Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi

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mercoledì 16 settembre 2009

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(Quando ho sentito che Michele Placido portava a Venezia un film sul '68, mi sono detto: oh, finalmente qualcuno si decide a parlarne. A rompere questa oscena congiura del silenzio).

(Poi mi sono anche detto che non c'era veramente la necessità di scriverci un pezzo. Finché loro rifriggono la stessa storia io posso anche copia-incollarvi lo stesso pezzo. Questo per esempio è del 2003, quando a Venezia Bertolucci presentò coraggiosamente un film sul... sul '68).

E a me di lei
Non me n’è fregato niente mai


"Prima di venire qui a Venezia - racconta Bertolucci con autoironia - mi sono fermato un po' nel mio studio a Roma. C'erano un paio di pavé, uno vero e l'altro di piuma. Vi confesso: ho pensato di portarlo qui e lanciarvelo addosso. Ma sarebbe stato un gesto troppo osè, troppo sessantottino". E sorride con dolcezza, applaudito dalla platea.

Mi rendo conto che è inverosimile, ma per un attimo ho pensato che Marco Lodoli stesse facendo dell’ironia.
Era il 5 luglio e stavo leggendo su Diario la sua recensione de La Meglio Gioventù:

Come mai quasi nessuno ha tentato di raccontare la generazione che si è formata negli anni Sessanta e Settanta, sotto i baobab delle ideologie e delle grandi illusioni, quella generazione che si è nutrita di tutti i sogni possibili e poi si è risvegliata in un deserto? Qualche romanzo c’è stato, qualche regista e qualche cantante ci hanno provato, ma senza molta convinzione.

Un attimo. Avevo letto bene?

Come mai quasi nessuno ha tentato di raccontare la generazione che si è formata negli anni Sessanta e Settanta

Eh?

la generazione che si è formata negli anni Sessanta e Settanta


Cambiando argomento, non so se capiti anche a voi, ma io a volte ho la strana sensazione di avere 20 anni in più. Perché? Perché so a memoria quello che è successo in anni in cui non ero nato. Per esempio, conosco più o meno tutti i 33 giri più venduti del ’72, benché io sia venuto al mondo l’anno seguente. (Se mi chiedete quali sono i cd più venduti oggi, è il buio). O la moda. Io non capisco nulla di moda, eppure so come ci si vestiva nel ’69. Come ci si pettinava. I discorsi. I tormentoni del carosello. Le sigle dei partiti, parlamentari ed extra. So un sacco di cose, davvero.
E guardate che non sono un appassionato, anzi. Sono tutte informazioni che non sono andato a cercare. Per di più, al novanta per cento sono informazioni che non mi servono. Ma le ho. E le avete anche voi, ci scommetto. Come mai?

Forse si tratta di una memoria collettiva, qualcosa di ancestrale, atavico?
O non sarà forse che la cosiddetta “generazione che si è formata negli anni Sessanta e Settanta” è da trent’anni che ci straccia le palle con la sua tragica autobiografia?
In tv, sui romanzi, ma soprattutto al cinema, da Moretti su fino ai Vanzina, il pistolotto sugli anni sessanta-settanta ce l’hanno fatto tutti, tutti. Tant’è che l’idea di occupare un pomeriggio della nostra vita con La meglio gioventù più di tanto non ci spaventa: sappiamo già più o meno cosa ci troveremo, quali canzoni, quali acconciature; alluvione a Firenze, Valle Giulia, antipsichiatria… tutte cose che conosciamo già. Per sentito dire, d’accordo, ma un sentito dire incessante, alluvionale, inesauribile.

Una volta ho calcolato per quanto tempo ancora avrei dovuto sorbirmi gli amarcord dei sessantottini. Grosso modo, se la medicina non fa passi di gigante, devo rassegnarmi a convivere con le loro nostalgie più o meno fino al 2050. Dopodiché ne sarò libero, ma sarò anche ottantenne e frastornato, e probabilmente andrò in giro in fiat seicento cantando c’era un ragazzo che come me amava i beatles e i rolling stòns.

Ora, ci sono motivi storici per tutto questo. La generazione del baby-boom ha avuto davvero delle opportunità eccezionali. Ed è portata a sopravvalutarsi, a sopravvalutare la propria giovinezza, a sopravvalutare il riflusso che ne è seguito, (come se crescere e metter su casa e pancia non fosse il decorso tipico di qualunque generazione).
Ma Marco Lodoli? Possibile che non si renda conto di appartenere a una delle generazioni più autorappresentate della storia dell’umanità? Possibile che chieda ancora, in buona fede, altri romanzi, altri film, altra autocoscienza? Non è che per una volta ha solo cercato di prenderci in giro? Ah-ah, che buontempone.

***

E veniamo a oggi, a Venezia. C’era Bernardo Bertolucci, col suo nuovo film, ambientato, pensate un po’, a Parigi nel maggio ’68. Perché, chiederete voi, è successo qualcosa di particolare, a Parigi, nel maggio 1968? Pare proprio di sì. C’è stata una specie di rivoluzione, pensate, con le barricate. Slogan che poi non si sono mai più sentiti, come l’Immaginazione al Potere, Siamo Realisti Chiediamo l’Impossibile, Vietato Vietare. Tutte cose dimenticate, scivolate via come lacrime nella pioggia.
Ma Bertolucci non ci sta. È ora di rompere l’omertà! Nel 1968 lui c’era e si è divertito un sacco! Perché ora nessuno ha più voglia di parlarne?

I genitori dei ragazzi di oggi hanno cancellato con pudore quel periodo ritenendolo un fallimento. Sbagliato, grave errore storico, perché lì nasce quello che siamo oggi

Prego?

I genitori dei ragazzi di oggi hanno cancellato con pudore quel periodo

Figli dei sessantottini, lo chiedo a voi: vi risulta che i vostri genitori abbiano cancellato quel periodo con qualche specie di pudore? Sul serio, mi interessa. La mia impressione è che stiano continuando a parlare di loro, più o meno da trentacinque anni. Proprio come Bertolucci, che ammette di aver scelto il maggio francese..

...per parlare di me, certo, ma anche per fare un film per i ragazzi in cui si dice una cosa molto semplice: quando noi andavamo a dormire nel '68 lo facevamo con l'idea che il giorno dopo ci saremmo svegliati nel futuro, non l'indomani, ma nel futuro.

E bravo Bertolucci, che si faceva i suoi miscugli di “sesso, rock, filosofia, e naturalmente cinema” e andava a letto sperando di svegliarsi nel futuro. Quanto a noi, capirai. Sesso poco, e protetto. Rock un po’ di più, ma indipendente, minimale, lo-fi. Filosofia no, per carità. Cinema, sì, qualche volte si va al cinema, ma quasi sempre il regista è un sessantottino, è deluso da come è andata a finire e vuole farla pagare agli spettatori.
Viste le premesse, c’è poco da svegliarsi nel futuro: io vivo nell’incubo di svegliarmi nel passato, in un passato d’accatto, mai vissuto eppure ricostruito a memoria; svegliarmi a Parigi, in una stanza registrata a mio nome, su una moquette piena di topi, con De Gregori nel mangiadischi e una foto di Angela Davis che muore lentamente sul muro.

