Mohamed
Il ragazzo che vedete qui a fianco è un italiano?
Chiedo a voi, io non lo so.
Nei termini di legge, direi di no. Anche se i suoi famigliari vivono e lavorano nel napoletano da vent'anni, e quindi lui potrebbe benissimo essere nato già qui. Per la legge, però, nascere in Italia non basta. Ci vuole un gotto di sangue italiano, che come è noto abbonda in Canada e in Argentina, ma in Mohamed e in suo fratello Karim, no. Questa è la legge.
E chi se ne frega della legge, d'accordo. Ci sono ben altri parametri. La lingua, per esempio. Mohamed parla l'italiano – eppure c'è qualcosa che non va. Niente di straordinario, ma neanche una sbavatura. Si muove nella lingua italiana con un'agilità che gli italiani della sua età di solito non hanno. Si vede che parla a braccio, eppure non dice sciocchezze e non si perde nella sua sintassi, come fanno ormai anche i vip in tv. Non sbaglia i congiuntivi – anche perché, saggiamente, non va a cercarseli. Insomma, parla bene l'italiano. Un po' troppo bene per sembrare un italiano.
Ma la vera nota stonata è un'altra. Mohamed è davanti a una telecamera. Qualcuno ha sparato a suo fratello per nessun motivo al mondo, per la necessità selvaggia di festeggiare coi botti, di far annusare al mondo il proprio fucile. Mohamed ha a disposizione il quarto d'ora della vita, e invece di fare una sceneggiata... parla. Non piange in camera, non maledice nessuno, non tira in ballo neanche la pena di morte che affratellò tanti telespettatori col marocchino Azouz. Un italiano, colpito negli affetti ed esposto a un microfono, ci tiene a mostrarsi il più possibile irrazionale. Mohamed invece ha soltanto un piccolo discorso da fare. Ha viaggiato un po' e si è accorto che l'Italia non è necessariamente così. Ammette di non aver dato troppa importanza all'“inciviltà”, finché non hanno sparato al fratello: adesso le cose cambieranno. E poi, con semplicità, chiede giustizia: secondo lui identificare il colpevole non dovrebbe essere difficile.
Chiedo a voi: tutto questo vi sembra italiano? A me no.
Ripenso a quando scesero i genitori di Meredith Kercher, la ragazza inglese uccisa a Perugia. Ci fu una conferenza stampa e i cronisti italiani scoprirono, allibiti, che i genitori sorridevano. Erano distrutti dal dolore, ma di fronte a una telecamera si sentivano forzati a un sorriso di cortesia. In Italia è esattamente l'opposto: se quando ti ammazzano un familiare non piangi verso l'obiettivo, sei freddo, insensibile, lucido, e nemmeno Taormina riuscirà a salvarti. Mohamed, seduto, chiede giustizia, quando un suddito italiano striscerebbe e invocherebbe la Vendetta.
Mi costa ammetterlo, ma quella stupida legge del sangue funziona. Mohamed è nato in Italia. Ha viaggiato in lungo in largo, ha imparato la lingua meglio di molti di noi. Ma non è italiano. Tutte queste cose non bastano per fare un italiano.
Mohamed è già qualcosa di più – un cittadino del mondo. Suo padre è nato in Tunisia, suo fratello a Napoli, suo figlio chissà. A Barcellona o Helsinki, o Tokyo, ovunque il mondo avrà bisogno di gente dignitosa e onesta. Gli italiani non sono così. Noi siamo i figli di quelli che non sono voluti andare via. Siamo quelli che non schiodano, anche quando la monnezza arriva al secondo piano. Ogni tanto qualcuno arriva, ci conquista e passa oltre. Passerà anche Mohamed, senza guardarsi troppo indietro.
Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi
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"Noi siamo i figli di quelli che non sono voluti andare via. Siamo quelli che non schiodano, anche quando la monnezza arriva al secondo piano." lo penso da sempre, e ce l'ho avuta a morte coi miei e con me stesso per anni: sei riuscito a sintetizzare tutto in un rigo. I miei complimenti. A proposito del post scorso e delle "italianate": Nicholas Negroponte (eminenza assoluta nei media studies) in una recente intervista parla un po' del nostro Paese. E ci fa una pezza con pieno diritto. Buon anno, Leonardo.
RispondiEliminaio ormai - in realtà da tempo - non ci provo neanche più a scrivere le cose che andrebbero scritte. aspetto che lo faccia tu.
RispondiEliminaIo c'ho un pallino fisso:
RispondiEliminaquale altro popolo sulla terra nel minuto di silenzio applaude ?
