Ordine di arresto suicida
Per il resto, la descrizione della provocazione rivolta alle forze dell'ordine fa riferimento al sarcasmo che usa Caruso, che annuncia «con un cavolfiore vi seppelliremo», che parla di «celerini affetti dal morbo dell'afta epizootica» e che promette «con ortaggi e verdura faremo la lotta sempre più dura» invitando «i compagni del servizio d'ordine, armati di carciofi e scolapasta» a farsi avanti.
Umorismo involontario?
1. Giustizia per le vetrine
Il successo – limpido – dell'organizzazione del Social Forum non dovrebbe farci dimenticare che in Italia c'è ancora molta gente con un'idea precisa di quanto è successo a Napoli e a Genova un anno fa: orde di manifestanti avrebbero devastato la città e aggredito le forze dell'ordine. E siccome i riscontri (vetrine infrante, poliziotti feriti) ci sono, è uno scandalo che ancora nessuno sia in galera.
Questo punto di vista è comprensibile: è giusto chiedere giustizia per le vetrine, anche se a me capita di appassionarmi di più per l'occhio d'un ragazzo percosso dal calcio di un vicecapo digos. Purtroppo in Italia le vetrine hanno pessimi avvocati, che finiscono per nuocere alla loro causa, come la Fallaci.
Inoltre, la difesa delle vetrine alla lunga rischia di rivelarsi controproducente per polizia e carabinieri. Com'è possibile che, con tutte le videocassette che ci sono in giro e nelle edicole, non siano ancora riusciti a individuare una sola faccia, un solo colpevole di "saccheggio e devastazione"? Per contro, i magistrati che hanno voluto indagare sugli eccessi delle forze dell'ordine, di riscontri ne hanno trovati.
L'imbarazzo per CC e polizia dev'essere diventato intollerabile dopo gli arresti di Napoli, la scorsa primavera, nel momento in cui la Magistratura sembrava dare ragione ai manifestanti.
È a quel punto che il Ros (Raggruppamento Operazioni Speciali) dei Carabinieri inizia a bussare di procura in procura con un copioso dossier in cui si prova – si proverebbe – la responsabilità di alcuni personaggi del movimento meridionale nelle devastazioni di Napoli. Ma il dossier non ha molto successo. Le procure di Torino e Genova, tra le altre, lo rispediscono al mittente. Forse perché sono procure 'rosse'. O forse perché le accuse sono inconsistenti.
Ma l'Italia è lunga, e alla fine un paio di magistrati più sensibili degli altri lo trova anche il Ros, a Cosenza.
2. Siamo tutti cospiratori, seriamente
Attenzione però: nemmeno il pm Fiordalisi e il gip Plastina trovano nulla che valga un'incriminazione per devastazione o saccheggio. O al limite per vandalismo, resistenza a pubblico ufficiale... Nulla.
Invece il reato contestato è: cospirazione politica mediante associazione al fine di turbare l'esercizio del governo; effettuare propaganda sovversiva; sovvertire violentemente l'ordinamento economico costituito nello Stato.
Si tratta di un'accusa più difficile da dimostrare, ma anche da contestare: non basta far sparire dai cassetti coltelli da cucina e mattarelli. È sufficiente scrivere un'e-mail sulla rivolta globale, o, temo, scaricare la stessa e-mail sul proprio pc. Ma anche farsi bello con l'amico al cellulare, dicendo cose tipo: "macché black block, a Genova eravamo noialtri a fare casino", come ha fatto effettivamente uno degli arrestati, Cirillo (dimostrando una dabbenaggine incredibile per un ex settantasettino: dopo Genova perfino i lillipuziani stavano attenti a quello che dicevano al cellulare, con tutti i clic strani che si sentivano).
Non era nemmeno necessario essere a Genova o a Napoli: anche da casa si poteva cospirare ascoltando radio Gap e scrivendo messaggini agli amici con istruzioni come: "evitare Corso Torino". Capito, Enzo? Sei nella merda.
