Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi

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martedì 15 ottobre 2024

Nessuno vi ascolta, nessuno vi tocchi


Scusate.

Ma dopo tutto questo, credete che vi daremo mai più retta?

Perché un giorno sarà finita; e probabilmente siete tra quelli che sperano che finisca presto: muoia chi deve morire, e finalmente potremo parlare d'altro. Ecco.

Lo credete davvero?

Che potrete mai più parlare d'altro, e che qualcuno vi starà a sentire?

Che leggeremo i giornali in cui avete scritto che no, non era proprio un genocidio; finché non avete dovuto scriverci che sì, era un genocidio ma perfettamente giustificabile, anzi completamente imputabile alle vittime, alla loro disumanità irreducibile, alla loro pretesa di difendersi o nascondersi e addirittura – oscena bestemmia – fare prigionieri?

Sul serio pensate che vi ascolteremo un'altra volta, anche solo un'altra volta mentre spiegate quali popoli hanno il diritto di difendersi e quali no; quali uomini e donne vanno aiutati a resistere e quali no; quali possono lottare per i loro diritti e quali devono bruciare perché a quanto pare gli è capitato di nascere sui diritti degli altri; sul serio credete che ci serva ancora il vostro ragguaglio su quali esseri umani sono da considerarsi autenticamente umani, e quali tutto sommato no? 


E che da questo punto in poi ci interesserà mai qualcos'altro di voi; i vostri libri, i vostri film, i vostri concerti? Da un punto di vista abbastanza distante probabilmente sì, avrebbe senso separare gli artisti dalle volonterose trombette di Netanyahu; e quindi quando tutto questo finirà (presto!) noi potremmo raggiungere quella giusta distanza e non pensarci sostanzialmente più, come vorreste non pensarci più anche voi.

E a quel punto non avreste paura a girare per strada, che qualcuno vi veda e vi chiami coi nomi che meritate.

Ma forse a questo punto in quei begli insediamenti vista mare, che i coloni stanno già lottizzando, vi conviene opzionare un attico. E procurarvi tutta la servitù e la security che vi sarà necessaria, perché, mi rincresce, ma il giorno in cui potrete uscire per strada senza paura, senza vergogna, potrebbe non arrivare mai. 

C'è stato un massacro, e lo sapevate sin dall'inizio; e sin dall'inizio avete scelto da che parte stare. Questo vi definirà, da qui in poi. Non una parola, non un discorso, non una canzone, niente potrà cambiare quello che è successo. C'è stato un genocidio, e lo avete invocato, giustificato, difeso, festeggiato. Se credete di poter convincere qualcuno del contrario, non succederà. Non avete convinto nemmeno voi stessi. 

Perdonate se il tono vi sembra minaccioso, ma la vostra paura non dipende da me. Non dipende realmente da nessuno, se non da voi. Nel momento in cui potevate scegliere tra vittime e assassini, avete scelto gli assassini; d'ora in poi rivolgetevi a loro. Spiegate a loro cosa è bello, cosa è giusto: magari vi troveranno interessanti.

27 commenti:

  1. Questo post mi ha molto turbato. Non so da che parte cominciare. Negli ultimi tempi sto cercando di informarmi meglio che posso e di sentire tutte le opinioni. Ci sto facendo una malattia, faccio fatica a pensare ad altro. Più leggo e meno mi sento di ritenere Israele il demonio che sembra essere per tutti. Ho cercato di scegliere letture obiettive e documentate. Non ne vado fuori. Reputo Netanyahu in criminale. Ma il pensiero di Israele raso al suolo e dell'albero (o la roccia adesso non ricordo) che dirà "Qui è nascosto l'ultimo ebreo, vieni ad ucciderlo" a cui si ispirano Hamas e l'Iran non mi fa dormire. Se vuoi mi farebbe molto piacere intrattenere una discussione con te, magari via e-mail o se passi a Venezia e hai voglia mi vieni a trovare.