Ed è per questo che, pur con tutto il rispetto dovuto a Marco Lodoli, a Marco Tullio Giordana, a Bernardo Bertolucci e a tutti i sessantottini e i settantasettini che conosco e che non conosco, che mi trovo costretto a ribadire una verità che credevo banale, ed evidentemente non lo è:

Ragazzi, guardate che IL '68 CI HA


STRASFRACELLATO


I COGLIONI



Scusate il lessico, ma le cose stanno cosi, convincetevene.

53 commenti:

  1. Seguono 40 minuti di applausi.

    Mi viene in mente che anche uno come Dick Cheney, a suo modo, e' in fondo un sessantottino frustrato (per quanto dall'altra parte: lavorava per Nixon) che ha poi lavorato una vita per vendicarsi sugli spettatori/sudditi.

    Non solo ci sfracellano i coglioni, ma ci bombardano pure. Bella generazione.

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  2. non l'avevo letto, erano anni che volevo esprimere questi concetti ma al massimo arrivavo alle 3 righe cubitali

    francesco m

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  3. uno dei post più belli. ci ho pensato subito dopo aver visto la locandina del film, anche se non sapevo l'argomento per certo

    quand'è che ritiri fuori quello sull'agro pontino? :-)

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  4. c'è del vero in quello che dici...
    solo perché non sei figlio di quelli che hanno fatto la guerra, pensa a quei poretti della generazione del '68: pensa che sfracassamello di palle!
    il problema ora (non proprio ora, diciamo fra un po') è: con cosa sfracasserai le palle ai tu' figlioli?
    col g8 (tu c'eri!)?
    sono le solite menate generazionali (però è vero che hanno sfracassato le palle)
    ah, io faccio parte delle mezze seghe che stavano lì nel '77... che oltre a non aver combinato un c@%& sono tipo coetanei di paolomieli, paololiguori...

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  5. Invece mi piacerebbe vedere un film sul 68 o su gli anni 70, un film che però facesse vedere quello che faceva la stragrande maggioranza della popolazione italiana: con quasi tutti che si sposavano in chiesa,la verginità delle ragazze, i seminari pieni (rispetto ad oggi), le sberle a scuola, gli adulti che avevano ricevuto un'educazione fascista, i fascisti che stavano un po'dappertutto e si mascheravano votando DC per opportunismo e per far carriera. I simpatizzanti del "movimento" sono sempre stati una ristretta minoranza abbastanza isolata e c'erano molti più giovani nelle parrocchie che in piazza ed è straordinario vedere come oggi molti che non hanno mai fatto attività politica dicono sorprendentemente di essere stati dei contestatori (sul piano musicale penso a Gianni Morandi e Claudio Baglioni i Gigi d'Alessio di allora). L'immagine che abbiamo oggi del 68 è quella che ci viene data dai film e dalla televisione inevitabilmente deformata ed approssimativa confondendo spesso ad esempio anni 60 ed anni 70 diversissimi fra di loro.
    Leo Rotundo
    leo54

    http://leo54.splinder.com/

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  6. non l'avevo letto (non ti leggevo al tempo), grazie di averlo ripostato, sono perfettamente d'accordo con la tesi.

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  7. Interessante quanto scrive marcell_o sui corsi e ricorsi del cronachismo da reduce.
    La varie fasi si ripetono, ma apparentemente con ciclicita' accelerata. Leo, per esempio, col G8 ha cominciato a sfracellare i suoi figlioli telematici gia' in presa diretta e ha continuato per un po'. Ora e' gia' nella fase di rimozione / ormai questa l'han strasentita tutti, non me la posso piu' rivendere in giro / mi vergogno un po' se penso alla fine che abbiam fatto / etc: quest'anno, se non mi e' sfuggito, non ha neppure postato il solito santino su Giuliani.
    La fase 'formidabili quegli anni', per il G8, e' ancora da venire. Nel frattempo, Leo continua ad ammazzare ritualmente i suoi padri sessantottini: che sono gia' morti da un pezzo, ma effettivamente puzzano ancora parecchio.

    tibi

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  8. Condivido l'affermazione finale, anche se nel '77 avevo 16 anni e stavo in un liceo scientifico alla periferia di Torino (non centralissimo, ma nemmeno troppo provinciale), munita di gonnellone a fiori e zoccoli d'ordinanza.
    Ho smesso le nostalgie quando mi sono resa conto che il riflusso è stata roba nostra tanto quanto il flusso, e ne abbiamo la piena responsabilità.
    Secondo me urgebbe riflessione più sugli anni '80 che sugli anni '60/'70.

    Solo una cosa: in quegli anni lì sesso proprio pochino. Se ne parlava tanto, questo sì. Ma tanto tanto tanto (i gruppi di autocoscienza femministi, ad esempio). Ma si sa che se se ne parla tanto è perché se ne fa poco.

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  9. Siccome l'unica autorità che riconosco a Tibi è sul rompere i coglioni agli altri (autorità conquistata sul campo, rompendoli per esempio a me da ere immemori) per una volta farò finta di prenderlo sul serio, e quindi: sul serio? Scrivere uno o due pezzi sul g8 all'anno significa rompere i coglioni? E' in qualche modo equivalente alla retorica che si fa al cinema e alla tv sugli anni '60?
    Secondo me ci sono differenze:
    1. Io scrivo in un piccolo blog. Non faccio film, tv, non scrivo su giornali a grande tiratura. Sono monotematico? Andatevi a leggere un altro blog.
    2. Non avevo (almeno all'inizio) figlioli a cui rompere le palle, ma scrivevo ai miei coetanei di una cosa che era successa a me e a loro, di un'enorme gravità (per inciso, un episodio come le Diaz non credo abbia precedenti nemmeno nei momenti più bui degli anni di piombo: se fosse successo nel '68 ci farebbero due film all'anno.
    3. A me sembra di aver elaborato un'idea abbastanza complessa di quello che è successo al g8, che certi aedi del '68 ancora se la sognano. Anche perché non è una cosa che mi è successa a 20 anni, ero già un po' più grandicello.
    4. Questa cosa che adesso sarei in fase rimozione è fortissima: scrivo un pezzo all'anno? Sto rompendo i coglioni. Smetto di scriverlo? Sono in fase rimozione e mi vergogno. Beh, no. L'unica cosa di cui mi vergogno, riguardo al g8, è di vivere in un Paese dove si assolvono i pezzi grossi che mandarono i picchiatori alla Diaz. I pezzi che ho scritto sono ancora al loro posto, e se qualcuno è curioso se li può leggere.

    La fase rimozione è un'altra cosa: per esempio, cancellare il proprio blog perché alla fine dell'era Bush ci si comincia a rendere conto che la Guerra Infinita al Terrore era un po' una puttanata hollywoodiana, e rileggendosi l'archivio si rimane sopraffatti dalle scemenze che ci sono state scritte. Un po' quello che deve essere successo a Tibi, secondo me.

