I sondaggi non ci hanno preso mai. Mai. A questo punto è proprio un'evidenza statistica: se analizziamo un campione di sondaggi effettuati in Italia negli ultimi 20 anni dalle più autorevoli agenzie demoscopiche, possiamo concludere che... ops, paradosso.
I sondaggi in Italia funzionano peggio che altrove, come le previsioni del tempo. Forse abbiamo statistici e meteorologi scarsi, o forse è colpa di un microclima, di un microambiente che funziona in modo tutto suo e se ne fotte dei Big Data. Ha forse a che vedere col modo in cui concepiamo la politica in Italia, col modo in cui andiamo a votare. Più che una compromissoria scelta tra candidati in grado di rappresentarci, si tratta di una cerimonia in cui si esprime e consacra un'identità (e dire che il luogo non si presterebbe affatto, insomma, è una piccola cabina con la tenda tirata e non puoi nemmeno farti un selfie; ma siamo cattolici, secoli fa per condividere in modo efficiente i cazzi nostri abbiamo inventato il confessionale, sempre lì torniamo).
I sondaggisti questa cosa non la capiscono. Continuano a chiedere alla gente: per chi voterai? La gente capisce: chi sei? Cosa desideri? Cosa detesti? In cosa credi? Che musica ti piace? Ti va di uscire? Ci piace sentirci corteggiati. Il sondaggista ha bussato alla nostra cameretta: è un semplice ricercatore in cerca di dati crudi, per lui potremmo essere aironi nella stagione dell'amore invece che homo sapiens che esercitano diritto di voto. Ma noi siamo inguaribili romantici: se ha bussato, è perché sotto sotto gli interessiamo davvero. Non per le crocette che mettiamo sulla scheda; per i nostri mondi interiori che non vediamo l'ora di scoperchiargli.
Se lui mi chiede: voterai Renzi? io so cosa vuole da me. Vuole il romanzo della mia vita, per fortuna ne ho uno avvincentissimo. Chi mi legge un po' sa come io abbia cominciato a detestare Renzi dalla prima sosta alla stazione Leopolda, e abbia perso tutti i treni che sono passati in seguito. Quindi, no, ma stai scherzando, come posso votare Renzi? Ok, una volta è pur successo... ma mai più. Ha fatto strame della Costituzione, introducendo tra le righe un premierato forte e offrendolo al primo che si piglia il 40% in una competizione elettorale. Ha calpestato la dignità della mia professione. Ha trasformato il mio partito in una corte di lacchè patetici, umiliando le opposizioni. Ci ha promesso uno ius soli che strada facendo è diventato ius-se-prendi-la-quinta-elementare, ci ha garantito le unioni civili ma nessuno ha ancora visto il cammello; e intanto ha regalato agli evasori il diritto a tenere in tasca mazzette da tremila €, eccetera eccetera eccetera, mi annoio io per primo. Perciò no, caro sondaggista, come puoi anche solo pensare che io possa votare per Renzi? Ma ti ringrazio per avermelo chiesto: così posso ribadire con fermezza la mia più decisa opposizione a Renzi e a tutto quello che ha fatto fin qua.
Intermezzo: se leggete qui forse conoscete anche Alessandro Gilioli. È un giornalista dell'Espresso fieramente antiberlusconiano e antirenziano, ma anche molto critico nei confronti dei grillini, e dell'idea di sinistra incarnata da Sel - ma anche della lista Tsipras, e di Rifondazione, e di Civati, e di sé stesso. Gilioli, una delle poche voci in Rete di cui mi sentirei di affermare che è meno renziano di me, qualche giorno fa ha pubblicato su twitter e facebook il seguente messaggio:
Si tratta di un coming out coraggioso, che allo stesso tempo svela la dinamica perversa dell'Italicum: il motivo per cui andava combattuto con tutte le nostre forze, purtroppo esigue. Un sistema che non premia la capacità di ottenere una mediazione, di trovare una sintesi tra le aspirazioni di diverse parti sociali, ma fa affidamento sull'inaffidabilità degli oppositori. Renzi in fondo potrebbe anche smettere di lavarsi, tanto i suoi contendenti hanno la rogna. Così alla fine potrebbe succedere questo: quando nel segreto dell'urna mi troverò davvero, e non si tratterà di esprimere la nobiltà del mio animo, di sfoggiare l'inossidabilità della mia coerenza; quando mi troverò a scegliere tra l'antipatico Renzi e qualche mostro vagamente antropomorfo, io alla fine penserò all'igiene e voterò per il primo. Andrà così?
Chi lo sa.
Dipende anche da quanto sarà antropomorfo il mostro (Di Maio? La Meloni? Che generazione di merda... ah è la mia).
