A settembre (1991)
Così adesso eccomi qui, dormo anche se è lunedì
e mi sento così pienamente vuoto.
Non son più quello che fui, è finito il tempo in cui
mi sbattevo per arrotondare un voto.
Ora me ne sto in disparte, leggo poco, gioco a carte,
ma mi stufo presto anche di un solitario.
È una buffa condizione, sembra d'essere in pensione,
avrei tempo anche per scrivere un diario.
Ma se tu qui non ci sei, di che cosa scriverei?
Non mi viene in mente niente di importante...
Dimmi dimmi che verrai, dimmi che ritornerai
a settembre.
Così adesso penso a te: di altri sogni non ve n'è
tu a quest'ora avrai passato già il confine(*),
chissà dove quando e chi, se non ti è piaciuto o sì;
io qui a letto aspetto le tue cartoline.
Forse non ne spedirai - anche tu concluderai
che non hai da dirmi niente di importante.
(Temo che non ti vedrò, non ti riconoscerò
a settembre).
Così adesso resto qui. Più tranquillo di così.
Ho imparato a preservarmi disperato.
Tu sei tutto quel che manca... sì, lo so, alla lunga stanca
un amore così inutile e scontato
che se fossi qui con me, temo che scoprirei che
non sarebbe infine niente di importante;
ma può darsi anche chissà che se ne riparlerà
a settembre.
(*) a 18 anni, figurati.
Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi
Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi.
Noi no. Donate all'UNRWA.
Dai, scrivine ancora
RispondiEliminaDomani che farai? Posterai le foto della Prima Comunione, pur di non commentare le lacrime del Caimano Condannato, che magnanimamente concede al geverno dei suoi tirapiedi e dei tuoi editori di stare lì un altro po'?
RispondiEliminatibi
Le lacrime del Caimano fanno sempre piacere, ma purtroppo non sono sufficienti a ritrasformare le macerie in saldi edifici.
EliminaLa condanna del Caimano è stato solo il primo passo: c'è ancora tantissimo da fare e soprattutto tantissime occasioni in cui possiamo perdere.
Questa è in fondo la storia della sinistra: una lunghissima sequela di sconfitte dove spesso quello per cui si lottava veniva ottenuto un paio di generazioni dopo, ma subito trasformato in qualcosa d'altro. Due secoli di lotte, e solo nel lungo termine i semi hanno germogliato: nell'immediato solo sconfitte e disprezzo da parte dei vincitori.
Oggi eleviamo i nostri monumenti a Mazzini, che mai vide la Repubblica; oppure a Gobetti, che morì prima della Liberazione; oppure a Turati, che non vide mai lo Statuto dei Lavoratori.
Con estiva tristezza...
carina. piena di mangianastri, se posso osare :)
RispondiEliminaPer fuggire le miserie del presente, assaporare il profumo del ricordo (che cambia in meglio).
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