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venerdì 17 ottobre 2025

(La rimozione del pederasta 2:) questa non è una pesca


Tra i vari generi che una volta andavano molto al cinema, e adesso sono scomparsi, quello che vi viene in mente è sempre il western, ma solo perché non avete il coraggio di ammettere che i primi due a cui state pensando sono i film d'amore e quelli erotici. 

[Questo pezzo prosegue il discorso cominciato qui, ma credo che si possa leggere anche per primo].

I film d'amore sono difficili, perché deve esserci un conflitto; ma che conflitto può esserci oggi che si metta contro due persone che si amano? Se c'è dev'essere qualcosa di così grave che l'amore passa giocoforza in secondo piano: se per dire il problema è che uno dei due si ammala o muore, sarà più facilmente un film sulla malattia o sul lutto, ne abbiamo tutti visti a palate e non ci sembrava di vedere film d'amore – che poi esistono, alla fine, i film d'amore? Forse qualche vecchia pellicola in bianco e nero. Anche se è la famiglia che si oppone, per motivi culturali o religiosi, il film impiegherà più tempo a descrivere/denigrare queste culture e queste religioni, più che a illustrare l'amore in sé. Succede la stessa cosa in letteratura, anche se per un paio di decenni una forma di romanticismo è resistita nella nicchia LGBT. Qui ancora ogni tanto qualcuno aveva ancora il coraggio di mettere l'amore in primo piano; si trattava quasi sicuramente di un amore osteggiato dalle convenzioni sociali, un amore da tenere nascosto a genitori o parenti, e però certe volte alla fine il vero ostacolo era l'io di un protagonista che questo amore doveva accettarlo in sé stesso. Davvero: anche gli eterosessuali, se volevano sentire parlare d'amore o guardare un film su questo tema specifico, a un certo punto più facilmente si trovavano davanti a prodotti scritti da gay, su personaggi gay, anche se non necessariamente concepiti per un pubblico soltanto gay. Ma non è stato sempre così, almeno sin da Platone? E magari i posteri avranno la stessa difficoltà a raccapezzarsi che noi abbiamo con la sessualità degli antichi: insomma, qui abbiamo testimonianze di legislazioni piuttosto severe nei confronti della pederastia, dopodiché poeti e filosofi non parlano d'altro... come si spiega questa contraddizione? E mentre ce lo domandiamo, i nostri artisti stanno perpetrando lo stesso equivoco. Dopo di noi magari verrà qualcuno che farà fatica a capire come coesistesse l'omofobia dilagante con il successo di Call Me By Your Name: un film che tra l'altro sembra così lineare e liberato – magari i posteri ne ignoreranno la storia produttiva travagliatissima. 

Call Me By Your Name, tratto da un libro che fu opzionato per il cinema ancora prima di essere pubblicato – dopodiché trovare un regista e degli interpreti fu piuttosto complicato – parte da una situazione non dissimile da Stranizza d'Amuri: due ragazzi si innamorano. Siccome non siamo nelle campagne siciliane, ma nella residenza estiva di un raffinato professore di archeologia, questo innamoramento è tollerato; forse persino previsto/programmato. A riprova che quel che conta davvero nella vita è dove ti capita di nascere. Benché gli autori abbiano modificato parecchio il resoconto autobiografico del romanzo (mescolandolo probabilmente con la loro autobiografia), non si sono permessi la licenza di Stranizza: qui i due protagonisti non sono coetanei, uno è un giovane adulto di 24 anni (spoiler) sta per sposarsi; l'altro è un diciassettenne minorenne e molto incerto sul da farsi. A chi obiettasse che Guadagnino non prevedesse lo stesso pubblico di Fiorello, possiamo obiettare che lo stesso regista, per sua ammissione, voleva fare un film "per le famiglie" (e che anche questa scelta abbia determinato l'allontanamento amichevole di James Ivory, che aveva collaborato alla scrittura ma che immaginava un film diverso). Dunque Guadagnino si è posto il problema che Giuseppe Fiorello non voleva porsi: filmare un adulto che seduce un adolescente, senza che questa seduzione sia percepita dallo spettatore come scandalosa e disturbante. Non c'è dubbio che ce l'abbia fatta, ma come? Filmando Chalamet che si masturbava con una pesca noce – no, scusate.

È un po' più complicato di così.
Ma non resistevo.

