Riassunto delle puntate precedenti: nel 1929 Mussolini e Pio XI si mettono d'accordo per qualche centinaio di metri quadri affacciati sul Tevere e un'ora di religione nelle scuole di ogni ordine e grado. Mezzo secolo più tardi l'ora diventa facoltativa. L'estate scorsa il Tar di Roma stabilisce che il voto, anzi, il “giudizio” del docente di religione, non debba entrare nel Credito scolastico. A questo punto il Ministro fa ricorso al Consiglio di Stato. L'altro giorno pubblica un comunicato in cui sostiene che il Consiglio gli ha dato ragione. A venti giorni dagli scrutini, mentre studenti e docenti brancolano nel caos totale (nel primo quadrimestre religione non faceva media e adesso sì; fino a una settimana fa sembrava che il docente non dovesse venire agli scrutini e adesso sì), la scena è allietata da alcuni personaggi, mi piace figurarmeli come tre burattini, che festeggiano o inveiscono secondo copione.
BURATTINO MINISTERIALE
Il consiglio di Stato ci ha dato ragione! La religione è importante e noi l'abbiamo sempre saputo.
BURATTINO LAICO
È una bieca discriminazione! Chi decide di non fare religione dovrebbe avere gli stessi diritti degli altri!
BURATTINO PRETE
Non passerete! Giù le mani da ora di religione e crocefissi.
E se le battute del copione vi sembrano poco ispirate, avete ragione. C'è un po' di stanchezza in giro, recitare è faticoso, han tutti bisogno di vacanze. Ma secondo voi cosa c'è sotto i burattini?
Ministero, quattro giorni fa
“Hai letto la sentenza del Consiglio di Stato?”
“Sì, e non ci ho capito niente. Spiegami soltanto: religione farà media o no?”
“Non può fare media, il giudizio di religione non è un voto numerico”.
“Vabbè, insomma, allo scrutinio l'insegnante di religione ci va o no? Ha vinto il tar o abbiamo vinto noi?”
“L'appello è stato accolto, quindi il tar ha perso...”
“Evvai!”
“Ma la sentenza dice anche che dobbiamo garantire l'ora di alternativa in tutte le scuole, altrimenti stiamo violando la Costituzione”.
“Vabbè, dettagli”.
“Leggi qui: La mancata attivazione dell'insegnamento alternativo può incidere sulla libertà religiosa dello studente o delle famiglie: la scelta di seguire l'ora di religione potrebbe essere pesantemente condizionata dall'assenza di alternative formative, perché tale assenza va, sia pure indirettamente, ad incidere su un altro valore costituzionale, che è il diritto all'istruzione sancito dall'art. 34 Cost.”
“Bla bla bla, l'importante è che possiamo dire di aver vinto”.
“Di questo aspetto il Ministero appellante dovrà necessariamente farsi carico, perché altrimenti...”
“Altrimenti?”
“...si alimenterebbe una situazione non coerente con quanto le stesse ordinanze impugnate sembrano invece presupporre”.
“E quindi cosa rischiamo, una multa?”
“Non lo dice”.
“Vabbè, insomma, cosa si aspettano? I soldi per garantire a tutti un'ora di non-religione noi non ce li abbiamo. Stiamo già tagliando cattedre vere... guarda, fosse per me io la toglierei”.
“L'ora di religione?”
“Massì, è uno spreco folle, in teorie dovremmo pagare almeno due insegnanti per un'ora sola, e prima o poi qualche rappresentanza di un'altra religione pretenderà di avere anche lui i suoi insegnanti... Fini ci sta già pensando... se invece la togliessimo, sai che risparmio?”
“Ma non si può”.
“Bisognerebbe revisionare il concordato, figurati. Sai quanto ci tengono i monsignori. Senti, piuttosto, tira fuori il burattino e fagli imparare la lezione. Deve dire che la religione è mooolto importante, che il Ministero ha combattuto per difenderla, e che ha vinto”.
“A un mese dagli scrutini? Ma sarà un caos...”
“La scuola è sempre un caos. Queste cose non la peggiorano e non la migliorano. Non c'entrano niente con la scuola, in fondo. È solo un teatrino”.
Riunione dei Laici Illuminati, quattro giorni fa.
“Cari confratelli, il nostro esperto legale ha potuto finalmente leggere la sentenza del Consiglio di Stato sull'ora di religione”.
“Un abominio oscurantista!”
“Maledetti!”
“Calma, calma, confratelli, purtroppo vi devo dire che la sentenza è abbastanza ragionevole. In un certo senso ci dà persino ragione, laddove fa presente che l'assenza dell'insegnamento alternativo in molte scuole è di fatto anticostituzionale...”
“Ma chissenefrega di alternativa, scusate, noi volevamo una cosa sola: che il prof di religione non potesse alzare la mano in sede di scrutini. Perché questo è il problema. Un tizio approvato dal vescovo che lavora pagato dallo Stato e giudica i miei figli in seno a un'istituzione statale”.
“Sì, però se tu chiedi che lui non ci sia, lui esce... tuo figlio si fa un'ora in meno... è oggettivamente difficile sostenere che ci sia una discriminazione”.
“Ma certo che c'è! L'ora di religione, se mio figlio la facesse, influirebbe sul suo credito...”
“Ma non per forza in modo positivo. Comunque leggi qui: Chi segue religione (o l'insegnamento alternativo) non è avvantaggiato né discriminato: è semplicemente valutato per come si comporta, per l'interesse che mostra e il profitto che consegue anche nell'ora di religione (o del corso alternativo). Chi non segue religione né il corso alternativo, ugualmente, non è discriminato né favorito: semplicemente non viene valutato nei suoi confronti un momento della via scolastica a cui non ha partecipato. “Non valutare” non significa “valutare negativamente”.
“Questo in teoria. In pratica è discriminazione”.
“Lascia che ti illustri meglio il concetto di discriminazione. Se nasci nero in un Paese dove i neri non possono entrare all'università, sei discriminato. Ma se sei tu a scegliere di non andare all'università, stai esercitando una tua libera scelta. Sei tu che scegli che i tuoi figli non facciano religione. Ma chi sceglie di studiare religione vuole che sia una materia seria, con una valutazione finale. Altrimenti diventa una farsa”.
“Ma è una farsa. Deve restare una farsa! Dobbiamo puntare all'abolizione dell'insegnamento di religione!”
“Sì, e alla pace nel mondo. Bisognerebbe rivedere il concordato, i monsignori non lo vorranno mai...”
“Scusate, eh, ma qui stiamo spaccando il capello in quattro. In un consiglio di classe ci sono nove o dieci insegnanti. È chiaro che nessuno pensa seriamente che l'assenza o la presenza di un prof di religione dagli scrutini abbia qualche riscontro sul piano pratico”.
“L'unica conseguenza pratica è che lavoreranno di più”.
“Fatti loro”.
“Li paghiamo noi”.
“Li pagavamo lo stesso, almeno così se li suderanno un po'. Quel che volevo dire è che questa battaglia non si faceva per migliorare di un decimo di punto il Credito degli studenti non cattolici. Si faceva su un simbolo: l'Ora di religione. È una battaglia simbolica, la scuola non è poi che c'entri così tanto”.
“Tanto la scuola è un caos”.
“Appunto”.
“E quindi che si fa?”
“Si tira fuori il burattino e si recita la parte: Bieca discriminazione, ministri cattivi, preti impiccioni, eccetera eccetera”.
Un ufficio qualsiasi della Curia, quattro giorni fa.
“Monsignore, buone notizie! Il consiglio di Stato...”
“Che Stato?”
“L'Italia?”
“Uff”.
“Il Consiglio di Stato, dicevo, ha riammesso il voto di religione nel Credito scolastico”.
“Il giudizio. I docenti di religione non danno voti”.
“Sì, monsignore, ma con permesso, è un dettaglio”.
“È tutto un dettaglio. Quindi riassumendo: abbiamo un'ora in tutte le scuole d'Italia, che gli studenti possono decidere se frequentare o no, con un insegnante che noi abbiamo approvato ma poi ha fatto un concorso di Stato che non dà i voti ma comunque partecipa agli scrutini. Ma perché non sono nato in Melanesia”.
“Monsignore, non ho capito?”
“Hai capito benissimo. Che rapporti abbiamo con lo Stato della Melanesia? C'è una conferenza episcopale laggiù? Abbiamo firmato un concordato?”
“Monsignore, dovrei informarmi...”
