Diserzioni
Uno vorrebbe sempre mantenersi coerente e non fare cazzate, ma non è semplice.
Perciò devo ammettere che ho firmato anch’io la proposta di ordine del giorno che chiede al consiglio comunale di erigere un monumento “ai Disertori di tutte le guerre”. Ho fatto una cazzata e lo ammetto. Ho già chiesto al Ragno se può cancellarla, e spero che scuserà la mia diserzione alla causa. Scusate tutti.
Ragno d’altro canto si è già scusato di aver fatto in alcune sedi il nome del comitato locale di Attac. In tutta la vita di questo comitato, i suoi membri hanno ritenuto di dover votare soltanto una volta, e proprio per rifiutare la proposta del monumento. No, non è stata una decisione unanime. Meglio così: se c’è una cosa che considero pericolosa è l’unanimità.
Confermo comunque – per quel che serve – la mia simpatia per gli anarchici: non “tutti” gli anarchici, ma proprio gli anarchici che hanno portato a spasso il monumento in cartapesta. Hanno il coraggio delle loro idee e un’allegria contagiosa. Senz’altro la loro è stata la manifestazione più allegra da molti mesi a questa parte.
Ma confermo nello stesso tempo il mio fastidio per l'aggettivo "tutto", e quindi anche per i monumenti ai combattenti o ai disertori di "tutte" le guerre.
Tutte le guerre sono sbagliate, ma credo che ce ne siano alcune meno sbagliate di altre, come sapevano gli anarchici che hanno combattuto la guerra di Spagna e la Resistenza in Italia, e che di fronte a quel monumento di cartapesta condividerebbero, penso, la mia perplessità.
Sul piano politico, poi, la manifestazione è un autogol terribile per tutto il movimento locale: quel “gruppo di modenesi - obiettori, pacifisti, no global legati a varie associazioni” di cui parla la Gazzetta, che hanno dimostrato (me per primo) un’ingenuità imperdonabile. Non possiamo andare avanti così. Non possiamo farci dare lezioni di Storia dal presidente del Consiglio Comunale.
L’unica nostra speranza è portare contenuti, informazioni, dati, cifre contro la guerra.
E dire che i contenuti li abbiamo. Molilli trabocca di contenuti. Ragno stesso ha spedito decine di link interessanti. Sono quelli che ci servono. Non gli slogan, non comizi, non proclami contro “tutte le guerre” che possono servire soltanto a emarginarci.
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Sono giorni molto tristi per tutti, disertori e combattenti. La campagna americana in Afganistan sta andando male: non lo dicono i pacifisti, ma gli specialisti. Tutto il tritolo che si rovescia sulle rovine di Kabul, tra l’altro, non ha il potere di salvare un solo postino americano dal contagio dell’antrace. L’America sta bombardando il recinto vuoto dopo che i buoi sono scappati molto, molto lontano.
In Afganistan forse è rimasto il solo Bin Laden, martire programmato: ogni ospedale colpito contribuisce alla sua popolarità molto più di un VHS proiettato da Al Jazeera. Alle porte c’è il Ramadan, poi l’inverno: il peggior scenario possibile per un intervento a terra.
È in questo contesto che l’Italia annuncia la sua mobilitazione. Non c’è da stupirsi: noi italiani crediamo sempre di saper scegliere i momenti migliori. Nel ‘15 volevamo pugnalare alle spalle l’Austria, nel ’40 la Francia. In entrambi i casi poi, queste pugnalate ci si rivolsero contro… ma che importa? L’importante è esserci, come alle feste importanti, ai ricevimenti dell’ambasciatore, ai summit con Blair e Chirac. Importa il bel faccione rubizzo di Ruggiero sulla prima di “Repubblica”, che dice: “Vedete: non siamo in serie B!” Sarà.
Io in B ci stavo bene, e credo che a questa guerra non ci andrò. Non vedo vie d’uscita, né possibilità di vittoria: vedo solo la possibilità di rimetterci la libertà e la vita. Diserterò, se ne avrò la possibilità. Ma non voglio certo un monumento per questo. I monumenti sono brutti – a Modena ne sappiamo qualcosa.
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