Pochi giorni prima Berlusconi e Lega si erano messi d'accordo per andare alle elezioni assieme: dopo aver promesso per tanti mesi ai suoi elettori che non sarebbe successo mai più, Maroni, a malincuore, ha dovuto accettare un'alleanza. Purché Berlusconi non fosse il candidato premier. Ieri sono usciti i bollini dei partiti e su quello del PdL c'era scritto, com'è naturale, BERLUSCONI PRESIDENTE. La morale di tutto questo è la solita.
Forse Berlusconi stavolta non vincerà, ma ce lo meriteremmo. Senz'altro se lo meriterebbe Santoro, e Maroni, e chiunque pensi che con Berlusconi si può scendere a patti. Non si fanno i patti con Berlusconi. A memoria d'uomo, non si ricorda un solo patto che Berlusconi abbia rispettato, da quello famoso con la Retequattro di Mondadori per dividersi le inserzioni pubblicitarie a partire da un lunedì (che eluse facendo lavorare i suoi collaboratori il fine settimana) alle ultime meno esaltanti stagioni in cui persino le olgettine si lamentano di promesse non esaudite. Il tizio è così, sappiamo tutti che è così, ma per un motivo o per un altro ogni tanto ci è utile convincerci che stavolta andrà diversamente, stavolta sapremo giostrarlo a nostro vantaggio. Come se tra bicamerali e inciuci e leggi elettorali non ci avesse sempre fregati tutti. Ma dopotutto Santoro può essere contento dello share, e Maroni adesso è comunque sicuro di salvare giunte e passare lo sbarramento. Insomma alla fine farsi fregare da Berlusconi conviene ancora a qualcuno. Di sicuro non a noi (continua sull'Unita.it H1t#162).
Quando la settimana scorsa ho scritto che Berlusconi si comporta da provocatore, da troll, e che cedere alle sue provocazioni significa sempre fargli un favore, alcuni mi hanno iscritto al partito trasversale di quelli secondo i quali di Berlusconi non si dovrebbe più parlare. Tutti zitti, alla Veltroni, al limite tappandosi occhi e orecchie nei periodi di particolare recrudescenza, come questo. Mi devo essere spiegato davvero male. Io penso che di Berlusconi si debba parlare, e tanto, ma soprattutto contro B. si debba agire in modo concreto, affinché non danneggi più la democrazia di questo Paese, come ha fatto negli ultimi vent’anni. Se uno ritiene in coscienza che Berlusconi abbia tradito gli italiani, abbia abusato della loro credulità, e abbia approfittato in modo criminoso del credito che gli è stato concesso, non gli offre una tribuna televisiva. Non si scende a patti con ladri e truffatori, mi sembra autoevidente. Se per qualcuno così evidente non è, ebbene, è un motivo in più per continuare a sottolineare quanto B. sia ladro e quanto sia truffatore. Molta gente ancora non l’ha capito, il che dopotutto non è sorprendente visto che a volte fingono di non averlo capito nemmeno Maroni, o Santoro, o Travaglio, o chiunque scelga di venire a patti con lui.
Il problema non è parlare o non parlare di Berlusconi, il problema è sempre come parlarne. Non basta documentare che è un brigante, un incapace e un allupato, visto che a molti italiani piace evidentemente così: brigante, incapace, allupato. Quel che forse bisognerebbe denunciare con più forza è che il brigante, in tutti questi anni, ha rapinato noi: che la condizione orribile in cui si è trovata l’Italia negli ultimi anni è un risultato diretto della sua incapacità: che le mazzette per le sue veline le ha prese dalle nostre tasche; le stesse da cui ha sifonato milioni e milioni di euro per l’operazione più patetica mai vista, il finto salvataggio dell’Alitalia. Gli italiani conoscono il ladro, e lo stimano per la sua indiscutibile faccia tosta: forse dovrebbero ragionare più spesso sull’identità delle vittime, tutto qui. Il resto sono chiacchiere, e delle chiacchiere resta il principe. Anche se lui ha sempre preferito farsi chiamare Presidente.http://leonardo.blogspot.com
Accidenti... abbiamo un idem sentire sull'argomento.