“Sono pronto a scommettere che i nostri rapporti con la Melanesia sono più chiari di quelli che abbiamo con l'altra sponda del Tevere. Vabbè, è una scommessa facile. Quest'ora di religione, per esempio, è un pantano dal quale non usciremo mai. Cosa ce ne facciamo?”
“Monsignore, è prevista dal Concordato”.
“Il Concordato. Io vorrei capire dove avevano la testa, i nostri predecessori. Se volevano una scuola cattolica, perché non se la sono fatta? In altri Paesi è andata così. I cattolici hanno investito denaro e risorse in scuole di qualità. La gente è portata a scegliere una scuola cattolica, perché riconosce al nostro prodotto una specie di garanzia di qualità”.
“Monsignore, con permesso, non è che altrove sia sempre andato tutto bene... nei collegi, per esempio”.
“E va bene, ci sono stati grossi danni... collaterali, diciamo. Ma in Italia abbiamo lasciato che lo Stato si prendesse tutta l'educazione. Tutta. A patto che in ogni classe venisse un tale, una volta alla settimana, a farsi fischiare dai ragazzini. L'ora di religione. Ma come si fa a pensare che potesse diventare una cosa seria, l'ora di religione? È sempre stata solo una farsa. Io la abolirei”.
“Monsignore!”
“Ti dico che la abolirei, è una cosa che ci ridicolizza. Ogni ora insegnata male, a una classe distratta e incompleta, è una picconata all'edificio della Chiesa di Cristo. Moltiplica per il numero delle classi e delle scuole e forse capirai perché abbiamo le chiese vuote e importiamo i preti polacchi. Perché i bambini italiani non vogliono fare i preti?”
“Forse per via del sesso in tv...”
“E forse perché il primo prete o il primo religioso che imparano a conoscere è un insegnante demotivato che arriva, fa un'ora di lezione e poi per una settimana non si vede più. È avvilente. Umiliante. Se solo potessimo finirla... una bella revisione al concordato: dateci qualche soldo in più, anzi, dateli ai genitori che vogliono mandare i figli alle nostre private... e noi leviamo le tende dalla vostra scuola di massa. Ma non si può”.
“Non si può”.
“Bisogna revisionare il concordato, hai voglia. Ne abbiamo firmati già due: uno con un dittatore, l'altro con un ladro. Ci manca giusto il puttaniere”.
“Magari tra qualche anno...”
“Sì, e i professori di religione poi dove li mettono? Finché erano precari... ma la Moratti li ha fatti assumere, adesso se li devono tenere”.
“Monsignore, però io non riesco a capire una cosa. Se l'ora di religione è tanto inutile...”
“Dannosa”.
“Se è tanto dannosa, perché i laici se ne lamentano così?”
“Perché sono sciocchi. Dovrebbero solo ringraziarci, di tutte le ore di pubblicità negativa che regaliamo. Quelli che volevano mettere i cartelli sugli autobus, mi fanno ridere. Noi facciamo propaganda atea in tutte le scuole della repubblica, un'ora alla settimana, altro che un cartello sull'autobus”.
“E quindi, monsignore, che si fa?”
“Niente. Anzi, trovami un burattino da mandare in tv, che dica le solite cose, giù le mani dai crocefissi, eccetera”.
“Ma il crocefisso è un altro discorso”.
“Ma sì, ma che c'entra, mica stiamo facendo un discorso serio sulla scuola. È solo il solito teatrino. Vai”.
M O N U M E N T A L E ! !
RispondiEliminaUn'ora alla settimana di Leonardo obbligatoria per tutti!!
Ho letto le prime dieci righe, ho premuto pausa; prima di leggere il resto faccio un pronostico:
RispondiEliminaBurattino Leonardo
Ministro fa cose a cazzo sulla pelle di poveri professori come me; laici perdono fanperdereque tempo con inutili questioni di principio, ma problemi benaltri; chiesa privilegiata suo malgrado.
Ora controllo nella speranza di essermi sbagliato.
Vabbè, adesso devo cambiare idee perché altrimenti i lettori si annoiano.
RispondiElimina(Faccio prima a cambiare lettori).
Ci mancherebbe - e poi eventualmente il problema primario non è certo la noja.
RispondiEliminaTra l'altro a lettura ultimata non so neppure se ci avevo preso; come al solito mi sfugge il senso ultimo: forse che siamo condannati a rivivere il mito di Sisifo?
Poi parlavi di copione; ma se ogni burattino è burattinato da un diverso burattinajo, c'è almeno uno straccio di accordo sul finale?
No, i canovacci sono eterni. Ognuno pensa che reggere la parte è meglio di niente, e invece forse per risolvere il problema basterebbe smettere di recitare.
RispondiEliminaUn teatrino divertente, come altri che scrivi, ma con due difetti, tipici dei teatrini:
RispondiElimina1) i burattini sembrano parlare con la loro voce, ma in realta' dicono solo quello che pensa e gli fa dire il burattinaio;
2) e' di cartapesta, ma viene spacciato per realta'. Il tuo 'canovaccio eterno' parte dall'assunto dell'immodificabilita' del Concordato; per dire, anche il Patto di Varsavia pareva eterno ed era sostenuto da un peso di carte bollate e plutonio anche maggiore, eppure una bella revisionata gliel'hanno data, ad un certo punto.
tibi
Leonardo gioca a fare il brillante anche su argomenti che nel Centrosinistra danno toni dissenterici alle facce di coloro che recitano la loro parte in commedia senza mai esporre un millimetro delle loro curate epidermidi. Sono coloro che in presenza di un argomento o di un tema laico se la danno a gambe affermando che "ben altri sono i problemi della gente". Questi "benaltristi" sono solitamente degli accesi sostenitori di ogni tema a cazzo che non disturbi il Vaticano, ma diventano improvvisamente dei belanti traccheggiatori alla vista di ogni tema che reca l'etichetta di "eticamente sensibile". Perciò per cortesia, Leonardo, non offendiamo i burattini che, almeno, hanno dignità materiale.
RispondiEliminaLeonardo, non prendiamoci in giro: pensi davvero che il docente di religione dia un giudizio equilibrato su un alunno? O che invece dica "promuoviamolo" a prescindere? mi sembra più probabile la seconda ipotesi. Sono uscito da poco dal liceo, e so quanto gli insegnanti di religione conoscano davvero i ragazzi.
RispondiEliminaBellissimo!!! Da cattolico posso dire che e' tutto vero.
RispondiEliminaStanding ovation.
RispondiEliminaGabriele, non prenderei troppo sotto gamba il giudizio degli insegnanti di religione. Ce n'è di fibra diversa, d'accordo, ma nelle mie classi al liceo è stato spesso determinante, per la bocciatura.
- Mah, secondo me è anche una cosa che vi raccontano. Si boccia una persona quando c'è una forte volontà di farlo da parte degli insegnanti. Il caso in cui un insegnante (di religione, ma anche di altri) si trova ad essere ago della bilancia secondo me non sono così frequenti. Comunque mi sembra di averlo scritto già un'altra volta: senz'altro religione è (vogliamo dire otto volte su dieci) un voto a favore, che alza la media, ecc.. Il punto è che o si fa o non si fa. Se si fa, deve essere una cosa seria, con una valutazione e un riscontro in sede di giudizio finale. Se leggete la sentenza troverete che il senso è quello. Quindi frequentare religione è un vantaggio. Però non è discriminante (per il Consiglio di Stato, non per me). Non lo è perché comunque lo studente o il genitore è lasciato libero di scegliere se approfittarne o no (tranne quest'anno, in cui hanno cambiato le regole nel finale, ma il Consiglio di Stato non entra nel merito del singolo anno scolastico); e inoltre lo stesso studente e lo stesso genitore dovrebbe essere libero di scegliere un'alternativa rappresentata da un altro insegnante che in quell'ora dovrebbe insegnargli qualcosa, e trattarlo a giugno con la stessa benevolenza. Questa alternativa però la scuola di Stato molto spesso non la concede perché non ha fondi, e di questo il Consiglio di Stato si lamenta esplicitamente. Poi magari il governo farà orecchia di mercante, non lo so. Può darsi che dal prossimo anno ci si aspetti più rigore dalle scuole, e che l'ora di alternativa sia offerta in tutte le classi. Dal punto di vista di chi lavora a scuola, sì, i problemi sono benaltri: capirai, non ci pagano le supplenze, figurati se c'interessa che paghino un precario per portar fuori 4-5 studenti che potrebbero semplicemente uscire. E' il problema dei compromessi: alla lunga scontentano tutti.
RispondiEliminaBravo leonardo.
