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lunedì 13 marzo 2006

- gesticolando, come un coglione

La forbice

Quando insegnavo la Storia ai sordi – il che è impossibile, specie se nessuno ti ha mai spiegato come si fa – ho iniziato a inventarmi alcuni gesti, di cui ora non mi libero più. Trasformare un concetto in un gesto è una cosa che il non-sordo non dovrebbe fare (specie davanti ai non-sordi) perché ti fa sembrare un folle.

Per esempio, quando io inizio a parlare di "impoverimento" (che già di per sé non è un soggetto sexy), la mano destra se ne va per conto suo, e pinocchiescamente inizia a fare il segno della forbice (quello con l'indice e il medio, avete presente) non rapidamente come a dire "taglia taglia", ma lentamente: una forbice lenta e inesorabile che… si chiude? No, si apre. Perché l'impoverimento (cercavo di spiegare) è una forbice che si apre lentamente: chi è povero diventa più povero, chi è ricco diventa più ricco. Perché? Non so il perché.

Tutta la mia mezza vita si configura come un tentativo di spiegare ai sordi cose che nemmeno io so bene, ma quando dalla metafora si passa ai fatti (quando ti trovi davanti gente che è sorda per davvero) senti quanto sia ruvida la realtà, e poco accogliente.

Congedandomi dal mondo dei sordi mi è rimasta questa idea: che molti miei pensieri, in realtà, siano solo gesticolazioni; tentativi di esprimersi in un alfabeto che non so. È tragico perché io credo di avere qualcosa da dire, ma in realtà ho solo un gesto da ripetere. La forbice. La forbice. La forbice. La volete capire o no? Niente, loro guardano la mano.

Ieri ho visto questo bel documentario di Riccardo Iacona, sulle case di Milano; e ho sentito quel vecchio tremito alla mano destra. La forbice. Avete visto cosa fanno a Milano? Sgomberano i locatari da 600 euro al mese, e ristrutturano in residence da 1000 euro al mese. Non c'è mica tanto, in fondo, tra i 600 e i 1000: ci sono due lame di forbice che si stanno aprendo lentamente tra noi. Mi sembra di gesticolare, quando scrivo queste cose. Insomma, c'è un modo intelligente e snob per spiegarlo? Chi sta sotto i 600, è povero e lo diventerà sempre di più; chi può permettersi i 1000, d'ora in poi è ricco e avrà altri problemi. State in mezzo? Non potrete restarci per molto. No, non vi sto chiedendo di scegliere, non è una scelta che spetti a voi.

Lo so, lo so, dividere la gente in poveri e ricchi, nel 2006, è pazzesco (io poi conosco gente su entrambe le sponde: e con molti ci eravamo lasciati da buoni amici). Ci sarà senz'altro una teoria economica che spiega tutto questo sotto forma di cicli di sviluppo e recessione. Io non ho mai studiato economia – è solo colpa mia. Dove avevo la testa? Io ho studiato (per esempio) storia dell'Arte. Ho imparato che verso la fine del Duecento in Italia impazzava il gotico: è uno stile maestoso ma leggero, promosso dalla classe borghese che si sta facendo avanti. I commerci sono buoni, i soldi girano, ogni Comune vuole avere la sua bella chiesa con le guglie. Persino i pittori cominciano a interessarsi alla gente: cancellano i fondi oro e piazzano i poveri e i ricchi sullo stesso sfondo urbano, qualcosa che sembra già una prospettiva. Va di moda San Francesco, il ragazzo ricco e viziato che pianta tutto e si fa povero: una scelta ancora praticabile, nel Duecento. Poveri e ricchi stavano ancora sotto lo stesso cielo, parlavano la stessa lingua, in fondo prendevano la stessa pioggia e pativano lo stesso caldo.


