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lunedì 18 marzo 2024

Ma quale antisemitismo, vergognatevi


C'è qualcosa di osceno nel voler commentare un massacro mentre accade, in presa diretta, e questo la maggior parte delle sere mi fa desistere. Ma poi leggo che invece Molinari è andato in un'università, a spiegare le solite tre idee sciocche che frigge per i suoi committenti da venti e più anni, e ha scoperto che gli studenti non avevano così voglia di ascoltarle; anzi che lo avrebbero contestato. Ha quindi insistito per parlare comunque? per difendere in pubblico, rischiosamente, idee per cui qualcun altro sta morendo in questi giorni? No, anche perché le sue idee consistono alla fine in questo: che tocchi agli altri morire, in Ucraina e a Gaza e chissà dove domani. E quindi, dando prova di perfetta coerenza, Maurizio Molinari se l'è data a gambe, lamentandosi perché qualche decina di studenti lo contestava. In seguito abbiamo scoperto – sul giornale diretto da Molinari – che si tratta di una recrudescenza antisemita, perché Maurizio Molinari è ebreo, non lo sapevate? No, per esempio io non lo sapevo. E adesso che lo so, spero di scordarmelo alla svelta. 

Tutto questo ha passato il segno, molto tempo fa. È in corso un massacro, al bordo di un Paese a cui siamo legati da stretti rapporti diplomatici ed economici. Questo ci fa sentire in parte responsabili, se non conniventi. Se questo ci allarma, se questo ci spaventa, è semplicemente perché siamo umani. Quando qualche giornalista cerca di spiegarci che va tutto bene, che non è proprio un massacro, oppure ormai sì, è un massacro ma non c'erano alternative; quando qualche propagandista viene a spiegarci la versione dei massacratori, peraltro senza particolare abilità (non parliamo esattamente di penne di prima scelta) non abbiamo nemmeno più lo spirito di ridergli in faccia. Non per questo lo staremo ad ascoltare. Lo contesteremo, non certo per antisemitismo, ma anche solo per pietà di noi stessi e del propagandista in questione, della sua conclamata mediocrità; della povertà di spirito di chi ha pensato che fosse adatto per quell'ingrato mestiere. Dite che è ebreo? Rispondiamo che non è interessante; lo giudichiamo per le sue idee e le sue idee non sono interessanti. Dite che siamo antisemiti? Dovreste vergognarvi di impugnare una parola del genere, e di banalizzarne così tanto l'uso e il senso. 

Qualche giorno fa un accademico israeliano ha spiegato su Twitter, con chiarezza e semplicità, che secondo lui a Gaza è in atto un genocidio. Se ci fosse andato lui, alla Federico II, immagino che gli studenti lo avrebbero accolto, e discusso volentieri le sue opinioni. Non perché Lee Mordechai sia meno ebreo di Molinari, ma perché le sue opinioni sono basate su quello che è successo negli scorsi mesi e anni a Gaza e dintorni; laddove le tesi di Molinari sono gli spin sempre più inerziali di un think tank di Washington che da vent'anni provoca soltanto disastri. 

Nella Striscia sono morte già trentamila persone, di cui un terzo minori: altre moriranno di fame, per concreta responsabilità dell'esercito israeliano che occupa e bombarda il territorio. Questa per i palestinesi è una catastrofe umanitaria, e per gli israeliani una catastrofe morale da cui il Paese non si risolleverà per almeno una generazione. Almeno credo, ma di questi tempi tutto è possibile, compreso che funzioni l'operazione di maquillage messa in mano a gente come... Molinari. Ma per convincere la maggior parte degli italiani che un genocidio non c'è stato, o c'è stato ma era inevitabile, e portato a termine con la massima moralità, occorrerà un'opera di repressione e propaganda talmente capillare che onestamente non riesco a immaginarla.

Non basterà chiudere TikTok (che secondo il povero Molinari è una "tecnologia più avanzata di quella occidentale": ora davvero, ma con tutti gli intellettuali ebrei informati e intelligenti, dove l'avete pescato questo qui). Anche tutte le piattaforme sociali occidentali, compreso questa piattaforma dove sto scrivendo, dovrebbero essere sottoposta a censura; così come tutti i quotidiani, beh lì in effetti siamo a buon punto. E poi ovviamente le scuole e le università. Tutto in nome di uno strisciante antisemitismo, nel mentre che al governo c'è 'na tizia che portava le borse a Giorgio Difesadellarazza Almirante. Dovreste veramente comprare tutti quelli che hanno un prezzo e mettere a tacere gli altri, e forse cinguettando nel vostro cortile sociale vi siete convinti che la cosa sia fattibile. Io non credo sia cosa alla portata delle vostre tasche e soprattutto delle vostre capacità, ma se la guerra continua molte cose impensabili diventeranno pensabili. Nel frattempo io continuerò a spernacchiarvi, dalla mia posizione qualsiasi, vincendo la repulsione, finché potrò: dopodiché amen.

23 commenti:

  1. >> Dovreste vergognarvi di impugnare una parola del genere, e di banalizzarne così tanto l'uso e il senso.

    questo mi sembra un aspetto ancora (relativamente) poco discusso di questa tragedia: il termine è stato di fatto reso inutilizzabile, è bruciato. In futuro, davanti ad una persona/azione/idea antisemita non avremo una parola da adoperare per indicarlo.

    e mi chiedo quando (e come, ed a che prezzo) ne emergerà un'altra che possa prendere il suo posto.

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    1. https://www.counterpunch.org/2002/06/04/what-is-antisemitism/

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  2. Ho già scritto che sarebbe stato bello che tu avessi questa rabbia anche l'8 o il 9 o il 10 ottobre? Non solo adesso, com'è giusto? O che l'avessi commentando quello che è successo in Ucraina negli ultimi due anni? Sì, l'ho già scritto. Del resto tu canti sempre la stessa canzone, e quindi anch'io.. come del resto Molinari, dici (ma che ti ha fatto Repubblica?)