Cosa c'è dentro una persona che non ha nemmeno la piccola dignità di riuscire a stare zitto e bono per 1 minuto ?
Dice: siamo caciaroni. Ma ci sono popoli rumorosissimi (più di noi non tanti)che conoscono la dignità connessa al ripetto del silenzio.
Una volta la conoscevamo anche noi, ormai s'è persa nel marasma generale.
Sei meraviglioso, mi avete fatto venire la pelle d'oca. Tu e lui.
RispondiEliminaGrazie.
Non so quanto può valere, mio padre ha lasciato il suo paese nelle Marche per venire a lavorare a Roma, un passo che negli anni '50 era un po' come emigrare oggi, coi voli "low cost" che ti riportano in poche ore.
RispondiEliminaMa è anche vero che non si può sempre andarsene, cambiare vita e lasciare lo schifo dietro di sé. Forse è più nobile restare, rimboccarsi le maniche e provare a cambiare le cose. Anche dopo aver visto più umanità, dignità e rispetto nelle township sudafricane, che non in una qualsiasi via del proprio centro cittadino.
caro leo, sincera condivisione.
RispondiEliminaCaro Leonardo,
RispondiEliminati seguo da un po anche se non ho mai commentato. Ma questo tuo post mi ha fatto male al cuore. Tutto quello che hai scritto è vero, verissimo. Il tuo post è bellissimo. Eppure io mi sento male, offeso nel profondo. Io sono italiano, siciliano per l'esattezza, eppure non mi riconosco nella figura dell'italiano che tratteggi.
E non riesco abbandonarmi come gli altri, come in tanti altri post che leggo, al solito pessimismo cosmico, ai soliti insulti al "popolo italiano", a quanto siamo beceri, a quanto facciamo schifo, etc.
Io di italiani per bene ne conosco tantissimi. Io penso di essere un italiano per bene. L'italiano che dipingi tu mi fa schifo, e riconosco che l'immagine è purtroppo veritiera. E allora che si fa? ce ne andiamo tutti via? oppure facciamo la rivoluzione?
Io non lo so, ma so con certezza che non posso più sopportare questo darci addosso tutto il tempo con le mani in mano. Bisogna che ci inventiamo qualcosa...
Anch'io ho la sensazione di avere cominciato l'anno col piede sbagliato.
RispondiEliminaTuttavia devi pensare che questo è un blog qualsiasi, di una persona che non passa la giornata (grazie al cielo) a "darci addosso con le mani in mano". Anzi, è proprio perché cerco di passare delle giornate costruttive che poi a sera a volte mi viene spontaneo uno sfogo. Per intenderci, il minuscolo discorso di Mohamed non mi avrebbe fatto nessuna impressione se non passassi una quota rilevante della mia vita a correggere temi di italianissimi adolescenti analfabeti.
C'è da dire che invecchiando il pedale della predica mi parte sempre più spesso; d'altro canto se tutti i blog d'Italia scrivessero, almeno una volta alla settimana, che gli applausi ai funerali sono una cosa maleducata, forse qualcuno che non lo sa (perché nessuno glielo ha spiegato) lo capirebbe, e comincerebbe a dirlo agli altri, e con un piccolo sforzo ci saremmo già migliorati un poco. Insomma le prediche non sono da sottovalutare. Specie dopo vent'anni di latitanza di quelli che erano tenuti a farle.
Prometto che mi sforzerò di mettere un po' più di speranza in quel che scrivo. In realtà nelle intenzioni il pezzo doveva avere un lieto fino, ed esibire Mohamed come speranza dell'Italia: ci sono giovani che sanno parlare, che evidentemente studiano e non attaccano la lagna, ecc. Man mano che andavo avanti, mi sono reso conto che era una forzatura: Mohamed è figlio di gente che ha viaggiato, lui stesso ha già cominciato a viaggiare, se l'Italia non gli piace (e non fa nulla per piacergli) presto o tardi se ne andrà.
Caro leonardo,
RispondiEliminaintendiamoci, il mio non era un rimprovero nei tuoi confronti, ci mancherebbe. Ad avercene di gente che scrive come te, e ce ne fossero di prediche così. E non voglio mica ignorare i problemi dell'Italia e degli italiani. Ma anche il mio era uno sfogo: al ventesimo post "contro" gli italiani che leggo sui blog che seguo (tutta gente per bene, che adoro e che continuerò a seguire), non ne potevo più. Inoltre, questo pomeriggio sono venuti a trovarci degli amici, e indovina di cosa si va a parlare? di quanto fa schifo il nostro paese, e il governo, e di come vada tutto a ramengo, e via così.