RispondiEliminaIn realtà anche i "ben'altri problemi" sempre teatrino sono. "Il carrozzone va avanti da sè.."
Leo su questo terma sei semplicemente e sempre incommentabile. Perché, purtroppo, sai fare solo una cosa: il troll. Nel post e nei commenti.
RispondiEliminaPiccolo particolare, secondario forse: "Ma in Italia abbiamo lasciato che lo Stato si prendesse tutta l'educazione. Tutta." è semplicemente falso. Forse a Carpi, ma non credo. Rigurgitiamo di asili di suore, scuole dell'obbligo di suore, licei di preti e università cattoliche. Sono l'unica a vederle?
Credo che sia abbastanza chiaro che chi dice quella cosa è un personaggio, un prete, che non riflette il mio punto di vista (adesso salta fuori che io voglio la scuola dei preti, sta' a vedere).
RispondiEliminaContinuate a preoccuparvi di quel che penso io, ma il pezzo non ne parla. C'è una sentenza del Consiglio di Stato, ci sono vari punti di vista, poi ci sono gli stereotipi dei punti di vista. Io al limite sono nei commenti, e anche qui, mboh, tutto questo trollismo francamente non lo vedo.
Mi pare ci sia qualcosa che non va: se non condividi quello che sostiene il CdS, come parrebbe dai commenti, non si capisce perché chi non ne vede la "ragionevolezza" sarebbe un burattino meritevole di essere sbertucciato. E questa ragionevolezza si stenta proprio a vederla. Dici: "Il punto è che o si fa o non si fa. Se si fa, deve essere una cosa seria, con una valutazione e un riscontro in sede di giudizio finale." Ovvero solo chi è cattolico può accedere a un insegnamento della propria religione entro certi limiti curriculare rispetto all'istruzione pubblica (e quindi laica, darei per implicito). Qui sta la discriminazione, non nel fatto che come conseguenza si produca un vantaggio o uno svantaggio nell'esito finale dello studente, come vorrebbero a Palazzo Spada. Ci sarebbe poi anche da interrogarsi sul rispetto del principio di distinzione degli ordini, ma per il momento fermiamoci qui.
RispondiElimina"Ovvero solo chi è cattolico può accedere a un insegnamento della propria religione entro certi limiti curriculare rispetto all'istruzione pubblica (e quindi laica, darei per implicito)".
RispondiEliminaQuesto è dato per esplicito in una legge che si chiama Concordato, che è riconosciuta dalla Costituzione. Sarei il primo a essere contento se la revisionassero, ma per ora nessuno dei contraenti ha interesse a farlo. Se ne parlerà quando in Italia ci sarà una maggioranza laica che esprime governanti laici.
Poi in quello che ho scritto ci sono tre burattini, non uno solo: e nessuno dei tre mi sembra così "meritevole di essere sbertucciato". Sono tutti e tre stanchi di ripetere gli stessi slogan su una cosa (l'ora di religione) che non serve e non interessa veramente a nessuno.
...E il Concordato puntella i Patti Lateranensi, quelli che rimisero l'Italia unita nelle fauci del clericalismo. La Costituzione riconosce il Concordato perchè è stata promulgata da personaggi che, usciti da una tragedia, preferirono interpretare i morsi di queste fauci come amorevoli baci. Poi siamo arrivati noi baby boomers, storditi da una culla culturale e territoriale disseminata di madrasse (cattoliche), riconosciute dalla Costituzione e quindi per noi facenti parte del paesaggio naturale del nostro mondo; talmente storditi che la questione della laicità ci pare una baggianata da ridere e da deridere. Ma del resto che ci si può aspettare in un Paese in cui sono gli stessi cattolici a pretendere di definire come e in che modo si possa essere laici; e tutti gli altri, quattro gatti a dire il vero, sono "laicisti". Perciò risulta intrinsecamente e "tecnicamente" vera l'affermazione qui sopra di Leonardo: "Questo è dato per esplicito in una legge che si chiama Concordato, che è riconosciuta dalla Costituzione. Sarei il primo a essere contento se la revisionassero, ma per ora nessuno dei contraenti ha interesse a farlo. Se ne parlerà quando in Italia ci sarà una maggioranza laica che esprime governanti laici"; tuttavia questa stessa affermazione è anche, storicamente e politicamente, una cazzata di quelle che si dicono a babbo morto.
RispondiEliminaPerchè questo non avverrà mai; perchè questo è avvenuto in passato ma siamo stati riacciuffati e riconsegnati in questo grande collegio cattolico che si distende in mezzo al Mediterraneo. Vorrei infine chiedere a Leonardo, a proposito della questione crocifissi nei luoghi pubblici, che anche Bersani (che ho votato alle primarie) ha gestito come si gestisce una merda pestata per sbaglio sul marciapiede, che ne pensa di questa nostra collettiva e moderna convinzione secondo la quale il fondamentalismo cattolico è un fatto culturale mentre il fondamentalismo islamico è un fatto criminale?
Sui crocefissi direi che a suo tempo mi sono espresso anche troppo (sintetizzando: è stata una delle non frequentissime volte che ho scritto che Bersani ha fatto bene).
RispondiEliminaVoi baby boomers, (se proprio tu sei un baby boomer), avete sempre dato per scontato il progresso. L'Italia è stata cattolica per molti secoli: è una cosa che è successa e ha avuto delle ripercussioni. Volete un'Italia laica? La voglio anch'io, ma non si ottiene pestando i piedi. Intanto bisogna lasciare perdere i simboli, perché la guerra dei simboli contro un'amministratrice di simboli (la Chiesa) è persa in partenza. Ma se siamo laici forse siamo anche dei sani materialisti e possiamo porci il problema dal lato giusto: quello dei soldi. Fare una campagna seria contro i criteri di attribuzione dell'otto per mille, contro il meccanismo per cui la Chiesa si prende molto più del dovuto (i meccanismi si possono revisionare senza bisogno di rifare il concordato). Rinfacciare il più possibile le negligenze della Chiesa cattolica nello scandalo pedofilia (ma con cognizione di causa); dai e dai anche il consenso intorno alla Chiesa si può erodere. Ci vuole pazienza, cosa che i baby boomers non hanno mai avuto, ma tra qualche anno (scusami) cominceranno a esserci molti meno baby boomers, e forse non ci sarà bisogno di difendersi perché si fa un discorso lungo e complesso invece di limitarsi a sloganare "chiesa brutto ora di religione ingiusta". Che magari è vero, ma è troppo semplice e non serve a nessuno.
Ti ringrazio per la risposta. Evidentemente alle primarie ci siamo comportati diversamente. Comunque io considero possibile affermare che sono baby boomers tutti coloro che si sono affacciati al mondo dopo il secondo conflitto mondiale e che in Italia ha coinciso con il processo di industrializzazione. Quindi tutti coloro che sono tenuti a bada con l'espansione consumistica e non solo i sessantottini di cui tu attendi la sepoltura. Il consenso attorno alla Chiesa non si può erodere con i tatticismi da te proposti proprio perchè, volendo mantenere chiusi i libri di storia, esiste la sepoltura e l'avvicendamento generazionale e la Chiesa è un'amministratrice di simboli. Il fatto che da qualche parte esiste un ragazzino che si prepara ad attendere anche la tua (di sepoltura) ricarica la molla al giochino. Lo dico a te, dal momento che sei fiducioso nel fatto che esso si scarichi da solo.
RispondiEliminaBeh, no, dai, baby boomer è un termine preciso.
RispondiEliminaE allora ci avevo preso.
RispondiEliminaAlcune osservazioni.
1. La Corte Costituzionale ha (recentemente, post riconcordaggio) interpretato il testo costituzionale nel senso per cui la laicità dello stato italiano è un principio supremo: lo stato ha il dovere di trattare le questioni relative ai credi spirituali in maniera totalmente isotropa, bandendo ogni comportamento che possa determinare una direzione privilegiata rispetto alle altre.
2. Abbiamo a che fare, dunque, con un diritto. Per di più supremo, ovvero che - in teoria - viene riconosciuto senza se e senza ma, in particolare indipendentemente dai numeri in campo, ed indipendentemente dalla contingenza storica - in particolare da quella particolare contingenza storica che in Italia porta l'ente Chiesa Cattolica a godere attualmente di immensi privilegi, acquisiti nel corso di millenni ingannando la povera gente, abusando della sua credulità, ed, in tempi recenti, appoggiando ciascun dittatore/uomo della provvidenza disponibile sul mercato.
