni
      Penso che nel caso specifico ognuno dovrebbe decidere liberamente cosa preferisce fare, ma riconosco che ci sono argomenti validi sia a favore che contro entrambe le alternative.

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    2. > Se invece del morbillo fosse stata una malattia piu` grave,
      > con un tasso di mortalita` del 10%, il discorso cambierebbe.
      ok, avevo frainteso il commento precedente: mi sembravi dire che un rischio autismo dell'1% fosse inaccettabile in ogni situazione.

      Sono quasi completamente d'accordo su ruolo di politica/medici/paziente (e poi sulla difficolta' a individuare l'alternativa migliore). Ma ho un'obiezione: rendere facoltative le vaccinazioni significa che una parte della popolazione non si vaccinera' (ad es. per sfiducia nei medici o in "big pharma", o per motivi religiosi) neppure nei casi in cui i vantaggi sono enormemente superiori ai rischi. Oltre a nuocere a se stessi, costoro potrebbero in qualche modo nuocere anche al resto della popolazione (ad es. tenendo in vita una malattia che altrimenti potrebbe essere totalmente estirpata). Quindi, almeno nei casi piu' chiari la politica dovrebbe "metterci il becco" [ovviamente questo e' un discorso "ideale" in cui non sto considerando pericoli reali come incompetenza/corruzione del politico di turno, o sottostime artificiose del rischio del vaccino]

      L'esempio che fai alla fine mi sembra illustrare bene il punto: da una parte, 0.05% > 0.01%, per cui c'e' un guadagno; dall'altra, questo guadagno non e' enorme (un fattore 5 su numeri comunque piccoli), per cui dal mio punto di vista questo sarebbe un caso dove lasciare liberta' al paziente. D'altra parte, se i numeri fossero 50% contro 10% (stesso rapporto, ma elevato guadagno in termini assoluti), o 0.05% contro 0.001% (rapporto 10 volte piu' elevato), io sarei per l'obbligatorieta'.

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  9. D'accordo in linea di massima su tutto ma forse il morbillo non è l'esempio più calzante da usare, visto e considerato che è una malattia non pericolosa.
    Avrei usato piuttosto l'esempio del vaccino per l'epatite B e sottolineato un'aspetto che forse manca nella tua analisi: per gli Stati , e quindi per tutti noi, è più conveniente vaccinare le popolazioni che curare poi le epidemie.
    Per la mitica Big Pharma invece sarebbe più conveniente non vaccinare nessuno e vendere poi le cure quando laggente inizia a strizzare .

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    1. Non pericolosa? Prima della scoperta dei vaccini il morbillo causava qualche centinaio di migliaio di morti ogni anno. Per dire.

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    2. Il morbillo e` pericoloso solo in paesi in cui l'assistenza sanitaria e` scarsa (e non mi riferisco ai vaccini).
      Come dicevo su, nell'ultima epidemia di morbillo, in Italia, ci sono state 6 morti, ma gli ammalati sono stati piu` di 40.000 solo in Campania.
      Questo vuol dire che il tasso di mortalita` e` lo 0.01%; per un confronto quello dell'influenza e` 10 volte piu` grande, lo 0.1%.

      Ovviamente, in posti in cui non vi e` disponibilita` di medicine, oppure in casi cui il paziente e` gia` debilitato per altre ragioni, puo` causare molti piu` morti. Ma non puo` essere definita una malattia grave.

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    3. Continui a mancare il punto: la mortalità stimata del morbillo è di circa l'1 per mille - e tra il 1987 e il 2000 negli Stati Uniti (non in Uganda) ha avuto una mortalità di quasi il 3 per mille. Dopo la scoperta del vaccino, un calo del numero di morti per Morbillo del 78% ha rappresentato un calo del 25% della mortalità infantile (sotto i 5 anni) nel mondo. Il che vuol dire che circa un terzo dei bambini sotto i 5 anni che morivano nel mondo morivano a causa del Morbillo. Ma ancora stiamo a parlare?

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    4. La pericolosità del morbillo NON è data dalla mortalità - ma dall'infettività, che è spaventosa. S eanche la mortalità è bassa ma si ammala qualche decina di milioni di persone ogni anno, abbiamo un problema.

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    5. I dati che portiamo sono in disaccordo, anche tenendo conto delle fluttuazioni statistiche. i miei li ho ricavati dall'ultima epidemia di morbillo, vengono confermati anche dalla pagina di wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Morbillo#Prognosi_e_complicazioni): c'e` scritto che nello 0.1% dei casi puo` insorgere l'encefalite, che porta alla morte il 15% delle volte (quindi: tasso di mortalita`=0.015%). Questo e` consistente con l'avere 6 morti su 40.000 malati, nel 2002.
      Tu da dove hai preso i tuoi dati?

