André vs André
Ho fornito a me stesso la prova che un intellettuale che ragiona, che non ha alcun potere e che possiede le stesse informazioni di un lettore di giornali, può farsi un'opinione sensata e ragionevole su quello che accade. Questo mi ha confortato...
Tutti i giorni si impara qualcosa, io per esempio stamattina ho imparato che c'è un Nuovo Filosofo, che si chiama André Glucksmann, che da anni (io chissà dov'ero) si è preso a cuore la causa della Cecenia.
E la cosa mi ha fatto piacere, onestamente. Se c'è gente che ha bisogno di aiuto e d'attenzione, sono proprio i ceceni e i caucasici in generale. Della Cecenia ci siamo sempre preoccupati poco. Forse abbiamo semplicemente finto di preoccuparci. È consolante sapere che c'è chi non rinuncia a smuovere le coscienze.
Anche in giornate come queste, in cui ci vuole coraggio a spezzare una lancia nei confronti della famigerata resistenza cecena; è bello ascoltare un intellettuale che questo coraggio ce l'ha. Era al telefono su Repubblica ieri mattina (pag. 5, 6/9/2004):
"È ovvio che i primi criminali quando c'è una presa di ostaggi sono i sequestratori stessi. Ma le responsabilità del presidente russo sono enormi"
[…]
"La maggior parte dei ceceni non è terrorista. Dobbiamo semmai ammirare la loro rassegnazione, e il fatto che ancora non siano impazziti dal dolore. C'è ancora una parte importante della popolazione cecena che non è caduta nel folle furore. Molti leader politici ceceni sono contro il terrorismo. […] La più grande colpa di Putin è di voler eliminare i moderati indipendentisti ceceni. Ma comportandosi in questo modo, fa il gioco del terrorismo. Non solo: è lui stesso un terrorista, se con questo termine indica chi massacra i civili. Putin è un terrorista che crea dei terroristi. La sua guerra al terrorismo è completamente controproducente".
In giorni bui come questi, in cui tutti i terroristi sono bigi e tutti gli islamici sono terroristi, è un po' consolante sentire un Nuovo Filosofo che parla di una guerra al terrorismo controproducente, che ha causato danni immani e forse irreparabili. "Un paio d'anni fa [Putin] disse che avrebbe ucciso tutti i terroristi, andandoli a stanare fino nei loro cessi. È il contrario di quello che bisogna fare: i terroristi vanno isolati e indeboliti. Putin fa esattamente il contrario". Più chiaro di così.
E poi, vedi l'ironia dei nomi. Questo Nuovo Filosofo, André Glucksmann, è perfettamente omonimo a un altro filosofo, che fino a qualche mese fa chiamava le nazioni d'Occidente a una guerra contro le dittature e il nichilismo terrorista, in nome del Principio dell'Ingerenza Umanitaria: principio formulato e declinato da lui stesso, in piena e orgogliosa autonomia.
Quell'André Glucksmann lì, di cui da un po' non sento più parlare, era un accanito fustigatore: in primis, del multilateralismo ONU e UE, colpevole di non ingerire con prontezza in tutti gli scenari bellici in cui André Glucksmann riteneva giusto ingerire: nei Balcani, in Rwanda, in Cecenia.
E in secundis, di noi pacifisti. Sì, proprio noialtri, i ragazzi arcobaleno, la seconda superpotenza in gita fuoriporta, proprio noi. E quante ce ne ha dette! E quante gliene hanno pubblicate!
Eravamo ingenui, anzi, finti ingenui, a non capire che l'attacco alle Twin Towers era rivolto a noi, non perché fossimo ricchi, ma perché occidentali e cristiani: miopi, anzi, ciechi, a intenerirci per le sorti di Saddam Hussein e non degnare della minima attenzione la tragedia cecena; eravamo senza dubbio antiamericani, perché veteromarxisti; ma allo stesso tempo persino un po' ignoranti, anzi, analfabeti (C'è oggi una mancanza di memoria storica o al che rasenta l'analfabetismo).
Una tirata mi ricordo, memorabile, dove si premurava di insegnarci banali rudimenti di Storia delle Civiltà:
Avete mai sentito parlare di guerre di religione? Non portano la responsabilità di Blair. E Guernica? Berlusconi non c’entra nulla. E le fosse Ardeatine, credete di potervi scorgere la mano nascosta della Cia o dei neocon?
E la "pace" che chiedevamo, secondo quell'André Glucksmann, non era un nobile ideale, ma la quiete di chi vuole dormire sonni tranquilli mentre il mondo fuori va in vacca. Mentre "il terrorismo va spiritualmente e materialmente combattuto in modo aperto. Battaglia di idee e prova di forza sul campo sono inevitabili per chi voglia sopravvivere".
