Aspettando il G8
Quando si vota si è costretti a fare scelte nette, e ad assumersene le responsabilità. Questo mi piace, questo no, questo può ancora andare, questo proprio no. Non è così semplice: di solito ci piace conservare opinioni più sfumate.
Io sono contento di non dover votare tutti i giorni, ed evito come la peste i sondaggini ormai imperanti sul web. Vedi la Repubblica di oggi: con un click puoi votare il segretario dei DS, curare i pedofili con non meglio precisati "farmaci", e rispondere all'interessante quesito: "Bastano le vittorie di Cipollini per risollevare un Giro noioso?"
Con questo tipo di sondaggi 'chiusi' (qualcuno ha già scelto le opzioni per te) è più facile farsi un'idea delle opinioni di chi pone i quesiti, piuttosto di quelle di chi sceglie di rispondere. Una caricatura piuttosto ridicola della democrazia.
È stata una triste sorpresa, perciò, trovare un simile sondaggio sul sito delle Tute bianche che si organizzano per il G8 di Genova. Ecco qui:
Siamo tornati dal Messico con la determinazione di seguire l'insegnamento zapatista del "Camminare domandando".
Bene, ci chiediamo adesso cosa dovremo fare a Genova nei giorni del G8. Piuttosto che risponderci da soli preferiamo rivolgere la domanda ai compagni di viaggio che abbiamo incontrato e che ancora dobbiamo incontrare.
Così il 26 maggio 2001 al Palazzo Ducale di Genova apriremo con 3 domande le nostre consultazioni:
1-E' giusto praticare la disobbedienza civile?
2-E' giusto esprimerla con l'invasione dei nostri corpi nelle zone off-limits?
3-E' giusto pensare a forme di autodifesa se la polizia cercherà di massacrarci e violerà palesemente i diritti umani?
Se i quesiti sono posti in questo modo, come si fa rispondere "no"? Certo che è giusto praticare la disobbedienza civile. Certo che la si può esprimere invadendo zone ingiustamente chiuse al pubblico. Certo che se i celerini si fanno avanti coi manganelli, bisogna difendersi. Dovrei quindi votare "sì". E avvallare un'altra guerriglia urbana.
È una responsabilità che non mi prendo. Odio questo tipo di sondaggi chiusi che ti mettono davanti il fatto compiuto. E rispondo così.
1: È giusto mandare a puttane un'opportunità di protesta e disobbedienza civile per giocare a fare i guerriglieri a Genova, Italia?
2: È utile cercare di oltrepassare una barriera soltanto perché è stata messa lì a bella posta?
3: È intelligente andare a cercare i manganelli proprio lì dove vi aspettano?
Genova, come il Global Forum a Napoli due mesi fa, è uno spettacolo annunciato. La polizia già si lecca i baffi. Il ministro in pectore degli interni della Casa delle Libertà (chiunque sia) non vede l'ora di far sentire che la musica è cambiata. È stato visto Fede dire "Gliela facciamo vedere noi…". Le tute bianche almeno sappiano che vanno a Genova a dar spettacolo per Fede.
Chi invece è molto critico nei confronti di tutto ciò che il G8 rappresenta, ma preferirebbe partecipare a una protesta civile, non solo correrà il rischio di trovarsi in mezzo a una battaglia che non vuole, ma dovrà anche patire la marginalizzazione da parte di stampa e tv.
Tanto per loro sono solo i soliti "giovanideicentrisociali"...
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