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    1. Gli israeliani che vivono all'estero,specie negli stati uniti, sono davvero diversi e in molti casi meravigliosi esseri umani diversissimi da coloro che vivono nella famosa "terrasanta" che protestano eccome cio che succede ai palestinesi a costo di finite in galera. vedi DemocracyNow.org

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  2. Non so, quello che dici suona come il discorso di un disperato, uno che vive in un regime, e che non ha alcun modo per opporsi all'ineluttabile sopraffazione del potere. L'uso del voi, in particolare, mi ricorda Winston Smith, subito prima che sia posto dinanzi a uno specchio — ma è passato molto tempo, chissà se è un ricordo o un "ricordo"…

    La risposta alle tue domande temo sia molto più prosaica: dipende da chi eventualmente vincerà le varie guerre in corso. Non ha nulla a che fare con sensibilità, etica, o valori umani, cioè con "noi", quello che pensiamo o quello che facciamo. Dipende da quello che farà qualcun altro, uno che combatte ferocemente ("come un animale") in un altrove assoluto rispetto al "nostro mondo", e da quanto mestiere saprà avere con la levatrice della storia, e sola igiene del modo.

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  3. Possa qualcuno salvare il popolo di Israele dal baratro verso cui Netanyahu lo sta conducendo

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    1. Dato il 7 ottobre, quale capo alternativo a Netanyahu, tra gli attuali capabili nell'attuale Israele, avrebbe guidato Israele a una reazione sostanzialmente diversa da questa?
      Sempre ammesso che, in un contesto quale Israele, queste decisioni siano in capo a un capo.

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    2. Forse in molti hanno deciso di dimenticarlo, ma il governo Netanyahu è quello che aveva messo in cantiere quella riforma della giustizia che sottometteva il potere giudiziario a quello esecutivo che aveva portato a grandi manifestazioni nel paese e a dissenso anche fra i vertici militari.

      È però più comodo pensare che un governo goda sempre del 100% dei consensi: su tali basi, essendo tu residente in Italia, sei meloniano o salviniano?

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    3. Be', a 'sto punto potevi rispondermi alabarda spaziale.

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    5. Israele non esiste. Esistono varie tribù, alcune vagamente simili a 'noi', altre completamente aliene, ammassate le une alle altre in un fazzoletto arido, messe da 'noi' lì a presidiare il medioriente e i suoi giacimenti. A queste tribù chiediamo di fare il cane pazzo, così che tenga tutti in riga ma, per piacere, facendo poco rumore, sennò ci rovina la cena.

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  4. Leonardo
    apprezzo la sincerita'. Finalmente hai ammesso che per te gli ebrei (il 90% degli ebrei sono sionisti, inutile fare distinguo) hanno diritto di esistere solo in quanto vittime. Che posti di fronte alla scelta tra morire o ammazzare noi (e solo noi! tu questo non lo chiedi a nessun altro, men che meno ai palestinesi) dovremmo farci ammazzare. E perche'? Per risultare popolari tra te e i (pochi) lettori che ti prendono sul serio?
    D'altra parte -purtroppo- si confermano le tue grosse difficolta' cognitive.
    Essere ebrei significa sapere che, dall'oggi al domani. il tuo vicino puo' diventare un assassino e -dopo il fatto- ci sara' sempre un papa a trovare giustificazioni. Si vive, si cresce, si viene educati, con questa convinzione. Si impara anche a riderne. Capisci perche' le tue minacce sembrano flatulenze durante una tempesta? Dicono solo di te - e quel molto fa schifo- e i lettori ebrei, israeliani, sionisti fanno semplicemente spallucce. O risate, come ai tempi in cui fornivi il materiale per il maestro Leonardo.
    Certo, essere popolari tra i pochi privilegiati che frequentano universita' puo' essere di qualche aiuto. Non lo saremo piu'? E pazienza, non lo siamo mai stati. Storicamente parlando, i pochi decenni di pausa nella storia della intolleranza antisemita, tra fine della WWII e la Guerra dei Sei Giorni sono stati una eccezione. E per cui, il fosco futuro che minacci non ci trova affatto impreparati, ne' psicologicamente, ne' storicamente e nemmeno (ah, come ti piace parlare di servitu') sociologicamente.
    Oggi la polizia ha perquisito la casa di Asa Winstaley, il direttore di Electronic Intifada, la tua fonte preferita di leggende metropolitane sui soldati ebrei che uccidono civili. Ed hanno sequestrato pure diversi computer. Chissa' quante cose interessanti si trovano.
    Ciao, eh.

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    1. – "Apprezzo la sincerità"... e non hai capito cosa c'è scritto.

