Caro tredicenne italiano che mi sbavi a distanza sin dalla prima media, qual è il tuo problema? I tuoi genitori sono separati, embè? lo dici con un tono come se fossero morti. I tuoi genitori non sono morti. Si fanno fin troppo vivi, se vuoi la mia opinione di cinese di seconda generazione. Vengono pure ad assistere al tuo orale di licenza media. I miei non sono venuti ad assistere al mio esame. I vostri genitori vennero ad assistervi? Solo i genitori di bambini separati fanno questo tipo di cose. Passano il tempo a palleggiarsi figli e responsabilità e ricordi, con una vitalità che altre coppie segretamente invidiano. Caro tredicenne tirati su col morale: sei un trofeo, una terra di nessuno da conquistare. O preferiresti essere un bagaglio a mano, come i bambini delle famiglie noiose?
E JackJack? |
D'altro canto i miei sono sempre i soliti tre o quattro trucchetti, che noia, lo so, lo so. Sono quel tipo di film che ti mette nel trailer una scena in cui la famiglia canta in macchina, anche se poi andando a vedermi ti accorgi che la parte più russa della famiglia se ne vergogna: no, la cantata in macchina io proprio no. E d'altro canto, accidenti, gli italiani in macchina ci cantano davvero, perché non dovremmo mostrarli? Perché ci vergogniamo sempre?
Che cosa vogliamo dai film che facciamo? (continua su +eventi!) Che pubblico vorremmo portare in sala? Che domande, più gente possibile. Cosa vogliamo dire a tutta questa gente? Ehi, su col morale, la vita è complicata, ma… boh, siamo con voi. Non ci divertiamo a farvi la caricatura, il grottesco è un pedale che non ci possiamo più permettere. Non siamo intellettuali distanti. Vi seguiamo, vi giriamo intorno, ci state simpatici. Non vi giudichiamo se vi volete rifare le tette, ce le rifaremmo anche noi per riempire venti sale in più. Siete ansiosi? Anche noi, tantissimo. Siete cialtroni? Un po’ anche noi. Vi vergognate di essere italiani? Date un occhio ai titoli, metà cognomi non finiscono con la vocale, più xenofili di così non potevamo. Vi sentite orgogliosi di essere italiani? Vi veniamo incontro, piazzeremo più Grande Bellezza che possiamo, colossei e archi in ogni centimetro di sfondo. Una Roma villaggio e metropoli, lari e penati che impicciano la metropolitana, le arcate che incombono dalle finestre di una scuola elementare, una Roma sudaticcia di metà giugno, se tutto tacesse si sentirebbe il mare.
Noi 4 più che un film è quel ragazzino simpatico che si è sempre preparato; quello che all’esame interrogheremo per ultimo perché sappiamo che sarà una formalità da sbrigare in pochi minuti: sa tutto quello che deve dirci e non si attenterà mai a sbavare, a prenderci in giro, a mettere in discussione la Commissione o il pubblico là dietro. Ha bisogno di piacerci, e questo ce lo rende più simpatico: da grande non farà il coglione, se c’è da fare brutta televisione lui non scapperà da Via Teulada saltando i tornelli: la farà con dedizione e abnegazione. Ma dire che ci piaccia davvero, boh. La tesina era ben scritta; l’ha recitata bene; ma se fossero tutti come lui, che noia sarebbe il nostro mestiere. Lo trovate al Cinelandia di Borgo S. Dalmazzo (15:10, 17:30, 20:20, 22:35); all’Impero di Bra (20:20, 22:30); ai Portici di Fossano (18:15, 20:30, 22:30); al Cinecittà di Savigliano (20:20, 22:30).
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