Viene un groppo in gola, e l'impressione netta che noi italiani non ci vogliamo più bene, e che passiamo il nostro tempo a lamentarci di noi stessi. E a leggere i blog, in fondo il NYT non aveva tanto torto a dire che siamo depressi. Se non è così, tocca anche a noi dare l'impressione contraria, no? Nel mio blog, io propongo che ogni blogger si adoperi per pubblicare ogni tanto una buona notizia, che mostri che non tutti gli italiani sono dei mostri. Una sorta di "good news" alla report. Che ne dici?
Ciao Leonardo,
RispondiEliminaio sono una di quelli che se ne sono andati. Ho preso su e sono andata a Londra, dove adesso vivo. E periodicamente mi sento in colpa. Apro la Repubblica o parlo con i miei, vedo i servizi fotografici di Repubblica che sono esclusivamente donne nude, noto il martellare sul Papa, confronto la condizione di chi e' appena un po' diverso qui e li'... e mi viene un senso di rabbia impotente e di colpa. Perche' alla fine, invece di combattere per cambiare le cose, me ne sono andata. Mica tutti si puo' andare via. E io sono rimasta li' per quarant'anni perche' mi sembrava che nel mio piccolo potevo aggiustare qualcosina.
Invece, adesso che sono qui, mi rendo conto che la mia vita sarebbe stata molto meno sprecata se l'avessi fatto prima. Che probabilmente mi sarei laureata e avrei fatto qualcosa di utile invece di finire a fare la segretaria in una banca.
Ma niente paura: qui puoi tornare a studiare anche da adulto. Cosi' sto facendo un corso di counselling, perche' credo ancora che si salvi l'umanita' una mente alla volta.
Ma tornare in Italia - no. Non sono tanto generosa.
Ah, io sono per la pusillanimità. Se non odiassi così tanto me stesso per la mia incapacità di andarmene, probabilmente odierei molto meno gli italiani. O comunque sarei molto meno sensibile ai loro difetti. Che non sempre sono i miei.
RispondiEliminaLeonardo, questo post è una delle cose migliori che tu abbia mai scritto, e va bene esattamente così, senza speranza posticcia.
RispondiEliminafinalmente un po' di razzismo da Leonardo. oooh dico finalmente! ci siamo liberati anche di questo tabu'.
RispondiEliminaSecondo me ste vacanze ti hanno fatto un po' male. Per fortuna che nei commenti sei rinsavito un po'.
come diceva il buon Gaber?
RispondiElimina"io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono.."
Ciao Leonardo, il tuo post è bellisssimo. La chiusa è molto amara enon lascia speranza. Giornata storta? Perché in fondo un po' di speranza io ancora ce l'ho: in tutti quelli che incontro sulla rete(giovani) con gli occhi bene aperti. Spero che restino e che cambino qualche cosa.
RispondiEliminaciao e grazie
marina
@SleepingCreep: la pezza di negroponte mi pare fuori luogo. Ma lui l'ha mai vista la TV USA ? Secondo lui da dove provengono i peggiori programmi spazzatura? E gli sport (se così si possono chiamare) creati apposta per la TV ? E i talk show caciaroni? E i predicatori religiosi da TV? Ma mi faccia il piacere!
RispondiEliminaChe poi la TV italiana non sia tanto meglio è un fatto.
beh!
RispondiEliminanemmeno io lo sono, e vivo bene qui proprio per questo
Leonardo, dici cose troppo vere. Non mi fanno male, perché preferisco tentare d'essere cittadino del mondo piuttosto che italiano, ma un po' di amarezza, questo si, c'è.
RispondiElimina> ci saremmo già migliorati un poco
Questo è l'approccio giusto, secondo me.
Il problema è che troppo poche persone cercano di migliorarsi, troppo poche persone si fermano a spiegare perché certe cose non vanno bene.
E questo vale non soltanto in grande scala, ma anche nelle piccole cose.
Dico una banalità, ma la trovo emblematica: quanti si lamentano davvero per i furbi che "tagliano" la fila? Se tutti si lamentassero in prima persona, se ci fosse quella che è chiamata pressione sociale, col cavolo che ci sarebbe ancora gente che se ne frega di mettersi ordinato in fila.
Invece la gente solitamente il massimo che fa è mugugnare (io stesso rientro nella categoria) e addirittura si mette a pensare come potrebbe fregare a sua volta la fila... è assurdo.
@dadone: la "pezza" di Negroponte non mi pare fuori luogo. Il fatto che si possano fare le stesse critiche alla TV USA non significa che non possa farle verso la TV italiana. Ha detto una cosa vera e l'hai confermato anche tu. Perché questa alzata di scudi? La TV USA mica è sua. :)
Al massimo condividono la nazionalità, ma al mondo d'oggi il concetto di "nazione" secondo me è del tutto aleatorio.