    Quello sì che sarebbe un film noioso da fare: la generazione che metteva su blog con la bandierina americana e scriveva tutti i giorni che il trattamento di Guantanamo era il migliore nella migliore delle guerre possibili, che Saddam Hussein nascondeva armi all'uranio anche nel cassetto dei calzini, che un muro di cemento alto nove metri in mezzo ai Territori Occupati non era un muro e chi lo chiamava muro era un antisemita, che postava l'ultimissima immagine di bimbi israeliani morti perché si vedesse che morivano meglio dei bimbi iracheni o palestinesi: quella generazione lì: insomma, che fine ha fatto? Sarebbe interessante.

    Almeno, dicci: voi sesso ne facevate? Perché questo vi renderebbe un po' più simpatici.

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  10. ha ragione leo rotundo se intende dire che non c'è stato un 68 ma tanti diversi 68 e tanti diversi 77 (ecc.)
    per dire: se mi si chiede a bruciapelo in che anno era il g8 durante il quale è stato ammazzato giuliani... boh, mica me lo ricordo. e non è solo l'alzheimer: un conto è stare a genova a respirare lacrimogeni o prendere botte e un altro conto fare refresh sul sito di repubblica per vedere se è successo qualcosa.
    a genova erano parecchie migliaia di persone e tra questi moltissimi giovani (qualunque cosa voglia dire), e fra qualche anno molti ex giovani racconteranno (sfracelleranno) ai figli e nipoti le giornate di genova. molti di più dei realmente presenti e quindi le prossime vittime dello sfracellamento si faranno un'idea sicuramente strana delle eroiche giornate del g8, visto che ne parleranno solo i reduci e si sa quanto siano nostalgici i reduci (e soprattutto quelli del '68 hanno sfracassato)

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  11. Beh, ragazzi, è inutile lamentarvene. Questa roba, questo imporre certe tematiche, ha un nome: si chiama egemonia. I sessantottini, a cui anche io, per ragioni non soltanto anagrafiche, mi iscrivo, hanno saputo imporsi sui padri ed anche sui figli, in questo siamo stati bravi.
    Il problema secondo me non è se parlarne o no, ma come parlarne. Oggi, posso dire, come anche ho postato sul mio blog, che servirebbe tanta autocritica perchè siamo la generazione che, con la nostra indubbia capacità di egemonia, abbiamo fatto tanti di quei danni...
    Per questo, parlarne sarebbe opportuno, ma non per autocelebrarsi, ma per fare autocritica. Ciò farebbe emergere problemi che sono del nostro tempo, ma che vengono da lontano, proprio da quel periodo storico che, e lo capisco, attenta all'incolumità dei nostri genitali.

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  12. Ancora a cantarvela e suonarvela. No, Vincenzo, non eravate più bravi, non lo siete mai stati. Eravate soltanto un po' di più: si chiama, infatti, babyboom.

    E no, non ci interessa nemmeno la vostra autocritica: ha scassato le palle anche quella, da parecchio. E' ora che siano gli altri a criticarvi, e con argomenti seri, non con i precipitati del vostro narcisismo.

    Sul G8 non ci sarà una retorica nostalgica come quella del '68. L'"idea strana" è quella già consegnata in diretta alle videocamere che seguivano tutto secondo per secondo. Rassegnatevi: può anche darsi che chi viene dopo abbia opportunità diverse dalle vostre e non debba per forza invecchiare nel modo in cui siete invecchiati voi. Ci sono altri modi, semplicemente

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  13. Sul G8, personalmente, nessuna nostalgia da reduce - ma, come leo, non avevo vent'anni.

    Su quegli anni, rifuggendo gli eccessi celebrativi, ancora mi interessa. Sarà che i miei erano di quella maggioranza (ammesso che) silenziosa che se ne fregava e pensava ad altro. Sarà che non c'è stata solo strategia della tensione e terrorismo, ma son stati gli anni di Basaglia, del femminismo, della rivoluzione sessuale, di Don Milani, di Danilo Dolci.. di una società rigida, classista, maschilista e autoritaria che è stata rivoltata come un calzino. E' inveitabile che se ne parli, più che degli anni 80 e 90 (che sarebbero da approfondire pure loro, si). Troppo e con troppe fregnacce, certo.
    Ma "Cosmonauta" è carino :) (forse proprio perché ha un approccio un minimo originale)
    (e anche doonesbury, che a differenza di tanti è invecchiato bene)

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  14. Nella storia non credo che noi siamo stati l'unica generazione a subire i ricordi dei nostri genitori. Pensa al figlio di quella tizia che sventolava la bandiera sulla bastiglia durante la rivoluzione francese... Sai che palle a casa. Ma l'unico modo per liberarsi di tanta enfasi per un recente passato è produrre qualcosa di altrettanto vigoroso. E seppur - nella storia - i sessantottini non abbiano poi fatto queste grandissime cose (e non siano stati così bravi come dicono), hanno comunque fatto molto di più delle poche generazioni successive; generazioni le nostre che subiscono un po' di tutto, sonnecchiano mentre perdono ogni più banale diritto e l'unica energia la sfoderano solo per lamentarsi di fronte a un confronto con i loro genitori che, seppur modesto, non riescono a reggere...
    Alfonsinho

    p.s. allora perché far notare che non sono stati poi così bravi??

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  15. Come reazione giovanilistica non c'è male... si vede che questi sessantottini hanno proprio fatto scuola. Magari il lessico attuale è un po' meno inventivo, dai...
    La dama del lago

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  16. Secondo me tutto questo interesse per il '68 nasce dal fatto che non c'è ancora stata una consistente analisi storica scientifica affidabile(ossia non figlia dei fiori o fascista), ma ci si è limitati alla rievocazione dei bei tempi che furono da parte 68ina e alla condanna di stampo reazionario.
    Su questo tema si vede tutta la carenza dei contemporaneisti italiani e francesi.
    Che poi alla fin fine la domanda che si pongono tutti i figli dei figli dei fiori è abbastanza semplice: com'è che da rivoluzionari siete diventati upper-middle-class-snobbetta-gauche-caviar?

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  17. La risposta era già semplice nel 1968: perché erano figli di borghesi e cavalcavano quello che andava in quel momento. Come scrisse Pasolini e bla bla bla. Domanda banale, risposta banale, passiamo ad altro, vi va?

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  18. Leonardo, però strano modo di ignorare il '68: scriverci su un post :-D
    No, siamo stati egemoni non perchè eravamo di più, dai, che argomentazione inconsistente... Eravamo bravi allora e bravi adesso, che da vecchi non ci facciamo mettere da parte. Abbiamo scoperto ogni genere di garanzia previdenziale per noi stessi, abbiamo rivendiocato il posto di lavoro a tempo indeterminato, e, quando si trattava di concederlo a chi veniva dopo di noi, abbiamo inventato piuttosto il lavoro precario, e ci siamo piuttosto preoccupati di ottenere pensioni presto e sostenziose: dopo di noi, il diluvio.
    Allora, il compitino che vi affido, è:
    Mostrare come Berlusconi sia un prodotto del '68.