      – Il 90% degli ebrei non è "sionista" nel modo in cui intendi tu, che del resto ti intendi molto poco di sionismo. E comunque le percentuali non contano, controlla Genesi 18,32: c'è speranza per tutti. Anche tu: non devi andare in fondo per forza; in qualsiasi momento puoi denunciare quello che Israele sta facendo. Perderai molti amici (forse anche un lavoro) ma incontrerai altre persone che stimeranno il tuo coraggio.

      – "Essere ebrei significa...": ma che ne sai? Perché qualcuno dovrebbe prendere lezioni di "cosa significa essere ebrei" da te? Tu hai hai scelto di stare coi vincitori, il tuo "ebraismo" per ora coincide in questo: e nel trovare belle parole per giustificare questa scelta. In altri periodi storici ne avresti fatta un'altra, e dentro di te lo sai benissimo.

      – Se hai perso un posto all'università, forse eri semplicemente scarso, chiunque ti conosce un po' nota che hai difficoltà a interpretare testi complessi. Ma è vero di altri universitari, quindi forse eri soltanto poco introdotto. Non posso saperlo, ma non mi sembra comunque un buon motivo per ritrovarti qualche anno dopo a tifare per un genocidio, a un continente di distanza. Che i palestinesi debbano pagare anche per le tue frustrazioni professionali mi sembra grossa.

      – E invece sì, tutta questa crisi vi trova impreparati psicologicamente: e le figure che fai di continuo, anche adesso, lo dimostrano. Avete perso la testa, ma è il meno.

      – Il pezzo che ho citato di Electronic Intifada (e che tanto fastidio ti dà), citava testualmente un corrispondente Ynet che citava fonti interne all'apparato di sicurezza israeliano. Forse nei computer di EI troveranno queste fonti. Nel frattempo tu sei sicuro che la perquisizione sia avvenuta a norma di legge: o forse non te ne frega niente, sei garantista e pannelliano solo quando rientra nei tuoi interessi.

      Andrea, c'è molta ruggine tra noi, ma da parte mia non c'è odio, né minaccia. Se davvero stai vincendo, come posso farti paura? Quello che ti spaventa davvero, non sono io. Forse è la tua coscienza: devi fare pace con quella. Là fuori massacrano una popolazione: in qualsiasi momento puoi dire che non lo accetti, che è un errore, che non avviene nel tuo nome: e allora il tuo nome forse varrà qualcosa. Per adesso no, ma non dipende certo da me.

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  5. Santa indignazione. Io penso le stesse cose di quelli che “basta armi all’Ucraina”, “la Nato ha abbaiato”, “i nazisti dell’Azov”.. “sono un pacifista, senza se e senza ma”, e che poi mi ritrovo di fianco in piazza il 25 aprile. Pagliacci. Non hanno più niente da dirmi, più niente da insegnarmi, se mai ce l’hanno avuto. Quanto ti capisco.

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    1. Giusto per capire: stai negando che che Azov sia un accrocchio di nazistoidi?

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    2. Io penso che negare che il battaglione Azov fosse un'accolita di estremisti di destra sia stupido.

      La domanda che potremmo porci è come mai gli estremisti di destra ucraini abbiano un peso specifico superiore a quelli italiani o francesi.

      Alle ultime elezioni parlamentari ucraine, le forze di estrema destra erano intorno al 2%; a quelle italiane e francesi superavano invece 1/3 dei votanti.

      Come mai i quattro gatti degli Azov contino moooooolto di più dei loro omologhi occidentali è sempre stato un mistero per me.
      Pardon: due gatti, visto che durante la battaglia di Mariupol Zelensky fece in modo di non far arrivare aiuto alcuno agli Azov, nella speranza che i russi li uccidessero tutti. Invece gli Azov si sono barricati ad Azovstahl e qualcuno è sopravvissuto.

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    4. Come facciano i nazisti ad aver così tanto rilievo in un posto il cui eroe più eroico è bandera è davvero un mistero. Ma forse meno del fatto che questo inquietante interrogativo non sia stato aggiunto ai millennium problem.

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    5. Gli italiani che venerano un fascista come D'Annunzio, cui dedicano scuole, strade e istituzioni, non possono fare la morale a nessuno circa questi argomenti.

      La differenza fra ucraini e italiani è che i primi hanno Bandera, ma poi al governo ci vanno i liberali, mentre i secondi hanno D'Annunzio e poi eleggono in massa Vannacci.

