29 ottobre: San Narcisso (96-212), patriarca dimissionario di Gerusalemme
Non so voi, ma Eusebio da Cesarea non mi convince mai del tutto. C'entrerà anche l'età; invecchiando si diventa diffidenti. Ci si interessa alla cronaca nera, dentro la nostra testa comincia a prendere forma un archivio, e questa cosa dell'allontanamento volontario di San Narcisso dalla cattedra di Gerusalemme ci fa suonare un campanello d'allarme di cui fino a qualche anno fa non eravamo forniti.
Eusebio nella sua Historia ecclesiastica ammette che a un certo punto Narcisso fu accusato da almeno di tre testimoni, ma che nessuno volle credere alle accuse "perché la purezza di Narcisso, sotto ogni aspetto illibata, e la sua condotta tutta adorna di virtù risplendevano agli occhi di tutti". Di conseguenza Eusebio sceglie di non riportare le calunnie, e fino a qualche anno fa approvavo la sua scelta: contro diffamatori e pettegoli, la miglior vendetta è il silenzio.
E però da qualche anno in qua non so cosa mi stia capitando – o forse lo so benissimo – insomma il tempo è un tarlo che mi scava e mi sussurra che se davvero Narcisso fosse stato al di sopra di ogni sospetto, nessuna voce calunniosa avrebbe potuto danneggiarlo. Evidentemente Eusebio, che scrive un secolo dopo e faceva il vescovo anche lui, in un luogo non troppo lontano (Cesarea di Siria) temeva che le accuse dei tre testimoni avrebbero potuto danneggiare la reputazione, anche se non erano mai state suffragate da prove, e anzi confutate dalla stessa giustizia divina.
I tre testimoni avevano infatti invocato l'ordalia, procedimento non sappiamo quanto abituale nella giustizia ecclesiastica del secondo secolo: dopo aver reso una testimonianza giurata, avevano chiesto a Dio di ucciderli se dicevano il falso. Il primo teste aveva chiesto di morire in un incendio, il secondo in una pestilenza, il terzo mediante accecamento. Eusebio, pur definendoli senza mezzi termini degli spergiuri privi di qualsiasi credibilità, deve ammettere che provocarono le dimissioni di Narcisso. Il quale, riferisce Narcisso, già da anni covava il desiderio di dedicarsi alla "filosofia", ovvero alla vita ascetica: per cui un bel giorno scomparve, e nessuno sapeva più dove fosse.
Qualche anno fa non ci avrei fatto caso, ma adesso mi sembra una fuga bella e buona. Qualcuno lo aveva accusato di qualcosa di straordinariamente infamante, e Narcisso era fuggito: sotto un tappeto di parole complimentose, Eusebio ci sta raccontando uno scandalo avvenuto nel patriarcato di Gerusalemme. Non posso sapere di cosa era stato accusato, ma dentro di me l'archivio di scandali ecclesiastici si sta già sfogliando da solo: per quali motivi un alto prelato si dimette da una cattedra? Le accuse dovevano essere ben gravi, e forse un po' più circostanziate di quanto scrive Eusebio. Il quale ha un bel da raccontarci della morte miracolosa dei tre testimoni (il primo perì in un incendio, il secondo contrasse un morbo pestilenziale, al che il terzo prese paura e confessò un complotto per diffamare il patriarca, e mentre lo confessava piangeva così forte che perse gli occhi e morì): anche dopo una riabilitazione così plateale, Narcisso restò uccel di bosco. Anzi di deserto.
I gerosolimitani dovettero nominare un altro patriarca, Dios, a cui succedette rapidamente un tale Germanione e poi un certo Gordio. Quest'ultimo però deve avere avuto altri problemi che Eusebio non spiega, limitandosi a informarci che l'episcopato di Gordio fu bruscamente interrotto dall'improvviso ritorno di Narcisso, ri-acclamato dai gerosolimitani. A questo punto doveva essere molto anziano, magari già ultracentenario, per cui chiamò ad aiutarlo un altro vescovo e non il primo arrivato, ma Alessandro di Cappadocia, che poi diventerà Sant'Alessandro di Gerusalemme. Di lui conserviamo anche un biglietto a certi fedeli egiziani in cui riporta anche i saluti di Narcisso, notando che quest'ultimo aveva compiuto 116 anni. Qualche anno fa mi sarebbe sembrata una semplice esagerazione, ma adesso ho questo famoso campanello che non smette di squillare: un vescovo che scompare nel deserto e poi ricompare anni dopo e ne compie 116? Possibile?
E se Alessandro avesse portato in città un sosia da manovrare? Oppure Narcisso aveva semplicemente mentito con gli anni per sembrare più vecchio e malato ai tempi della sua prima elezione, proprio come Nino Manfredi nel conclave di Signori e signore buonanotte. In fondo ai tempi chi è che teneva i registri battesimali... gli bastava aver perso i capelli e i denti a quarant'anni, per poter dire in giro di averne sessanta o anche più, quel tipo di prelato con un piede nella fossa che viene nominato per prender tempo – dopodiché miracolosamente ringiovanisce, magari comincia anche a combinare qualche guaio da cinquantenne ancora pimpante, al punto che deve sparire nel deserto – ma alla prima occasione ritorna in città con qualche amico potente, salvo che ufficialmente ormai è decrepito, ma che importa, tanto contro di lui ci sono solo voci non verificabili, e chi vuoi che abbia l'interesse o la curiosità di verificarle? Certo non Eusebio di Cesarea.
Ben 16 si è dimesso da una carica ben più alta senza che in questa scelta fossero determinanti a cuse infamanti, pare; almeno, non determinanti quanto il desiderio di dedicarsi a fare filosofia.
RispondiEliminaOttima analisi storiografica
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