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martedì 1 marzo 2016

O con Vendola o con Adinolfi

Vorrei poter dire che le reazioni alla paternità di Nichi Vendola mi hanno sorpreso e un po' scandalizzato - soprattutto quelle venute da sinistra - ma purtroppo non è così. Si tratta di reazioni prevedibilissime, quasi automatiche, che spiegano abbastanza bene perché l'Italia ha una legislazione molto arretrata su questi temi (no, non è colpa di Adinolfi o delle sentinelle in piedi: loro al massimo ne approfittano, come è giusto che la squadra di tiro alla fune scarsa ma costante approfitti di un avversario che non ha capito da che parte bisogna tirare).

Chiariamo subito la mia opinione: per me non si può e non si deve impedire a nessuna persona in possesso delle sue facoltà di avere un figlio, e quindi nemmeno a Vendola. Non lo chiamo esattamente diritto, non credo che la collettività debba adoperarsi perché chiunque possa avere un figlio; ma se qualcuno vuole averne uno, coi mezzi che la tecnologia oggi consente (maternità surrogata), non credo nemmeno che la collettività si debba mettere in mezzo.

Non ritengo peraltro che ne sia capace, nei tempi medio-lunghi: sul serio credete di poter impedire a chi porta un utero di disporne come vuole? Come intendete recintarli, esattamente, questi uteri? Non si era appena deciso che appartenevano alle portatrici? Io la penso così, e in seguito cercherò di difendere questa opinione senza insultare chi la pensa diversamente. Non sarà semplice, perché davvero, nulla mi infastidisce più di un prepotente: e quando arriva qualcuno a spiegarmi che la sua idea della genitorialità è l'unica giusta, e che gli altri dovrebbero essere genitori soltanto alle condizioni dettate da lui, ecco: a me questa sembra prepotenza. Io non vengo a dire a voi come dovreste essere genitori. Se non volete figli in provetta, non fateli.

Paradossalmente, mi arrabbio meno coi cattolici. Loro perlomeno sanno quello che vogliono e soprattutto quello che non vogliono. Le loro opinioni sono basate su assunti non dimostrabili, ma coerenti: per loro la libertà della donna di disporre del proprio corpo viene dopo il diritto del nascituro. Quest'ultimo, malgrado debba ancora nascere, secondo i cattolici ha idee molto chiare: desidera una famiglia naturale composta da almeno un padre e la madre. Loro la pensano così, e si comportano di conseguenza. Se vinceranno loro, l'utero sarà effettivamente recintato e riassegnato a un Ente morale che col pretesto di impedire "l'affitto" veglierà affinché nessuna portatrice ne disponga troppo liberamente. La stessa definizione di "utero in affitto" tradisce il disprezzo degli eredi degli antichi padroni, che possedendo tutto non avevano bisogno di affittare nulla. Ma insomma quella è la direzione in cui tirano la corda, e secondo me è quella sbagliata: quindi tiro dall'altra parte. A volte mi lamento perché barano (tutta l'offensiva sul "gender"), ma non li biasimo certo per il fatto che stiano tirando in direzione opposta alla mia. È lo scopo del gioco.

Nutro viceversa un'insofferenza crescente per chi ha deciso di stare dalla mia parte ma forse non ha capito dove stavamo tirando: e adesso sta lì, si guarda smarrita e impiccia i compagni di squadra. Davvero, se per voi il nascituro ha il diritto naturale di avere un padre e una madre, dovreste passare dall'altra parte. Non è niente di personale. Se appena scoprite che da qualche parte nel mondo una donna ha deciso di ospitare per nove mesi un nascituro dovete immaginare che ci sia stata una costrizione - se siete sicuri che Vendola e il suo partner abbiano pagato, e trovate che pagare in cambio del temporaneo e consensuale uso dell'utero equivalga alla mercificazione del corpo - evidentemente ritenete che esista nel corpo qualcosa di sacro che quel corpo non può gestire in autonomia.

E allora, scusate, cosa ci fate qui? Vi servirà un Ente morale che decida cosa si può vendere e cosa no, cosa si può affittare e cosa no: le braccia sì, altrimenti non avremmo agricoltura nemmeno nei nostri campi di pomodori; le corde vocali sì, altrimenti io non potrei sopportare di ricevere uno stipendio. I reni, forse? Ma perché non avete mai denunciato la mercificazione dei reni? non è un po' sospetta questa cosa? L'utero, sicuramente. L'utero per voi è sacro, l'utero non può essere gestito dall'individuo, davanti all'utero si deve sospendere qualsiasi forma di economia? Ok, allora scusate, avete sbagliato squadra.

Quelli che credono nelle cose sacre sono dall'altra parte: quelli che pensano che l'economia non sia semplicemente il modo in cui gli uomini gestiscono gli scambi tra loro, ma una degenerazione di quel bello stato di natura in cui al limite si barattava un pesce per un pomo, sono di là. Sono anche ben organizzati, hanno una gerarchia che si difende bene, e tuttavia non preoccupatevi: sono molto ospitali con le pecorelle smarrite. Sedicenti comunisti che rinnegano l'economia, sedicenti femministe favorevoli a recintare l'utero e a regolarne i comportamenti: cosa state facendo ancora qui? Scusate, ma noi saremmo quelli progressisti: magari ci poniamo qualche problema su come andare avanti, ciò non toglie che è avanti che vogliamo andare. Voi invece avete in mente l'eden del matriarcato, magari con un po' di baratto. Non ha neanche senso litigare. Diciamo che c'è stato un grosso equivoco, e ognuno proceda per i fatti suoi.

109 commenti:

  1. non so, così è un po' semplice. non si può discutere della cosa senza trovarsi in una delle due squadre di tiro alla fune? tipo quando ero incinta mi facevano ascoltare la musica rilassante, parlare con la panza, spalmare dalla mia dolce metà qllo schifo di olio alle mandorle perchè erano belle sensazioni che al pupo arrivavano... si erano sbagliati? scherzavano? tutto quello che ci hanno sempre detto, del legame che si crea in utero, erano menzogne plutocattomassoniche? Oppure magari non è il massimo per un neonato essere allontanato dall'utero?
    OK, non per forza dev'essere allontanato: esempio, Nichi e Nonsoilnome sono grandi amici della portatrice in utero di Antonio Tobia, e lei farà parte della vita del bambino. E se tra 5 anni litigano insanabilmente e non vogliono vedersi mai più?
    dice: tutte queste cose possono succedere anche a un bambino nato da una "famiglia naturale", si muore di parto ancora oggi, anche in Italia. Ok ma POSSONO. Già tirare su un bambino è orrendamente complicato e come ti muovi ti sbagli, c'è bisogno di aggiungere una categoria di errori possibili?
    Quanto poi al ragionamento di "se non puoi impedirlo, tant'è legalizzarlo", beh allora bisognerebbe legalizzare prima l'omicidio: in fondo quello risale a Caino e Abele, mentre per la maternità surrogata bisogna aspettare Abramo, Sara e Agar ;)
    scrivo tutte queste cose non con le risposte in tasca, ma semplicemente esprimendo dei dubbi e delle perplessità di cui non riesco a trovare il bandolo, anche perchè confesso di sentirmi un po' confusa dalle due squadre che strillano MEDIOEVOOOOOOOOOOOOOOOO e ULTRAPROSTITUZIONEEEEEEEEEEEEEE.
    A spanne, sono fuori posto in entrambe.

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    1. Scusa, ma nell'omicidio c'è una vittima, e quindi va proibito, nella maternità surrogata non vedo vittime. Il tuo paragone non sta in piedi.

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  2. Cara Io Me non si può sempre (fare finta di) stare nel mezzo. Anche perché Manzoni ci insegna che chi mette la virtù nel mezzo, poi in genere questo mezzo lo pone dove già è arrivato lui e ci sta comodissimo.

    Il tuo ragionamento ha almeno due punti deboli. Cominciamo dal primo: "Allora, a 'sto punto, legalizziamo anche l'omicidio". Ma, vedi, in genere nell'omicidio una delle due parti non è assolutamente d'accordo. Uno fa un danno, un altro lo subisce. Qui invece parliamo di persone adulte, che sono tutte d'accordo e nessuna delle quali riceve un danno.

    A meno che tu non ritenga che un danno lo abbia il bambino. Questo però è contrario a dutti i dati scientifici disponibili sull'argomento.

    Quindi tu stai chiedendo che a degli adulti liberi venga impedito di vivere sulla base delle loro aspirazioni in base ad una opinione tua personale senza alcuna base obiettiva.

    E non ti pare un atto di sopraffazione?

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    1. (quanto al danno al bambino, si ricorda a tutti che "è funesto a chi nasce il dì natale")

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    2. e quali sarebbero i "dati scientifici disponibili sull'argomento"? Ho letto diversi studi che dicono che per un bambino non è affatto un problema crescere in una famiglia omogenitoriale; nessuno che dica che per un bambino non è un problema essere separato dalla madre biologica (o dalla proprietaria dell'utero che l'ha portato). Se ce ne sono, mi piacerebbe leggerli - sinceramente, non voglio essere provocatoria, non ho fonti che dicano che al bambino sta separazione faccia un baffo. Ho fonti (come ho detto) che dicono il contrario, quando l'utero era il mio mi hanno fatto una testa quadrata sul legame che si crea. Se mi sbaglio sarò felice di essere smentita.
      peraltro, per chiarire la mia posizione, ho perplessità anche sulla posizione opposta: posto che per due etero fertili the sky is the limit e nessuno mette becco su come e quanti figli facciano (è di questi giorni la notizia di uno che ha piantato la moglie senza i becco di un quattrino con QUATTORDICI figli), è un'aberrazione che ci si senta in diritto di dire a qcuno che NON PUò volere un figlio fatto del proprio materiale genetico, che AL MASSIMO se proprio proprio può ADOTTARE, come graziosa concessione (questo senza alcun disvalore per l'adozione sia chiaro). Sono matasse molto complicate, fatico a trovare il bandolo, e il dettame "o con me o contro di me" non mi aiuta.

      PS evidentemente, nemmeno qui sono stata capita. Io non sto CHIEDENDO un bel niente, solo qualche informazione per capire meglio.