E che mammifero
E non ho neanche letto il libro, per cui non so fino a che punto il procedimento non fosse stato già messo a punto dall'autore. Ma insomma anche in questo caso occorre escludere, nel modo più reciso, che in un qualsiasi momento del film un solo spettatore possa farsi venire in mente che è il 24enne che sta davvero provandoci col 17enne. E come si fa? Si mostra un 17enne polimorfo e perverso che si scoperebbe qualsiasi cosa – uomini, ragazze, frutta, biancheria sporca, fumetti Bonelli, al punto che quando riesce finalmente a dare un bacio ad Armie Hammer, siamo tutto sommato tranquillizzati, dai, perlomeno è un mammifero. Il tutto comunque abbastanza realistico, perché alla fine a 17 anni si prova veramente di tutto, magari non guardi la frutta ma dipende anche da cosa c'è in frigo quel giorno. Comunque è opportuno, anzi necessario, che il primo passo lo faccia il ragazzino; e anche il secondo e il terzo, non è che si possa correre il rischio che qualche spettatore non si accorga degli inviti, che devono essere espliciti e reiterati. Questo persino a danno dell'intreccio, che a un certo punto diventa laschissimo: certe scene di una volta in cui due personaggi sorprendono gli spettatori baciandosi all'improvviso non sono più praticabili, qui devono prima dichiararsi e poi rifletterci per bene, facendo nel frattempo altre esperienze per sicurezza e per completezza. Un'altra cosa su cui i posteri potrebbero non raccapezzarsi è la fluidità, insomma qui sono tutti bisessuali, persino il padre – com'è che un film fa il botto proprio nel periodo in cui la comunità LGBT sembra più tribalizzata e compartimentata che mai? Di certo la fluidità ha una funzione fondamentale nel rassicurare lo spettatore: nessuno è stato sedotto, manipolato o rassegnato ad amare qualcuno in mancanza di alternative; le alternative c'erano, ottime e abbondanti, magari a voi non è capitato quell'estate di dover scegliere tra Armie Hammer ed Esther Garrel, ma nei film succede. Nei film d'amore. Call Me By Your Name è un film d'amore.

Non è un film erotico – quelli proprio non si fanno più. Neanche Guadagnino, che l'occhio ce l'avrebbe, e a volte dà proprio la sensazione di volerli fare – l'effetto però è quello di un film che mette insieme tutte le scene di raccordo, quelle che nei film erotici intervallavano le scene interessanti e servivano per fare minutaggio – in sostanza sta facendo il contrario di quello che facevano i suoi coetanei a 17 anni di notte fonda col vhs. Del resto, mica è colpa sua. I film erotici non si possono davvero più fare, quando qualcuno ci prova di solito il risultato è deprimente. Mi ricordo ancora la gente che rideva d'imbarazzo al cinema durante La vie d'Adèle e fidatevi: non era una scena ridicola. È facile individuare l'assassino del genere erotico: è stata la pornografia. Insomma, essa regna su Internet, e nel frattempo il genere erotico è completamente sparito dai cinema: può trattarsi di una coincidenza? Non può. Ma se se entrambi i fenomeni dipendessero da una ragione più a monte? [Continua! Senza pudore! Non finisce mai!]

1 commento:

  1. "Quindi potremmo innamorarci anche della nonna o fare sesso con l’amato cagnolino, perché no?
    No dai, non esageriamo, proprio al massimo.. con una pesca, che etimologicamente, in questo caso almeno, al contrario dell’albicocca arabo/latina, deriva da “pescare (nel torbido)”… ed infatti, la scena con il succoso frutto, a metaforeggiare un rapporto anale (almeno credo) lascia basiti, come poi tutta l’evoluzione della stessa… forse con un’anguria veniva meglio, e avrebbe fatto ancora più ridere, messa a confronto con gli inserti filologici, i reperti bronzei e le “sensuali” diapositive di statue greco romane; ma come anche con i paesaggi agresti, i borghetti assolati, le cascate, i prati da correre e i laghetti limpidi, le macchinine color pastello anni ottanta, i telefoni a gettoni, i treni a vapore, le nuotatine e i balli fuori moda… tutte robe care allo sceneggiatore Ivory, regista di Camera con vista e Casa Howard..."
    tratto dalla mia rece su FilmTv : https://www.filmtv.it/film/115496/chiamami-col-tuo-nome/recensioni/934013/#rfr:none
    p.s. intrigato dalla pesca.. ;)

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