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venerdì 23 marzo 2001
I Colloqui on line
Nel sito di Wordtheque non solo è possibile scaricare gratuitamente più di 20.000 testi in 113 lingue (tra cui il Tegulu, il modenese e il klingoniano, la lingua dei cattivi di Star Trek), ma è anche possibile scaricare fiabe e poesie recitate e compresse in file mp3. Mentre le fiabe ormai sono numerose, e attingono a un solido repertorio (Grimm, Collodi, Andersen… raccomando La principessa sul pisello), le poesie sono ancora poche. C'è qualcosina del Dolce Stil Novo, qualcosina di Pascoli, e poi… ci sono tutti i Colloqui di Guido Gozzano. Quasi tutti: alcuni file sonori devono ancora essere processati: ci vorrà qualche tempo.
Sì, li ho letti io. So di non essere un attore e non ho scuse, se non che era sempre meglio che star tutto il santo giorno a cliccare. Ma perché proprio Gozzano?
Mah. Penso che fosse il mio poeta preferito (al liceo). Credevo anche che fosse facile da recitare, col suo prosaico cantabile, lo stile "di uno scolare corretto un po' da una serva". Mi sbagliavo alla grande. Qualsiasi ermetico o surrealista sarebbe stato meno impegnativo. S'imposta un po' la voce, si dispensano silenzi terroristici, e via, per male che vada… Ma questo assurdo cantastorie liberty, col suo lessico retrò, i suoi giochi metrici che sanno più di enigmistica che di poesia (quel virtuosismo un po' sciatto che spiaceva a Contini ma attira come mosche gli adolescenti), ha anche la pretesa del narratore. Bisogna raccontare la storia e far sentire la filastrocca, e non è facile.
Mi accorgo che non sono dell'umore giusto per parlare (bene) di Gozzano. La lettura integrale mi ha un po' stomacato. Tra tante cose che il solito Montale ha scritto di lui ne ricordo una apparentemente incomprensibile: "Gozzano [come Rossini] va preso col cucchiaino". In effetti è un poeta dolciastro, specie a un secolo di distanza, quando non siamo più abituati a tante rime, tanta narratività, tanta ironia. Almeno in poesia. Ma forse Gozzano è il poeta preferito di chi non ama molto la poesia, e ancor meno i poeti. Certo, la sua antiretorica dopo quasi cent'anni suona fin troppo retorica. Ma io non ne so ancora fare a meno. Mi sorprendo a volte a citarmi addosso versi suoi (o anche di Petrarca, Dante, Leopardi, che lui, senza sospetto d'essere postmoderno, copiava pari pari; e io, ignorantello, lo prendevo in buona fede). E in fondo credo che a questo serva la poesia: a venirci in soccorso quando non sappiamo esattamente cosa dire o cosa pensare. Un verso che mi ritorna ossessivo, in questi giorni, è il seguente:
È triste pensare che i versi invecchiano prima di noi.
(L'ipotesi)
È triste ma è quasi sempre vero. Non in questo specifico caso, però.
Volete scaricare qualche Colloquio?
Vi sconsiglio assolutamente La signorina Felicita: sarà anche un capolavoro, ma supera i 25 minuti: meglio rimandare al tempo della banda larga. Troppo lunghe sono anche Paolo e Virginia e L'amica di nonna Speranza. Lunghetta anche Le due vie, ma è la mia preferita. Cocotte, un po' gerontofila, l'ha letta una mia collega (la stessa della Principessa nel Pisello). Chi volesse solo un assaggio senza perder tempo consiglio L'ultima infedeltà, che è appena un sonetto.
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