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    3. Però, sai, non è corretto chiedere dimostrazioni quando non si ha la possibilità di darne per sostenere le proprie tesi.
      Sulla questione dell'imprescindibilità del legame tra madre biologica e figlio, si sono sempre sentite un sacco di cose, buona parte delle quali sono francamente sciocchezze. Mozart sulla pancia della mamma, essenze profumate, perfino gli orgasmi della madre farebbero un gran bene al nascituro.
      Ma ci sono studi seri su queste cose? Abbiamo preso due bei gruppi eterogenei di donne, al primo dei quali abbiamo fatto ascoltare Mozart, essenze profumate e orgasmi quotidiani, mentre all'altro niente e poi abbiamo verificato a distanza di anni lo sviluppo dei rispettivi figli?
      Non ne sono sicuro, ma ho paura che questi studi non ci siano, e se mi sbaglio dovresti provare a farceli conoscere tu, perché di fesserie sulle riviste "Io & il mio bambino" che ne sono a bizzeffe.
      E invece di studi sullo sviluppo di figli di omosessuali ce ne sono, e di seri, come dici pure tu. E questi confermano che il problema non esiste, neanche per le coppie di uomini, che sicuramente avranno dovuto utilizzare l'utero di qualcun'altra per generare il proprio figlio.

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    4. In genere chi chiede di cambiare le cose non solo per se' ma anche per gli altri, soprattutto quando questi altri sono parte debole (i bambini) ha il dovere di dimostrare, nei limiti del possibile, che il cambiamento non produce danni. Come giustamente fatto con le adozioni omosessuali.

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  3. Ciao Leonardo, è un po' che devo scrivere questa cosa, e la scrivo qui perchè altrove sarei coperto di insulti, o (nella migliore delle ipotesi) non verrei compreso. Però è un pezzo che ti seguo, e di te e dei tuoi lettori mi fido.
    Allora adesso ti spiego: io sono un genitore adottivo, nel senso che da un paio di anni sono diventato il papà di un fantastico bimbo russo, il più bello di tutti come giustamente dici tu, che è stato abbandonato alla nascita dalla madre, alcolizzata. Tra l’altro è nato prematuramente, perché “la signora russa” (ci hanno suggerito di chiamarla così) quella volta era ubriaca fradicia.
    Nel percorso che ci ha portato a diventare i genitori del nostro bimbo (ah, sono etero, ma non è molto importante) abbiamo avuto ed abbiamo costantemente colloqui ed incontri con psicologi, neuropsichiatri, assistenti sociali, dirigenti scolastici ed insegnanti preparati all’uopo, e che ci hanno fatto una capa tanto. Il punto importante è: come faremo a spiegare a nostro figlio che la sua mamma biologica (la signora russa) lo ha abbandonato? Perché sarà il punto cruciale della sua (e della nostra) vita, sarà un riferimento costante, sarà una consapevolezza che si porterà dietro per sempre, e bisogna sperare che che il nostro amore sia sufficiente a fargli superare il trauma, e che la sua adolescenza non sia demolita da questa cosa, e che non gli sia di peso, eccetera eccetera. Negli incontri con altri genitori adottivi abbiamo ascoltato lettere di adolescenti con istinti omicidi nei confronti della mamma bio, lettere così cariche di odio da essere insopportabili, da non poter credere vere.
    Io sono uno di quelli che vorrebbe tirare la corda dalla tua parte, e sono convinto che tutti debbano avere uguali diritti, e che se vogliamo veramente stare dalla parte del più debole (i bambini) piuttosto che l’abbandono va benissimo anche una coppia formata da due uomini, due donne, un uomo ed una cassapanca, una donna ed un posacenere. Sicuramente avranno più capacità genitoriali di un Istituto, o una Casa Famiglia come si chiamano qui in Italia.
    Però, senza nessuna verve polemica, mi chiedo e ti chiedo se hai idea di cosa penserà il figlio di Vendola quando si chiederà perchè è stato tenuto in grembo da una donna che poi lo ha abbandonato.

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    1. È qui il punto di partenza errato: questa donna non l'ha abbandonato

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    2. se è abbastanza furbo a un certo punto (dopo la fase "sono figlio naturale dell'ImperatoreDiTutteLeGermanie e sono stato rapito da una strega cattiva e scaricato qui" - ci passiamo tutti) si renderà conto del fatto che la vita va così. se non è abbastanza furbo avrà anche altre turbe, non sarà colpa dei genitori adottivi e/o biologici e insomma tanto peggio per lui.
      la vita va così anche se non ci credi.

      (quanto a te: complimenti. ai miei occhi sei un vero eroe)

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    3. @Zagabart
      io la risposta non la so ma se già non lo conosci ti consiglio di leggere la rubrica su Internazionale di Rossi Marcelli, un padre gay con figli ottenuti da una madre surrugata canadese (mi pare).
      http://www.internazionale.it/tag/autori/claudio-rossi-marcelli

      qua c'è la sua risposta http://27esimaora.corriere.it/articolo/ho-messo-al-mondo-i-loro-tre-figli-e-ora-ci-sentiamo-una-famiglia/

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    4. @ Marino Voglio: sei molto gentile e ti ringrazio, ma ti assicuro che ne io ne gli altri genitori adottivi siamo eroi, molti di noi sono anche persone assai sfigate.
      @Hannibal: ho letto l'articolo (su 27ma ora), ma sinceramente faccio fatica a credere che sia tutto ok, che nessuno dei bambini si sia mai posto o si ponga domande, io ho i sudori freddi tutte le volte che mio figlio chiede alla mamma se può mangiarlo per tenerlo nella sua pancia, perchè significa che ci stiamo avvicinando alla domandona, e allora bisognerà rispondergli bene, se no saranno caxxi amari.

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    5. @Zagabart: Io spero (e auguro a tuo figlio) che per le adozioni accada alla lunga quello che, per fortuna, è accaduto ai figli di divorziati nel corso degli ultimi 30 anni, durante i quali ci si è resi conto che il trauma della separazione è proprio piú dei genitori che dei figli: non appena i numeri renderanno la condizione dei bambini con due mamme e un papà (piú o meno assente), o due papà e una mamma (piú o meno assente), un aspetto comune della vita quotidiana, non appena in tutte le prime elementari ci saranno quattro o cinque bambini con una storia del genere alle spalle, i (presuntamente innati) traumi dell'abbandono in culla diventeranno molto meno forti.

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    6. Ma perché abbandonato?
      Da quello che sappiamo (e che diritto abbiamo di dubitarne?) non c'è stata in questo caso una madre che ha rifiutato un figlio. C'è stata una coppia di uomini che ha desiderato avere un figlio e si è accordato con una donna per potere portare avanti una gravidanza.
      È stata una scelta iniziale quella della donna, non un rifiuto di un figlio suo. Molto presto il bambino capirà che i suoi due genitori non possono averlo concepito e gli si spiegherà come sono andate le cose. Non ci sarà il racconto di un rifiuto, ci sarà il racconto di una scelta fatta per amore suo.
      Molto più fortunato di tanti figli nati per caso o non desiderati.

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    7. Non è automatico che la scelta della donna sia condivisa dal bambino che partorisce, e che poi viene cresciuto da altri. Quello che mi hanno spiegato gli operatori del settore (psicologi, neuropsichiatri, assistenti sociali e altra varia umanità), è che comunque la si giri, un bambino che viene "allontanato" dalla madre, una volta consapevole della cosa, crescerà non proprio equilibrato, diciamo.E' un dato di fatto per tutti i bambini adottati, anche se entrano nella nuova famiglia a poche settimane dalla nascita: una volta che avranno preso coscienza del fatto che la loro mamma bio li ha abbandonati cominceranno ad avere problemi di controllo della rabbia, disadattamento, sindrome oppositiva/provocatoria nei confronti della famiglia e altre cose così.

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    8. Continui a mettere nello stesso calderone i figli abbandonati dai genitori e i figli delle maternità surrogate. La premessa non è proprio la stessa e il ragionamento che fai sui primi non è applicabile ai secondi.
      Che poi tutti i figli adottivi abbiano quelle manifestazioni che dici è un'evidente sciocchezza che metti per cercare di sostenere la tua tesi.

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    9. Va bene, è una sciocchezza, hai ragione, ciao.

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    10. Zagabart, prendimi con le molle, ma io tenderei a non dare un'importanza assoluta agli istinti omicidi che i dodicenni riversano nei temi: lo fanno anche nei confronti di genitori naturali, parenti, amici/nemici.

      Capisco benissimo che i figli adottivi abbiano un problema che è tutto loro (qualcuno ha deciso di non volerli allevare), e che con un po' di sforzo si potrebbe allargare ai figli avuti con la surrogata; ma non sono evidentemente problemi insormontabili. E presto convergono nel grande calderone dei problemi, dove ci sono i problemi dei figli orfani, dei figli di stronzi che non sanno fare i genitori e avrebbero fatto meglio ad abbandonarli, dei figli di brave persone che però hanno deciso di averli troppo tardi e così non hanno avuto i padri e le madri vigorosi/e di altri, ai figli di altre brave persone che però a un certo punto non ce l'hanno più fatta a vivere assieme, ai figli di altre persone che invece hanno continuato a vivere assieme però picchiandosi tutti i giorni, ecc.

      È l'umanità, non è una cosa perfetta: e molti sforzi per perfezionarla hanno rilevato alla lunga una logica sospetta.

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    11. Ma si, la mia speranza alla fine è che sia così: i bimbi adottati sono mediamente disadattati, e con turbe e angosce che sono quelle di parecchi loro coetanei e che prima o pio si risolveranno, però allora c'è parecchia letteratura scientifica, studi, medici, psicologi, psicoterapeuti, giudici, leggi, linee guida e sevizi sociali che hanno sparato cazzate per anni (potrebbe essere, lo hai scritto tu nell'ultima riga...)
      Poi c'è anche il fatto che un bimbo abbandonato e istituzionalizzato per anni è diverso da un bimbo nato e immediatamente ricoperto da affetto genitoriale (omo o etero non credo abbia importanza) ma insomma, il fatto è che io qualche problema me lo metterei, non volendo comunque fare parte di nessuna squadra di tiro alla fune.