RispondiEliminaEh, certo che se a capire che i patti con Berlusconi non convengono fossero stati Violante al tempo della dichiarazione sulle garanzie date in merito alle tv, oppure a D'Alema al tempo delle bicamerali, forse non saremmo qui a dare la colpa a Santoro del rischio di rimonta del berlusconismo.
RispondiEliminaMa in Italia le responsabilità sono sempre degli altri, per cui non stupiamoci troppo se il vittimismo di Berlusconi farà vibrare di nuovo certe patrie corde.
A margine, una nuova vittoria di Berlusconi (che non mi augurero per niente al mondo) potrebbero sì meritarsela alcuni. Ma forse ad altri continuerebbe a convenire
Giovanni
Sembra una vignetta di Ratman di tanti anni fa, Hey, Joe il bugiardo, avevi detto che stavolta eri davvero cambiato!
RispondiEliminaHo una teoria, ma forse la sbaglio in pieno...
RispondiEliminaSento dire che Santoro è stato "battuto" da Silvio, che a Silvio ha fatto bene il passaggio da Santoro.
Anche a me ha fatto quell'effetto. Ogni volta che sentivo dire che B. era "un grande comunicatore" pensavo: "ma no, è noiosissimo...". Invece questa volta... beh... devo dire che mi è piaciuto. Non nel merito, ma nel piglio, nel combattimento. E' stato bravo, devo ammetterlo.
Pero' pero' pero' mi viene un dubbio.
Non è che "a noi che non ci piace" e che avremmo voluto vederlo finalmente disintegrato da Santoro la trasmissione non è piaciuta perchè questo non è successo?
Ma "a quelli che gli piace", invece?
Il mio dubbio è che quelli che tifano per lui e gli piace la performance a Porta a Porta, invece siano rimasti delusi da quella da Santoro.
Silvio di solito fa lunghi monologhi (secondo me noiosissimi) senza contradditorio. Se a uno gli piace quella roba li', non è che forse un minimo germe di dubbio gli si insinua per una volta che Berlusconi viene almeno contraddetto? Almeno ripreso? Per una volta che deve almeno ammettere che aveva detto una cosa ma non era vera era vera un'altra?
Ecco, è questo il mio dubbio: forse non conta che ci sia rimasto male io antiberlusconista, forse conta che ci sia rimasto almeno un po' male (un po') almeno un (un) berlusconista convinto
Sì. è vero. E' stata una grave "ingenuità" trattare con B. prima della trasmissione conoscendo, soprattutto, la sua poca affidabilità (o, meglio, nessuna credibilità) sulle cose che dice o promette. Non dare importanza ne avere confronti con una persona capace di dire cose assurde e abituato a "voltare" LE CARTE IN TAVOLA, modo tipico delle donnine da strada, come quello di pulire la sedia in piena trasmissione o quello di mangiare la mortadella in una sala parlamentare. Chiunque, comunque, abbia un poco di "memoria" ricorda le parole che spesso ripeteva Prodi: aspettate a domani prima di giudicare quello che ha detto oggi.
RispondiEliminaAnche Santoro credeva di fare i funerali alla volpe, ma la volpe non era morta.
RispondiElimina(cfr Leon., 24/11/2010 http://leonardo.blogspot.it/2010/11/i-funerali-della-volpe.html )
questa ramanzina sui patti la puoi tranquillamente fare al tuo partito di riferimento, di certo non a Santoro che aveva come unico interesse quello di far venire Berlusconi in trasmissione, e di tenerselo più tempo possibile.
RispondiEliminaMagari dovrebbe avere "anche" l'interesse a fare il (anzi a essere un) giornalista.
EliminaNon mi è chiaro: trova le porte aperte perché tutti i portinai li ha messi lui, oppure perché entra di corsa con l'assegno in bocca, come si vantava di fare nei comuni lombardi?
RispondiEliminaDetto questo, anche a me ha colpito il piglio da intrattenitore...
Mafalda