3. L'esistenza del concordato mi pare non rilevi nel senso invocato: l'art. 7 stabilisce per prima cosa che il comportamento dello stato in materia di un ambito su cui esso sia sovrano non deve risentire di alcuna interferenza da parte della Chiesa; e tale è, appunto, la pubblica istruzione.
Giova ricordare pure come il suddetto Concordato sia in definitiva una semplice blindatura dei privilegi medievali della Chiesa: (a) avendo, come è stato sciaguratamente riconosciuto in anni molto sciagurati (prima del riconcordaggio) dalla stessa Corte Costituzionale, valore di trattato internazionale, non è materia su cui la volontà popolare possa esercitare alcuna sovranità: in altre parole il Concordato ci viene calato dall'alto, come punizione divina, cosa gli italiani ne pensino è ritenuto del tutto irrilevante; (b) inoltre esso è modificabile senza revisione costituzionale solo previo accordo delle due parti (e raramente nel corso degli umani eventi si è visto che un privilegiato rinunciasse spontaneamente al proprio privilegio in cambio di nulla).
4. Poichè un diritto supremo è nei fatti quotidianamente disatteso - proprio come nel caso in esame - alcuni cittadini combattono una battaglia per esigerne il rispetto.
Nessuno, Leo, ti sta chiedendo di partecipare attivamente alla battaglia; neppure ti si chiedono consigli strategici.
Eppure tu sei lì a ricordarci periodicamente come queste battaglie servano solo a sortire l'effetto contrario; balzando per ragion sufficiente alla conclusione che la causa di tale effetto contrario è nella battaglia stessa; il che, a conti fatti, equivale a dare la colpa delle Fosse Ardeatine al CLN.
Ahinoi vuoi vedere che anche la precisione è relativa, secolare e perciò satanica? http://www.milanofinanza.it/giornali/preview_giornali.asp?id=1654418&codiciTestate=14
RispondiEliminaL'ora di religione non interessa nessuno? Nemmeno chi ci può coltivare una belle rete di clientele a spese dello Stato? Non sei tu a sottolineare (giustamente) l'importanza dei soldi?
RispondiEliminaAggiungo che atlantropa ci ricorda una dato importante, cioè la sentenza 203/89 della Corte Costituzionale che ha stabilito che la laicità è uno dei principi supremi dell'ordinamento costituzionale, come tale in grado di scavalcare anche il Concordato (e questa sentenza nasce proprio da un ricorso legato all'IRC: meno male che c'è chi non dorme in attesa di fantomatiche future maggioranze laiche). Peccato poi che a questa e ad altre belle sentenze (che specificano il suddetto principio di laicità in termini di equidistanza dello Stato dalle confessioni religiose e di divieto di discriminazioni basate su un criterio quantitativo. (Per te saranno solo slogan pure questi?)) faccia seguito un viluppo di contraddizioni per salvare l'irc: può essere di qualche utilità mettere il dito nella piaga.
Concludo esprimendo la convinzione che in democrazia anche gli scontri sui simboli siano importanti e che pericolosa sia l'indifferenza verso le argomentazioni giuridiche improntante al tradizionalismo che vi fanno ingresso: tanto per capirci, vedo una trasparente continuità tra la difesa del crocifisso e quelle ordinanze di comuni leghisti che in nome delle "nostre radici e tradizioni" discriminano, direttamente o indirettamente, gli stranieri. Penso anche, banalmente, che le uniche battaglie perse in partenza siano quelle che si decide (legittimamente, per carità) di non combattere; farebbe piacere a chi sceglie altrimenti non vedersi etichettato come burattino stanco ripetitore di slogan.
"Penso anche, banalmente, che le uniche battaglie perse in partenza siano quelle che si decide (legittimamente, per carità) di non combattere".
RispondiEliminaQuesto non è semplicemente vero. L'arte della guerra è una scienza (laicissima) che consiglio di ripassare.
Nella fattispecie, questa è una battaglia che si può vincere, se nessuno si permette di attaccare dal punto più sbagliato con le armi meno adatte.
Io non credo di "dormire in attesa di fantomatiche future maggioranze laiche": la maggioranza degli italiani è già laica, o per lo meno, molto distratta. Basta spiegare cosa fa di male la Chiesa tutti i giorni agli italiani, prendendo esempi concreti (caso Englaro, scandalo pedofilia, ecc.), e il consenso si può erodere giorno per giorno.
Per contro, attaccando un simbolo religioso si stuzzica un sentimento religioso-identitario, che molti italiani condividono anche senza andare a messa e senza devolvere l'otto per mille. Il risultato è ricompattare una maggioranza intorno ai simboli. La trovo una strategia suicida.
Discorso soldi. Se ho capito bene, tu pensi che l'IRC serva a fare propaganda religiosa a spese dello Stato. A parte che bisogna anche riconoscere che è una propaganda di pessima qualità, che in questi anni ha reso alla Chiesa un pessimo servizio... in che modo l'estromissione del prof di religione dagli scrutini cambierebbe le cose? Persino se abolissero l'ora di religione, la ripercussione più immediata sarebbe il trasferimento degli insegnanti su un'altra graduatoria (italiano). Il risultato sarebbe: migliaia di insegnanti approvati dalle curie che insegnano italiano nelle scuole dello Stato. Qualcuno vuole questo? Io no, ma sono in conflitto di interessi.
A parte che le sentenze andrebbero lette e capite tutte, e non solo quelle che sembra vi diano ragione (sul serio pensate che questa sentenza del CdS vada contro quella della Corte Costituzionale?)... La Corte Costituzionale non è che abbia detto una novità eccezionale: tutte le religioni sono uguali davanti allo Stato (art. 8). E siccome i rapporti con i rappresentanti della religione Cattolica sono fissati dal Concordato (art. 7), se ne deduce che bisognerà stringere accordi del genere anche con gli altri rappresentanti delle altre religioni. Era quello di cui parlava Fini quando prospettava, in un lontano futuro, la necessità di avere insegnanti di religione islamica. Scommetto che voi non volete questo, ma il punto è proprio tutto lì: siete sicuri di sapere quel che volete?
Leonardo io so quello che voglio e accetto tutti i consigli. Anche quelli spocchiosi. Ripassiamo pure l'arte della guerra dunque e proviamo ad evitare di combatterla con le armi sbagliate. Ti propongo perciò di dare un'occhiata alle carte per capire dov'è il nostro plotone rispetto a quello degli altri (in Europa). Siamo finiti in una palude con "l'acqua" del Concordato fino alla gola e con te che gridi "non muovetevi che si fà l'onda". Altrove stanno molto più asciutti ma a te non importa molto; nella palude hai visto delle belle farfalle e ti ci sei affezionato. Pensi che con il sole forse l'acqua evaporerà e vorresti che lo pensassimo anche noi, in modo che non si rompano i coglioni a chi vuole acchiappare farfalle. Ecco Leonardo, qui nei film di guerra di solito parte un colpo.
RispondiEliminaMi sa che non hai proprio capito: dal mio punto di vista quello che perde tempo ad afferrare farfalle sei tu. Il crocefisso è una farfalla, l'otto per mille è una cosa seria.
RispondiEliminaQuesta idea per cui tu (che non so chi sei) stia lottando per i sacrosanti diritti laici mentre io (che critico la Chiesa quanto posso) la starei difendendo, è ingenua e settaria.
Se negli altri Paesi europei i laici hanno ottenuto di più, forse è stato anche perché non hanno messo da parte l'intelligenza. Vedi Spagna: prima i socialisti vanno al potere, poi fanno una legge per togliere i crocefissi. L'inversione di causa ed effetto non ha molto senso.
(La replica è così lunga che ho dovuto spezzarla in due: chiedo scusa).
RispondiEliminaLa battuta sulle battaglie tale è, ma al limite è anche vera visto che non sappiamo prevedere il futuro (mi pare Guicciardini dicesse qualcosa in proposito...).
A me pare sia tu a fare confusione fra questioni diverse, come è palese se mischi strategia politica e argomentazioni giuridiche. Intendiamoci, nella pratica i due piani sono strettamente intersecati (e non è uno degli aspetti più secondari: quel po' di laicità che abbiamo avuto negli ultimi anni è arrivata pressoché tutta dai giudici, nazionali e non, ed è quindi anche considerando che il diritto, sopratutto quello costituzionale, ha bisogno di una legittimazione etica diffusa che, per aversi decisioni coraggiose, occorre tener vivo e rumoroso un ethos laico) ma dal punto di vista concettuale vanno tenuti ben separati.
