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lunedì 20 marzo 2023

Perché il Ponte non c'è già?

Che a questo punto si riparli di Ponte sullo Stretto non è affatto sorprendente. Così permettetemi di cominciare con una domanda molto semplice, che rivolgo soprattutto a chi crede che il ponte si possa fare subito, anzi vada fatto subito, anzi è un peccato che non esista già:

e perché non esiste già?


Il Çanakkale 1915, con la campata più lunga del mondo (2023 metri)
(lo Stretto di Messina supera i 3000)

Rifletteteci bene. Se siete convinti che un ponte con una campata unica di tre chilometri si possa fare, cosa ci ha impedito di farlo fin qui?

La volontà politica? Non è vero: un sacco di governi hanno vinto le elezioni promettendo il ponte sullo Stretto, e le hanno vinte bene, con ampie maggioranze. Quindi potevano farlo. E perché non lo hanno fatto?

Guardate che non siamo mica nati ieri. Di ponte sullo stretto parliamo da due millenni, la terra per costruire i piloni l'abbiamo confiscata vent'anni fa, e da più di dieci paghiamo una penale a una ditta che aveva vinto un appalto. Tanto valeva farle costruire il ponte. 

E perché non glielo abbiamo fatto costruire? 

Il progetto c'era. Aveva vinto una gara, e benché avesse destato più di una perplessità tra gli addetti ai lavori, qualche ingegnere e architetto deve pur averne firmato i progetti: quindi perché sono rimasti progetti? 

Chi esattamente si è messo in mezzo alla più grande realizzazione ingegneristica italiana di tutti i tempi? Perché ci dev'essere stato qualcuno che ha bloccato tutto, altrimenti non si spiega. Eppure per quanto cerchi non riesco a trovarlo. 

Ci tengo comunque a ricordare che non sono stato io – per quanto paradossale, una precisazione del genere a questo punto è necessaria. Eppure io alla fine chi sono? Nessuno. 

Sono solo un tizio che ogni tanto, quando scoppia una discussione sul Ponte, interviene portando alcune informazioni che a dire il vero sono alla portata di tutti:

a) Lo Stretto è largo 3 km.

b) La profondità non rende possibile piantare piloni nella zona centrale.

c) Non esiste (ancora) una tecnologia che ci consenta di costruire ponti con una campata molto superiore ai 2 km. 

Il ponte di Akashi, che per vent'anni ha mantenuto il record di campata più lunga.


Il punto a è autoevidente (controllate pure su Google Maps) e non è destinato a cambiare per qualche milione di anni. Il punto b forse un giorno lontano si potrà mettere in discussione (ogni tanto in effetti si riparla di soluzioni alternative, il famoso tunnel). Il punto c è il più controverso, e si basa soprattutto su un'osservazione empirica: la campata unica più lunga mai costruita dall'uomo è di 2 km. Il ponte sullo Stretto dovrebbe superare il record mondiale, e non di poco; di quasi il 50%: è possibile? Chi parla di costruirlo in tempi brevi sostiene (o finge di sostenere) che sì, è possibile. Del resto almeno un progetto per una campata di 3 km c'è, qualche ingegnere e architetto l'hanno firmato; c'è già il cantiere, anzi stiamo già pagando le penali all'impresa che ha vinto l'appalto. Penali milionarie che hanno fatto pensare a più di un governante: ma tanto vale che paghiamo un po' di più e lo facciamo davvero. 

Punto di vista perfino comprensibile... e tuttavia il ponte non si è fatto lo stesso, credo per i soliti tre motivi che sono più forti di qualsiasi obiezione: lo Stretto continua a essere lungo 3 km, la profondità non rende possibile piantare piloni in mezzo, e una campata più lunga di 2 km non s'è ancora vista. Tutto qui.

