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mercoledì 23 gennaio 2008

Paracoolander

Sempre su Diacoblog - quest'oasi di professionismo giornalistico nel deserto dilettantistico del web italiano - trovate l'intervista di Pierluigi Diaco a Totò Cuffaro. In tutto, 1356 parole (8774 caratteri). 75 sono di Diaco, che anche in così poco spazio non rinuncia a offendere sintassi e ortografia. Le restanti 1281 sono farina del sacco di Cuffaro, che pure avendo tutto lo spazio per protestare la sua innocenza, non si abbassa a tanto. Si limita a riconoscere, bontà sua, che per non schiodare dalla poltrona dopo una condanna ci vuole molto coraggio, e lui ce l'ha: più o meno lo stesso coraggio di Gandhi. Ma non risponde a nessuna domanda in merito al processo. Anche perché queste domande Diaco non gliele fa. La domanda più cattiva è sui cannoli.

Presidente Cuffaro, se durante il dibattito d’aula dovesse percepire un clima ostile, ci vorrà più coraggio a restare al governo della Sicilia o a dimettersi? E lei cosa farà?
“Ci vorrà senz’altro più coraggio a restare che a lasciare tutto e ritornare a vivere da privato cittadino. Ma io come Gandhi penso che “Nulla si ottiene senza sacrificio e senza coraggio. Se si fa una cosa apertamente, si può anche soffrire di più, ma alla fine l’azione sarà più efficace. Chi ha ragione ed è capace di soffrire alla fine vince”. Ed io che le mie scelte le ho sempre fatte apertamente avrò il coraggio di non fuggire e restare a governare la mia meravigliosa terra così come i siciliani mi hanno chiesto e continuano a chiedermi”.


Questo è Cuffaro. E questo è Diaco. Il piccolo grande padre costituente del PD che ci siamo persi.

8 commenti:

  1. In Italia certo, innocente o colpevole che sia l'imputato, bisogna aspettare i 3 gradi di giudizio. Il che corrisponde a qlche decennio, tutto il tempo necessario per intraprendere e portare a termine qlsiasi carica elettorale. Questa è un'anomalia gravissima che dovrebbe essere colmata dai legislatori. Se è pur vero che nessuno è colpevole fino a prova contraria, è però insopportabile avere dei condannati nelle istituzioni. Le dimissioni dovrebbero essere obbligatorie, così come l'eventuale reintegro e la restituzione dell'onorabilità se la sentenza dovesse essere ribaltata successivamente.

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  2. ps
    ho tentato di pubblicare un commento anch'io sul sito in questione, ma mi è stata negata l'autorizzazione.
    Legittimo, certo moderare gli interventi. Ma anche significativo...

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  3. Ma voi un condannato come Cuffaro lo terreste come amministratore del vostro condominio? Gli affidereste i vostri soldi per pagare il riscaldamento o la pulizia delle scale? Vi fidereste dei consuntivi per il rifacimento della facciata?
    Non credo.
    E perché i soldi condominiali no e i soldi pubblici sì?
    Possibile che questa semplice analogia la faccia solo io?

    PS: a Leona' ma fra tutti i blog intelligenti che ci sono, proprio a Diaco dài risonanza e pubblicità?

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  4. Liczin:Ti rispondo da siciliano. Non so se dalle altre parti funzioni diversamente o meno, non mi interessa, parlo della Sicilia. E qui il clientelismo è un'agenzia di lavoro a prescindere dal fatto che poi il posto di lavoro te lo diano o meno. Non si vota la persona e le sue idee ma quello che la persona può portare al tuo mulino. Parliamoci chiaro, non si vota una persona lontana mille miglia, si vota una persona che ha una famiglia, questa famiglia ha dei parenti, questa famiglia e i suoi parenti hanno degli amici etc etc....e il ragionamento è se voto questo che è mio amico, oppure se voto questo che è fratello del mio amico etc etc...avrò il mio tornaconto o no?
    Il ragionamento è questo, e può anche essere un ragionamento non supportato da fatti (ossia in realtà non avrò un posto di lavoro o un favore, ma insito in quella mentalità crederci). In Sicilia non si vota un'idea, una persona, si vota una prospettiva reale o meno di ricevere qualcosa in cambio. E' tutto qua, perchè si parla di tante piccole realtà siciliane dove conta più quello che il politico può o protebbe portarti in termini di "favori" piuttosto che quello che farebbe per risolvere i problemi.

    E attenzione, non è soltanto una risposta al problema "in Sicilia non c'è lavoro e tutto è grasso che cola" è anzitutto questione di mentalità...perchè non ho paura a dirlo tra la possibilità di un lavoro già bello e pronto tipo domani lavori hai tutti i requisiti sei il lavoratore che ci serve, molti sceglierebbero la promessa "sottobanco" di lavoro del politico in cambio del tuo voto. Non è una campagna elettorale è un'attività porta a porta.

    Non so in campagna elettorale dovevamo scegliere tra un candidato che dava la percezione, reale o falsa per questo dico percezione, di avere a che fare con la mafia. Quindi logica vorrebbe votiamo l'altro candidato.
    Altro candidato era la Borsellino (e sappiamo tutti quello che quel nome purtroppo evoca). Cioè si era "costretti" a scegliere tra mafia e non mafia.
    Non so ma questa scelta categorica ti imprigionava già dentro la mafia stessa.
    Scegliere due candidati in una Regione dove la mafia è una piaga, usando la mafia stessa come "termometro" per misurare il valore politico di un candidato politico.
    E allora a pensarci l'elettore non è libero realmente di scegliere ma il sistema stesso (inconsapevolmente, con tutte le migliori ragioni del mondo) lo porta a subire quella stessa mafia che dovrebbe sconfiggere.
    E io ne sono la prova, ho votato la Borsellino perchè "costretto" a votarla. E io stesso mi sento una pedita di un sistema che usa la mafia stessa (senza rendersene conto, inconsapevolmente, con tutte le migliori ragioni di questo mondo, è evidente)come mezzo per contrastare la mafia.

    E' un mondo fuori. Tanto per citare: il Sindaco di Agrigento, tale Marco Zambuto: ex Dc, poi Assessore al Bilancio dell'ex sindaco Piazza di Forza Italia, ora Udc supportato nella campagna elettorale da Ds, Udeuer e liste civiche e poi nel ballottaggio da tutta l'unione.
    Adesso passerà per le prossime elezioni a Destra visto il casino FINTO che ha fatto contro il governo di sinistra che non voleva dare soldi per una manifestazione orrida come il Mandorlo in Fiore e guarda caso prontamente elargiti con senso del dovere da Cuffaro che ripeteva gongolando "E' un'ingiustizia meno male che siamo intervenuti". Senza dire che quei finanziamenti aspettavano di diritto (cosa che la regione fa ogni anno) ad Agrigento.

    Mi scusi Signor Leonardo per l'ultimo pezzo che poco c'entra con il suo post.

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  5. ehehehehe
    quella di diaco padre costituente del pd me la ricordo ancora. e l'incredibile è che qualcuno l'ha firmata, la petizione ...

    su cuffaro, che dire? niente.

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  6. Sei solo invidioso dello stile da giornalista d'assalto di Diaco.

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  7. Bellissimo blog, non mi esprimo sul contenuto in quanto sono stufa di parlare di politica. Complimenti comunque per il blog

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