"La maggior parte degli italiani è laica". Ma quando mai. Io la vedo come Pasolini: la maggior parte degli italiani è secolarizzata ma certamente non laica.
Crocifisso: l'eliminazione del crocifisso dai locali pubblici significa semplicemente allestire uno spazio che tutti possano sentire come loro indipendentemente dalla propria religione (per non tirare in ballo i soliti musulmani, ti faccio l'esempio di una mia amica ebrea che da bambina si sentiva dire dalla maestra, che additava il crocifisso alle sue spalle, che i suoi correligionari avevano messo a morte il figlio di Dio). Tu sei convinto che concedendo (e non è una concessione indolore per chi da quell'immagine si sente offeso: facile chiamarla farfalla quando il volatile scorrazza sulla pelle altrui) di piantare ovunque queste bandierine identitarie i clericali, magari pure padagnoli, si ammorbidiranno o per lo meno non si irrigidiranno; io credo al contrario che significhi solo spianare la strada a un conformismo ancora più forte e opprimente ma in ogni caso queste considerazioni non incidono sul diritto di chiunque di rivolgersi a un tribunale (magari anche internazionale) per chiederne la rimozione. E se la sentenza arriva, che dobbiamo fare, dire oh, che peccato, mettiamoci subito una pezza? Oppure, per stare sul minimalista, lasciamo che sia la magistratura a decidere, noi parliamo di disoccupazione? O è già troppo?
No, non penso affatto che l'IRC sia propaganda religiosa a spese dello stato, penso che sia clientelismo gestito dalla Chiesa cattolica a spese dello Stato. So bene che da qualche anno gli insegnanti di religione sono assunti a tempo indeterminato e in caso di revoca dell'idoneità fruiscono della mobilità professionale nel comparto scuola, ma è solo l'ennesima discriminazione che prevede un canale di ingresso in ruolo nel pubblico impiego riservato a insegnanti muniti di placet vescovile, procedura che grida vendetta a Zeus. Io vorrei che l'IRC venisse trasformato (come? quando? Se ne può parlare...) in un'ora (obbligatoria per tutti) di storia delle religioni insegnata con criteri scientifici (quindi laici) con insegnanti assunti senza discriminazioni religiose e sulla base di titoli e concorsi adeguati. Ma tutte queste speculazioni politiche non sono argomentazioni giuridiche (ecco la confusione di cui parlavo) e quindi non c'entrano un piffero, almeno direttamente, con una sentenza del Consiglio di Stato.
E veniamo alla sentenza in questione. Grazie del consiglio, mi capita di leggere sentenze abbastanza abitualmente e sì, penso proprio che questa sentenza vada contro la giurisprudenza costituzionale, nei termini che ho già fugacemente indicato in relazione alla questione discriminazione; ma diamo pure un'occhiata anche agli altri profili. Il Cds, con autentico sprezzo del ridico, sostiene che la presenza dell'insegnante di religione nello scrutinio non condiziona la scelta di avvalersi o no perché questa è sicuramente scevra di considerazioni utilitaristiche, laddove la Consulta prendeva in considerazione proprio circostanze materiali quando vietava l'imposizione di un obbligo di restare a scuola a frequentare un corso alternativo: qual è la differenza di sostanza fra i due condizionamenti? Poi: i nostri prendono atto che la Corte Costituzionale ha stabilito che una volta compiuta la scelta l'insegnamento diventa obbligatorio ma se si può consentire che questo obbligo si traduca in una qualche valutazione (come già avviene) non ne consegue affatto che questa debba inegrarsi con la valutazione di profitto scolastico, anzi, sembra vero proprio il contrario se la Corte Costituzionale ha specificato che la "finalità della scuola" (art. 9 Protocollo Addizionale) entro cui viene impartito l'insegnamento della religione si riduce alla sua somministrazione con modalità compatibili con le altre discipline scolastiche (sent. 203), cioè alla compatibilità organizzativa di una misura che è volta a garantire la libertà positiva dei cattolici, non a integrare la pubblica (e quindi, di nuovo, laica) istruzione (il richiamo alla sentenza 390 del 1999 è capziosissimo per non dir di peggio visto che i valenti giudici lasciano intendere che la Consulta abbia elargito la sua benedizione all'art. 309 c. 3 del 16 aprile 1994, n. 297, mentre la disposizione di cui si era eccepita la legittimità costituzionale era stato il comma 2). Per la cronaca, la Corte Costituzionale *ha detto* una novità eccezionale con la giurisprudenza inaugurata nel 1989, dal momento che, almeno fino alla revisione del Concordato, c'era chi sosteneva che la religione cattolica fosse ancora religione di Stato, nonostante l'art. 8, e la stessa Corte aveva sempre, per esempio, fatto salva la specifica tutela penale di cui godeva la religione cattolica sulla base dell'argomento che si trattava della religione professata dalla maggior parte degli italiani (ossia proprio quel tipo di argomento che oggi rigetta esplicitamente) facendo leva sul dato testuale dell'art. 8 che non parla di uguaglianza ma di uguale libertà (sai come'è, oltre alle sentenze anche la Costituzione è bene leggerla). Quanto alle altre intese, non esistono "norme specifiche che sanciscano l'obbligo, su richiesta della confessione, di negoziare e stipulare l'intesa" (Corte cost. n. 346 del 2002): si tratta quindi di materia politica demandata al futuro. E veniamo all'ultima questione che poni: hai ragione, io non voglio insegnanti di religione islamica scelti dall'imam (dico per semplificare: naturalmente so bene che l'Islam non ha una ierocrazia) e sì, sono abbastanza sicuro di sapere quello che voglio (l'ho detto sopra) e quello che non voglio (un clericalismo separatista con ogni gruppetto religioso che durante l'ora di religione si allontana dalla classe è va a sentire la sua campana: la trovo una prospettiva terrificante).
RispondiEliminaParli dei socialisti spagnoli: Zapatero è andato al potere dicendo che il crofisso sta bene dov'è perché è inoffensivo? (Mentre la Corte Europea dei diritti dell'uomo sì che fa danni!).
Mi scuso ancora per la lunghezza ma non ho il dono della sintesi (per quento intervengo rarissimamente sui blog!).
Mi chiamo Claudio e voto a sinistra. Faccio attività politica di base (volontaria e gratuita) ed ho partecipato a un milione di riunioni con esponenti di tutti i Partiti di Sinistra e di Centrosinistra. Ma anche a quelle dei "movimenti" dove c'è la gggente e non le Segreterie dei vetusti Partiti. Leonardo son tutte farfalle! Tiri fuori la questione crocifissi e sembra che non hai parlato, poni la questione dell'otto per mille e saltano su i benaltristi, parli di Concordato e scopri che è un tema "laicista". Tutti intelligenti? O tutti vigliacchetti? Se gli argomenti laici sono rimasti presidiati solo da una parte della Magistratura è forse perchè ci sono le toghe laiciste? Noi "ottocenteschi" (e pure di sinistra) siamo cittadini o siamo sudditi che si devono pure sorbire le lezioncine tattiche dei geni e maghi usciti a frotte ad insegnarci come si fa Politica in Italia. Un noto seppellitore del'900 (Veltroni) che scappa e poi ritorna, un'altro becchino con lo stesso hobby (Rutelli), Presidente di se stesso, insieme hanno fatto più danni di un'epidemia di vaiolo; eppure vanno dicendo di essere moderni, loro che vorrebbero seppellire il '900 per resuscitare il '600. Leonardo ma tu dove desideri vivere, nell'Italia di questi Marchesi del Grillo? Lasciamo perdere i crocifissi, che per te sono una farfalletta infantile e settaria, e prendiamo la pedofilia clericale. Prendiamola in termini seri e non "settari", come piace a te, e quindi diciamo che è un fenomeno complesso, non generalizzabile e che vi sono stati anche casi di calunnia. E poi? Poi ti rendi conto che la Chiesa su questo tema usa il "segreto di fatima" nel modo con cui la sibilla cumana si guadagnava la pagnotta: e la gggente ascolta e comincia a dire "beh insomma, dopotutto sono uomini anche loro". Leonardo, se proprio ci tieni fai pure l'eunuco volontario, ma non ti meravigliare se gli altri poi sentono il falsetto.
RispondiEliminaPure secondo me - che invece di legalese capisco poco/nulla - alcune considerazioni che ho letto discendono da idee parecchio confuse.