Inoltre, come sempre, il discorso è più complesso (continua...)
Mi era sfuggita, 'sta perla di Gilioli. In sostanza, Renzi infligge a Gilioli un sistema elettorale che al ballottaggio lo obbliga a votarlo, e lui lo vota. Viene il sospetto che Renzi conosca Gilioli più di quanto Gilioli conosca Renzi. Siamo al logoro schema che si è costruito, pezzo dopo pezzo, mettendo un menopeggio su un menopeggio, fino a produrre il dittatorello del quale si sia costretti a dire che non abbia alternative. Astenersi? Macché, Gilioli cadrebbe in coma. Che tristezza. O forse no. Tutto va come deve andare, è solo che Gilioli non va preso sul serio quando si lamenta.
RispondiEliminaQuindi Gilioli non va MAI preso sul serio: già lo sospettavo,dottò', ma quand'è che si rimette a scrivere? Tanto si vede che lo fa solo per dispetto, essù.
EliminaShylock
Astenersi? Non credo sia una buona idea.
EliminaAvendo davanti due alternative X e Y, entrambe giudicate pessime, occorre sedersi e riflettere circa quale possa fare maggiori danni e poi votare l'altra.
Astenersi significa non essere in grado di fare neanche questa valutazione, lasciando libera la strada al peggio.
fra le malefattte attribuite a renzi, oltre al voler distruggere un orologio trecentesco di paolo uccello, da oggi la diabolica invenzione del doppio turno elettorale e del ballottaggio
RispondiEliminaSecondo me, ben pochi capiranno a cosa alludi.
EliminaQualcuno forse si irrigidirà un po' all'accostamento trecentesco-Paolo Uccello, ma se vuoi che qualcuno renda il giusto merito alla tua battaglia per il ripristino della verità sull'orologio della torre di Arnolfo ti toccherà essere un po' più esplicito; lo so, non è molto elegante (in realtà pure l'allusione senza nomi e cognomi non è esattamente l'alfa e l'omega dell'eleganza), e inoltre a quel punto qualcuno potrebbe eccepire sulla significatività del contributo, o far presente svarioni di parte amica ben più clamorosi.
Dopo di che: il doppio turno ed il ballottaggio di Renzi sono per l'elezione del parlamento nel contesto di una repubblica parlamentare, non di Monsieur le President nel contesto di poteri ben più separati; è come se Renzi proponesse di eleggere i parlamentari facendo la conta, e tu parlassi della diabolica invenzione della conta.
Come si sta strofinando le mani renzi. In effetti è già dalle europee che se le strofina, quando vi siete fatti spaventare per l'elezione che aveva rilievo più che scarso. Una cosa: credi davvero che uno degli altri possa fare peggio di renzi? Credi davvero che salvini possa permettersi di fare tutto quello che dice che farà? Non credo e intanto avvallate una delle operazioni più subdolamente pericolose degli ultimi anni. Chapeau...a renzi.
RispondiEliminaboh. appunto: mi sembra sempre il solito meccanismo maggioritario del meno peggio.
RispondiEliminaComunque sto con Gilioli. Renzi è il triste e insufficiente meno peggio di oggi.
Sono ancora fiero di aver votato Rutelli...
montanelli diceva di votare dc turandosi il naso, e che noi siamo più di montanelli?
RispondiEliminase qualcuno ha un'idea migliore faccia un partito e si faccia votare, ma certo non è che possiamo adorare un salvatore del mondo e della sinistra come tsipras poi etichettarlo come traditore, nel giro di pochi mesi
stiamo idolatrando berlinguer, ma quando era segretario del pc lo si sputazzava allegramente...
quindi mi sa che anch'io farò come il tizio: metterò la x sul meno peggio (e peggio per me)
quando era segretario del pc lo si sputazzava allegramente...
RispondiEliminaIo sono troppo giovane per averlo potuto fare, ma Berlinguer era il trucco presentabile a un partito, che dove comandava, era mefitico. Non a caso il massimo della corruzione della Prima Repubblica, era la Milano delle giunte Pillitteri PSi-PCI-Verdi. Non a caso le supreme degenerazioni del Partito vengono fuori dalle regioni rosse (a prescindere dal fatto che siano cresciuti personalmente nel PCI, come Bersani, o no, coem Renzi, che comunque è emerso in un sistema di potere in cui il PCI-PDS-DS era il dominus assoluto).
oh, amaryllide... mi sa che te stai a sbaja': suggerisco un ripassino sulle giunte milanesi e - perché no? - su quel che succedeva in sicilia, per dire
RispondiEliminaricontestualizza, in quel periodo le regioni rosse erano il paradiso...