In seguito accadono alcune cose, ma non è chiaro quale sia la decisiva. Forse la peste, forse le guerre, è un concorso di cause o una serie di sfighe di respiro europeo, fatto sta che nel giro di cinquant'anni cambia tutto. La popolazione si dimezza, molti tornano in campagna, i poveri che girano per le strade smettono di essere considerati creature del buon Dio che hanno fatto forse la scelta giusta. E i pittori lo sentono. Si rimettono a fare santi ieratici per le cappelle private delle famiglie bene. Se non possono proprio reintrodurre il fondo oro, si mettono a lavorare sulle aureole o sui vestiti: i personaggi che vanno per la maggiore sono i Re Magi, perfetti manichini per opere di haute couture.

La cosa interessante, è che se per raccontare la Storia non avessimo che i pittori, potremmo pensare che nel primo Quattrocento la gente stesse meglio che un secolo prima: i quadri erano più colorati, i vestiti più sofisticati, i santi più eleganti. Il fatto è che si era aperta la forbice, e gli artisti sanno sempre con chi stare: con chi paga le commesse (non è mica una scelta, non spetta a loro scegliere). La stessa cosa accade oggi, e accadrà domani. Se di quest'epoca che viviamo dovesse sopravvivere solo la moda, il design d'interni, la sagoma delle auto sportive… ehi, c'è il rischio serio di passare alla Storia come un'epoca d'oro. Oro. Oro dappertutto. Quando iniziate a vedere lo sfondo oro nelle foto, è ora di preoccuparsi.

La cosa peggiore è che questo sfondo oro io comincio a vederlo anche in rivendicazioni che mi sembrano giuste e importanti. Per dire, l'intero programma della Rosa nel Pugno mi sembra sbalzato nell'oro. Il matrimonio ai gay, ad esempio, certe sere mi sembra un gradino importante verso la parità totale; qualcosa che non ha precedenti nel passato dell'uomo. E poi il mattino dopo mi appare una rivendicazione di lusso, quando abbiamo quartieri dove la gente non paga più l'affitto e ha iniziato a spararsi a pallini. La forbice si è aperta, e forse non è mai stata così aperta. Poveri e ricchi non parlano neanche più la stessa lingua. Non hanno la stessa legge, non parliamo poi dell'assistenza sociale. Sono due mondi e non comunicano. E l'arte – e la letteratura – sanno sempre da che parte stare.
È una scelta obbligata. Da una parte c'è il denaro, c'è il gusto, c'è il linguaggio. Dall'altra parte è solo un branco di scimmie che piange, ride, gesticola.

16 commenti:

  1. guarda che è un ricorso;
    inizialmente il pci fu estremamente freddo nei confronti dei referendum per il divorzio (soprattutto) e dell'aborto,
    perché le considerava delle rivendicazioni borghesi.
    a.

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  2. forse hai ragione tu, forse quelli della rosa nel pugno sono borghesotti con il culo parato, probabile.
    il problema numero uno dell'italia è il sistema mafioso imperante, tutti a parlare di sud come opportunità bla bla bla ma nessuno che dica "prima di tutto si deve fare tabula rasa della mafia, POI il sud potrà germogliare, chissà perchè se ne parla poco...
    però io penso che la rnp non si rivolga a tutti, che le sue battaglie sono sì "secondarie" (nel senso di non vitali, ma neanche tanto a pensarci bene, vedi la legge 40) ma importantissime e ringraziamo iddio che ci sia un partitino che le porta avanti, per la la pagnotta ci sono i ds, rifcom e la margherita, per i Diritti la rnp (lo dico ma non sono molto convinto neanche io di questa affermazione), è solo questione di differenziazione no? dove sta il problema?

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  3. più che altro è assurdo il concetto di priorità.
    ognivolta ci si impegna (innanzitutto economicamente) su qualche fronte, salta fuori uno che dice: "eh, ma prima bisognerebbe..."
    estremizzando, nel momento in cui un governo si proponesse come primo obiettivo quello di far scomparire la povertà dando a tutti 1.000 euro al mese, qualcuno insorgerebbe: "e i poveri fuori dall'italia?"

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  4. I temi cari alla rosa nel pugno sono in effetti "un passo avanti" e non c'è ersonaggio pubblico rpesentabile che non li appoggi (ora anche la Bellucci, i forzitalioti D&G, tutti gli artisti intervistati dalle iene). Queste sono anche istanze che non disturbano il manovratore.
    Detto questo, ben vengnao, basta che non sicreda che la sinistra è solo matrimoni gay.

