[Benvenuti alla Gara delle canzoni di Franco Battiato – oggi col secondo derby della Voce del padrone: la canzone più arrabbiata contro la canzone più eccitata].
1981: Bandiera bianca (Battiato/Pio, #6)
Mister Tamburino non ho voglia di scherzare: rimettiamoci la maglia, i tempi stanno per cambiare. La prima volta che ho sentito Mr Tambourine Man, io sapevo già che era una canzone importante perché l'aveva citata Battiato in Bandiera bianca. Ovvero non bisogna sottolineare che qualsiasi opera citazionistica degli adulti, i giovani negli anni dell'apprendistato la tratteranno comunque come un'enciclopedia. Pure Achille Lauro, pure i Maneskin, per voi sono rifritture di cose già sentite: per loro sono la porta di accesso alle stesse cose.
Bandiera bianca rientra in un insieme buffissimo di canzoni italiane ispirate da Dylan, ma che assolutamente non sono cover di Dylan, anzi ci assomigliano proprio poco. Questo insieme comprende [Se sei bello ti tirano le] Pietre di Ricky Gianco (ispirata a Rainy Day Women), Tropicana del Gruppo italiano (ispirata a Black Diamond Bay), forse Un'overdose d'amore di Zucchero (Shot of Love), ci metterei anche Buonanotte fiorellino di De Gregori la cui somiglianza con Winterlude è appunto più concettuale che melodica. In quasi tutti questi casi, Dylan non è scopiazzato e nemmeno citato; è poco più di una reminiscenza (ancora più eccentrico il caso di Vedendo la foto di Bob Dylan di Pippo Franco). In Bandiera bianca Battiato sembra ricorrere a Dylan in un senso antifrastico, o almeno così l'ho sempre voluto intendere: è finita l'era dell'impegno politico, i tempi sono cambiati, siamo nel riflusso, sul ponte sventola bandiera bianca. C'è poi da aggiungere che il montaggio citazionista che Battiato sfoggia tra Patriots e La voce del padrone non è una pratica sconosciuta allo stesso Dylan, che vi ricorreva già ai tempi di Highway 61 e Blonde On Blonde: nel momento in cui si rimise a scrivere canzoni Battiato potrebbe essersi ispirato a certi frullati di parole di Dylan. E da Dylan Battiato potrebbe anche aver preso la disponibilità a cambiar pelle all'improvviso: da acustico a elettrico a country nel giro di sei anni, un esempio illustre di come ci si può reinventare continuamente e rimanere in qualche modo fedeli a sé stessi. Di Dylan ripescherà altri due titoli di successo in quella gita alla collezione di dischi in soffitta che è la coda di Cuccurucucù: Just Like a Woman e Like a Rolling Stone. E poi basta, non ne parlerà più, non lo citerà più. Tornerà sugli Stones e sui Doors nella sua versione di La musica muore; tornerà ai Beatles in Stati di gioia. Su Dylan non tornerà più.
1981: Sentimiento nuevo (Battiato/Pio, #11)
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