      Chi è più fascista come popolo? Sicuramente gli italiani, direi.

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    6. Non trovo sconcertante il fatto che non si riesca a comunicare. Tra l'altro suppongo fosse anche un po' il senso del pezzo che stiamo commentando — senso che l'ordalia dei nostri commenti avrà addirittura ridimensionato. Ma il modo in cui non si riesca farlo, ecco, quello proprio non lo capisco.

      Se ti chiedo quale figura dell'opposizione israeliana avrebbe guidato una reazione significativamente più moderata di quella di bibi (il che presuppone una catena di comando, con bibi che mette giù il piano, o almeno propone una visione, e gli altri che eseguono) è perchè ero rimasto a quando il rivale più accreditato era Gantz. Fare una domanda del genere non ha per forza la valenza di una difesa salvinian-melonian-lepeniana di bibi. (Anche perchè, cosa mai dovrebbe fregami di difendere questi babbei?, dubito di aver mai detto mezza parola, qui come altrove, che possa essere remotamente interpetata come espressione di vaga simpatia per costoro. Poi, certo, ho zero simpatia anche per tutti gli altri babbei, da draghi agli ultimi generatori. Ma, come amano ripetere i liberonzi, non è mica un gioco a somma zero.) Magari quella domanda significa semplicemente: non è che l'alternativa al baratro semplicemente non c'è? Per dire, anche questo tizio (senior Israel analyst at the International Crisis Group, che chissà che vuol dire) pensa che il punto non sia bibi. Poi ovviamente ognuno avrà i suoi motivi. Personalmente, da un po' di anni a questa parte la sensazione è che Israele sia marcio. Su per giù a partire dalla passeggiata di Sharon, è riuscito nell'impresa di marcire a un ritmo più tragico del nostro.

      Dopo di che, non che mi interessi classificare popoli per tassi di fascismo, nè dare lezioni morali, ma davvero vuoi mettermi d'annunzio e bandera nella stessa scatola?, non so, potrebbe essere persino più stupido di pensare che gli azoviti non sono nazisti (o sono nazisti buoni; purtroppo sui nazisti ucraini è mancata coordinazione tra le varie filastrocche).

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    7. In effetti non vi è molto paragone fra Bandera e D'Annunzio.
      Bandera è un tizio di cui all'ucraino medio frega meno che nulla, ma col fatto che vi sono alcune strade dedicate a lui e ogni tanto vi era un evento commemorativo, la propaganda filoputiniana l'ha subito identificato come "eroe nazionale ucraino".
      Già basterebbe la formula di "eroe nazionale" a capire che la narrazione fa abbastanza acqua: chi è l'eroe nazionale italiano? Garibaldi? Giulio Cesare? Berlusconi? E chi è l'eroe nazionale francese? Napoleone? Robespierre? De Gaulle? E quello tedesco? E quello austriaco? E quello spagnolo?
      Il giorno però in cui una forza ostile decidesse di denazificare l'Italia, avrebbe assai più materiale da additare come fascisti: non solo un comandante della seconda guerra mondiale, ma poeti studiati a scuola, filosofi, addirittura colui che ha disegnato la scuola italiana moderna.
      I gruppi tipo Azov o Casapuond o Alba Dorata o i Reichsürrger esistono ovunque, solo che quelli ucraini contano più degli altri in quanto un dittatore ha deciso di denazificare il paese.
      La differenza fra Italia e Ucraina è che a livello elettorale in Ucraina i fascisti sono trascurabili e il governo li impegna in azioni suicide sperando che muoiano tutti, mentre in Italia c'è un ministro della cultura che va alla fiera del libro di Francoforte a parlare del pensiero solare di Julius Evola (filosofo di estrema destra convinto che il pensiero solare mediterraneo avrebbe sconfitto obbrobri moderni come liberalismo, socialismo e democrazia).

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    8. Come se il problema fosse il refuso. Per dire: non è che bandera sia stato definito eroe nazionale ucraino dalla propaganda inimica, è stato proclamato tale, peraltro ai tempi della precedente "rivoluzione".
      Molte delle cose che dici sono equivalenti a i nazisti non sono nazisti, o non sono poi così nazisti, o forse sono un po' nazisti ma. Per queste esegesi c'è bisogno di un interlocutore più qualificato del sottoscritto.