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  4. caro Leo hai dimenticato l'"opinione" di quelli come Fuffaro,Rizzo e molti grillini/noeuro, secondo cui l'utero in affitto (e più ingenerale i diritti civili) sono un passatempo borghese per distogliere l'attenzione del popolo dalle malefatte della finanza o della Germania

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  5. L'economia, per una persona di sinistra, è semplicemente il modo in cui gli uomini gestiscono gli scambi tra loro.

    Sicuro sicuro? Tutto qui?

    Non so perché ma mi pare di scorgere un po' di confusione tra i punti di vista di Macintyre e Marx. Ma probabilmente è un mio problema.

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    1. No, non è "tutto qui", anzi è tagliata col coltellaccio: ma dall'altra parte c'è gente che sembra rifiutarla in toto. Scoprono che un servizio può essere scambiato con del denaro e allibiscono. Per curiosa coincidenza, si accorgono della ripugnanza della cosa soltanto quando ci sono di mezzo i gay.

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    2. Ok, siamo (quasi) d'accordo allora.

      Fuor di ironia, non sono però così sicuro che l'impatto in termini psicologici e fisici di una gravidanza possa essere paragonato a altri servizi.

      Anche se capisco il tuo punto di vista.
      Diciamo che ritengo che la legge debba porre dei limiti a ciò che si può vendere o no. E forse anche tu saresti d'accordo con me se ti chiedessero un'opinione sulla schiavitù (intendo proprio quella dei campi di cotone) purché vi sia libertà di vendere la propria libertà.

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    3. "non sono però così sicuro che l'impatto in termini psicologici e fisici di una gravidanza possa essere paragonato a altri servizi"
      Che dire degli impatti psicologici e fisici del mesotelioma pleurico da amianto e di tutti gli altri cazzi da malattie professionali? La gravidanza non è una malattia, e sono molte le donne che sostengono che in gravidanza si sono sentite sane ed energiche come non mai.

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    4. Non sono sicuro (pardon, è un tic) di ricordare in quale passaggio avrei paragonato la gravidanza a una malattia professionale ma grazie comunque per la precisazione.

      Per quel che vale sono d'accordo.

      (stiamo veleggiando verso i 200 commenti!)

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  6. Dai davvero vendere-cedere- regalare un bambino non è aberrante? Pagare una poveraccia alla fame, o far firmare un contratto ad una donna benestante per fare da forno non è disumano? Davvero non ci si immedesima per un secondo in una persona che scopre di essere stata "ordinata" e poi portata via da chi l'ha partorita (perché c'era un contratto? aveva cambiato idea? cosa l'ha spinta a farlo?).
    Libertà sul proprio corpo certo, ma il bambino che partorisci non è il tuo utero o il tuo corpo, lì stai decidendo della vita di un altro.
    Il dramma è sdoganare il concetto: se rendiamo l’utero in affitto normale allora io che non sono ricca non andrò in America, che è troppo costoso, ma in paesi dove costa meno. Cosa me ne frega se la donna lo fa gratuitamente o a pagamento? Il corpo è suo, no? Chi sono io per giudicare? O qui ci mettiamo a fare della morale?
    E se mi partorisce un bambino malato? Io certamente non lo voglio. Ho ordinato un bambino sano, non merce fallata. In passato è già capitato in Thailandia che un gemello sia stato lasciato alla madre surrogata –povera- perché down. In questi casi che facciamo?
    Si è posto bene la domanda di Zagabart: cosa penserà un bambino quando scoprirà di essere stato ordinato e poi dato via? Di essere stato creato appositamente per essere dato via? Se mi immedesimo in quel bambino io odierei a morte i miei genitori. Mi sentirei una merce in mano a persone senza morale. Esattamente il contrario di quel che penserei se avessi un genitore come Zagabart. Di cosa potrei accusarlo? Di avermi dato una famiglia al posto di un istituto? Mi chiederei sicuramente chi era mia madre e perché mi ha abbandonato, ma certo non potrei colpevolizzare chi mi ha cresciuto.
    Avere dei figli non è obbligatorio. Se l’unico modo in cui li puoi avere è immorale ad un certo punto ti metti l’animo in pace. E a dirlo è una donna, atea, che nella vita voleva solo avere dei figli. E che non ne ha. E siccome non li posso avere in maniera legale/morale, e capisco che il periodo egocentrico è finito, prendo atto, da adulta, e passo oltre. Ci si batta invece perché le adozioni siano burocraticamente più snelle e aperte a tutti: gay, single e coppie di fatto.
    E non è necessario recintare gli uteri, è sufficiente fare in modo che tale pratica non venga autorizzata in Italia (è immorale ovunque, sia chiaro, ma abbiamo poca voce in capitolo sulla legislazione estera) e che naturalmente non vengano riconosciuti i bambini “importati” dall’estero.

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    1. "E che naturalmente non vengano riconosciuti i bambini “importati” dall’estero."
      Sempre per tutelare i diritti del bambino, suppongo.

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    2. In questo tema che da sempre mi disorienta (e negli anni ho molto modificato le mie posizioni, un tempo ero contrario alle adozioni a coppie omosessuali) mi trovo completamente d'accordo con te. E' vero che se una cosa si può fare la gente la farà, ma da qui a legalizzare tutto ce ne corre.

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    3. Ok, quindi eravate a favore della legge 40, e immagino abbiate festeggiato coi vescovi quando il referendum non è passato.

      Nel frattempo la maternità surrogata è legale in tanti altri Paesi. Le donne sono libere di scegliere cosa fare del proprio utero, e possono anche decidere di non riconoscere il figlio (questo persino in Italia). Avere un figlio non è un diritto, ma come esattamente credi di poter proibire a qualcuno di averne uno?

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    4. "Ok, quindi eri col dott. Mengele a fare esperimenti su cavie umane". Ma che modo di discutere/ragionare è? Non mi pare di essere l'unico a lamentarsi dell'inadeguatezza della posizione da talebano laico "o di qua o di là", che è utile a porsi domande ma portata all'estremo mostra la corda.
      Il mio "da qui a legalizzare tutto ce ne corre" non è per forza un invito al proibizionismo quanto alla cautela legislativa perché la questione è piena di sfumature non riconducibili ad A o B. Ad esempio il tema del possibile danno a un soggetto terzo (il nascituro) non mi pare sia risolvibile in "è un problema come un altro", perché altrimenti le adozioni dovrebbero essere automatiche su richiesta senza alcuna valutazione della coppia. E sebbene richiedano snellimento, non vorrei che si arrivasse a questo.

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    5. Roberto: esattamente. Parlo dei bambini avuti con madre surrogata naturalmente, non di quelli adottati. Se vuoi un bambino da madre surrogata vai a vivere in uno dei paesi in cui la praticano. Ma se in Italia vieti la pratica e poi regolarizzi i bambini comprati all'estero non stai concludendo niente. Anzi, stai solo creando ulteriore disparità sociale fra chi è ricco, e tutto può, e poraccio, che non si può permettere di spendere un patrimonio e andare all'estero. Tutela del bambino si. Tutta la questione la si dovrebbe guardare solo dalla prospettiva del bambino. Lo sfruttamento del corpo della donna, che pure non mi pare un problema da sottovalutare, lo vedo assolutamente secondario rispetto al porsi la questione se sia etico e morale "ordinare" un essere umano, assemblarlo stile ikea con l'ovulo da una parte, il seme dall'altro, l'utero ancora di un'altra e poi "passare a ritirarlo". Dai, su

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    6. Assolutamente d'accordo con la procreazione assistita, d'accordissimo con l'aborto, e bene che esista una legge che permette alle donne di non riconoscere i propri figli alla nascita, non è certo la situazione migliore che puoi auspicare per un bambino, ma se tutti i passaggi precedenti precedenti hanno fallito (anticoncezionali, aborto entro i termini di legge) meglio lasciato in ospedale che buttato in un cassonetto o tenuto a forza da chi non lo vuole. Ma cosa c'entrano queste cose con la maternità surrogata?! Non voglio proibire a qualcuno di avere un figlio, mi piacerebbe proibire la mercificazione dei bambini. Ci si batta perché tutti possano adottare piuttosto. E disincentiva la compravendita lasciando illegale la pratica in italia e naturalmente non regolarizzando i bambini che porti dagli altri stati avuti con maternità surrogata. Che siano coppie etero (la maggioranza) o gay.

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    7. Federica: perfetto. E naturalmente, "Tutta la questione la si dovrebbe guardare solo dalla prospettiva del bambino." Che arriva tranquillo in Italia con i suoi genitori (quelli che l'hanno voluto, e che hanno iniziato a crescerlo), e viene tolto a loro e messo in orfanotrofio o dato in adozione. A meno di rispedirlo a forza da una "madre" che *secondo te* l'ha venduto (e che nella maggioranza dei casi non è neppure la madre genetica). Complimenti, mi sembra davvero impeccabile, come ragionamento.

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  7. Oh, bene. Magari qui si riesce anche a fare un dialogo sensato.

    Leonardo: nell'ansia di tirare la fune dalla parte giusta (che, sia chiaro fin da ora, è la parte giusta anche per me), qualche dettaglio mi sembra ti sia sfuggito. "Vi servirà un Ente morale che decida cosa si può vendere e cosa no, cosa si può affittare e cosa no". Non credo ci sia bisogno di un Ente morale con la maiuscola per capire che la prima cosa da considerare non è cosa si può vendere e cosa no, ma quali siano le condizioni della vendita, e soprattutto quali siano le condizioni di bisogno, assoluto o relativo, e di consapevolezza - in ultima analisi di libertà di scelta intesa nel modo più generale -dell'eventuale venditore. Altrimenti, diventa lecito affittare anche le braccia dei minorenni o degli immigrati clandestini a tre euro all'ora.
    Poi, senza tirare in ballo la sacralità dell'utero, un po' di laici scambi di ormoni e un minimo di umana empatia con un qualcosa che ti sta nella pancia per nove mesi magari un po' contano (io perlomeno, in quanto uomo e quindi escluso a priori dall'esperienza, mi porrei almeno qualche domanda a proposito). E già solo per questo un minimo di prudenza in più rispetto all'affittare braccia per cogliere pomodori o imbutire lamiere di auto mi sembra giustificata.
    Queste però penso siano ragioni in più - e non in meno - per rendere (se possibile ovunque) legale la pratica della maternità surrogata, con regole certe e tutele ben precise per la parte che rischia di essere la più debole (la portatrice). Ché il mercato sarà pure "semplicemente il modo in cui gli uomini gestiscono gli scambi tra loro", ma lasciato a sé stesso ha la deprecabile tendenza a usare la sua mano invisibile per prendere invariabilmente a mazzate i più deboli a favore dei più forti e ricchi.