Però vorrei evitare una discussione di questo genere nei commenti di questo post, mi fermo qui. :)
Italia, un vero e proprio Paese spazzatura, che tenta di riciclarsi non curante della propria natura, somma di diversità.
RispondiEliminaCondivido il tuo pessimismo, tanto quanto l'uso che fai del blog per distribuirlo, una specie di discarica emotiva (almeno per me).
bravo Leonardo, è davvero una lucidissima - e amara -riflessione.
RispondiEliminaPost enorme!
RispondiEliminaComplimenti..
Grazie per averlo scritto!
mi permetto di spostare leggermente il focus su come è stato "trattato"il fatto in quanto tale, sperando di non essere troppo OT.
RispondiEliminaLa notizia il giorno di Capodanno è partita abbastanza in sordina al mattino ("uno dei tanti incidenti a Napoli per il delirio della notte del 31"), per poi raggiungere nell'ultima edizione della sera un "peso" più significativo a seguito della dichiarazione di Mohamed (qualcuno ha "volontariamente " sparato a mio fratello).
Questa affermazione purtroppo non cambia la condizione di Karim che si trova in ospedale in fin di vita e che merita giustizia a prescindere, ma cambia totalmente, a mio avviso l'impianto di tutta la questione
Mohamed è lucido e dichiara in modo preciso alcune cose che però, dovranno essere necessariamente dimostrate ( colpa e dolo non sono ancora, per fortuna, la stessa cosa)
Relativamente alla cittadinanza iure solis o iure sanguinis concordo pienamente con la tua posizione : viene da ridere (per non piangere) se si pensa che in virtù della nostra legge puoi richiedere agilmente la cittadinanza italiana vantando anche solo un bisnonno italiano (pensiamo ad esempio a persone argentine discendenti da immigrati di 4° generazione) ma non se nasci in territorio italiano da genitori stranieri.
Normlmente leggo (ed apprezzo) il blog in modo silenzioso ma nella mia qualita' di Italiano in giro per il mondo mi sento in dovere di intervnire.
RispondiEliminaHo detto Italiano in giro per il mondo perche' non ho scelto di andarmene dall'Italia definitivamente ma sugli ultimi 15 anni 9 li ho vissuti un diversi esteri e anche quando sono stato in Italia ho spaziato in diverse regioni.
Anch'io ho in abbondanza quela qualita' quasi solo italiana di essere ipercritici verso la propria nazione e che ci permette di mantenere una oggettivita' di giudizio quando si parla di situazioni "nazionali" senza essere accecato dall'amore patrio come spesso succede per esempio a statunitensi e francesi (ma la lista e' lunga).
Ho sentito l'intervista e sono rimasto anchio colpito dalla dignita' e umanita' del fratello del povero bimbo. Da fare davero venire la pelle d'oca.
Invece diapprofittare della sua "opportunita'" per fare sceneggiate e magari guadagnarsi qulache "ingaggio" da Vespa e Mentana.
E su questo sono assolutamente d'accordo.
Quello su cui non sono d'accordo e' prendere questo come dimostrazione di mancanza di italianita'. Partendo da questo principio il ragazzo non puo' essere considerato neanche un tipico rappresentate della sua bella Tunisia; avete mai visto i funerali o situazioni similarmente dolorose, in Nord Africa o anche piu' a sud e di come siano propensi a lamentarsi ed a fare show davanti ai microfoni quando possono?.....
Quando ho sentito l'intervista il mio ragionamento e' stato opposto; ho pensato che per fortuna a prescindere dalla nazionalita', a prescindere da dove sei nato, esistono persone che hanno una dignita', un'educazione, e la capacita' di mantenersi lucidi e composti, anche in momenti di estremo dolore, che e' raro trovare in questi giorni in giro per il mondo.
Non togliamogli questo merito attribuendolo al fatto di non essere Italiano ma diamolo a lui in quanto persona, ripeto, a prescindere dalla sua nazionalita' o dalla lingua che parla.
Sono sicuro che esistono milioni di Italiani che avrebbero potuto comportarsi in modo analogo.
E' purtroppo vero che la televisione tende a dare molto piu' spazio a chi raschia il fondo dei sentimenti umani e piu' torbido si solleva piu' aumenta l'audience.... ma questo e' un altro argomento.
Forse sarebbe bene definire chi sono gli "italiani".
RispondiEliminaL'Italia è unita da tante generazioni ormai, tuttavia noto sempre più spesso che siamo ancora molto diversi.