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    9. Forse qualcunə che conosca l'Ucraina, che ci sia statə più volte e che magari abbia anche dei parenti colà? 😉

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  6. Persino questo tra Iran e Palestina, dal punto di vista di cinesi e indiani, è un conflitto poco più che regionale, tra vecchie superpotenze rancorose. Né all'estensore di questo blog o ai suoi lettori interessa molto, sembra, delle loro dispute territoriali nell’Aksai Chin e nell’Arunachal Pradesh, né del destino degli Uiguri o dei tibetani nei territori liberati dai cinesi. Quindi, visto che, come tutte le altre guerre, si tratta della solita guerra per procura, in cui gli eserciti non sono responsabili di chi uccidono, perché la responsabilità è sempre di altri, che muovono i fili; e in cui non esistono vittime civili, ma solo scudi umani; e la ragione e il torto non stanno mai da una parte sola, e c'è sempre una soluzione diplomatica, e la pace e il disarmo sono più importanti dei presunti diritti di una parte o dell'altra… Bè, indignamoci sulla tastiera, ché tanto non ci si può fare nulla, e spieghiamo ai nostri alunni che la situazione è sempre complessa, e quella che può sembrare una carneficina in realtà terapia tapioco è un gioco di forze – sempre le stesse – occulte che stanno sopra di noi e contro cui tanto non potremo fare nulla. Scegliamo una squadra e scommettiamo su chi vince. È l'unica cosa che possiamo fare. Il puzzo dei cadaveri che si deconpongono a Bucha o a Gaza è taaaanto lontano dalle nostre tastiere, e tanto le notizie che ci sono avverse sono sempre false, e quelle favorevoli sempre vere. T'acqueta omai.

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    1. Anch'io non capisco il punto, ma da uiguri e tibetani capisco che te lo meriti, ilpost.

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    2. Non ti preoccupare, Leo, non è importante. Nel più puro stile "pensiero da social forum" non hai idiea di cosa hai scritto; se uno, stupidamente, dà un'importanza alle tue parole, lo accusi di "virgolettarti". Cioè di citarti come si farebbe con l'affermazione di una persona SERIA, che scrive un saggio serio su un argomento serio... per te è un refuso scrivere - le parole son solo parole, cehcca**o! nessuno le leggerà davvero, no? - se il Tibet ha inveaso la Cina, l'URSS la Germania, l'Ucraina la Nato e via delirando... Non fa niente! Ci diverti lo stesso! Solo, smetteremo di considerare le tue parole una cosa seria, una cosa di cui ti prendi la responsabilità, ma solo una piacevole chiacchiera, quando non abbiamo niente di meglio da fare, come le canzoni delle solite stronze... Abbiamo già provato con ChatGTP ha creare un bel canale, "i post come li farebbe Leonardo Tondelli": sono un intrattenimento ancor meglio degli originali (se in quest'era di AI ha ancora senso il concetto di originale); quelle sui santi a domanda - san Gioberti, "che mangiava gli ombrelli chiusi e li ca*ava aperti" o sant'Agnese, "che mangiava uova e ca*ava maionese" sono anche divertenti - quelli sull'Ucraina e Gaza meno, perchè sembrano le veline del Fatto e del Foglio ma incorciate male... Non fa niente! All'uomo resta la responsabilità di ciò che fa, pensa, dice, scrive; il resto lo fa la AI.
      Leonardo, le solite stronze... se sono chiacchiere, rimangano tali...
      Non ti preoccupare: almeno per i santi, ti leggeremo lo stesso: lì sei divertente e, di solito, COERENTE. Un abbraccio a te e a tutti i tuoi lettori e commentatori.

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    3. Capisco che non è importante, ma hai già scritto parecchio senza spiegarti molto. C'era un periodo in cui mi consideravi "serio" e adesso no? Per qualcosa che ho scritto, e se sì, cosa esattamente? Me la sono presa con la Nato o me la sono presa troppo poco? Gli uiguri ti premono davvero o è benaltrismo un tanto al chilo?

      "Virgolettare" significa qualcosa di preciso: attribuire all'interlocutore parole che non ha mai usato. Per quanto i giornalisti italiani tendano a trovarla una cosa normale, in linea di massima no, non puoi attribuire all'interlocutore parole che non ha usato. È un espediente che di solito rivela la malafede di chi vi ricorre.

      Non mi preoccupo se anche non mi leggi più, sai quanta gente non mi legge.

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