Più chiaro di così.
Quell'André Glucksmann lì, è da un po' che non lo sento. Vero che aveva preso un paio di cantonate sul dopoguerra iracheno, ma è facile dirlo col senno del poi.
Un po', devo dire, mi manca. Le sue fustigate erano molto stimolanti, e non semplici da parare. In fondo, non aveva tutti i torti, non proprio tutti: i dirottatori dell'11/9 ce l'avevano anche con noi, che per un decennio abbiamo snobbato il conflitto ceceno e abbiamo disperatamente chiesto di essere lasciati in pace: e anche sul nostro analfabetismo culturale, qualche ragione ce l'aveva. Del resto lui era un Filosofo, aveva studiato, Tucidide, Clausewitz, mica acqua.
Ora, mi piace immaginare che i due André Glucksmann si conoscano, si frequentino, e che magari si scambino qualche idea. Il Nuovo Filosofo André Glucksmann potrebbe per esempio spiegare al primo i pericoli del suo atteggiamento barricadiero, delle sue idee un po' alla Star Wars, Bene contro Male, Dio che muore per la terza volta, etc.. Basti vedere quel che è successo in Cecenia: Putin si è creduto il Bene e ha voluto sradicare il Male, ora la mala pianta è più virulenta che mai. Il Nuovo André Glucksmann, questa cosa l'ha capita. Sarebbe bello che riuscisse a spiegarla al Vecchio.
Non si vince il terrorismo andandolo a "stanare nei cessi": chi lotta in questo modo, non lotta per annientarlo, ma per crescerlo e amministrarlo. Putin lo fa da quasi un decennio. La paura di noi pacifisti, nelle nostre ridicole sciarpine arcobaleno, è che Bush voglia fare la stessa cosa. E ahinoi, la convention repubblicana sembra darci ragione.
Non esiste quasi più politica interna, nella campagna elettorale USA. Esiste solo l'emergenza al Terrorismo, la guerra infinita al Terrorismo, la Stronger America di Kerry contro l'America Unilaterale di Bush. L'obiettivo, più o meno dichiarato: snidare i terroristi dai loro cessi in Medio Oriente. Non sarà oggi, non sarà domani, forse non sarà davvero mai: ma intanto si riducono in nome della sicurezza i diritti dei cittadini, si 'incastrano' (embed) gli organi di informazione, si votano leggi speciali, si tortura per sbaglio qualche centinaio di prigionieri, si fa passare in secondo piano qualche scandalo finanziario, si rafforza il complesso militare industriale, eccetera.
Questo non significa che Bush equivale a Putin, che Grozny equivale a Bagdad: no, no, no, direbbe il vecchio André Glucksmann. Le dimensioni sono importanti, di qua migliaia di morti, di là milioni. Ma il dubbio rimane. Che cos'è questa Russia, che ci fa tanta paura, che troppo spesso nello scorso decennio ci ha fatto cambiare canale, infastiditi, orripilati? È uno scherzo della Storia, un pachidermico carrozzone che troppo lentamente si rimette in modo dopo il comunismo, e macina tra gli ingranaggi milioni di vite?
O non è forse il futuro, il nuovo modello per l'Occidente del turbocapitalismo? Kgb al potere, tv accentrata, stampa imbavagliata, mafia competitiva su tutti i mercati, un mucchio di nuovi ricchi, una valanga di morti di fame. Testate nucleari, corpi speciali, e tanti terroristi (islamici, naturalmente: affiliati ad Al Quaeda, e come no). Guerra al terrorismo infinita. È il passato, questo? Chi ha mai visto un passato come questo? Chi ci può veramente assicurare che non sia il nostro futuro, magari tra qui a dieci anni? Altri dieci anni di lotta senza quartiere a un'idra che rinasce sempre più forte: dopotutto Bush non ce ne promette di meno.
È questa la paura oscura, a volte inconscia (ma per nulla irrazionale), che ha spinto migliaia e milioni di persone sulle piazze negli anni scorsi, quando Bush e Blair invadevano unilateralmente una nazione all'anno. In modo a volte confuso, ma fermo, molta gente forse non del tutto preparata su Guernica e Fosse Ardeatine, gente che non ha mai letto un rigo di Tucidide o Clausewitz, ha comunque visto nella caccia al terrore una cura più rischiosa del male. Ce lo ha dimostrato l'Afganistan, ce lo dimostra ogni giorno l'Iraq, ma prima ancora, ci sarebbe bastato tenere d'occhio la Cecenia: il terrorismo non si sconfigge così. Resta da stabilire come, ma di sicuro non così.
Come sa bene anche André Glucksmann – perlomeno, uno dei due. Ma mi piacerebbe che lo spiegasse anche all'altro.
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