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  8. I figli sono di chi li cresce con amore. Un mio collega tedesco, perito informatico, figlio di cancelliere di tribunale e di pastora protestante, è cresciuto col Vic 20; poi col Commodore 64; poi con la consolle Atari, perchè il padre, conservatore CDU, era sempre via con la segretaria, mentre la madre trombava il capo dei pompieri a tutte le ore, poi il segretario comunale nei tempi morti e rinchiudeva il bambino nello studiolo in soffitta, con i suddetti apparecchi. Nello studiolo in soffitta c’ era un frigo pieno di pizze “Dr. Oetker.” La madre, stimatissima ministra del culto, riempiva il frigo, lasciava il microonde al bambino e lo liberava la sera, semplicemente per metterlo a letto. A letto il bambino gridava in preda agli incubi: l’ unico che glieli leniva con affetto era Frantic, il vecchio gatto di casa. Quel bambino, crescendo, ha superato un oceano di problemi grazie a un vecchio monaco benedettino della Congregazione di Sant’ Ottilia e a un suo amico buddhista transgender. Oggi quel bambino è insegnante di informatica al Gymnasium. Chiama babbo l’ amico transgender; mamma il monaco, che era figura “materna”, dolcissima; fratelli tutti i gatti; zii e compari i sistemi informatici e crede con fervore nella religione monoteista della pizza. Sposato, fedele, vita routinaria, ha due figli normalissimi. Tobia, pur avendo la jattura di trovarsi Vendola come padre, è un bimbo fortunato. E diverrà sicuramente un’ ottima persona, colta, canadese, benestante, con un padre comunque abbiente grazie ai soldi che gli avete dato VOI (io pago la Merkel). Pertanto non vedo problemi all' orizzonte per il futuro del piccolo. Non è mica figlio di Adinolfi.

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  9. Scusa, ma i cattolici non dovrebbero seguire alla lettera la Bibbia? Se si, perché non si comportano come Abramo che non potendo avere un figlio dalla anziana moglie ne ebbe uno dalla sua schiava? (la quale, essendo schiava, aveva un utero in comodato d'uso gratuito).

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    1. No, i cattolici non devono seguire alla lettera la Bibbia. I cattolici, come tutti i cristiani in genere, hanno avuto la vita cambiata dal vangelo, cioè una buona notizia, edita in 4 versioni diverse e discordanti per amor di pluralismo. Quelli che cercano di seguire alla lettera la Bibbia (cercano eh? non è detto che ci riescano) sono i Testimoni di Geova.
      michael gilhaney

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    2. Ah, buono a sapersi, e che ne dice il Vangelo di famiglia naturale e utero in affitto? Prescrizioni stringenti?

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    3. ad esempio ad un certo punto dice "non giudicate e non sarete giudicati"

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    4. mi e' venuto in mente che dice anche " chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me". Padre, madre figli biologici o meno, direi. Quindi, non il miglior esempio di difesa dei "valori tradizionali della famiglia".

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    5. No Layos, nessuna prescrizione restringente. Appunto perché, come detto sopra (ma forse non si legge bene, era meglio metterlo in maiuscolo, il vangelo è una BUONA NOTIZIA, non un manuale di istruzioni, o un prontuario di precetti. Faccio degli esempi: il libretto allegato alla scatola di montaggio di un mobile ha prescrizioni stringenti (e precise), altrimenti il mobile non lo monti; che l'Inter abbia perso ai rigori con la Juve dopo aver dominato sul campo è una NOTIZIA (buona o cattiva a seconda di come la si guarda); ne puoi ricavare regole di comportamento (per esempio per le prossime sfide) ma non così stringenti; ne puoi ricavare memoria storica, ma non l'istruzioncella pronta all'uso su cosa devi fare in caso di famiglia naturale e utero in affitto.
      Di fatto, come ricorda Kalle B, Gesù fu più uno che si faceva notare per il non rispetto dei "valori tradizionali della famiglia" (e aggiungerei "palestinese" e "del primo secolo") piuttosto che per il contrario. Se è per quello, anche riguardo ai "valori tradizionali della religione" era piuttosto scavezzacollo. Però si sa: fa più rumore un albero che cade (la frase ricordata qua sopra da Kalle B; ma anche la rispostaccia alla madre e ai fratelli che vengono a cercarlo per riportarlo a casa, o che vogliono approfittare del suo successo con le folle: Marco 3,20-35 e Giovanni 7,2-9) che una foresta che cresce (le annotazioni di Matteo e Luca sul suo rimanere sottomesso; e lo stesso assordante silenzio di tutti e 4 i vangeli sui suoi 30 anni di vita nascosta e normale).

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  10. Scusa, però tutto questo polverone è nato col caso Vendola. Tutti questi critici della "maternità surrogata in generale", finché un gay non si è mosso, non sembravano molto impensieriti.

    1) No, l'ho scritto anche sopra: non è una battaglia per un diritto: perlomeno non per il diritto al figlio. Al massimo per il diritto dell'individuo a decidere come gestire il proprio utero.

    2) Se non posso disporre liberamente di qualcosa che è mio, forse non è proprio mio. Ok, non posso disporre liberamente di una pistola o di un'automobile, perché rischio di ammazzare qualcuno. Perché non posso disporre liberamente di un ovulo o di un utero, se mi capita di esserne fornito? A chi sto facendo male? Al nascituro? Ok, se la pensi così stai coi vescovi.

    Poi, non te la prendere, ma se vieni a recintarmi il mio corpo onde evitare che "soggetti in debolezza economica e culturale compiano scelte a loro svantaggio solo apparentemente libere", io l'unica cosa che capisco è che con la scusa che qualche disperata sta dando via l'utero in Thailandia, tu stai recintando il corpo mio. Vedi sopra, dove si accusa Vendola di avallare lo sfruttamento thailandese perché ha usufruito di una maternità surrogata in... California.

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  11. "se la pensi così stai coi vescovi". Ma perchè? Senza polemica, giuro: non capisco. Ma è per forza necessario stare o coi Vescovi o coi Vendola? E' proprio necessario avere certezze granitiche su tutto?

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  12. Palla in tribuna: ma se "il sacro" ha rotto i coglioni, perchè vietiamo la vendita di embrioni umani, o di parti del corpo umano, o proprio di esseri umani (un tempo si chiamava schiavitù)?; perchè non fecondiamo una donna (magari negra) con seme di scimpanzè?; perchè non modifichiamo il corredo genetico in modo che chi deve fare lavori pesanti abbia un pajo aggiuntivo di braccia?; perchè ad un padre è impedito di fare sesso in strada con i suoi figli?

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    1. La frase "adulti consenzienti" ripetuta più volte all'interno del post non è stata recepita abbastanza mi sa...

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    2. Perdonami: posso io, adulto consenziente, vendere me stesso o un pezzo del mio corpo, chessò, una mano a te, adulto consenziente?

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    3. Se mi fai capire per quale motivo tu mi venderesti una mano rimanendo consenziente (e cosa ci guadagnerei io), parliamone. Se no sono esempi privi di senso.

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    4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    5. Non so: mettiamo che il trapianto di mano sia stato perfezionato, e che a te manchi una mano: io ti vendo la mia, tu ritorni ad essere bimane.
      Secondo me ha (economicamente) molto più senso di tante altre cose già in atto — l'otto per mille, le sanzioni alla Russia, …

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  13. A me pare che la principale e più seria argomentazione a supporto dei dubbi sulla gestazione in conto terzi (a parte la questione degli ipotetici traumi dei bambini, a cui secondo me ha già dato una risposta soddisfacente Leonardo con il suo messaggio di mercoledì 2 marzo 2016 15:13:00, di cui ho apprezzato in particolare l'ultima frase) sia quella che riguarda la possibilità che questa pratica consenta abusi di natura socio-economica.
    Be', a occhio e croce, pur non essendo molto informato né direttamente interessato a tutta la faccenda, mi sentirei di azzardare l'ipotesi che prima di lanciarsi nella minuziosa descrizione di scenari futuribili più o meno disastrosi, sarebbe bene andare a guardare cosa succede nei Paesi in cui la surrogazione è legale. Se si facesse questo, credo che si scoprirebbero almeno due cose interessanti:
    a) nei Paesi in cui la surrogazione di maternità è legale, la legalizzazione comporta OVVIAMENTE anche una regolamentazione (più o meno restrittiva) specificamente studiata proprio per evitare abusi; b) attualmente nel mondo esistono diversi tipi di regolamentazione in materia: con o senza obbligo di legame biologico tra bambino e coppia di aspiranti genitori; con o senza obbligo di residenza degli aspiranti genitori; con o senza possibilità di lucro; con o senza rimborso spese; con o senza obbligo di stesura (preventiva o a posteriori) di specifico contratto; aperta o vietata ai single; con o senza obbligo di legame di parentela tra gestante e un membro della coppia; con o senza limiti di età (ma nell'ambito della maggiore età); aperta o vietata agli omosessuali; eccetera eccetera...
    Questo anche per dire che il dibattito che si sta sviluppando in Italia mi sembra ancora parecchio limitato e... “sterile”.