      Per completezza, nella pagina inglese c'e` scritto che l'OMS stima il tasso di mortalita` nei paesi sviluppati intorno allo 0.1%, ma questo non e` compatibile, oltre che con i dati riportati sopra, anche con quelli riportati nella stessa pagina: "In 2006–07 there were 12,132 cases in 32 European countries [..] and there were 7 deaths": questo equivale ad un tasso di mortalita` dello 0.05%; vi e` ancora piu` tensione con i dati del 2002.

      Poi se si possa chiamare il morbillo una "malattia grave" oppure no mi sembra sinceramente come discutere di lana caprina: e` una definizione che non ha il minimo significato medico.
      Il mio punto e` che sia per tasso di mortalita` che per infettivita` il morbillo e` inferiore all'influenza, che non chiamerei "malattia grave".

      Se poi si vuol sottolineare che, a differenza dell'influenza, dal morbillo e` possibile vaccinarsi e che il vaccino non ha controindicazioni, d'accordissimo.
      Non era questo il punto, pero`: si diceva che per far l'esempio di un ipotetico vaccino CON controindicazioni, il morbillo probabilmente non e` la malattia piu` indicata.

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  10. vediamo se, per una volta, riesco a discutere di quest'argomento in un modo diverso da quello fin qui notato su giornali, blog o FB.

    Leo: tu dici giustamente che la politica dovrebbe avere un ruolo. ma quello che io sostengo da tempo (e mi becco dell'anti vaccini-cretina-disinformata-bevi bufale a raffica e non è così) è che si parla di vaccini facoltativi.

    allora la politica mi deve dire che il rischio di epidemie di morbillo è grave socialmente, che anche se nella maggior parte dei casi è una malattia esantematica scema come molte, bisogna vaccinarsi non tanto per se stessi, ma per proteggere quei soggetti deboli che NON POSSONO ,per altre patologie, vaccinarsi. vaccino obbligatorio e fine dei discorsi.
    altrimenti, non è accettabile trattare chi opta per la non vaccinazione da scemo. perchè molti non è che credano all'autismo, semplicemente scelgono di correre il rischio di compllicanze da morbillo rispetto al rischio di un figlio unico povero sfigato allergico al vaccino (che alla fine il rischio dei vacicni è tutto lì, eh?) quello vero)
    io voglio questo. e questo è stato deciso con la vaccinazione di epatite B, in fondo non molti anni fa. il rischio di contrarre epatite B era bassissimo, ma sono stati giudicati i (potenziali) danni incredibilmente gravi. vaccinazione obbligatoria e via. lasciare un vaccino nel campo del facoltativo non fa che aumentare la sindrome da autismo e balle varie del genere.
    questo è il punto politico.

    poi c'è la questione libertà di cura collegata a quanto sopra. se tu autorità sanitaria del mio paese mi dici che certi vaccini sono facoltativi e poi di fatto li inietti insieme agli obbligatori a mio figlio, dove finisce la mia libertà di cura?
    perchè non diversifichi le somministrazioni obbligatorio/facoltativo e anche facoltativo/altro facoltativo?

    alla politica bisogna chiedere questo. a chi scrive di questi argomenti, qui e ovunque, io mi permetto un suggerimento, visto che c'è chi mi ha bannata da FB per questo genere di discorso: vogliamo che sia la scienza a indicare la via? sì, centomila volte sì.
    allora proprio chi si affida alla scienza si assuma la responsabilità civica di non diventare un ultras come l'altra parte, si assuma il dovere civico di rispondere a quelle persone che si pongono dubbi proprio in virtù della NON obbligatorietà.



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    1. i vaccini vengono somministrati in strutture sanitarie, se si sviluppa una allergia si danno cortisone e antiistaminici e si fa un ricovero di qualche giorno...prima di somministrare un vaccino vengono raccolte informazioni riguardo allergie precedenti, per evitare di somministrare col vaccino eccipienti che siano noti allergeni...dopo di ché succede la stessa cosa con paracetamolo o aspirina se si ha la febbre...la prima volta c´e´sempre un rischio...( in realtá é peggio la seconda...)

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  11. OT: L'intellettuale immaginoso farebbe meglio a lasciar stare l'evoluzione, che non funziona in quel modo, anche se troppa gente lo pensa.

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