RispondiEliminaL'otto per mille è un meccanismo sordido, perchè di fatto costringe ciasun contribuente a versare soldi alla CEI, indipendentemente dalla sua volontà, per di più al fine dichiarato di permettere a decine di migliaia di preti (contrariamente a quanto sarebbe prescritto dai loro stessi libercoli) di mangiar pane senza sudore della fronte; ma formalmente (solo formalmente) legale, quantomeno non discriminatorio.
Il crocifisso sulle pareti è di fatto illegale e discriminatorio, è una violazione di un diritto supremo di ciascun individuo, si attende solo che la magistratura nostrana ne prenda e dia atto.
Il Concordato è un pasticciaccio brutto ereditato da precedenti ordinamenti non propriamente democratici, poi blindato dalla costituzione, ed infine infilato da successive sentenze interpretative in un calderone in cui cui la volontà popolare non può mettere mani.
Chi chiede che si tolga il crocifisso sta semplicemente chiedendo il ripristino delle regole, proprio come colui che chiedesse di arrestare il ladro, multare chi passa col rosso, etc.
Chi chiede la modifica del meccanismo dell'otto per mille sta facendo una proposta politica, ma assolutamente non banale: sull'adeguamento al ribasso di quella quota (la cui opportunità/necessità è ormai evidente da molto tempo) c'è bisogno del parere di una commissione bilaterale italo-vaticana, la cui simpatica peculiarità è che alcuni componenti di parte italiana, come il prof. Cardia, siano più papisti del papa.
Chi chiede di rivedere il concordato sta chiedendo ahilui di rivedere, se non l'intero ordinamento dello Stato, comunque un trattato internazionale. Indifferente al sentire della cittadinanza, il concordato sta lì appeso come e più del crocifisso, a simbolo perenne di dannazione eterna ed immodificabile del popolo italiano.
Peraltro, Leo, a un certo punto citi il caso Englaro; ciò mi pare molto scorretto: cos'era la battaglia del signor Englaro se non una battaglia in favore di un principio, di un diritto, di un concetto più umano e più civile del fine vita?, se avesse ragionato col tuo metro praticone, quel poveretto si sarebbe limitato a premere (o far premere) un cuscino sulla faccia della figlia...
RispondiEliminaLa battaglia del signor Englaro riguardava un caso concreto e non un semplice simbolo. Molte persone anche di fede cattolica capivano bene chi in quel caso si stesse comportando da prepotente e fanatico, imponendo la sofferenza fisica a una persona sulla base di credenze personali. Quella secondo il mio modesto parere è una strada sulla quale vale la pena di insistere. Piuttosto di criticare la costituzionalità di una sentenza del Consiglio di Stato (comunque mi pare di capire che si possa ricorrere in Cassazione).
RispondiEliminaPanda, tu vorresti che l'ora di religione fosse sostituita da una "storia delle religioni insegnata con criteri scientifici". Per quel che conta, anch'io. Sai che nel 2010 questo piacerebbe anche a Tremonti o a Ratzinger? E sai perché? Perché in questo modo tornerebbe a essere obbligatorio, e sai a chi sarebbero assegnate le cattedre? A quelli (approvati dal vescovo) che adesso insegnano religione. Non a caso una cosa simile alla tua la propose Messori, uno che ritiene che la Madonna faccia ricrescere gli arti amputati. E' solo un esempio del problema. L'ora di religione è un compromesso: prima di buttarla via bisogna capire se non si rischia di sostituirlo con un compromesso peggiore.
A me pare che tutti voi commettiate l'errore di confondere ragione e consenso. Ci tenete molto ad avere ragione. Ma infatti avete ragione, su un piano razionale. Adesso si tratta di trovare consenso. Su certi argomenti (divorzio, aborto, testamento biologico) a vederlo bene il consenso l'avete già. Potete pescare anche da un bacino di gente che si tiene un crocefisso appeso al collo e va a vedere la Sindone, ma non crede a Ratzi quando dice che la Madonna di Fatima gli ha spiegato il problema della pedofilia. Ma no, voi preferite avere ragione in pochi, impuntarvi nei simboli. Questa non è via Rasella (vi piacerebbe), questo è l'imbarco per Sapri.
"Il Concordato è un pasticciaccio brutto ereditato da precedenti ordinamenti non propriamente democratici" - Atlantropa, stai parlando del pentapartito? Pensi che la Democrazia Cristiana non avesse a metà anni '80 il consenso del Paese? Sul serio pensi che non ci fosse una maggioranza di italiani che si considerava cattolica? Però quella maggioranza può cambiare, in qualsiasi momento. Bisogna avere pazienza e fare qualcosa giorno per giorno. Lamentarsi con l'arbitro in questa situazione non funziona.
(Se poi non siete d'accordo con me, non capisco quale sia il problema. Di siti che scrivono "chiesa brutta e cattiva" ce n'è un fottìo).
Molti dicono che la rivoluzione deve farla il paese: ciò è incontestabile. Ma il paese è composto di individui, e poniamo il caso che tutti aspettassero questo giorno senza congiurare, la rivoluzione non scoppierebbe mai. Si potrà dissentire dal modo, dal luogo, dal tempo di una congiura, ma dissentire dal principio è assurdo, è ipocrisia, è nascondere un basso egoismo. Stimo colui che approva il congiurare e non congiura egli stesso, ma non sento che disprezzo per coloro i quali non solo non vogliono far nulla, ma si compiacciono nel biasimare e maledire coloro che fanno. Con tali principi avrei creduto di mancare a un sacro dovere, se vedendo la possibilità di tentare un colpo in un punto, in un luogo, in un tempo opportunissimo, non avessi impiegato tutta l’opera mia per mandano ad effetto. Io non ispero, come alcuni oziosi mi dicono per schermirsi, d’essere il salvatore della patria. No: io sono convinto che nel Sud la rivoluzione morale esista, che un impulso energico può spingere le popolazioni a tentare un movimento decisivo [ ... [. lo sono persuaso, se l'impresa riesce, otterrò gli applausi generali: se soccombo, il pubblico mi biasimerà. Sarò detto pazzo, ambizioso. turbolento. e quelli, che nulla mai facendo passano la loro vita nel criticare gli altri, esamineranno minuziosamente il tentativo, metteranno a scoperto i miei errori [ ... [. Se non riesco disprezzo profondamente l'uomo ignobile e volgare che mi condannerà; se riesco, apprezzerò assai poco i suoi applausi»...epperò il mio scopo, i miei sforzi si sono rivolti a mandare a compimento una congiura, la quale dia un tale impulso; giunto sul luogo dello sbarco, che sarà Sapri, per me è la vittoria, anche se dovessi morire sul patibolo. (Carlo Pisacane)
RispondiEliminaEcco, appunto. Poi a Pisacane hanno fatto le statue, però l'Italia hanno dovuto farla degli altri che dissentivano sul modo, sul luogo, sul tempo.
RispondiEliminaForse non è chiaro.
RispondiEliminaIl crocifisso va tolto dalla parete per lo stesso motivo per cui sugli autobus o nei ristoranti non devono esistere posti per neri e posti per bianchi.
Mi dispiace se tu e Bersani non ci arrivate, ma la civiltà occidentale ha preso da tempo questa (biecamente illuminista?) direzione, per cui gli stati si fanno garanti presso i cittadini di taluni diritti, tra cui quello supremo di non poter essere fatti oggetto di discriminazione per questioni afferenti alla """spiritualità""".
Che poi a te il faticcio non dia o dia solo moderatamente fastidio, che per te la sua rimozione sia qualcosa di secondario rispetto all'abolizione del massacro dei cimbri dai programmi di storia del primo superiore, non rileva minimamente.
Va tolto, punto e basta - e sarà così nel giro di qualche mese.
Quanto al Concordato, si tratta di uno squallido accordo tra fasci e chiesa cattolica; Mussolini peraltro non fu un abile negoziatore per il paese, visto che solo cinque anni dopo, mediante similare stipula, l'eroico Pacelli imponeva ai clerici tedeschi di giurare fedeltà al Terzo Reich.
Il pasticcio è stato rinnovato in fase costituente allorquando una sciagurata maggioranza cattocomunista (ma in quella sede i numeri dei soli baciapile eran tali da non permettere alcuna alternativa) approvò lo sciagurato art. 7, finendo consciamente o meno per renderlo immodificabile; la blindatura diventava definitiva allorquando il referendum per la sua abolizione veniva dichiarato inammissibile; negli anni '80 il capolavoro ha beneficiato solo di un piccolo ritocchino: al fine di permettere all'Italia far la figura dello stato laico e moderno con gli amichetti europei (abolendo nominalmente congrua, religione di stato, e quant'altro) una Chiesa prossima alla bancarotta per via dei finanziamenti sotterranei a Solidarnosc finiva con sua stessa sorpresa per vedersi attribuiti molti più soldi e molto più potere.