    Non vi scoraggiate, si tratta di un compitino facile facile :-D

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  19. Leo,
    1. Si' certo, tu sei piccolo e sfracelli in piccolo: da ciascuno secondo le sue capacita', no?
    2. Io parlavo di 'figlioli telematici' a cui facevi i tuoi predicozzi; se nel frattempo hai perso la fede o ti sei (ri)convertito, non sarai certo ne' il primo ne' l'ultimo, ne' il piu' bravo (i sessantottini in questo sono imbattibili). Per inciso, "un episodio come le Diaz non credo abbia precedenti nemmeno nei momenti più bui degli anni di piombo" e' una cazzata cosmica, che credo non abbia precedenti: negli anni di piombo, ciccio bello, non c'erano i poliziotti che scappavano a gambe levate per lasciarvi bruciare i loro furgoni indisturbati, ne' quelli che tiravano fuori la rivoltella giusto per non farsi sfondare il cranio a travate, per dirne una; c'erano gli infiltrati in borghese che sparavano nel mucchio esattamente come gli incappuciati originali. Questo sia durante le manifestazioni pacifiche che negli antecedenti del G8, che rimarra' nella storia come cio' che e' stato, che avete accettato fin dall'inizio che diventasse: una convention internazionale di hooligans, con qualche concerto e dibbbattito di contorno. Negli anni di piombo, non ti facevano la bua per poi tenerti in guardina una notte o due: c'era la legislazione emergenziale, ti sbattevano dentro e buttavano via la chiave.
    3. A voi e' sembrato l'Armageddon perche' era la prima volta che giocavate alla rivoluzione e vi siete scottati, di qui la tua ricostruzione mitizzante e autoreferenziale.
    4. Ti secca sentirtelo dire ma e' cosi'. Siete spariti senza lasciare quasi traccia (e senza neppure riuscire a riciclarvi come i sessantottini), proprio adesso che la crisi vi avrebbe dovuto in qualche modo rimettere in gioco: infatti in altri Paesi una sinistra meno parolaia, apocalittica ed autoreferenziale si sta riprendendo.
    Infine:
    "La fase rimozione è un'altra cosa: per esempio, cancellare il proprio blog perché blabla."
    Di quello su cui non si sa un cazzo, non si dovrebbero scrivere cazzate, come mi pare dicesse Wittgenstein, prima di aprire un blog che non ha ancora chiuso.

    tibi

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  20. Mi dispiace, ho già spiegato, più di dieci righe tue non le reggo. Apriti un blog.

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  21. Ok, prendo atto delle tue limitazioni. Leggiti queste che sono 10:
    Per inciso, "un episodio come le Diaz non credo abbia precedenti nemmeno nei momenti più bui degli anni di piombo" e' una cazzata cosmica, che credo non abbia precedenti: negli anni di piombo, ciccio bello, non c'erano i poliziotti che scappavano a gambe levate per lasciarvi bruciare i loro furgoni indisturbati, ne' quelli che tiravano fuori la rivoltella giusto per non farsi sfondare il cranio a travate, per dirne una; c'erano gli infiltrati in borghese che sparavano nel mucchio esattamente come gli incappuciati originali. Questo sia durante le manifestazioni pacifiche che negli antecedenti del G8, che rimarra' nella storia come cio' che e' stato, che avete accettato fin dall'inizio che diventasse: una convention internazionale di hooligans, con qualche concerto e dibbbattito di contorno. Negli anni di piombo, non ti facevano la bua per poi tenerti in guardina una notte o due: c'era la legislazione emergenziale, ti sbattevano dentro e buttavano via la chiave.

    tibi

    RispondiElimina
  22. (E comunque la tua prima replica era piu' del triplo del mio commento: dovresti deciderti, se vuoi che ti prenda sul serio, non posso liquidarti con una battuta.)

    tibi

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  23. Mi sa che non hai capito cos'è successo alle Diaz. Non te lo spiego: qualcuno mi potrebbe accusare di raccontare sempre la stessa storia (una volta all'anno).

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  24. Leo, non e' che posso spiegarti, se non la capisci, la differenza tra qualche manganellata e morti ammazzati un giorno si' e uno no.
    O tra qualche arresto indiscriminato (con sollecito rilascio, come da norme vigenti) e anni e anni di carcerazione preventiva senza prove.
    Non e' che puoi confondere un petardo con Hiroshima solo perche' il primo e' scoppiato in mano a te.

    tibi

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  25. Mi sembra di capire: ci tieni ad avere avuto una gioventù più avventurosa della mia. Ok, tientela.

    Io lo so bene che negli anni di piombo ci si ammazzava spesso. Lo dice la parola: piombo. Ma sopra ho scritto: "un episodio come le Diaz non credo abbia precedenti nemmeno nei momenti più bui degli anni di piombo".

    Ti vengono in mente palestre piene di manifestanti in sacco a pelo espugnate a manganelli tra il 1970 e il 1980? A me no, non vengono in mente. Si vede che i reduci di quel periodo sono tutta gente molto riservata, che non ha voglia di raccontare quel passato oscuro.

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  26. leonardo, leggere questo pezzo é stato catartico. pensa che stavo pure pensando di andare al cinema a vederlo, il film di placido, in modo da elaborare nei suoi confronti un definitivo e liberatorio senso d'odio. mi hai fatto risparmiare dai 5 agli 8 euro più 2 ore di fracassamento di palle.

    jacopo

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  27. Bof, mi sa che qualsiasi espugnazione di facolta' okkupate, in quegli anni, e' stata altrettanto o piu' cruenta. (Per la cronaca, io non ho mai partecipato a manifestazioni violente, quindi non ho cicatrici da esibire.)
    Rimane il dato politico: com'e' che dopo anni che portavate in piazza diecimila miliardi di manifestanti, che predicavate contro la finanza globbale come il Male assoluto, etc., adesso che e' crollata Wall Street non vi caga piu' nessuno?

    tibi

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  28. Vincenzo: le varie rivendicazioni pensionistiche etc non le avete inventate voi, e' tutta roba anteguerra. Ideata e attuata, anche nei "vostri anni", dalla generazione precedente, quella che aveva fatto una o due guerre e voleva dare ai propri figli un mondo migliore.

    E vedi i figli come li hanno trattati: da giovani li insultavano, al lavoro li hanno spremuti e alla fine li hanno sbattuti in ospizio, nel frattempo distruggendo i movimenti sindacali che esistevano da un secolo, annientando la credibilita' delle idee socialiste e in generale sputtanando l'idea che il dibattito politico serva a qualcosa.

    Non e' un caso che il mondo politico si sia degradato brutalmente alla fine del XX secolo: quando la Greatest Generation ha cominciato ad andare in pensione, ha lasciato il posto a una manica di farabutti figli di papa' per cui l'unica cosa che conta sono un paio di gruppi musicali.

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  29. No, nel '68 non c'erano solo figli di borghesi. I figli di borghesi sono quelli che poi si sono fatti strada lo stesso (ecc. ecc.) in quanto figli di borghesi, non in quanto ex-sessantottini e quindi oggi hanno maggiore visibilità (leggasi sfracellamento ecc.). Gli altri, con qualche eccezione, sono tornati nell'anonimato e povertà del loro strato sociale. Basta volerlo sapere. Come scriveva Luigi Pintor "i privilegi non si perdono mai, si accantonano soltanto" (in Servabo). Ma citare Pasolini, si sa, è molto più figobecerofacile.

