Scherzo scemo
Perché io alla mamma ci voglio bene, e mai e poi mai vorrei che si mettesse in pensiero. Così ogni tanto la chiamo.
“Ciao, stai bene?, ti chiamo perché…”
“Vieni a trovarci domenica?”
“Ecco, no appunto, non posso, sono via, sono a Frosinone”.
“A Frosinonone?”
“Sì, una città… in Ciociaria, sai… sotto Roma”.
“Lo so da me dov’è Frosinone, ma cosa ci fai lì tu?”
“…storia lunga”.
"È un’altra delle tue associazioni?”
“Ecco, sì”.
“Ma non è che vi mettete dei guai, eh?”
“Ma no, è una cosa tranquilla… e poi siamo molto ben organizzati”.
“Ma che gente c’è, insomma”.
“Gente splendida, viene da tutt’Italia, ma il bello è che la struttura esiste a livello mondiale, pensa, abbiamo sedi in Argentina, in Marocco, in Tunisia, dappertutto…”.
“E come vi chiamate?”
“Ma dai mamma, te l’avevo anche detto”.
“Ah sì?”
“Ne ha parlato anche la televisione”.
“Ah… è vero… qualcosa che iniziava per A… A… A…”.
“Al Qaeda, mamma. Sono a una riunione di Al Qaeda”.
“Mò sgnòr!!”
“Mamma… sto scherzando”.
“Spero bene… ma di’ su, ma se ci controllano il telefono? Eh?”
“Dai mamma, non cominciare anche tu. Sto bene. Si mangia bene. Poi ti racconto”.
Perché io alla mamma ci voglio bene, e mai e poi mai vorrei che pensando a me si annoiasse. Così le faccio questi scherzi scemi.
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