L'osservazione per cui l'ora di religione non sia stata utilizzata in modo efficace per fare propaganda non può che farmi sorridere; è come se tu ti spari sul piede e poi ti lamenti della pistola.
L'idea di studiare storia delle religioni è esiziale; non vedo perchè bisognerebbe studiare la storia delle religioni e non quella della scarpe, o delle acconciature, o dei costumi sessuali, o delle tecniche utilizzate per pulirsi il naso.
Siamo due dischi rotti.
RispondiEliminaParagone col caso Rosa Parks: me lo avete fatto mesi fa; la lotta per i diritti civili durò mesi, durante i quali i servizi pubblici furono boicottati. Finora non ho sentito di boicottaggi per togliere il crocefisso: mi pare che siate convinti che bastino i ricorsi. Per fare entrare i neri all'università dell'Alabama Kennedy dovette nazionalizzare la Guardia Nazionale dell'Alabama: pensate che Berlusconi muoverà un dito per togliere i crocefissi? Se lo farà tanto meglio, ma ricordo cosa disse il suo Ministro degli Interni nell'occasione.
La "sciagurata maggioranza cattocomunista" sarà anche stata sciagurata, ma era maggioranza. Il giorno in cui ci sarà una maggioranza laica la tua arroganza avrà un senso, adesso è soltanto noiosa. Se per te la storia della religione è meno importante delle tecniche per pulirsi il naso, questo non significa che non lo sia per miliardi di persone il cui parere magari m'interessa più del tuo. Nessuna civiltà è un diritto acquisito, compreso quella occidentale: l'arroganza con cui ne liquidi un elemento importante mi sembra un sintomo di inciviltà piuttosto che del contrario. Un po' di studio delle religioni ti farebbe bene: non confonderesti più cattolici con unionisti, capiresti i punti di vista di chi sta discutendo con te, magari riusciresti a convincere un cattolico senza pensare di dover ricorrere tutte le volte a un giudice. Fino a quel momento nel mio piccolo non ti considero un gran laico, e nemmeno molto civile.
Mostrami, per favore, dove avrei confuso cattolici ed ""unionisti"".
RispondiElimina(Rispondo a te solo perché mi ti aveva linkato una persona che conosco: indirettamente parlavo con lei).
RispondiEliminaMi pare comunque che la discussione abbia fatto qualche passo avanti: abbiamo poca forza ma ci riconosci che abbiam ragione, il che in fondo è già qualcosa, per lo meno per chi non ha il culto della forza fine a se stessa (e qualche traccia di questo vecchio imprinting, impoverito della convinzione di sapere dove va la storia, mi pare proprio di scorgerlo ancora nella sinistra). Poi naturalmente hai ragione: di strategia si può e si deve discutere. (Anche se non capisco perché sostieni che in un insegnamento laico di storia delle religioni verrebbero automaticamente travasati i docenti di RC: ne ho conosciuti parecchi nella mia vita e molti non erano nemmeno qualificati in materie religiose. Insomma, i concorsi truffa esistono, ma darli per scontati mi pare retorica).
A me interessano i risultati (e molto!), il consenso è solo uno strumento. Per ragioni che non giudico meritevoli di discussione (tra cui pure tagliare un po' le unghie al populismo identitario, eh), nelle democrazie liberali ci sono alcune materie che sono (o dovrebbero essere) sottratte alla decisione per consenso e tra queste c'è sicuramente, almeno per una sua buona fetta, la laicità. Per il momento mi acconteterei che il partito che ho votato (non ho come professione la politica quindi non tocca a me ramazzare il consenso) alle nazionali (faute de mieux, lo ammetto) fosse non dico laicista barricadero ma almeno non (a mio avviso autolesionisticamente) corrivo, e possibilmente smascheratore, di questo clericalismo identititario e delle strategie diversive che lo sostengono. E intanto tocca sperare nei giudici. Con rammarico, ma, davvero, senza imabarazzo di sorta.
Con ciò ho detto tutto quel che volevo dire, porgo i miei omaggi e mi congedo.
@atlantropa
RispondiElimina"Forse non è chiaro.
Il crocifisso va tolto dalla parete per lo stesso motivo per cui sugli autobus o nei ristoranti non devono esistere posti per neri e posti per bianchi."
Non era chiaro. Non mi sembra chiaro nemmeno ora però. Un crocifisso alla parete è parte dell'arredamento (verticale delle pareti) come può esserlo il colore della carta da parati. Non mi sembra una gran discriminazione. E' difficile che il crocifisso possa limitare in qualche modo il movimento degli studenti. Tutto sommato se anche dovesse dar fastidio alla vista è sufficiente non guardarlo. Inoltre dopo qualche tempo il cervello si abitua e non ci fa più caso (o almeno dovrebbe). Puoi anche essere della religione degli atei fanatici ma come tutti gli altri devi lasciarti un margine di dubbio per essere ragionevole.
@leonardo
RispondiEliminaRitengo che tu abbia in massima parte ragione. C'è solo un punto debole nel tuo ragionamento. Se abolissero l'ora di religione domani certamente si porrebbe il problema di cosa far fare a quelle migliaia di insegnanti, visto che hanno dei "diritti acquisiti". Acquisiti in barba al buon senso, un pò come quelli dei parlamentari e di tante altre categorie di persone. Però non farlo domani mi sembra che serva solo a perpetuare una situazione scorretta. Altri insegnanti andranno a sostituire quelli avviati alla pensione e quindi le migliaia rimarranno migliaia e sempre con gli stessi diritti acquisiti. Sarebbe solo un posporre il problema. O no?
@xyz
RispondiEliminaChe a te/milioni di persone quella non sembri una gran discriminazione non rileva, mi sembra di averlo già detto.
Libero di non credermi.
Attendiamo qualche mese, e vediamo a chi la sentenza definitiva della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo darà ragione.
In ogni caso sfugge alla presente discussione che "l'atteggiamento dello Stato deve essere segnato da equidistanza e imparzialità, indipendentemente dal numero di membri di una religione o di un'altra né dall'ampiezza delle reazioni sociali alla violazione di diritti dell'una o dell'altra". Se un principio - come quello dell'uguaglianza dei cittadini, art. 3, lo stesso per cui Berlusconi non ha potuto dichiararsi primus super pares - è supremo, i numeri non contano - e non devono contare.
@atlantropa
RispondiEliminaQuindi sarà un Diritto dell'Uomo che l'arredamento delle classi scolastiche non preveda simboli religiosi. Non dico di no, ma non mi sembra un diritto fondamentale come può esserlo il diritto ad avere accesso all'acqua potabile.
Se credi in una religione piuttosto che in un altra per te il crocifisso avrà un senso oppure un altro. Se non ci credi "dovrebbe" avere lo stesso senso di un quadro o del colore delle pareti. Il tuo giudizio negativo dovrebbe essere puramente estetico.
Mi sembra che la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo sia stata scomodata per una bega più simile alle beghe dei bimbi in età prescolare che per quello per cui è stata creata. Per fare dei regali a dei bambini è meglio farli tutti uguali se no litigano. Insomma o tutti o nessuno. Certo meglio evitare litigi, soprattutto se i bimbi sono cresciuti, quindi tutto sommato ben venga questa sentenza.
Amico (purtroppo non so come chiamarti),
RispondiEliminafortunatamente non sta nè a me nè a te decidere sulla fondamentalità di un diritto e/o sull'ammissibilità di un ricorso presso una data corte.
Il ricorso Lautsi vs Rep It è stato dichiarato ammissibile, ed anzi in prima istanza pienamente accolto; ora è stato accettato il ricorso governativo; si attende la sentenza definitiva.
Del resto mi pare che le tue siano obiezioni sviluppate su un piano estetico, o morale, o per dar sfogo un certo tipo di sentire; ma non certo di natura tecnica.
La discriminazione è evidente: il crocifisso è il simbolo di una particolarissima religione in uno stato (a) che ha firmato di sua spontanea volontà un protocollo sull'educazione la cui interpretazione spetta alla Corte che in prima istanza l'ha condannato; (b) la cui corte costituzionale ha dichiarato esplicitamente sia che la laicità è un principio supremo (ex art. 3, ossia a partire dal principio di uguaglianza dei cittadini), sia che essa va implementata nel senso di equidistanza ed imparzialità in materia religiosa.