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  5. anche il terzo commento è da attribuire ad a.
    @neri,
    non sei autistico, sei un utopista: un mondo senza denaro non è concepibile.
    a.

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  6. no, un paio di palle lo dico io.
    al di là del fatto che ci sono delle componenti psico-dinamiche ineliminabili di cui non ti sto a dire, basta pensare che in un mondo senza denaro chi si prenderebbe la briga di portarti la bombola del gas? e chi costruirebbe la bombola? e chi estrarrebbe il gas?
    e se non si parla di bisogni primari la cosa è persino più evidente: chi si prenderebbe la briga di far volare un aereoplano (costruirlo, pilotarlo, ripararlo) per farti vedere lisbona?
    a.

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  7. ps: per correttezza e curiosità ho googlato "quelli di anarres" e la prima pagina "dedicata" era sulla voce enciclopedica "utopia".
    a.

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  8. Perché separare i livelli?
    Secondo me il far west legalizzato e la discriminazione sessuale sono espressioni della stessa barbarie.
    Piuttosto, è interessante sottolineare come per esempio la chiesa cattolica usi due pesi e due misure: tuoni e fulmini contro i matrimoni gay, l'aborto ecc, e silenzio su una legge che equipara la vita umana alle merci di un negozio.
    Ci sono delle priorità, ma e' anche vero che non riconoscere l'uguaglianza di una coppia di fatto vuol dire che la "coppia di fatto povera" è piu' povera della "coppia sposata povera".

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  9. alla fine del Duecento non eravamo nemmeno arrivati al Romanico, altro che Gotico...
    Ciò detto, se due persone possono stare insieme in maniera ufficiale, secondo me sono un po' meno povere.

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  10. Di sicuro non mi sembra un caso che i governi che più adottano politiche economiche liberiste siano generalmente anche i più restii a introdurre legislazioni come quella sulle coppie di fatto.
    gdm

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  11. @GDM: non e' proprio vero. In UK, patria del new labour iperliberista, i diritti civili coprono qualsiasi orientamento sessuale.
    E con cio' non voglio difendere il liberismo.

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  12. faccio presente che l'alternativa al new labour "iperliberista" è ancora peggio da questo punto di vista, e i diritti alle coppie di fatto non sono esattamente il suo cavallo di battaglia.
    gdm

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  13. scusa Leonardo, ma hai proprio cannato il paragone. e la Rosa, purtroppo, non propone il matrimonio, ma delle banali unioni civili o peggio ancora Pacs, cioè se va bene un matrimonio di serie B.
    ma guarda che due gay o due lesbiche che stanno assieme sono prima di tutto due persone.
    se sono ricche e stanno sopra i tuoi 1000 euro se ne fregano del matrimonio, come Dolce & Gabbana, perché non ne hanno bisogno. se sono fra i 600 e i 1000 o sotto, allora sì che hanno bisogno di quelle tutele.
    quando leggo questi discorsi mi sembra la guerra tra poveri. anch'io potrei dire: chi se ne frega degli immigrati, prima risolvete i miei problemi. ma non funziona così

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  14. aelred, tu pensi che per un gay sotto i 600 euro al mese la priorità sia vedere riconosciuta ufficialmente la propria relazione?

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  15. Leonardo: Forse non aiuterebbe quanto una sanità decente e gratuita (gratuita davvero), ma aiuterebbe molto.

    Aiuterebbe anche economicamente: penso agli sgravi fiscali per le coppie, ma anche alla possibilità di accettare un lavoro sapendo di poter chiedere il trasferimento vicino alla casa del proprio compagno (ho una conoscente, insegnante, che vive tra Milano e Como per questo: e già le va bene di non dover fare Milano - Roma).

    E poi, diamine, c'è anche una considerazione di ordine morale: discriminare dei cittadini è sbagliato. E come oggi i gay, alla prossima potrebbero essere quelli non in gradi di pagare qualcosa...

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