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  30. BRAVO GIACOMOL!
    Eh sì, l'ho fatto! Mi sono data al diavolo. Ho bloccato il capslock!!! :-))
    La dama del lago

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  31. Comunque avete mai pensato che tibi possa essere una sorta di tyler durden sfigato di Leonardo?

    Sarebbe davvero letterario e bellissimo.

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  32. Non volevo citare Pasolini, ma la nausea di quelli che arrivano con la citazione di Pasolini su Valle Giulia.

    Probabilmente qui si danno per scontati troppi discorsi fatti quattro o cinque anni fa.

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  33. Mi piace l'idea che un post che chiede la fine dei discorsi, dei film, dei libri sul 68 ci porta a parlare così tanto ancora del 68. Ho vissuto la giovinezza nei primi anni 70 ed ho fatto un pò di politica. Credo in alcune cose:
    1)Non rimpiango nulla e non rinnego nulla di quegli anni.
    2)Uno studio serio sul 68 è difficile da fare, in Italia la storia è sempre contemporanea, basti pensare che non c'è ancora uno studio serio su quello che sia avvenuto realmente nella coscienza e nella cultura degli italiani e nelle istituzioni delle nazione quando in pochi mesi 42 milioni di fascisti italiani si sono trasformati in 42 milioni di antifascisti.
    3)Berlusconi deve molto al 68, è divorziato, pratica il libero amore, con sua moglie a detta dei suoi amici più intimi e fedeli vivevano in regime di coppia aperta e nella sua villa si praticava il nudismo! Un estremista insomma!
    4)Difficile ascoltare un 45 giri di De Gregori in un mangiadischi. Ne ha fatti pochissimi (2 o 3) era un cantautore che faceva soprattutto i 33 giri poi il mangiadischi è un'attrezzo anni 60 mentre De Gregori è nato musicalmente nei primi anni anni 70.

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  34. Ulteriore dimostrazione del complesso d'inferiorita' dei G8ini:
    "se fosse successo nel '68 ci farebbero due film all'anno".
    A parte che, nel '68 e postumi, succedeva di peggio; a parte che succede di peggio ogni giorno in tutto il mondo, non e' che voi bamboccioni occidentali ne siate necessariamente l'ombelico.
    Il filmetto agiografico su Giuliani non solo e' stato prodotto e distribuito, l'ha pure trasmesso la RAI.
    Quel che vi rosica, mi sa tanto, e' che tutto sommato i 68ini continuano a fare film migliori.

    tibi

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  35. Ho detto che nel '68 non è successo di peggio? Ho mai dato l'impressione che sia peggio di quello che è successo nel resto del mondo?

    Ho scritto che "un episodio come le Diaz [palestra espugnata dalla polizia a mazzate] non credo abbia precedenti nemmeno nei momenti più bui degli anni di piombo": e tu per ora non mi hai smentito.

    Ma è tutto 'sto paragone tra g8 e '68 che non regge, cioè, è roba da Panorama. Ci fu una manifestazione (che non nacque dal nulla, ma era il punto d'arrivo di tante cose che si facevano nei '90, dall'associazionismo cattolico ai centri sociali), ci furono solenni mazzate, ci scappò un morto (ampiamente previsto), e nei mesi successivi uscirono quattro o cinque film sull'argomento, perché era materia scottante, e ne parlammo tutti.

    Ne abbiamo parlato ancora a lungo, perché continuava a essere uno scandalo, e quando esce una sentenza ne riparliamo. Non siamo scomparsi: io per esempio sono ancora qua, faccio molto meno volontariato, ma ho le stesse idee. Tremonti ha cambiato idea sul Wto, non io.

    Però per ora non ne parliamo per nostalgia, ma perché alle Diaz e a Bolzaneto si era sospeso lo Stato di diritto; perché è stato uno scandalo europeo: per questi motivi. E se non abbiamo più niente da aggiungere di interessante su questo motivo, ce ne stiamo zitti e non annoiamo la gente con le nostre autocritiche generazionali: ma questo non significa "rimozione". Significa che abbiamo tante altre cose interessanti di cui parlare, per esempio.

    Ma che senso ha discuterne con uno che ha solo bisogno di infilare la parola "rosica" in un thread?

    Tibi, io non so esattamente perché hai chiuso il tuo blog, ma non mi è difficile infierire che la tua abitudine a esasperare le persone ripetendo i soliti 2 o 3 argomenti sia stata fatale. Forse hai inciampato in un poveretto messo pure peggio di te, non lo so. E non m'interessa neanche. Non mi interessi proprio tu, non so se ti è chiaro.

    Da molti anni ormai te lo scrivo: non voglio avere a che fare con te, non ti considero un interlocutore interessante, non mi piaci come persona, hai sparso molto odio su di me e lo hai fatto pure gratis. Quale parte di questo concetto ancora non ti è chiara? Per quanto tempo ancora perderai il tuo tempo venendo qua a fare un po' di male a me e molto più male a te stesso?

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  36. Si' certo, ho anche sterminato diverse specie di marsupiali, solo per dare la colpa a te.
    E t'interesso cosi' poco che continui a formulare supposizioni strampalate su di me (ma siccome sei supponente, non soddisfero' la tua curiosita').
    Sbagliero, ma non mi pare di essere io a buttarla sul personale / extratopic.

    Continui con le iperboli: niente Cile, a Genova secondo i giudici furono commessi degli abusi, di cui hanno individuato dei responsabili. Se non hanno risalito la catena di comando e' perche':
    -in uno Stato di diritto, senza prove che Tizio abbia ordinato X, Tizio non e' penalmente responsabile di X (non e' che Fini, da nuova costola della sinistra, retrocede a Grande Vecchio della Spectre solo perche' ando' a fare una comparsata in questura durante il G8);
    -in qualsiasi Stato, i quadri di polizia sono preziosi; spesso sopravvivono pure ai cambi di regime, figurati se si sacrificano perche' un paio di ragazzotti si son beccati una manganellata sui denti, o in caserma han dovuto ascoltare la suoneria di Faccetta Nera sul cellulare di un poliziotto, mioddio che tortura, in Argentina facevano proprio cosi'.
    Come ammetti tu, il morto fu previsto e io aggiungo cercato, alzando il livello dello scontro: quando mai s'e' visto un Movimento senza martiri, guarda i 68ini che ne hanno tutto un calendario e noi nessuno.
    Se non siete stati bravi a raccontarvi, e' colpa vostra. Se gli altri non vi hanno raccontati, si vede che non eravate abbastanza interessanti. Avete avuto i vostri 15' di celebrita' e li avete sprecati.
    E cosi' Placido si rivende la commovente storiavera dello sbirro che salto' la barricata perche' aveva scoperto che ai cortei girava piu' figa che in caserma. C'e' senz'altro un problema di ricambio generazionale, ma se i ricambi siete voi, direi che Placido e' buono ancora per 3-4 remake.

    tibi

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  37. Tho, non si spiega.
    tibi dev'essere Leonardo, se no lo cancellerebbe e punto.
    ;)

    andrea

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  38. Sintesi da bar:
    “una convention di hooligans”. di cui buona parte in divisa.