Riassumendo: lo stato proclama che, in conseguenza del principio di eguaglianza tra i cittadini, a nessuna particolare religione dovrà concedersi più che ad alcuna altra; però nelle aule scolastiche del detto stato, seguendo peraltro un regolamento (attenzione: regolamento, non legge) probabilmente decaduto della sua precedente incarnazione, si appendono solo i simboli di una ben determinata religione.
@atlantropa
RispondiEliminaSono Claudio. Ho partecipato con interesse a questa discussione, almeno finchè Leonardo ci ha fatto sbarcare a Sapri. Dove sono morti quei trecento esaltati che picchiavano i piedi.
...Galigarsia era a bordo del Lombardo; quando fummo in vista di Favignana disse ai suoi compagni di viaggio: in quell'isoletta così bella c'è un carcere profondissimo sotto il livello del mare, dove stanno rinchiusi sette compagni di Pisacane sopravvissuti all'eccidio di Sapri. Muoiono ogni ora un po' in quella fossa maledetta...
Chissà se più tardi, anche stavolta, di quelli più accorti ne partiranno almeno un migliaio. Chi sarà il loro Generale? Quale la sua divisa?
Claudio,
RispondiEliminaammesso che io abbia capito il senso delle cose che dici, osserverei che l'assalto alla garibaldina non è certo passato alla storia come esempio di accortezza tattica: semplicemente il nemico era marcio, e già battuto.
Per come la vedo io, anche la chiesa cattolica è in profonda crisi; non capisce o finge di non capire che il suo problema non è affatto quello che una terra interamente illuminata possa risplendere all'insegna di trionfale sventura; ma un banalissimo rigetto della modernità verso un certo tipo di pensiero ""astratto"" (bieco illuminismo compreso), che recentemente passa per nichilismo. Salvo scenari catastrofici da cui occorra essere consolati, per uscire da questa crisi la chiesa dovrà diventare qualcosa di profondamente diverso da quello che è oggi, dunque in tal senso morire.
Ora, se uno fosse nemico della chiesa come si prova antipatia per la Juve, o perchè un bel giorno ci si è ritrovati nei pantaloni il bigliettino "obiettivo: devi distruggere le divisioni del papa", ci si potrebbe sedere in riva al fiume ed aspettare il cadavere.
Ovviamente il punto non è questo.
Qui da noi accade che tutti gli ospedali pubblici del Nord Italia abbian rifiutato di implementare una ben precisa sentenza di una nostra corte, ed un governo di personaggi dalla morale quantomeno discutibile decretava in fretta e furia per "accogliere le istanze della Chiesa".
Accade che dalle tribune della tv pubblica, alcuni speciali cittadini italiani - speciali non tanto perchè vestiti in modo imbarazzante ma soprattutto perchè al di sopra del diritto e mantenuti a spese della collettività - possano impunemente invitare medici e farmacisti a delinquere.
Accade che mentre il mondo civile reagisce oltraggiato quando il papa dice che la distribuzione di preservativi aumenterebbe il problema dell'AIDS, o il suo segretario di stato dice che c'è un provato legame tra pedofilia ed omosessualità, o la chiesa riaccoglie nel suo seno un nucleo di antisemiti particolarmente irriducibili, o vien fuori che per non far brutta figura sono stati coperti decine di migliaia di casi di abusi sessuali su minori in tutto il mondo, qui da noi si legge invariabilmente "feroce attacco alla Chiesa", ed ogni tanto qualcuno aggiunge pure che in fondo gli ebrei se l'erano cercata.
Ecco, quello che non si vuole, almeno per quanto mi riguarda, è proprio questo. E non lo si vuole ora, subito, immediatamente.
È banale che basterebbe chiudere il rubinetto dei soldi per rovesciare completamente le sorti della partita; ma la mano sul rubinetto ce l'ha uno sciocco maggiordomo, che non ha alcuna intenzione di farlo.
È banale che basterebbe far sapere al popolo bue che senza i privilegi economici accordati alla Chiesa le tasse si ridurrebbero di un quarto o un terzo; ma il direttore del giornalino è un baciapile, dirotterà l'attenzione sul gossip.
Per cui si arriva al crocifisso; quel simboletto che a te non dà fastidio, al punto da sembrarti arredamento nativo di una parete di un edificio pubblico, chè tanto se uno non vuole vederlo si gira dall'altra parte, e poi tu hai votato per un partito coerente con questo e quell'altro (benchè probabilmente messo fuori dal parlamento); quel simboletto a me di fastidio ne dà eccome: perchè è un nexus, un marchio di asservimento.
Tra qualche mese la corte europea ci metterà di fronte ad una scelta: togliere i feticci dalle pareti, oppure rinnegare in blocco tutto ciò che è accaduto dopo il 1492. Essendoci di mezzo i soldoni della globalizzazione, confido nell'esito nichilista.
@atlantropa
RispondiEliminaSono Claudio. Ti ripeto che gli ultimi interventi targati "anonimo" non sono miei. Io mi sono fermato quando Leonardo ci ha assimilati a quegli sprovveduti di Sapri (non mi sento offeso). Detto questo, il problema del nostro Paese è che Garibaldi lo facciamo morire a Caprera e poi gli diamo del bandito, mentre il Papa muore a Roma e poi ne fanno subito un'altro. Per questa ragione, pur condividendo l'oggettiva critica al velleitarismo degli assalti "alla garibaldina", temo che in Italia non esistano alternative di stimolo alla mutazione politico-sociale rispetto alle missioni suicide dei Trecento di Sapri o dei Mille di Marsala.
Claudio, scusami se ho fatto confusione e/o non ho prestato abbastanza attenzione.
RispondiEliminaSe tu non sei nè quello del partito non corrivo, nè quello per cui basta girarsi dall'altra parte e il problema è risolto, mi fa solo piacere, perchè a cadere sono solo degli elementi di separazione.
Prendi il mio intervento di prima e sostituiscine il penultimo paragrafo con:
Per cui si arriva al crocifisso; quel simboletto che ad xyz non dà fastidio, al punto da sembrargli arredamento nativo di una parete di un edificio pubblico, chè tanto se uno non vuole vederlo si gira dall'altra parte; quello che poi tanto abc ha votato per un partito coerente con questo e quell'altro (benchè probabilmente messo fuori dal parlamento) quindi chemmefrega; quel simboletto a me di fastidio ne dà eccome: perchè è un nexus, un marchio di asservimento.
e penso che ogni pezzo vada al suo posto.
Personalmente sospetto che Garibaldi sia una sorta di eroe per caso; così come il passo da terrorista a combattente della libertà mi pare breve; ma ciò non rileva. Di papi ne posson fare quanti ne vogliono, neppure l'uomo-papa è il problema (ma solo un'aggravante o un'attenuante di quello); il problema è che il palazzo dei papi sta a Roma; fosse stato ad Avignone, vien da pensare che il grosso dei casini se lo beccava qualcun'altro.
Ciao, Rocco.
Ecco, ora che ho riletto tutta la discussione capisco meglio chi è chi, capisco meglio le tue (interessanti) posizioni e collateralmente capisco pure perchè prima non avevo capito.
RispondiEliminaComunque anche a posteriori dubito che sarei stato all'altezza di rimanere nella metafora: l'unità d'Italia è una delle pagine di storia che conosco meno, mi mancano proprio i ferri del mestiere.
Ancora ciao.
@atlantropa
RispondiEliminaVa bene. Ti ringrazio per la fatica della rilettura. Ma ora mi sà che l'intervallo è finito... tutti giù ad acchiappar farfalle! :-) Claudio
Però prima guardati questa.
RispondiEliminaTornando all'argomento del post, ovvero l'insegnamento della religione: da cristiano, catechista nella mia parrocchia, quindi dall'interno della chiesa, ritengo che la religione non sia una materia di scuola e che "insegnarla" porti ai danni che il burattino-prete di Leonardo cita sommariamente. L'essere discepoli di Gesù si testimonia con la propria vita al servizio degli altri, ed è questo che eventualmente "insegna", non un'ora alla settimana in classe (personalmente al liceo non me ne avvalevo ed uscivo volentieri un'ora prima).
RispondiEliminaPika
"I problemi sono ben altri". (Alighieri, burattino guelfo bianco, Inferno III)
RispondiEliminaPS Mussolini giovane burattino conferenziere ateista che inferisce la non esistenza del Sommo dal fatto che per quanto sollecitato e con ben cinque minuti di tempo a disposizione manca di fulminarlo, per dirla da burattino camiciarossa: è un mio ideale.