[Cosa può essere questa, se non la 103ma puntata della Gara delle canzoni di Franco Battiato, oggi con la sfida tra le due due canzoni d'amore più rappresentative? Seguiteci per sfide ancora più lancinanti].
1979: Stranizza d'amuri (Battiato/Pio, #28)
Penso che chi è arrivato fin qui possa concordare sul fatto che Stranizza è una canzone d'amore, che rispetta i criteri minimi della canzone d'amore, ovvero c'è un lui che ama una lei. Bene. Ora cercate un'altra canzone d'amore di Battiato.
Curioso, no? Battiato ha scritto canzoni sull'amore, sia come pulsione (Sentimento Nuevo) sia come sentimento (La stagione dell'amore). Ma canzoni propriamente d'amore, dopo Stranizza, veramente poche (e prima di Stranizza, solo negli anni '60: il che ci autorizza a ipotizzare che un abbozzo di Stranizza fosse già nel repertorio fintotradizionale degli Ambulanti). Anche l'arrivo di Sgalambro nel reparto parole non cambierà sostanzialmente le cose: aumenteranno piuttosto le canzoni di disamore, genere che Battiato aveva già inaugurato col Mito dell'amore. Questa refrattarietà all'argomento, apparentemente bizzarra per un compositore di musica leggera, Battiato la condivide in realtà con buona parte dei cantautori 'impegnati' dei Settanta, un segno riconoscitivo del cui impegno era proprio l'insofferenza per l'argomento più trito del genere pop. Guccini, De André (primi singoli esclusi), De Gregori, canzoni d'amore ne scrivevano pochissime, il che conferiva una sensazione di eccezionalità alle pochissime che concedevano: Rimmel, Verranno a chiederti del nostro amore, Stranizza d'amuri. Alla fine è anche giusto così; nell'economia di un'esistenza, gli innamoramenti non sono poi così frequenti. Battiato ha forse cantato più spesso dell'eros e anche questo, nell'economia di un'esistenza, ha il suo senso. Così come ha senso che una delle sue rare canzoni d'amore sia una delle ultime (Le nostre anime). E un'altra sia tra le più belle in assoluto (Stranizza). L'ambientazione in tempo di guerra ci autorizza a sospettare che Battiato, magari inconsciamente, stia raccontando l'innamoramento dei suoi genitori.
1988: E ti vengo a cercare (#5)
Anche solo per vederti o parlare. Com'è noto, E ti vengo è una canzone che può parlare di qualsiasi cosa uno voglia, dall'innamoramento all'estasi religiosa: è stata scritta con apposita ambiguità. Poi certo ci sono situazioni che sembrano più adatte di altre, ed è significativo il fatto che il testo si adatti così bene, ad esempio, a una delle relazioni più importanti della vita di Battiato, che però nel 1988 non era ancora cominciata: quella con Manlio Sgalambro. In lui FB ritrova le sue radici e una consonanza di temi e aspirazioni. Il che significa per lo meno che la relazione discepolo-maestro descritta nella canzone è per Battiato un aspetto cruciale dell'esistenza, tanto quanto lo è per gli altri cantautori l'innamoramento tra pari. Del resto è una costante della sua vita, attenzione, di adulto: perché da giovane non dava l'impressione di cercarsi maestri e di fidarsi di loro. Le cose cambiano, sul piano esistenziale forse con l'incontro con Thomasson, e su quello artistico senz'altro col folgorante incontro con Stockhausen. Da lì in poi Battiato non ha fatto che cercarsi maestri di musica, di lettere e di vita, e l'aspetto più curioso della sua traiettoria non è tanto come li abbia trovati, ma come sia riuscito a coinvolgerli in progetti artistici tanto imprevedibili: prende lezioni di piano da Ballista e gli fa incidere Za e L'Egitto; prende lezioni di violino da Giusto Pio e trasforma un orchestrale in pensione in uno dei compositori pop più importanti e affermati del secondo Novecento; incontra un possidente siciliano con l'hobby della filosofia e lo trasforma, a dispetto di ogni senso comune, nel suo guru. Per cui davvero, quella volta che rispose a Morgan che no, non si sentiva affatto padre, ma ancora figlio, Battiato non stava scherzando e non stava prendendo le distanze da Morgan in particolare, bensì da tutti noi che lo venivamo a cercare.
Non riesco ad accedere a facebook, e non voglio perdere l'occasione di votare. Mi piacciono tante cose di Battiato, ma non è mai entrato nella mia sfera "emotiva", non si è mai legato a momenti o persone significativi per me.
RispondiEliminaTranne che per "E ti vengo a cercare" in cui leggo quasi in ogni passaggio cos'è per me avere incontrato (e poi cercato, ancora adesso) mio marito, di cui dopo 28 anni non smetto di innamorarmi.
Anna