Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi

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venerdì 28 febbraio 2025

Trump ci è, Trump ci fa

Ma insomma Trump è un matto? Lo era già? Lo è diventato? Sta cercando di fare impazzire noi, bersagliandoci con contenuti volutamente ridicoli e controversi? Sono domande che mi danno la nausea, forse perché sono italiano e ho vaghi ricordi di un tizio molto potente che anche lui a volte sembrava completamente svalvolato e abbiamo passato vent'anni a discutere sul fondamentale interrogativo Ma Ci È O Ci Fa, senza peraltro giungere mai a una soluzione perché la Storia ti giudica dai risultati, non dalle intenzioni né dagli stati psicotici. Ma alla fine mi domando se non sia la stessa domanda che ci poniamo da millenni, non so se vi ricordate Svetonio... no? Strano, avete frequentato i licei migliori del mondo, ma insomma ci stiamo ancora domandando se Caligola o Nerone fossero psicopatici o statisti di livello. E poi c'è il caso di Claudio, lo zio di Caligola, acclamato imperatore un po' per caso, il quale probabilmente aveva davvero qualche problema nervoso ma lo mascherava... facendo il matto, e forse questo spiega Trump meglio di altre ipotesi, insomma, l'avete visto ballare ai comizi? Trump balla male apposta per mascherare il fatto che non sa ballare; se ci pensate sta comunicando e governando allo stesso modo. C'è ovviamente molta arroganza – ballo come un buffone e voi dovrete applaudirmi lo stesso – ma anche un'accettazione dei suoi limiti che Berlusconi non aveva; B. voleva essere preso sul serio (e amato sul serio), Trump vuole continuare a passare per il furbacchione che chiude l'affare. Magari chiede la Groenlandia per ottenere la riduzione di un'aliquota, o spara la Riviera a Gaza per far capire agli israeliani che sta per chiudere un paio di rubinetti. 

E forse confondiamo anche stavolta effetti e cause: Trump potrebbe essere impazzito perché è troppo potente, ma potrebbe anche essere diventato così potente proprio perché è un povero pazzo; chi altro avrebbe potuto intestarsi con disinvoltura strappi in politica estera e interna inimmaginabili dal 1945. Può darsi che la democrazia ceda alla follia quando non sa più risolvere le sue contraddizioni, o uscire dalle situazioni in cui si è cacciata. Una di queste, al netto dei retroscena che ognuno racconta come più gli garba, è l'Ucraina: una situazione che si è ingarbugliata molto prima del 2022, degli accordi di Minsk e di Euromaiden. Storicamente, i democratici rappresentanti dell'Occidente hanno ritenuto che l'Ucraina fosse scalabile; che messo alle strette, Putin avrebbe dovuto cedere, o che un suo eventuale bluff sarebbe stata la sua fine politica. Possiamo discutere lungamente su chi abbia più di altri abbia commesso questo errore (Obama? Angela Merkel?) Quello che a questo punto dobbiamo accettare è che un errore di valutazione c'è stato. Non solo, ma dobbiamo anche riconoscere che non lo pagherà chi lo ha commesso, bensì gli ucraini e, meno pesantemente, gli europei. La retorica democratica crolla di schianto e ci accorgiamo che oltre a "un invasore e un invaso" c'erano venditori di armi che ci speculavano, venditori di gas che dalla fine dei due Nord Stream hanno tratto un immediato vantaggio, compratori di terre rare che stanno per chiudere un buon affare, ecc. Tutto questo, i cultori della democrazia potrebbero trovarlo osceno, ma possono consolarsi: la democrazia è sospesa, al suo posto c'è un pazzo che fa un po' quel che gli pare. 

In Palestina, una situazione molto diversa: ma anche lì, dopo aver coccolato per decenni un regime basato sulla segregazione religiosa (e razziale); dopo averlo visto diventare sempre più violento e meno incline ai compromessi, a un certo punto ti scoppia il bubbone, ti ritrovi un genocidio sulla riva del Mediterraneo e cosa fai? Accetti le tue responsabilità? No, perché nel frattempo tu, democrazia occidentale, hai pensato bene di suicidarti. Non fai neanche le primarie del partito democratico; alle elezioni candidi il nonno in carriola e quando diventa chiaro che la carriola ha delle difficoltà lo sostituisci con una vice la cui impopolarità era abbastanza nota; siccome Trump aveva già vinto contro una donna wasp, ci mandi una donna neanche wasp, perché vuoi proprio essere sicuro di perdere. La responsabilità se la prenderà un povero pazzo, anzi una squadra di pazzi un po' nerd incapaci di notare le differenze tra realtà e simulazioni AI, che magari riusciranno a confondere i sionisti eludendo le loro richieste con proposte ancora più folli. È una teoria.

Rimane sempre sul tavolo l'ipotesi che con Trump e Musk il capitale abbia raggiunto il punto di accumulazione dopo del quale la realtà semplicemente collassa: i cittadini contemplano interdetti ma non possono farci niente perché il capitale ha già da tempo attirato a sé non solo gli strumenti del consenso, ma anche le infrastrutture della comunicazione: nonché esercito e finanza, per cui non si vede proprio come uscire da quello che ormai è un buco nero. Ma probabilmente è un'ipotesi troppo pessimistica: voglio dire, tiranni impazziti ne abbiamo avuti sempre, e in un qualche modo ne siamo sempre usciti; probabilmente anche Svetonio era convinto di vivere negli ultimi giorni dell'umanità, tutti sono convinti di questa cosa, e prima o poi qualcuno ci beccherà. Sarebbe molto buffo che quel qualcuno fossi io.  

1 commento:

  1. Storicamente gli Imperatori considerati pazzi o quantomeno eccentrici erano TUTTI quelli che avevano più ruggini con il Senato...
    per cui Caligola viene definito pazzo dagli storici "braccio armato" del Senato, per aver fatto senatore il proprio cavallo Incitatus, in realtà significava che "ho più rispetto per il mio cavallo che per tutti voi, vestigia di una forma di governo che non esiste più".
    Al contrario, quelli che rispettavano la tradizione senatoria, passavano alla Storia come filosofi e poeti (il primo che mi viene in mente è Marco Aurelio)

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