Un profeta grida nel deserto e battezza i peccatori nelle acque del Giordano; tra di loro vi è un nuovo giocane predicatore, che dopo una quarantena nel deserto si mette a proclamare una buona novella, attraverso parabole enigmatiche e profezie di sventura. Gli va meglio con le guarigioni miracolose: usa sistemi un po' singolari, (fango, sputi), ma tutto sommato funzionano. Un paio di volte si ritrova a dover moltiplicare pani e pesci per le folle che si radunano ad ascoltarlo. Quel che dice però non è sempre chiaro, nemmeno ai dodici collaboratori più stretti, che a volte hanno troppa soggezione per chiedere spiegazioni. In seguito il predicatore viene accusato di sedizione, arrestato e fatto uccidere. Ma il terzo giorno le donne trovano nel sepolcro, al posto del corpo, un ragazzo vestito di bianco che parla di resurrezione, e scappano impaurite. Questo è in sostanza il Vangelo di Marco, che se non si trovasse mimetizzato in mezzo agli altri risulterebbe un testo abbastanza inquietante: c'è un Gesù senza Natale e senza Pasqua, sempre un po' arrabbiato perché la gente non capisce. Alla fine di diversi episodi, miracoli o parabole, c'è quel classico versetto alla Marco, come “E si meravigliava per la loro incredulità”, “Chi ha orecchie per intendere intenda”. Solo i bambini lo smuovono un po' dal suo sempiterno cipiglio (“a chi è come loro appartiene il Regno di Dio”). Insomma è un tizio burbero, con un cuore che lascia vedere solo a sprazzi:
Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia. Ed egli le disse:“Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. Ma essa replicò: “Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli”. Allora le disse: “Per questa tua parola va', il demonio è uscito da tua figlia”.L'episodio c'è anche in Matteo, dove Gesù concede anche un complimento (“Donna, davvero grande è la tua fede!”). In Marco si limita a dire “va'”, e poi passa ad altro. Non è così difficile mettersi nei panni degli apostoli, sempre timidi e vagamente terrorizzati, “stupiti in sé stessi” “Essi però non comprendevano, e avevano timore a chiedere spiegazioni”. Marco è l'evangelista del leone, e il suo Gesù sembra davvero un re leone nella gabbia di un'umanità che non lo capisce. “O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi?” (9,19). L'unico Vangelo che suggerisce al lettore che Cristo sulla terra abbia avuto fretta di andarsene.
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Grazie buona festa anche a te! Complimenti per il post.
RispondiEliminail post su Beppe Grillo è sbagliato proprio nell'approccio. Nessuno pensa realmente che Grillo sia un pericolo, che senso ha crearne un dibattito ? E' abbastanza evidente che politici e finti giornalisti con il pepe al c.lo stanno cercando di screditarlo nel modo più becero (ora che lo vedono salire parecchio nei sondaggi). L'attacco finale di Napolitano era poi scontatissimo... Sono cosi' fuori dal mondo..
RispondiEliminaSe non sei d'accordo su parecchi argomenti di G. significa che l'hai seguito poco perchè gran parte sono questioni di Sinistra. Sui toni hai perfettamente ragione, ma senza soldi per pubblicizzarsi, se non insulti nessuno o alzi la voce, nessuno ti si fila.
Saluti
Anonimo, se leggi gli interventi e i commenti sull'Unità e altrove, vedrai che qualcuno considera realmente Grillo una minaccia per la democrazia: non è un artificio retorico.
RispondiEliminaTi considero troppo intelligente per scrivere riguardo cose così evidenti come 'Grillo non è una minaccia', mi sembra anche fin troppo facile trovarne argomentazioni e ti sei molto limitato. Scavando su internet ce ne sono a bizzeffe. E' vero che ci sono persone che considerano veramente Grillo una minaccia, ma perchè da quando fa attività politica è sempre stato strumentalizzato. Mi meraviglierei se non fosse così.
EliminaL'anonimo di sopra.
giocane = giovane OPPURE diocane?
RispondiEliminaE' questione di una lettera, ma è dirimente.