Non consola sapere il reato di cospirazione risale al codice Rocco (1930), visto che nessuno ha ritenuto giusto invalidarlo. Anzi il reato di cospirazione ha conosciuto un buon revival negli anni di piombo, e rimane attualissimo anche oggi, vista la nuova normativa antiterrorismo. In più, nell'overdose informativa in cui viviamo oggi, tra sms, e-mail, filmati digitali (e blog!) prima o poi una cospirazione scappa a tutti quanti. Esattamente come a chiunque può capitare di scaricare un'e-mail a contenuto p e d o p o r n o g r a f i c o e rischiare anni di carcere e infamia.
Insomma, non è solo questione di solidarietà: siamo davvero tutti sovversivi. Valutate voi se è il caso di autodenunciarvi alla procura di Cosenza, come suggerisce il Forum per la Pace di Ferrara. Io, se devo essere sincero, ho un po' paura che mi prendano sul serio, perché…
3. Ma a Cosenza ci sono o ci fanno?
…perché (è questo il punto più inquietante) a Cosenza non hanno il senso dell'umorismo. O forse ne hanno più del dovuto. Ma, insomma, se l'accusa è grave, ha ben ragione Diario a sostenere che le motivazioni sono risibili. Troppo risibili. Caruso, per esempio, è accusato di cospirare a cielo aperto con… una pannocchia di plastica. Sembra uno scherzo. L'apice del ridicolo resta però la confusione tra radio Gap e i Gruppi d'Azione Partigiana di Feltrinelli: se tre lettere bastano a provare la cospirazione, non si capisce come possano farla franca i proprietari della nota catena di abbigliamento (come suggeriscono Diario e Gnu). E insomma, a questo punto il sospetto sorge legittimo: ci sono o ci fanno?
Capita a volte che un giudice scriva una sentenza deliberatamente assurda, costringendo la Cassazione a riaprire il processo: in gergo tecnico, si chiama "sentenza suicida". Ecco, quello di Cosenza sembra un "ordine di arresto suicida". Scritto appositamente per essere rigettato dal Tribunale delle Libertà. E per fare degli arrestati degli eroi: in primis quel povero masaniello di Caruso, che di stare sulla ribalta si era stancato da un pezzo. Ma perché?
4. "È un complotto di Berlusconi per screditare la magistratura"
Purtroppo il complottismo è il nostro vero sport nazionale. Ma non si può fare a meno di notare come tutto questo accada non solo a una settimana dal Social Forum, ma anche a pochi giorni dall'approvazione della legge Cirami; a poche ore prima della condanna di Andreotti in appello; nella settimana in cui Berlusconi ha pretestuosamente riaperto il dibattito sulla grazia ad Adriano Sofri. In giorni, insomma, in cui l'indipendenza della magistratura è attaccata su più fronti. Il che spiega almeno l'insolita solidarietà che anche politici e opinionisti del centrodestra hanno dimostrato per gli arrestati nei giorni scorsi.
Senza voler credere a un machiavellico complotto di Berlusconi o chissachì, la strumentalizzazione senz'altro c'è, e nei prossimi giorni andrà denunciata: Caruso e Andreotti non hanno niente, veramente niente in comune: nel bene e nel male.
Certo che però l'Italia è strana. Se protesti per venti arrestati ti rinfacciano di non aver ugualmente protestato per tutte le manette scattate negli ultimi dieci anni. Ma avremo ben il diritto di protestare per chi ci pare, senza per forza dare addosso a una categoria – i magistrati – in cui c'è del buono e del marcio, come in tutte le categorie di questo mondo?
5. Che fare?
Quel che possiamo.
Per ora possiamo già vantarci di avere reagito con più compostezza di molti politici nello stesso frangente, dando un'altra prova di maturità. Nella prossima settimana gli obiettivi da proporsi (se proprio vogliamo cospirarne) credo siano due. Il più immediato, la libertà per quei cospiratori che ieri notte hanno viaggiato da Trani a Viterbo "con i piedi e le caviglie ammanettate, raggomitolati su se stessi e rinchiusi all'interno di gabbiotti di mezzo metro quadrato". Il più importante, l'abolizione del reato di cospirazione. Il che sarebbe un bene per tutti. Anche per chi vuole bene alle vetrine e cerca di difenderle dai vandali. Ma chi – strumentalizzazioni a parte – ha veramente a cuore le vetrine oggi? A parte i manifestanti di Firenze, intendo?
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