    (e tra fior di premi nobel e persone di notevole storia e spessore, in tv solo agnoletto e casarini)

    My 2 cents:

    Scomparsi, mah?
    Certo, se l’unico parametro che conta è quello della realtà virtuale televisiva..

    Ci sono diversi livelli: è vero, è scomparso quell’impulso unitario (e internazionalista - forse quello più "sessantottino"), sotto il peso delle contraddizioni, della repressione e soprattutto del massacro mediatico. A dimostrazione del peso della telecrazia.

    Una dispersione c’è stata – ma c’è molto di più.

    Forse perché era in gran parte un movimento di persone “comuni”, per il dispiacere di chi apprezza la violenza e su questa misura quasi tutto, in seguito alla repressione nessuno s’è dato alla clandestinità impugnando la pistola.

    Ma ha preferito organizzare gruppi di acquisto solidale, reti locali per i beni comuni, lavorare nel sociale, partire come cooperante, occuparsi di gestione dei conflitti (a tutti livelli) o di processi partecipativi, aprire una cooperativa sociale, oppure fare cultura (magari anche coinvolgendo Manlio Milani e Benedetta Tobagi, per parlare di quegli anni fuori dalle ideologie – si può, è pure facile), eccetera. Creare (o mantenere) relazioni e reti. Fare cose concrete: fare “politica”.
    L’iceberg non affiora più, sarà più piccolo, ma non significa che non ci sia.

    Certo, come materiale per un film non reggerà mai il confronto con i manganelli e le p38. Almeno per il pubblico attuale. (E forse gira anche meno figa: non ci racconteremo mai come i baby-boomers. Ma 'sto parallelo tra '68 e '01 non regge)

    Secondo, come ricordava leonardo con l’esempio tremontiano, i temi sono sempre attuali e quelle che erano istanze di un movimento sono oggi l’agenda mondiale. Non solo sulla deregulation della finanza. Ad esempio l’IPCC con Al Gore ha pure vinto il nobel, nessuna persona seria si rifiuta ormai di affrontare la questione del riscaldamento globale.

    Non capisco poi il minimizzare o ridicolizzare Genova, con le Diaz, le torture di Bolzaneto, le manganellate contro i cortei e le piazze tematiche, coi black blok indisturbati..
    In Argentina è stato infinitamente peggio mentre in Italia è durato solo 3 giorni, certo. Ma mentre l’argentina qualche passo avanti lo fa, noi ci svegliamo nel terzo millennio con la dimostrazione che lo stato può mostrare una faccia fascista. Impunemente. Avendo (costruendolo, ma solo in parte) il consenso di parte dell’opinione pubblica. Non riesco a non pensare che sia stato un passo importante, ed un buon termometro, di quel che è venuto dopo: la contrazione degli spazi e degli anticorpi democratici, lo stato dell’informazione, il sedimento di cose impensabili qualche anno prima e l’insensibilità progressiva verso le violazioni dei diritti umani e dei principi fondamentali.

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  39. hahaha ottimo leonardo in versione hater.

    la cosa che mi sorprende leggendo i commenti è che i 68ini si considerino effettivamente meglio delle generazioni dei loro pardi (che han fatto la guerra) e dei loro figli (che hanno ereditato i loro cocci) quindi ritengano giusto e utile sbrodolarsi addosso da 40 anni.
    Lascatemi dire una cosa: non eravate di più, eravate più ricchi in quanto nati all'apice del boom economico. La vostra capacità di rivendicazione, la possibilità di cercare forme nuove e poi sputtanarvele, nasce da questo.
    Oddio, magari noi ci riteniamo migliori dei ggiovani di oggi che pensano solo alla vespa e all'aperitivo, ma quando verrò il loro turno di sbattere la testa contro il mondo reale immagino si guadagneranno il loro diritto di zittire i vecchi (in quel caso noi).

    Michele

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  40. Oh..oh..il mio blogger-icona che dà i numeri, si toglie l’aureola e diventa umano come noi..
    bhè devo dire che, da questo punto di vista, questo post ti fa umano; è insostenibile a volte, avere a che fare con i santi!
    Nel merito io penso che se se c'è qualcosa che mi fa arrabbiare e verso la quale divento compulsivamente aggressiva - oggi che ho più di sessant’anni - non la rigetto ma cerco di osservarla come meglio posso perché è la spia preziosa di una parte di me, che vorrei ma non riesco a droppare .
    In più il faccia a faccia con il mio limite mi mette in una difficoltà così grande da trasformarmi in un rinoceronte incazzato ! In due parole m’incazzo con gli altri per qualcosa che mi rode, proprio come te in questo post e, come sopra, tutto ciò è nella norma e ti fa dei nostri, o divino!
    Per il resto ..
    Ho disegnato i costumi per un musical dove c’era un cambio in scena che visivamente doveva rappresentare il passaggio epocale di cui stiamo parlando; non è stato così difficile: il palcoscenico si è coperto di cravatte e perle che rotolavano insieme a giacchettine grigette che si rivoltavano in colori esplosivi..e soprattutto ognuno si strappava di dosso più roba che poteva; che poi alcuni se le siano andate a raccattare questa è un’altra storia..see you Nishanga

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  41. Grullo, il confronto regge eccome, semmai sono gli zerouni che non reggono il confronto coi sessantottini.
    Un movimento si giudica dall'eredita' che lascia. La tesi del post e' che il 68 ne abbia lasciato anche troppa, lo 01 invece non ha lasciato neppure abbastanza per pagarsi un funerale decente, infatti l'hanno seppellito alla svelta e senza cerimonie.
    Stringi-stringi, il vanto maggiore sarebbe quello di aver convertito Tremonti. A parte che non mi e' mai sembrato 'sto gran genio dell'economia, lui l'ho sempre sentito inveire contro il grande kapitale internazionale che specula invece di produrre come i cumenda, le multinazionali che schiacciano i piccoli industriali, l'Europa che gli mette lacci e lacciuoli, l'euro che fa crescere i prezzi e non consente piu' la svalutazione competitiva. (Senza euro, peraltro, saremmo messi come l'Argentina, ma non per gli stadi pieni di prigionieri politici.)
    Comunque, direi che ormai i reduci noglobal hanno trovato il loro partito ideale, la Lega:
    -ha sempre avuto un asse privilegiato con Tremonti;
    -vuole il ritiro dall'Afghanistan, tanto portare la democrazia ai beduini e' tempo perso, s'ammazzassero un po' tra loro, invece di venire sui barconi a portarci il Medioevo;
    -e' per le classi differenziate, cosi' i negher non rallentano il programma degli altri.

    "in seguito alla repressione nessuno s’è dato alla clandestinità impugnando la pistola".
    A parte che il nesso con la 'repressione' e' tutto da dimostrare, sei proprio sicuro?