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  14. Grazie Luca, molto bello e anche bello il tono che usi. In questa squadra (op.cit.) si parla con questo tono

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  15. per me quella di leonardo di stabilire le regole per stare obbligatoriamente nelle due sole squadre mi pare una forzatura. in genere questo genere di forzature sono classiche nell'altra squadra
    personalmente ho molti dubbi e poche certezze. siamo tutti d'accordo che in alcuni ambiti ci sono diritti o protezioni non negoziabili ed è la legge (non un ente supremo) a stabilire le cose permesse e vietate
    non posso fare il cazzo che mi pare in macchina o in moto e sono costretto a usare cintura o casco e perfino a fare la revisione (ho usato volutamente un argomento neutro e banale)
    la legge pone limitazioni abbastanza rigide in molti ambiti: sesso e matrimonio con minorenni, numero di persone da sposare, trapianti di organi, lavoro minorile, ecc. cose in sé naturali e accettate in altri stati, ma che vanno regolamentati anche se limitano l'autodeterminazione delle persone
    poi c'è l'evoluzione culturale: in gran bretagna era un reato l'omosessualità fino a un pezzo di anni '70
    poi, oh... invece che provare a convincermi mi si può prendere a parolacce, i gusti so' gusti

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  16. Leonardo, qua mi pare che siano uscite fuori 2 sinistre, e ognuna pensa schifo dell'altra, credimi...la tua forse è più in e l'altra più out ed obsoleta, non so...(ho trovato addirittura un brano di Gramsci del 1918 che stigmatizzava tutto questo in fieri, più sotto lo posto)ma sicuramente più focalizzata sui diritti delle donne e dei bambini in questione
    Sinceramente...

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  17. 03 FEB 2016
    Il Parlamento francese ha dedicato una giornata di studio all'utero in affitto. È nata la Carta per l’abolizione universale della maternità surrogata.
    Un passaggio solenne a coronamento dell’impegno di lunga data dei progressisti e del femminismo francesi, capofila la “storica” Sylviane Agacinski, a cui si sono unite però anche le associazioni cattoliche per la famiglia. Tutti insieme contro la pratica dell’utero in affitto, o Gpa, la gestazione per altri, o maternità surrogata.Nelle tre ore di dibattito al Parlamento francese hanno preso la parola intellettuali, studiose ed economiste. È stato raccontato, con documenti e testimonianze, che l’utero in affitto non è – nella stragrande maggioranza dei casi – un dono o un’espressione di solidarietà, ma una sopraffazione nei confronti delle donne più povere.
    Hanno fatto sensazione in particolare i racconti della situazione in India dove, così come in Thailandia, migliaia di donne sono diventate oggetto di un crescente “sistema di produzione biotecnologica di bambini”, come l’ha definita in apertura la filosofa femminista francese Sylviane Agacinski, vera anima dell’operazione, moglie dell’ex primo ministro socialista Lionel Jospin. L’autrice di Corps en miettes (“Corpi sbriciolati”, Flammarion) ha accusato i giornali che “si sono smarriti volendo vedere un presunto progresso. Si parla della felicità delle coppie che vogliono un bambino a ogni costo, al punto che si è radicata l’idea che esista un diritto al figlio, indipendentemente dai mezzi per farlo nascere. Nonostante questa propaganda, si comincia a comprendere, grazie a numerosi documentari, la violenza che rappresenta, per le donne, l’ingresso della maternità su questo mercato”..
    I tre raggruppamenti che hanno dato vita all’iniziativa francese sono il Cadac (Collettivo diritti delle donne), il Clf (Coordinamento Lesbiche francese) e il Corp (Collettivo Rispetto della Persona) capitanato per l’appunto da Agacinski. È giunta in Europa per partecipare alla campagna anche Jennifer Lahl, la leader americana fondatrice del Center for bioethics and culture network, divenuta con i suoi documentari e le sue petizioni un punto di riferimento globale della battaglia civile. Dall’Italia è partita anche una delegazione di Se non ora quando – Libere,
    Non serve regolamentare il settore, si è detto, ma abolirlo ovunque
    Violenza, schiavitù, mercato neocoloniale sono state le immagini più evocate. La lotta alla maternità surrogata ha a che fare con la lotta alla prostituzione, perché in ambedue si vendono corpi di donna. Dunque, una delle prime sfide è combattere la visione edulcorata della maternità surrogata, forse anche a partire dal nome: maternità evoca qualcosa di bello e positivo: forse meglio il più crudo “utero in affitto”.
    Cosa dice la carta francese contro l’utero in affitto
    È significativo che in prima linea contro l’utero in affitto ora ci sia proprio la Francia, patria dei diritti dell’uomo, dove in questi mesi si è vissuta una polemica simile a quella italiana sui matrimoni gay. La nuova Carta francese stigmatizza l’utero in affitto come “pratica sociale realizzata da imprese che si occupano di riproduzione umana, in un sistema organizzato di produzione che comprende cliniche, medici, avvocati, agenzie… Il corpo delle donne è richiesto come risorsa a vantaggio dell’industria e dei mercati della riproduzione… La maternità surrogata fa del bambino un prodotto con valore di scambio, in modo che la distinzione tra persona e cosa viene annullata”. La carta si conclude con la richiesta “di opporsi fermamente a tutte le forme di legalizzazione della maternità surrogata sul piano nazionale e internazionale» per pervenire a «una convenzione internazionale per l’abolizione della maternità surrogata”.

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  18. Il dottor Voronof ha già annunziato la possibilità dell'innesto delle ovaie. Una nuova strada commerciale aperta all'attività esploratrice dell'iniziativa individuale. Le povere fanciulle potranno farsi facilmente una dote. A che serve loro l'organo della maternità? Lo cederanno alla ricca signora infeconda che desidera prole per l'eredità dei sudati risparmi maritali. Le povere fanciulle guadagneranno quattrini e si libereranno di un pericolo. Vendono già ora le bionde capigliature per le teste calve delle cocottes che prendono marito e vogliono entrare nella buona società. Venderanno la possibilità di diventar madri: daranno fecondità alle vecchie gualcite, alle guaste signore che troppo si sono divertite e vogliono ricuperare il numero perduto. I figli nati dopo un innesto? Strani mostri biologici, creature di una nuova razza, merce anch'essi, prodotto genuino dell'azienda dei surrogati umani, necessari per tramandare la stirpe dei pizzicagnoli arricchiti. La vecchia nobiltà aveva indubbiamente maggior buon gusto della classe dirigente che le è successa al potere. Il quattrino deturpa, abbrutisce tutto ciò che cade sotto la sua legge implacabilmente feroce."
    [ANTONIO GRAMSCI, 6 giugno 1918]

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  19. Aggiornamento 2016 del brano di Antonio Gramsci:

    Nella progressiva dispersione del concetto di diritto si determinano le condizioni per opzioni aberranti.
    Le donne di alto ceto eviteranno nausee e smagliature pagando asiatiche e polacche. Ventri di mucche fecondate in batteria muggiranno in sala parto per mamme in Qatar, per genitori uno o due, per allevamenti di ricambi.
    (questa non è mia ma, in 4 righe, centra il problema, con sintesi e fantasia apocalittiche ma purtroppo non più fantascientifiche

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  20. X Zagabart
    Penso sia inutile ti affanni a spiegare, da quell'orecchio chi non ci vuol sentire non ci sente
    Ti auguro con tutto il cuore di farcela e di superare quello che per molti è solo un inghippo ininfluente
    Ho un cugino, oggi settantenne, che apparve in famiglia all'improvviso, già più che ventenne. Mio zio, suo padre, che lo aveva avuto giovanissimo durante la guerra e per una serie di ragioni troppo lunghe da raccontare, lo aveva lasciato in un istituto (pagato segretamente da mia nonna)appena aveva potuto col consenso della seconda moglie, gli si era presentato per chiedergli perdono, riconoscerlo, aiutarlo finalmente. Una storia ottocentesca vero?
    Lui lo accolse a braccia aperte e da quel momento in poi, anche se tardi, ebbe un padre, una famiglia paterna, seppe la sua storia. Allora andò alla ricerca della madre.
    Una quindicina di anni fa, mi raccontò nei particolari più intimi la sua esperienza il suo dolore insanabile mentre passeggiavamo sul lungofiume di Pisa... la madre che era diventata una signora pisana molto benestante, risposata r con altri 3 figli, non ne volle sapere, praticamente lo mise alla porta e continuò a farlo anche più tardi molto vecchia, fino a quando morì sempre senza volerlo rivedere.
    Tieni presente che lui da lei non voleva niente dal punto di vista economico, ormai era grande, sposato, lavorava.. Capì finalmente di essere per lei per lei un errore di gioventù da cancellare e basta, da rigettare del tutto, anzi....
    Mi raccontò anche come molto lentamente era riuscito a metabolizzare questo totale rifiuto, questo chirurgico rigetto... e a costruirci sopra la seconda parte della sua vita....non dimenticherò mai le sue parole, il suo dolore
    Ancora auguri!

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  21. Leo, sei sofisticato abbastanza da sapere che la legge non ci permette di gestire interamente del nostro corpo per paura delle conseguenze, senza necessariamente tirare in ballo i vescovi. Non possiamo ad esempio vendere i nostri organi (occhi, milza...), per le conseguenze sociali che ne deriverebbero. Non possiamo neanche affittare il nostro corpo decidendo di andare in galera al posto di qualcun altro, come nei Soliti Ignoti. Questi sono divieti laici, validi anche nelle socialdemocrazie mangiapreti. Purtroppo il dibattito italiano ha ridotto le questioni etiche a diatriba religiosa, come se i laici, in quanto tali, siano costretti a rifiutare di compiere scelte morali.

    Poi si, ci sono anche i diritti laici del bambino. Per dire, quando in Australia si sottraevano i bambini degli aborigeni per farli crescere da famiglie bianche civilizzate, le vittime erano solo i loro genitori, o anche i bambini?

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  22. Una riflessione molto lucida di Michela Murgia (c'è anche una chiara identità di vedute con Leonardo sul punto centrale di questo suo post):
    http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/02/01/news/michela-murgia-non-chiamatela-maternita-surrogata-1.248420

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  23. Non credo che i divieti riguardanti il nostro corpo abbiano futuro, perché il corpo è a mia immediata disposizione. In futuro sarà sempre più facile donare un rene o un occhio, e se lo Stato me lo vieta lo farò di nascosto o all'estero (così come milioni di donne hanno abortito di nascosto o all'estero quando era vietato, e ricominceranno a farlo, quando lo rivieterete, ormai ci siamo).