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    1. Se hai già scritto qualcosa di sciocco, ripeterlo ti farà sembrare più....?

      Non siamo giudici, non siamo istituzioni, quando esprimiamo la nostra rabbia non siamo sempre equanimi e non la pesiamo col bilancino. Tu non hai la minima idea di come mi sentissi l'8, il 9 e il 10 ottobre, sono fatti miei.

      Molinari sta crescendo gente come te, wannabe provocatori cui manca l'abc del mestiere. Sei scarso, accetta la cosa.

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    2. Beh, l'hai presa bene. "Sono fatti miei".. bene. So quello che hai scritto, in ottobre e nei mesi seguenti, mi sembra ovvio. Mi baso su quello. Commento quello. Non posso sapere quello che pensi. Mi sembra lecito supporre che le due cose debbano coincidere, e quindi traggo le mie conclusioni. No, che tu non sia equanime in effetti l'avevo capito. E questo ci può stare benissimo, per l'amor di dio. Gli insulti che mi rivolgi ogni volta un po' meno, ma pazienza. L'ultimo capoverso, perdonami, è ridicolo.

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    3. Se non accetti la cosa come posso perdonarti?

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    4. Certo che per essere un wannabe di fiele te ne faccio uscire parecchio. Cosa di cui peraltro non mi importa assolutamente nulla, come ti ho già scritto.

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  3. A me pare che stia succedendo, in diversi contesti, che a qualcuno venga impedito di parlare a priori, non per le idee che porta ma per il semplice fatto di essere ebreo. Questo a me non sembra, diciamo così, molto bello. Tutto qui.

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    1. Puoi essere preciso? Perché se quel "qualcuno" dirige prestigiosi quotidiani a diffusione internazionale (del tutto immeritatamente), sostenere che una manciata di studenti gli stiano impedendo di parlare è troppo ridicolo.
      Poi servirebbe sempre la controprova: si tratta di idee contestabili? Perché se sono contestabili, non c'è nessun bisogno di prendersela "per il fatto di essere ebreo". Se dici sciocchezze la gente non ti ascolta, che tu sia ebreo o gentile o marziano.

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    2. Stavo pensando a quanto successo a David Parenzo, ma ammetto di non essere molto preparato e non voglio impegnarmi in una discussione. Lasciami dire solo una cosa: ho molta stima per te (ho acquistato anche i tuoi libri, e non sono un gran fan dei Beatles) per credere che tu possa seriamente scrivere: "se dici sciocchezze la gente non ti ascolta".

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    3. Molinari, Parenzo, l'attivista che a Firenze ricordava le donne israeliane stuprate.. va beh, son tutti casi, dai.

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    4. @Giovanni no, credici, lo ha scritto seriamente che se dici sciocchezze la gente non ti ascolta.

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    5. Ora non so quanti anni avete, ma per scoprire che Parenzo è un provocatore professionista non sono senz'altro troppo pochi.
      Se a voi piace ascoltare chi dice sciocchezze, padroni di farlo in casa vostra: all'università si va per farsi una cultura, non è che ci sia tutto questo tempo da perdere a sentire le ragioni del più forte semplicemente perché è il più forte. Potrebbe anche pagarsi propagandisti migliori, visto che è più forte.

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    6. Ah, beh, se è un provocatore allora hanno fatto bene, certo. All'università non si va per "provocare", sia mai. Anche quell'attivista a Firenze, una provocatrice pure lei. Come altre in altri cortei, ricordi? Vorrai mica andare a un corteo contro i femminicidii senza bandiera della Palestina? Come dici? Che cosa c'entra? E allora perché non quella di Israele?Provocatore!! Molinari, va beh, l'abbiamo detto, è Molinari, Non puoi mica essere Molinari e pretendere di parlare all'università, cioè non parlare, provocare. E quanto alla Segre.. ok, la Segre va bene, la Segre può parlare. A patto che giri con la scorta. E che non provochi.

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    7. Hanno fatto bene a contestare? Sì, non hanno fatto niente di male, contestare non è un reato. L'apologia di genocidio, viceversa, se contestualizzata, magari tra qualche anno, se non perdiamo tutti la brocca, il che è possibile, nel qual caso non ti vergognerai mai di quel che stai scrivendo.

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    8. Cioè Molinari fa "apologia di genocidio"? L'attivista di Firenze faceva "apologia di genocidio"? Parenzo? Tutto a posto? Stai bene? Questo continuo invitarmi a vergognarmi è interessate, comunque. Non è che sei tu che stai per superare una certa linea rossa, e lo sai, ma ne hai tanta tanta tanta voglia, non ce la fai più, e però ti vergogni? Coraggio allora!!

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    9. Se qualcuno ti invita a vergognarti, forse è perché davvero stavolta tocca a te. Io sono grande, so quando e come, non mi servono inviti. Controlla pure le definizioni di "genocidio" e di "apologia".

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    10. Peraltro tu non stai invitando solo me, stai invitando un sacco di gente, e con voce sempre più stridula. Ecco, ricambio volentieri il tuo forte invito: ma quale apologia di genocidio, vergognati.

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    11. Durante un genocidio forse la priorità non è mantenere il tono della voce.

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    12. Oh, quando vuoi ci riesci benissimo. Sono due anni, per dire, che hai un tono
      molto pacato.

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  4. Se solo ci si ricordasse di Molinari in collegamento da NY, alle spalle Powell con la boccettina delle "armi di d'istruzioni di massa", quanto tempo risparmieremmo.

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