Qui è ancora sbarbato. |
Eden Natan-Zada oggi avrebbe ventotto anni, magari sarebbe in spiaggia con una moglie giovane e una bambina. Invece è morto linciato da una folla di gente che avrebbe voluto uccidere, a uno a uno, con una pistola a ripetizione.
Eden Natan-Zada nasce nel 1986, da una famiglia giunta in Israele dall'Iran. I famigliari lo descrivono come un bravo ragazzo studioso che avrebbe conosciuto il kahanismo attraverso internet. Il kahanismo è l'ideologia sviluppata da Meir Kahan, il fondatore della Jewish Defense League, riconosciuta come organizzazione terroristica da Israele, USA e UE.
Per Kahan lo Stato di Israele, centro universale dell'ebraismo, è minacciato nella sua stessa esistenza da nemici arabi che non si arrenderanno mai; l'unica soluzione è la guerra - esatto, sì, questo progetto in Israele è considerato terroristico, non so se sia il caso di avvisare Rondolino. L'obiettivo della guerra dovrebbe essere un grande Israele teocratico comprendente Gaza, Cisgiordania e anche un po' di tutti i Paesi confinanti, incluso l'Iraq. Agli arabi residenti sarebbero tolti i diritti civili - solo gli ebrei avrebbero diritto di voto.
Un vero e proprio contatto coi kahanisti, Natan-Zada potrebbe averlo avuto nell'insediamento di Kfar Tapuach, in Cisgiordania, dove passava spesso i fine settimana e dove infine si rifugiò per evitare il servizio militare. Secondo Matthew Gutman, del Jerusalem Post, a Kfar Tapuach era presente una cellula di kahanisti.
È l'estate del 2005. Il piano di sgombero degli insediamenti di Gaza, annunciato da Sharon sin dall'anno scorso, sta per diventare operativo. I coloni di Gaza si stanno preparando, chi al trasloco, chi all'assedio. Alcuni aspetteranno l'esercito israeliano con il filo spinato, e rovesceranno acido sui ragazzi di leva venuti a sgomberarli. Ma Eden Natan-Zada non sarà tra quei ragazzi. Qualche giorno prima ha scritto: "come non potrei mai eseguire un ordine che dissacrasse il Sabato, così non posso essere parte di un'organizzazione che espelle gli ebrei". L'organizzazione in questione può essere l'esercito di Israele, o Israele tout court. La famiglia ha già denunciato la scomparsa del figlio, facendo presente che ha ancora con sé parte del suo equipaggiamento militare.
Shefa Amr è una cittadina di trentamila abitanti nel nord di Israele, per la maggioranza arabi, musulmani cristiani e drusi. È arabo Michel Bahus, l'autista del bus che quando vede salire a bordo un soldato IDF con la kippah, la barba e i ricciolini, gli chiede se è sicuro di non aver sbagliato destinazione. Sono arabi tutti i passeggeri. Quando il bus arriva nel quartiere druso, Natan raggiunge il conducente, attende che abbia aperto lo sportello, e gli spara. Poi spara a Nader Hayek, che sedeva dietro il conducente. Poi spara verso il resto dei passeggeri e riesce ad ammazzare due ragazze, due sorelle ventenni: Hazar Turki e Dina Turki. Poi si ferma a ricaricare, e in quel momento un passeggero gli afferra la canna della pistola, ustionandosi. È un attimo: chi non si è ferito gli arriva addosso. Lo portano fuori, lo ammazzano a mani nude. Nove poliziotti si feriscono nel tentativo di impedire il linciaggio. Dopo una lunga inchiesta, un processo nel 2013 riconoscerà tra la folla sei colpevoli di omicidio. Un loro avvocato mostrerà un filmato preso da un drone durante l'attentato: la tesi (spericolata) è che Eden fu lasciato libero di agire. Già in precedenza serpeggiava una teoria del complotto presso gli attivisti del movimento contro lo sgombero degli insediamenti: Eden sarebbe stato usato per screditare tutto il movimento. In ogni caso Sharon si precipitò a definirlo un "terrorista israeliano assetato di sangue".
Bahus e Hayek furono sepolti in un cimitero cristiano; le sorelle Turki in un cimitero musulmano. Nessun cimitero ebraico era pronto per accogliere Eden Natan-Zada. In particolare la comunità di Kfar Tapuach non voleva saperne, lo sconfessò apertamente. Alla fine si riuscì a trovare un posto in un cimitero civile, ma ci vollero due giorni.
In un primo momento i famigliari delle vittime e i feriti non ebbero gli indennizzi previsti dalle leggi sul terrorismo, perché Eden Natan-Zada non era ufficialmente affiliato a nessuna organizzazione terrorista. Un matto, non un terrorista. La legge - veramente molto discutibile - fu modificata l'anno successivo.
Il ritiro da Gaza proseguì più o meno secondo il piano previsto. Già l'anno prima uno stretto collaboratore di Sharon, Dov Weisglass, aveva spiegato con molta franchezza ad Haaretz come questo ritiro non significava il riconoscimento di una Palestina indipendente, ma preparava uno scenario di piccola-guerra-infinita che è più o meno quello in cui vivono e crescono oggi israeliani e palestinesi. IDF e Hamas li armano, e su internet trovi tutta l'ideologia che ti serve. Buon 4 agosto, Shalom.
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