    Per "diritti laici del bambino" credo tu intenda i diritti che tu postuli abbia il nascituro. Fammi indovinare: un padre e una madre possibilmente naturali? Ok. Sono le stesse cose che pensa Adinolfi, e non c'è niente di scandaloso a pensarla come lui. Non devi mica per forza andare a messa, mi sa che anche lui ogni tanto salta. Vorrei soltanto che ci lasciassi a disposizione l'aggettivo "laico", sennò ci tocca inventarne uno nuovo.

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  24. Ma su mille e più mille persone che ha citato quel pezzo di Gramsci (Unità compresa) ce n'è almeno uno che abbia fatto caso alla differenza tra "innesto di ovaie" e maternità surrogata? Comunque mostrare una mentalità da 1918 non è male.

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  25. Ok, Gramsci sarà pure superato...era il 1918... la storia incalza ed il progresso è sempre e solo ascendente in tutto e per tutto (suppongo del resto che Odoacre si sentisse più progredito di Adriano...) il brano di Gramsci quindi è obsoleto e tutto ciò che implica circa i diritti dei più deboli superato, ma la carta contro l'utero in affitto che il parlamento francese ha firmato il 3 febbraio 2016, pure?

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    1. E che ti posso dire: secondo me i parlamentari francesi si sono proprio sbagliati. Il proibizionismo non funziona quasi mai.

      Questo tic per cui si usa la schiavitù in un Paese per giustificare la proibizione dall'altra parte del mondo mi ricorda una lunga discussione con una frangia estrema di femministe che credeva di poter abolire per decreto la prostituzione. Anche in quel caso, i clienti di squillo in Italia venivano accusati di favorire il turismo sessuale in Thailandia, o peggio. Che è come accusare un acquirente di pomodori bio di favorire il consumo di pomodori, quindi anche di quelli che vengono coltivati nelle piantagioni dagli schiavi.

      Anche stavolta mi è capitato di sentire che Vendola, essendo andato in California, avrebbe favorito un traffico di carne umana in India. Bisogna essere un po' accecati per scrivere queste cose, o addirittura per crederci (almeno Adinolfi lo sai che bluffa).

      Dietro c'è la cara vecchia tendenza a recintare parti del corpo altrui e a decidere come e quando possono essere usate, e soprattutto non usate: per me il femminismo è una gran cosa, ma se diventa semplicemente una nuova Chiesa che mi ordina quando e come usare l'utero (e la vagina, e il pene), potevo tenermi la Chiesa vecchia, capisci?

      La surrogata si fa già in diversi paesi: in alcuni non si può corrispondere un pagamento in denaro, in altri ci sono altre restrizioni. Chi vuole proibire tutto, negare tutto, demonizzare tutto, otterrà quello che ottennero i proibizionisti con l'alcool, o i sostenitori della war on drugs. Perderemo tempo, ricchezze e dignità, e alla fine la gente comunque gestirà il proprio corpo come crede, perché la tecnologia ce lo consente.

      http://www.internazionale.it/notizie/2016/03/03/maternita-surrogata-dove-regole

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  26. Quello che mi piacerebbe capire è se davvero la discussione è stata irrimediabilmente incardinata sul binario "xyz è mio e ne fo quel che voglio" v. "xyz ti è stato concesso dal pezzo da 90 e ti è indisponibile".

    A margine, il mio occhio destro dovrebbe essere indubitabilmente mio; magari, penso, avrebbe pure un suo mercato; già il capitalismo converte in dollari qualunque cosa (non solo certi culi sono assicurati per miliardi, e le case d'asta vendono merda d'artista; ma trovi proprio quotazioni in dollari per l'atmosfera terrestre, l'Oceano Pacifico, la Corrente del Golfo, e magari per il pianeta intero, o il sistema solare o la regione oltre l'orizzonte degli eventi di un buco nero); magari un massone americano vorrebbe piazzarselo là dove avrebbe già dovuto essercene uno, proprio in mezzo alla fronte; oppure un tribunale delle terre delle arti calligrafiche ha retributivamente condannato uno sceicco a perdere uno. Se scopro che ai sensi delle leggi dello stato italiano la vendita del mio occhio destro mi è impedita, come faccio ad essere sicuro che il colpevole è il buon vecchio nemico di sempre, ossia la Chiesa?, che quel divieto, un chiaro retaggio medievale, procede necessariamente dal timore di contraddire la prescrizione demiurgica sul numero di occhi per cada umano?

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    1. La discussione, purtroppo, si è incardinata sul binario "sto con Adinolfi" oppure "sto con Vendola" (che poi è quello che dice Leonardo). Non se ne esce.

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    2. Ma infatti: come altri prima e probabilmente meglio di me, chiedevo proprio se era possibile dare almeno un tertium.
      Peraltro sulla questione personalmente ci ho riflettuto così poco da essere sì e no allo stadio anteriore a quello del pregiudizio; se sono intervenuto è più che altro perchè l'idea che il moto dei "comandamenti" "sacri" sia di discesa, dal cielo verso la terra, e non di ascensione, mi era suonata, tra le altre cose, poco marxiana.

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    3. Ma secondo voi i casi "vendo un rene alla camorra perchè sto nella miseria più nera e non ho da sfamare i miei figli" e "mi privo di un rene per darlo a un mio amico/fratello/parente ed evitargli anni di dialisi" sono la stessa cosa?

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    4. Mmm, la stessa cosa solo se amico/fratello/parente è camorrista; qualcosa di simile se amico/fratello/parente ti paga il rene.

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    5. Una terza posizione si può avere quando il momento lo consente: tu puoi avere dei dubbi, ma intanto in Italia una coppia sterile non può disporre della maternità surrogata. Ai fini pratici, non importa se la maggior parte degli italiani sia contraria o "abbia dei dubbi": per adesso la legislazione dice no.

      Per fare un esempio: se ho un'esigenza pratica (ad esempio ho forato e ti chiedo aiuto), tu puoi decidere di aiutarmi o pensare che la mia esigenza, non essendo un diritto fondamentale, non richieda il tuo aiuto fattivo. Oppure puoi avere anche dei "dubbi", ma all'atto pratico cosa significa? Che mi presterai il crick un po' titubando, o mi lascerai lì sul ciglio della strada e andrai a pensarci meglio? Puoi avere tutti i dubbi che vuoi, ma c'è gente in Italia che vuole usufruire della maternità surrogata, e hanno comprensibilmente fretta: trovi giusto aiutarli o no?

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    6. Non mi è chiara la domanda.
      Se quello che stai chiedendo è "se tu fossi un parlamentare voteresti a favore del provvedimento tal de tali?" renditi conto che è come chiedere il prestioto del crick ad uno che abita nell'altro emisfero e magari non ha neppure la patente.
      Se invece la domanda è se nella mia realtà di ogni giorno io stia facendo qualcosa per aiutare chi vuole affittare un utero per avere un figlio suo, la risposta è un no secco; non faccio assolutamente nulla, anzi forse non sono manco convinto che questo bisogno debba essere messo in agenda tra le cose da discutere in Parlamento; riconosco che far chiasso su internet dichiarandosi a favore o contro (magari "convintamente") già è roba sufficiente per "fare la differenza"; però continuo a preferire cose un po' più consapevoli, o, mettiamola così, alla vecchia maniera; di tweet in tweet abbiamo tolto il PD a Bersani consegnandolo a Renzi, e consacrato l'operazione militare in Libia (peraltro già in corso da mesi, a prescindere dalle montanti indignazioni dei popoli dei web) che invcece di salvare (milioni di) vite umane ha solo moltiplicato il numero di vittime.

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    7. Leonardo: "Puoi avere tutti i dubbi che vuoi, ma c'è gente in Italia che vuole usufruire della maternità surrogata, e hanno comprensibilmente fretta: trovi giusto aiutarli o no?"
      No!
      Non è che se c'è uno che ha il desiderio incredibile di qualcosa si deve passare sopra la morale per accontentarlo. Ma che ragionamento è? Non è obbligatorio fare figli, se li puoi fare in maniera etica e morale ti si aiuta, altrimenti ma che vuoi? Il periodo egocentrico finisce a 3 anni.
      A son sempre la donna, atea, di sinistra, che è pure stanca di sentirsi dire che o sto con adinolfi o con vendola, che nella vita voleva solo diventare madre e che al momento in maniera etica non può farlo. E sono un'adulta e passo oltre cristo, altrimenti mi batto per poter avere il diritto ad aver figli in maniera etica, per esempio chiedendo di poter accedere alle adozioni, da cui al momento attuale sono esclusa.
      Non è che chi aborre la maternità surrogata sua fascista o omofoba. Ben vengano le adozioni per le coppie gay, di fatto, per i single. Ma se l'unico modo che hai è averlo come una merce (che paghi o te lo si regali) per me è semplice egoismo.

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    8. Leo, continui a non considerare che non ci sono solo quelli che stanno di qua o quelli che stanno di la in base a chi sceglie di gestire il corpo di chi. Ci sono anche quelli che pensano che i bambini nati da surrogata possano avere problemi: è più importante tutelare loro, piuttosto che i candidati genitori. E' il motivo per cui ci sono psicologi e giudici che valutano e decidono se una coppia è in grado o meno di accogliere un minore, ci sono parecchie persone desiderose di adottare, ma non tutti riescono ad ottenere un decreto di idoneità (si chiama così). E' un impianto normativo e procedurale che serve esclusivamente per la tutela dei minori. Poi si potrebbe discutere sui metodi e sui criteri per ottenere l'idoneità, ma è tutta un'altra storia. Poi non è che se una cosa "la fanno all'estero" è automaticamente buona e giusta.

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    9. Ma guardate che essere atei o cristiani non c'entra niente: anche il cristianesimo di un Adinolfi è meramente un pretesto (il Gesù evangelico, com'è stato notato, non aveva un gran rispetto per la famiglia "naturale").

      Il punto è che avete deciso che non è "etico" avere un figlio in un modo che voi non considerate "naturale". Il fatto che non sia un dio a dirvi cosa è "etico" e "naturale" non è un'attenuante (forse addirittura il contrario).

      Così com'è un pretesto "Dio", è un pretesto anche la parola "merce": lo avete deciso voi che un bambino nato con la surrogata diventa tale. Peccato che abbia tutti i diritti di qualsiasi altro bambino.

