Renzi auspica l’alternanza di due grandi partiti - e nel frattempo abbatte la soglia al 3%, il che gli consentirà di occupare saldamente il centro dell’offerta politica mentre gli avversari si frammentano in liste e listine in lotta tra loro per la visibilità. Renzi sogna l’America, ma è appunto un’America filtrata dal sogno: una libera prateria dove nessuno potrà dire allo sceriffo cosa deve o non deve fare. La sera delle elezioni tutti scoprono il nome del presidente e il dibattito in sostanza finisce lì: il parlamento garantirà diritto di tribuna a bastian contrari impotenti che troveranno nuovi modi di rendersi ridicoli in favore delle telecamere. Renzi vuol fare l’americano, ma risulta, ineluttabilmente, nato in Italy.
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venerdì 1 maggio 2015
L'America di Renzi (non esiste)
Come Veltroni, Renzi sogna l’America (“Il mio sogno è che in Italia si sfidino due partiti sul modello americano, Democratici e Repubblicani”). Mentre abolisce il bicameralismo perfetto, una delle poche caratteristiche che avevamo in comune con gli USA; mentre fa ingoiare al parlamento un premio di maggioranza al 55% che laggiù, ovviamente, non esiste. Quelli d’altro canto sono presidenzialisti seri, non se ne vergognano; inoltre hanno questa idea curiosa del bilanciamento dei poteri, per cui capita spesso (e anche in questo momento) che la maggioranza il presidente non ce l’abbia affatto, e debba coabitare con un congresso che non va d’accordo con lui. C’è che mentre i nostri statisti sognano l’America, gli americani studiavano Montesquieu.
Renzi auspica l’alternanza di due grandi partiti - e nel frattempo abbatte la soglia al 3%, il che gli consentirà di occupare saldamente il centro dell’offerta politica mentre gli avversari si frammentano in liste e listine in lotta tra loro per la visibilità. Renzi sogna l’America, ma è appunto un’America filtrata dal sogno: una libera prateria dove nessuno potrà dire allo sceriffo cosa deve o non deve fare. La sera delle elezioni tutti scoprono il nome del presidente e il dibattito in sostanza finisce lì: il parlamento garantirà diritto di tribuna a bastian contrari impotenti che troveranno nuovi modi di rendersi ridicoli in favore delle telecamere. Renzi vuol fare l’americano, ma risulta, ineluttabilmente, nato in Italy.
Renzi auspica l’alternanza di due grandi partiti - e nel frattempo abbatte la soglia al 3%, il che gli consentirà di occupare saldamente il centro dell’offerta politica mentre gli avversari si frammentano in liste e listine in lotta tra loro per la visibilità. Renzi sogna l’America, ma è appunto un’America filtrata dal sogno: una libera prateria dove nessuno potrà dire allo sceriffo cosa deve o non deve fare. La sera delle elezioni tutti scoprono il nome del presidente e il dibattito in sostanza finisce lì: il parlamento garantirà diritto di tribuna a bastian contrari impotenti che troveranno nuovi modi di rendersi ridicoli in favore delle telecamere. Renzi vuol fare l’americano, ma risulta, ineluttabilmente, nato in Italy.
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Gli USA non hanno il bicameralismo perfetto, nemmeno lontanamente. Camera e senato hanno una diversa organizzazione interna e compiti almeno in parte esclusivi e sempre ben definiti, ed evito parlare di mandati ed elezioni. Solo la Camera dei rappresentanti definisce e autorizza la spesa pubblica e in alcuni casi potrebbe pure eleggere il presidente (da sola), mentre il senato si "accontenta" di supervisionare nomine presidenziali e politica estera.
RispondiEliminaDetto questo mille volte meglio un sistema presidenziale dove una camera guidata da un partito può negare gli stanziamenti alle politiche di un presidente dell'altra parte politica che uno pseudo parlamentarismo dove la maggioranza per 5 anni gioca senza avversari.
Hai ragione, "perfetto" è un termine tecnico sbagliato. Il senso era: due camere elette entrambe dai cittadini.
RispondiEliminaE tra l'altro in America presidente e partito sono spesso in opposizione tra di loro. Qui invece ormai sono la stessa cosa.
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