    "Entrambi gli arrestati di ieri gravitavano nell' area del centro popolare occupato "Gramigna" di Padova. Simonetto ha solo diciannove anni ma ha già un' intensa militanza alle spalle. è uno dei fondatori del collettivo giovanile Fuser, d' ispirazione marxista-guevarista, a Cittadella, comune dell' Alta padovana. è stato anche militante di Rifondazione comunista fino al 2006: da quella data l' ordinanza lo descrive «legato anche sul piano personale a seguaci dell' onorevole Marco Ferrando», il fondatore del Partito comunista dei lavoratori."
    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/07/07/nuove-br-due-arresti-padova-erano-gli.html
    A proposito della polemica borghesi-proletari:
    "Ad incastrare Michele «Michelino» Magon, 24 anni, padovano, studente universitario e militante del Gramigna, figlio di Franco Magon, contitolare della Ceam Cavi di Monselice, sono state le tracce di polvere da sparo rinvenute dalla Scientifica nei bagagliaio della Yaris."
    http://www.isbeconsulting.com/index.php?option=com_content&task=view&id=255&Itemid=164
    Insomma, il figlio di papi industriale, che gioca alla rivoluzione. Ninete di nuovo sotto il sole.

    tibi

    RispondiElimina
  42. tibi, tanto per cambiare hai ignorato quasi tutto quello che ho scritto e piegato due frasi estrapolate ai tuoi schemi.

    Anche da quel che dici, anche se solo come battuta, riguardo la lega come partito ideale dei "reduci", evidentemente non stiamo parlando della stessa cosa.

    Leo indicava l'eccesso di autorappresentazione (e di idealizzazione) del 68, c'entra nulla con l'eredità lasciata da un'epoca e la gara a chi ce l'ha più lungo tra movimenti, situazioni e periodi storici così profondamente diversi è del tutto inutile.

    Mi spiace insistere, ma di quel movimento composito ed eterogeneo non faceva parte solo qualche estremista di qualche centro sociale padovano.
    E nessuno delle tante persone comuni che han partecipato alle iniziative di Genova ed al percorso precedente è venuto in mente di accettare la logica della violenza.

    Ma già allora sui media mainstream passavano solo gli estremi. Si parlava quasi esclusivamente di Carlo Giuliani, e solamente come martire o delinquente.
    Eppure ci sono ricostruzini serie come Noi della Diaz di Guadagnucci (giornalista del Carlino!) e "Genova nome per nome" di Carlo Gubitosa. Eppure c'è stata tutta una parte di incontro e confronto pubblico tra rete lilliput, associazioni per i diritti umani e sindacati di polizia. Però fa sempre comodo a tanti, evidentemente, crogiolarsi nelle proprie semplificazioni. O semplicemente vendono di più.

    Ribadisco, la principale reazione del cittadino che ad istanze e metodi democratici s'è visto rispondere col manganello, è stata un maggiore impegno locale. Organizzare gruppi d'acquisto solidale invece che gruppi di fuoco.
    Io ne sono molto felice, anche se ciò da meno occasioni di film autocelebrativi e di mostrare quanto ce l'abbiamo lungo.
    Questo è un punto importante: "lentius, profundius, suavius" per citare Langer che ribaltava il motto olimpico: ricercare e praticare logiche diverse di lotta politica e di vita era proprio uno dei tratti distintintivi del '01.

    Una delle eredità di quel percorso sono le reti (soprattutto in ambito ambientale e tutela dei beni comuni) che ci sono in tutto il paese, oltre al fatto non secondario che le istanze di allora sono oggi in gran parte un patrimonio condiviso. Teorie sono diventate pratiche ed attività economiche (gli esempi si trovano in alcune vetrine come Terra Futura e il Sana. Dalla parte opposta di Tremonti)

    E' venuta meno la visibilità televisiva (per fortuna, date le modalità). In ogni caso oggi come allora non hanno molto spazio Zanotelli o don Ciotti, ma non importa, anzi, forse è meglio così. Il frutto è più piccolo e meno visibile, ma più maturo. Certo minoritario, ma con la consapevolezza dei rischi delle scorciatoie che, come è già successo, compromettono molte conquiste.

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  43. Grullo, abbi pazienza, io ho corretto la semplificazione in cui ti crogiolavi tu, che sentenziavi che 'nessuno' si era dato alla lotta armata, spiegandoti che no, proprio nessuno-nessuno, no.
    Non e' che potete sempre far finta di non conoscerli, e' gente vostra: l'ala dura dei centri sociali nel movimento ci stava eccome, i black bloc entravano e uscivano dal corteo principale a Genova (come si vede persino nel filmetto encomiastico su Giuliani) secondo tattiche da guerriglia urbana che usavano gli autonomi gia' decenni prima di loro.
    Comunque, per loro la 'Repressione' e' solo un pretesto per menare le mani (o peggio, appunto), come l'intifada lo e' per la racaille da banlieue.
    Viceversa, chi era pacifico lo e' rimasto anche dopo. E chi non aveva piu' niente da dire e' sparito. Quelli che citi tu, lillipuziani, Zanotelli, Ciotti, etc., sono associazionismo cattolico, che c'era prima e infatti c'e' anche dopo. Non erano loro ad aver bisogno del Movimento, semmai il contrario: quelli sono collegati all'istituzione piu' potente d'Italia e stanno su piazza da duemila anni prima del 2001.

    Tu mi parli di reti sul territorio, etc. Invece di disquisire su quel che dicono di pensare globally, preferisco farti un esempio di come agiscono locally. I No dal Molin, a Vicenza, si sono innestati su una tipica protesta NIMBY, capitanata dalla Bottene e da altre sciurette inviperite perche' le nuove caserme gli avrebbero rovinato la vista dai loro casali ristrutturati del Cinquecento (visti in TV da Santoro). Infatti, per far massa critica in piazza hanno dovuto raggranellare agitatori e presenzialisti di professione (Fo, Rame, etc.) da tutta la penisola: cioe', queste strillano che a Roma e a Washington non possono decidere per i vicentini, il collettivo studentesco di Canicatti' o il Cso Cannalunga di Vattelapesca invece si'. Infatti, quando hanno insistito col loro referendum farlocco (appoggiato dal Comune, ma dichiarato illegittimo dal TAR), non son riusciti a far andare a votare nemmeno la maggioranza dei vicentini, sebbene avessero messo le urne persino in piazza a Padova (viste io). Questo perche', fuori dai loro giardini, c'e' una citta' cui invece gli americani non danno particolare fastidio, anche perche' ci lavora. Infatti la lista della Bottene, alle comunali, ha preso il 5%. Non e' 'democrazia dal basso', ma solo la tracotanza di una minoranza chiassosa e rissosa.
    Poi certo, c'e' altra gente che invece non fa politica ma lavora. Ed e' vero che ci sono istanze come il riscaldamento globale che ormai sono patrimonio comune, ma lo sarebbero diventate comunque, bastava guardarsi intorno. Come bastava guardarsi intorno per capire che, come il boom di borsa degli anni '80 o quello della New Economy, anche la bolla immobiliare prima o poi sarebbe scoppiata.
    Sulla visibilita' televisiva, invece, non vedo perche' ti lamenti se in TV ci andava Agnoletto: il portavoce del movimento era lui, non l'aveva eletto ne' Berlusconi ne' Vespa.
    Ogni movimento ha, in ultima analisi, i leader che si merita, quelli che sono piu' lesti ed abili nel porsi alla sua testa, come fece (letteralmente) Casarini a Genova, peraltro lanciando i suoi proclami di Guerra con congruo anticipo, senza che nessuno gli dicesse che no, in testa al corteo non ci va lui per marchiare il territorio andando a fare una pisciatina nella Zona Rossa, ci vanno Zanotelli e i premi Nobel.

    tibi

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  44. Tibi, sei off topic da una settimana. Questo era un pezzo sul '68 e l'ossessione del '68. Tu invece sei ossessionato dal G8, una specie di festa a cui non ti hanno invitato ma per fortuna poi è andata male.