      Vorreste psicologi e giudici che giudichino chi ha il diritto di essere padre o no. Potrebbe avere anche un senso, salvo che quando è capitato a me nessuno mi ha giudicato conforme. Evidentemente per voi esistono persone che hanno un diritto naturale a essere padri, e altri che no. Ok.

      Adinolfi è da quella parte. Non vi sta simpatico? Capisco il problema, trovatevi un altro portavoce.

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    10. Allora se ti fa piacere facciamo che io sono dalla parte di Adinolfi, così sei contento e riusciamo a ragionare.
      Gli psicologi e i giudici non stabiliscono chi ha il diritto ad essere padre, ovviamente; come hai giustamente notato, i padri/madri naturali non vengono giudicati (e perché dovrebbero?).
      Per molti paesi del mondo compresa l’Italia, l’idoneità all’adozione per una coppia e le successive procedure e passaggi vengono effettuati in base alla convenzione dell' Aja (che è una cosa internazionale così ti sembra ancora più giusta), e che si chiama appunto "convenzione per la protezione dei minori e la cooperazione in materia di adozione". Protezione dei minori, non tutela dei diritti degli aspiranti genitori.
      I giudici e gli altri servono per valutare se una coppia è in grado di accudire un bambino che, date le circostanze, ha necessità particolari, perché ha subito un abbandono.
      Quindi c’è una disposizione normativa nazionale ed internazionale, che recepisce che i bambini abbandonati devono essere tutelati, perché l’abbandono provoca danni. Lo ripeto: l’abbandono provoca danni.
      Questa tutela si esplica con il rilascio dell’idoneità all’adozione attraverso una marea di giudici, psicologi, medici, assistenti sociali, percorsi formativi. Nessuno di loro ha valutato se ero in grado di essere padre o meno: hanno tutti cercato di capire se io e mia moglie eravamo idonei a subire il contraccolpo di un bambino abbandonato dopo la nascita (che poi l’idoneità possa venire rilasciata anche a capocchia, è un altro discorso che non c’entra con quello che stiamo discutendo qui). Il principio importante è: un abbandono provoca danni.
      Personalmente non mi interessa la mercificazione dell’utero o la naturalità del parto o la composizione di genere della coppia che adotta. Mi interessa la tutela del più debole, che è il minore. Perché –ripeto ancora- l’abbandono provoca danni. E la surrogata presuppone un abbandono, magari diverso da quelli che ci sono in un istituto, ma è sempre un abbandono.

      Poi come la pensi Adinolfi, in realtà non lo so e non mi interessa.

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    12. Io però su natura, etica, educazione dei bambini o necessità che le vite altrui siano sottoposte al vaglio continuo di giudici e psicologi mi pare di non aver detto alcunchè. Son cose di cui non parlo perchè molto banalmente non so nemmeno di cosa si sta parlando (o, nel caso della "natura", nemmeno se si sta parlando davvero di qualcosa).
      Tu puoi ripetermi quante volte vuoi che è come se l'abbia fatto, che implicitamente sto discriminando, che di fatto sto con Adinolfi, la legge 40, Torqemada, i gringos, Hitler e il procuratore Palazzi. Se lo pensi davvero mi interessa, sei un tipo sveglio e potresti aver visto una cosa che io non riesco a rivelare — il famigerato bagaglio di pregiudizi che ci si porta appresso senza neppure rendersene conto. Ma se ti limiti a ripeterlo senza argomentare, difficilmente l'esito potrà essere troppo dissimile da un'alzata di spalle.
      Se, come la metti tu, il punto è che delle persone hanno un bisogno, per di più urgente, e per soddisfarlo potrebbe giovare il mio ajuto, che c'è di sbagliato nel voler capire chi sono, quanti sono, che ragioni li muovono, che succede se si fa come chioedono prima di prendere posizione? (sempre ammesso che serva: milioni di persone si schierano puntualmente contro le guerre coloniali della NATO, tra qualche giorno ne comincia un'altra).

      [Perdona il solito pasticcio, stavolta probabilmente non avevo chiuso un tag]

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  27. No, Leonardo, qui l'esempio che fa Stefano sugli aborigeni è pertinente. Da padre adottivo, ho passato troppi anni a sentire psicologi/ghe e assistenti sociali dire che anche un bimbo adottato alla nascita si porta il trauma dell'abbandono, per non crederci almeno un pochino. Poi è chiaro, meglio un abbandono per poi essere amato tutta la vita, che un non abbandono ed una vita di stenti e botte.
    Ma qualsiasi ragionamento sulla maternità surrogata non deve prescindere da questo. Non devono esistere divieti sul corpo, e le stronzate sulle coppie naturali o contro natura sono appunto stronzate. Però esistono studi che dicono che un bambino adottato alla nascita si porta comunque dietro un problema. Si può risolvere? Sicuramente. Bisogna far finta che non ci sia? No, è una concessione all'Adinolfi che c'è in noi.
    E comunque se dai anche a me dell'Adinolfi io poi ti dò dell'antisemita eh! ;o)

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  29. L'idea che possiate paragonare quello che hanno fatto Vendola col suo compagno al furto di bambini perpetrato ai danni degli aborigeni la dice lunga, secondo me, su quanto l'argomento obnubili.

    I bambini adottati alla nascita hanno un problema. L'hanno sempre avuto. Si è sempre cercato di far fronte al problema. Quand'è che il problema diventa insormontabile? Quando arrivano i gay.

    Ok, aspetta, magari era insormontabile anche quando erano gli etero a voler accedere alla surrogata, ed è per puro caso che ai tempi io non abbia visto un decimo del dibattito che ho visto in questi giorni. Sarà.

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  30. Leo, la considerazione sugli aborigeni stava solo a indicare che anche i bambini hanno diritto a non essere separati dai genitori, e non solo i genitori dai bambini. Tutto qui.
    Poi se intendi dire che vietare la maternità surrogata è futile hai anche ragione, ma è diverso dal dire che farlo sarebbe sbagliato, e che andrebbe concessa senza limiti perché l'utero è mio e lo gestisco io. Che è vero per l'utero, ma non per quel che ne esce dal momento che è uscito.

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  31. Giusto per capirci, per me che lo faccia Vendola o Gigi er pizzettaro non cambia nulla. Sugli aborigeni, come dice Stefano, serviva solo a definire il caso dell'adozione alla nascita, che mi sembra essere stato capito.
    A questo punto l'adozione alla nascita, gay, pizzettari, etero o alieni, è un problema. E' giusto che il dibattito ci sia solo perchè è Vendola a farla? no, è un ignobile sfruttamento della cosa da parte della parte più retriva della politica e della stampa, che altrimenti come dici tu se ne impipperebbe.
    Ma nonostante questo è giusto parlarne, io non sono così convinto che la surrogata sia solo una buona cosa, tutto qui. Non dico che sia il male assoluto, come sostengono Adinolfi &C, perchè è una stupidaggine enorme. Dico che in un paese normale si parlerebbe tranquillamente delle sue luci (molte) e ombre (poche). Mettiamola così: se dipendesse da me, sicuramente sarebbe legale anche in Italia, ma io non la farei.

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  32. Beh, allora non era nemmeno il caso di vietare la schiavitù in tutte le sue forme con la dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, tanto c'è ancora, anzi prospera

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  33. "O con Vendola o con Adinolfi" è ovviamente una falsa dicotomia. Leo chiede "perché una donna non dovrebbe avere il diritto di affittare una parte del suo corpo?" Ma chi si presta alla maternità surrogata viene pagata per cedere il figlio, non per l'affitto dell'utero in sé. Non si limita ad "affittare" una parte del suo corpo, vende un altro essere umano. Non un organo, non un embrione, vende un bambino già nato, una persona. Un figlio. Lo cede in cambio di denaro, cioè lo vende. E questo nessuno ha il diritto di farlo. Quindi io mi chiedo perché il desiderio delle ricche coppie sterili (gay o etero) di adottare non un bambino "qualsiasi", ma un bambino col loro specifico DNA, per Leo è così importante che vale la legalizzazione dello schiavismo, cioè della compravendita di esseri umani? Perché il DNA delle coppie ricche è così sacro per Leo?

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    1. In effetti se non riuscite a distinguere tra proprietà e paternità non siete con Adinolfi: diciamo che vi siete fermati al millennio precedente.

      Quando hai un figlio, non lo possiedi. Ti può capitare di averlo in modo 'naturale' (come se partorissimo ancora nella jungla e non in ospedali molto poco naturali), oppure di adottarlo, ma non diventa una tua proprietà. Quello lì era il medioevo, è finito.

      Chi si presta alla maternità surrogata non viene pagata per cedere il figlio, ma appunto: per farlo nascere - visto che evidentemente qualcun altro desidera un figlio (non uno schiavo) e non può averlo.

      È un desiderio di una "coppia ricca"? Non necessariamente, e soprattutto non in prospettiva. Mettiamola così: i primi procedimenti per restituire l'udito ai sordi profondi erano senz'altro molto costosi. Qualcuno si è lamentato dell'egoismo dei sordi ricchi che vollero comunque cimentarsi con un'operazione innaturale? no, non molti.

      Evidentemente non stiamo parlando di "ricchezza", né di "natura", né di "schiavitù". Questi sono solo pretesti.

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  34. "Quando hai un figlio non lo possiedi" Quindi non dovresti neanche poterlo cedere in cambio di denaro, giusto? E se decidi di rinunciare alla potestà, dovrebbe essere un tribunale a stabilire chi sia più adatto ad allevarlo, non un assegno. "Chi si presta alla maternità surrogata non viene pagata per cedere il figlio ma per farlo nascere" Per farlo nascere e poi per cederlo. Non per tenerselo. Se la madre surrogata non cede il figlio, non prende l'assegno. Francamente non saprei dire se tu sia in malafede, o davvero non ti renda conto. Hai assimilato un neonato a un apparecchio Amplifon, auspicando che in futuro i prezzi dei neonati crollino e diventino merce economica. E perché l'hai fatto? Per dimostrare che tu non sei omofobo e io sì? Sorry, ma con me caschi male.

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    1. Non sarai omofobo, ma hai perso di vista la natura dello scambio. Non ci si scambia un bambino (il bambino è un cittadino a pieni diritti); c'è un persona che mette a disposizione l'utero affinché un libero bambino nasca (un'altra persona mette a disposizione l'ovulo, e sarebbe interessante capire perché la cosa ti scandalizza di meno).

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    2. Un Libero Bambino il quale appena nato decide liberamente di abbandonare la madre, in cambio di un assegno. Sì, certo, come no. Buonanotte Leo.

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    3. Non ci si scambia un bambino...
      Posso fare una domanda? Mettiamo che io adesso sono mamma di 5 figli, arrivi tu che non ne puoi avere e mi dici che ti garba tanto quello di 5 anni. e io ti dico "ok prendilo" e te lo regalo o ti chiedo in cambio dei soldi, il concetto mi cambia proprio poco.
      é la stessa cosa, no?

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    4. Continuate a inventarvi situazioni che non sono quella di Vendola e compagno: evidentemente perché in Vendola e nel compagno non trovate un granché di peccaminoso.

      Un bambino ceduto a 5 anni potrà sperimentare il trauma dell'abbandono. Molto più difficile che succeda a un bambino che è stato desiderato dai suoi genitori ancora prima che venisse trovata la donatrice.

      Questa cosa che una coppia possa desiderare di avere un bambino, e averlo, senza fare male a nessuno, ma facendosi aiutare da qualcun altro, vi fa molto arrabbiare. Vi inventate scambi di denaro di cui non ci sono prove (non che ci sia nulla di male); profilazioni del dna; citate la schiavitù in India contro una coppia che ha fatto la surrogata in California... lo capite che state menando il can per l'aia?

      Vi do una notizia: la schiavitù è già repressa dalla legge, in quasi tutte le nazioni. Non c'è bisogno di una legislazione supplementare, di proibizioni che rendono soltanto più costose e pericolose prestazioni che verranno comunque erogate (la legalizzazione dell'aborto non vi ha insegnato niente). Se puoi dimostrare che una persona è costretta a cedere il suo utero per nove mesi, ok, quello è sfruttamento.

      Ma se non puoi, perché la persona poteva liberamente scegliere, e ha liberamente scelto, non ci puoi proprio fare niente. Fate i vostri bambini e vivete sereni, se ci riuscite. Di sicuro non vi verrò a dire come farli, e che il vostro desiderio di paternità o maternità è sbagliato da un punto di vista economico o politico o fammi il piacere.

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    5. Se il post era basato solo sul caso Vendola faccio un mea culpa. Non sono mai intervenuta pensando unicamente al loro caso. Parlavo della maternità surrogata in generale, a prescindere da chi la richiede. Gay o etero che sia. Che poi se ne stia parlando fino allo sfinimento dopo il caso Vendola ok, ma personalmente facevo un discorso più generale.
      Il passaggio logico che fa acqua da tutte le parti è quel libero arbitrio della persona adulta che sceglie. Lì sta il punto. Che ci sia o meno scambio di danaro, che la donna lo faccia perché costretta o liberamente perché è tanto buona: non sta decidendo per se. Un ovulo, uno spermatozoo, un feto nei primi mesi non sono una persona, un bambino partorito a 9 mesi è una persona. E se io scelgo di venderlo, regalarlo, cederlo, mettila come vuoi, non è una mia libera scelta. Sto decidendo della vita di un altro, non della mia. Ripeto, del mio utero ci posso fare quel che voglio, anche farci la composta, ma non sono libera (non dovrei esserlo) di fare ciò che voglio di un bambino, proprio perché -come dici tu- non è un mio bene, non mi appartiene come una cosa di cui posso disporre. E allora è giusto che si tuteli quella persona, cioè il bambino, provando a preventivare cosa tale scelta comporterebbe. Tutti i bambini abbandonati adottati si chiedono prima o poi da dove arrivano. A me non sembra che dire al proprio figlio che arriva da una maternità surrogata non abbia nulla di traumatico, ecco dove si incaglia il ragionamento "senza far del male a nessuno". Lo stai facendo proprio a chi desideri tanto.

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    6. Quello che tu Leonardo continui a non capire (o fingere di non capire) è che non si tratta affatto di "due persone che fanno un bambino con l'aiuto di qualcun altro", si tratta di due persone che acquistano un bambino fatto da qualcun altro. Il bambino lo fa la madre. E portare via un neonato alla madre (e viceversa) non è "sbagliato dal punto di vista politico o economico", è sbagliato dal punto di vista UMANO. Ma che te lo dico a fare, se non ci arrivi da solo. Mi ripeterai di nuovo che va tutto bene perché sono tutti liberi, liberali e liberisti, è la Casa delle Libertà, facciamo un po' come cazzo ci pare, basta coi lacci e lacciuoli che imbrigliano il mercato di organi ed esseri umani, tanto non si può fermare la rivoluzione liberale, gne gne, pappappero. Okay, ho capito. Risparmiatelo.

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    7. @Federica: perfetto, era esattamente quello che volevo dire io.

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    8. Non è che non "capisco" o "faccio finta di non capire": capisco benissimo quale sia il vostro credo (il bambino soffrirà sempre l'abbandono e questa è la priorità) e non lo condivido.

      Per me un bambino desiderato da due genitori starà meglio con loro che con una persona che gli ha dato vita ma che non programmava di tenerselo. E non ci provo neanche a convincervi di ciò: spero che il tempo e il progresso vi riducano in minoranza.

      Questa è una battaglia religiosa, è inutile che la mascheriamo col razionalismo. Altrimenti può capitare di leggere contorsioni del genere: "E se io scelgo di venderlo, regalarlo, cederlo, mettila come vuoi, non è una mia libera scelta." E chi lo stabilisce che non è una mia libera scelta, se non posso stabilirlo io? Vuoi istituire una corte, una giuria che stabilisca per me le mie libere scelte?

      "portare via un neonato alla madre (e viceversa) non è "sbagliato dal punto di vista politico o economico", è sbagliato dal punto di vista UMANO."

      Ma qui nessuno vuole portare via un neonato alla madre - è la distorsione che denuncia una cattiva fede. Qui c'è una madre che ha deciso di ospitare un ovulo fecondato da qualcun altro, e non di allevare il bambino. Nessuno la obbliga. Poi arrivate voi e decidete cos'è giusto e sbagliato per lei. Il mio sarà liberismo, ma il vostro cos'è? Chi siete per decidere cos'è giusto e sbagliato per ogni singola donna?

      Io non riconosco la vostra autorità sul mio corpo, o su quello di altri. Non vengo a spiegarvi come gestire il vostro corpo, e voi tenetevi a una certa distanza dal mio.

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    9. "Per me un bambino desiderato da due genitori starà meglio con loro che con una persona che gli ha dato vita ma che non programmava di tenerselo. E non ci provo neanche a convincervi di ciò"

      Va bene, ma guarda che non devi convincere me: devi convincere il bambino.

      Se poi il tempo, o il progresso, o (forse meglio) qualche neuropsichiatra dimostrerà incontrovertibilmente il contrario, sarò felice anche per maternità surrogate promosse fecondando i cactus.

      Per ora rimango con i miei dubbi.

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    10. "Chi siete per decidere cosa è giusto e sbagliato per ogni singola donna?" Già,, chi siamo noi per decidere cosa è giusto e sbagliato per gli altri? Aboliamo le leggi. Tutte le leggi. Tranne quelle del Mercato, naturalmente.

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  35. Io sostengo la marriage equality da quando era un'utopia pure negli USA. Sostengo la totale uguaglianza di diritti e doveri fra le coppie etero e le coppie LGBT, compresi quell all'adozione. Adozione, non acquisto.. Io non difendo la famiglia "naturale", tutto quello che è umano per me è naturale, e so benissimo che ci sono bellissime storie di famiglie Arcobaleno, ma credimi, questa di Vendola non lo è.

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  36. Abbiamo passato mesi a cercare di spiegare alla gente come l'utero in affitto fosse uno strawman della destra, e che le persone LGBT in realtà non mirassero affatto a fare shopping di bambini. Arriva Vendola, e dà ragione alla destra. E tu, dopo aver predicato fin troppo la "ragionevolezza" per anni, adesso applaudi il cialtrone. No Leo, tu non sei il nostro CT. Non hai nessun diritto di decidere chi sta nella nostra squadra. Nessun diritto.

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    1. Hai buttato via i tuoi mesi: l'utero in affitto è una possibilità concreta, non uno straw man. Vedi che Adinolfi la sapeva più lunga?

      Ti ripeto: se avessi avuto bisogno di una Chiesa che mi imponesse i suoi tabù, che mi spiegasse quali famiglie hanno bellissime storie e quali no, mi tenevo quella vecchia che ha più esperienza.

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    2. Guarda che sei tu l'integralista che vuole cacciare dalla squadra tutti quelli che non la pensano esattamente come te.

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    3. Quelli che ho buttato via a quanto pare sono gli anni che ho passato a seguire il tuo blog. Lo dico con sincero dispiacere. E la cosa che più mi dispiace non è che tu abbia un'opinione diversa dalla mia, ma che ti sia messo a insultare chiunque non la condivida, con una spocchia stizzosa che non ti conoscevo. E che ricorda Adinolfi.

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    4. A me non sembra di aver offeso nessuno: considerato che qui dentro c'è gente che pretende di insegnare a me e altri come gestire il proprio corpo.

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    5. Ecco, questo è un insulto. Io non "pretendo di insegnare agli altri come gestire il loro corpo". Io non credo alle meraviglie neoliberiste della compravendita di neonati..

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    6. lol, tutta colpa del neoliberismo ! Leo, finalmente hai abbracciato il lato oscuro!

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  37. mah secondo me questi nuovi bambini dicono/pensano che il problema non sussista (essere frutto di una specie di frullato di madri dislocate da qualche parte a migliaia di km di distanza da loro) per compiacere i loro serenissimi genitori -non so come definirli tecnicamente- semiadottivi?. Ma forse di questo sottile autoinganno psicologico non ne saranno mai consapevoli e vivranno sereni pure loro per tutta la vita.

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