    Il tuo punto di vista, come al solito, è poco interessante e contorto: rimproveri i manifestanti del g8 di essere scomparsi, ma se per caso non sono scomparsi li rimproveri di rompere i coglioni esattamente come i 68ini. Un padovano è passato alla clandestinità e allora siamo passati tutti alla clandestinità, ma si possono scrivere scemenze così?

    68 e g8 sono fenomeni diversi, l'ho scritto tante volte che mi sembra molto noioso tornarci su. Il '68 era un movimento generazionale, il g8 un punto di incontro di tante esperienze. Per dire, c'erano anche molti 68ini (rompicoglioni come al solito, ma è un altro discorso).

    Mi sembra poco interessante prendere il g8 come spunto per criticare una generazione. Cioè, potrei anche capirlo, ma da che pulpito? Scrivevi scemenze razziste e neocone in un blog, hai dovuto cancellarlo per via di un'emergenza disinteresse. Guarda alla tua generazione, al tuo gruppetto di pirla-blog che se la cantavano e se la suonavano, e pensaci bene.

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  45. Diobbono Tibi , e cito leonardo, fatti una vita e apriti un blog, invece di ri-ri leggere lo stesso post. Forse diminuiresti l'effetto scassamento!

    Con rispetto

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  46. Ma da che pulpito critichi tu un movimento che, a differenza del tuo, invece di riempirsene la bocca e basta, il mondo l'ha cambiato sul serio, nel bene e nel male?

    "Un padovano è passato alla clandestinità e allora siamo passati tutti alla clandestinità, ma si possono scrivere scemenze così?"

    Si puo'. Prova ne sia che l'hai appena scritta tu.
    En passant, non che mi consideri parte di una generazione di blog, nientepopodimeno, ma vedo che qualcuno di quelli cui ti riferisci ora scrive anche per la carta stampata. Siccome non voglio che tu dopo dica che ti dico che rosichi, non mi/ti chiedero' perche' tu non scriva ad esempio per Liberazione o il Manifesto, dove scrivono scemenze razziste (ooop, volevo dire: analisi argute) quanto le tue, ma mediamente le scrivono peggio: ogni generazione ha, oltre ai leader, gli aedi che si sceglie e si merita. Per esempio, un altro che stava sui coglioni a te, Capezzone, di carriera ne ha fatta anche troppa.

    tibi

    P.S. Sei gia' alla terza ipotesi consecutiva sulla mia irrilevante persona: curioso come una scimmia, ma meno perspicace.

    RispondiElimina
  47. No, ma figurati, fa' pure il misterioso.
    Io, le ultime volte che passavo, non potevo non notare che scrivevi cose bruttine che non interessavano più nessuno, impastoiandoti in polemiche inutili perché è l'unica cosa che riesci a fare in qualsiasi discussione. Raccogli senz'altro molta più attenzione venendo qui a disturbare.
    Però magari dietro alla chiusura del tuo importantissimo blog c'è un segreto di Stato che non posso sapere. Il punto è che (mi sembra te l'abbia già detto) preferirei che tu non venissi più, tanto quello che scrivi non c'entra quasi mai con l'argomento di cui si parla. Capezzone. Stai giocando a Pappappero Capezzone. E io ti sto anche a replicare, che vergogna.

    RispondiElimina
  48. Beh, scusa, m'hai chiesto tu che fine avessero fatto i Neoconi e io ti ho replicato. Non per questo me ne vergogno, anzi. Domandare e' lecito, rispondere cortesia, foss'anche un semplice: non c'entra con l'argomento di cui stavamo parlando e comunque son cazzi miei.

    tibi

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  49. Si' infatti leonardo, che vergogna. Nel 2009, "feeding the troll" non e' esattamente considerato furbo. Ti e' stato detto e ridetto, ma ti ostini; ergo, e' tutta colpa tua.

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  50. era un po' che non passavo. perdermi per la seconda volta questo post sarebbe stato un delitto.

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  51. se non c'eri non puoi capire - è che non riusciamo a venirne fuori, siamo dentro il loop continuo di quegli anni.

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  52. Io il 68 l'ho visto, vissuto, goduto, maledetto e benedetto e poi sono passato al 69..70..71 ecc. e sono al 2009 con tutti voi. Non lo rinnego, c'ero ed ero a Milano.
    Lo rimpiango, come anno, un po' perche' ero molto piu' giovane e anche perche' ricordo ancora lo shock che uno prova a 16 anni, appena uscito da 6 anni di Salesiani e trovarsi catapultato nel bel mezzo di un cambio generazionale..
    E' stato interessante... tra gas lacrimogeni, tu lo chiami solo sesso ma c'era anche molto molto amore, bella musica, vestiti colorati, discussioni interminabili di come cambiare tutto e tutti.
    . Parli del 68 in Italia come se fosse una cosa isolata, nostrana, ma non lo era.
    Metti la foto di Angela Davis ma dietro Angela c'e' molto di piu' del 68 italiano. Ci sono le lotte dei diritti civili e contro il razzismo iniziate, come anche le proteste contro la guerra del VietNam, lentamente, molto prima.
    Negli anni sessanta i neri erano ancora segregati e nel sud li impiccavano ancora....con l'assassinio dei Kennedy e M.L.King era finita la speranza di un mondo un po' piu' giusto ed e' iniziata lenta e spietata l'ascesa della destra, dei Nixon, Reagan, Bush...la stessa destra che e' ancora al potere nonostante Obama o chiunque altro si fosse presentato. Anche da li e' nato il 68.. contro quel futuro...
    Il 68 e' stata una lunga rivolta, un NO allo status quo, e nella rivolta anche milioni di piccole rivolte che non hanno portato a niente o al contrario di tutto..ma sempre una rivolta e' stata e come tale ha il suo posticino nei libri di Storia e c'e' stata perche' era giusto che ci fosse.
    Non capisco l'avversione per un periodo Storico che e' in fondo solo la somma di tante piccole ribellioni nate spontaneamente nella coscienza di tanta gente e non solo di quei quattro intellettuali che credono di poterla racchiudere in un film o un libro. Sarebbe come dire che I cannoni di Navarrone sono la "Storia" della seconda guerra mondiale o Quella sporca dozzina la Storia del Far West.
    A me personalmente da fastidio che lo si chiami sempre e solo 68... Sarebbe piu' corretto parlare di anni 60, di semplice Storia degli anni 60. Non ti pare??
    Saludos amigos

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