Di solito chi sostiene il Ponte parla della necessità di innovare, di fornire collegamenti più veloci e efficienti, e perché no, di stupire il mondo con un'opera unica al mondo. Tutte esigenze condivisibili, e tuttavia dopo averle espresse a me piace intervenire ricordando che lo Stretto rimane lungo 3 km; la profondità continua a non rendere possibile piantare piloni in mezzo, e la tecnologia non fa quel passo necessario a permetterci di costruire ponti con una campata centrale superiore ai 2 km. 

E la discussione dovrebbe finire qui. Invece di solito è qui che comincia. Perché il mio interlocutore – quello che difende la necessità di innovare, di collegamenti più veloci ed efficienti, ma anche, perché no, di una maxiopera che richiamerebbe l'attenzione del mondo intero – a quel punto l'interlocutore se la prende con me. Perché? 

Perché conosco la geografia.

Se gli faccio presente che lo Stretto è lungo 3 km, mi accusa di non credere alle innovazioni. Siccome gli spiego che non si possono piantare piloni nella zona centrale, mi risponde che non capisco la necessità di collegamenti più veloci ed efficienti tra la Sicilia e il continente. Siccome gli ricordo che non esistono al mondo campate più lunghe di 2 km, mi accusa di sabotare la maxiopera, di cospirare contro l'immagine internazionale dell'Italia. 

E dopo un po' che si discute così, di solito avviene questo fenomeno per cui sembra che il vero motivo per cui il ponte non si fa non siano i 3 km, né la profondità: no, il vero motivo sarebbe la mia ostilità al progetto. Mia e di chissà quanti altri milioni di persone che io con le mie opinioni rappresenterei: siamo noi, noi nemici delle innovazioni, dei collegamenti e del made in Italy, quelli che rendono impossibile ai siciliani arrivare in Calabria in treno. Pensa che roba: c'è il progetto, c'è il cantiere, ci sono già gli operai pronti con gli utensili in mano, e li stiamo già pagando; e però il ponte non si fa perché il signorino, che sarei io, conosce la geografia e quindi pesta i piedi: no, no no, mi dispiace sono tre chilometri, fermi tutti. 


Ma non è vero

– e anche se fosse, sai che c'è? Volete il ponte? 

Va bene, fatelo. 

Se è la mia ostilità a tenere lontana Scilla da Cariddi, ebbene la mia ostilità può cedere di schianto, con un atto performativo: ecco, smetto di oppormi al Ponte; fatelo pure.

Lo farete?

No, non subito. 

E si capisce: i km sono ancora tre; la profondità è ancora eccessiva, e nel mondo nessuno sta veramente cercando di costruire campate di tre chilometri. 

Invece molti sostenitori del progetto, in buona fede o meno, si comportano come se da qualche parte ci fosse un Movimento No Pont disposto a sabotare la gettata dei piloni: non fosse per questi No Pont, ormai Messina e Reggio sarebbero una città sola; ma siccome sono dappertutto, camuffati tra il popolo e le istituzioni... niente da fare, il Ponte ancora non si fa: il che almeno ci consente di ripromettere la stessa cosa a ogni tornata elettorale. 

È un meccanismo così rodato che ormai anch'io ho la sensazione di farne parte, ogni volta che il politico di turno tira fuori l'argomento e quelli come me recitano la parte degli oppositori. Come se fossimo noi il motivo per cui il ponte non si fa: non la geografia, non i 3 km, non la profondità, non i limiti dei materiali e delle tecnologie, no: sarei io, coi miei discorsetti on line, col mio scetticismo di maniera.

Come se a me alla fine poi dispiacesse il ponte in sé: e invece no, giuro, non ho mai bloccato un cantiere, non ho mai boicottato nessuna impresa, non solo: il giorno che si farà ne sarò contento. 

Ma non si fa.

E perché non si fa, secondo voi?


(PS: in una prima versione di questo pezzo si citava ancora il ponte di Akashi come la campata unica più lunga del mondo. Questo malgrado già da un anno sui Dardanelli sia stato inaugurato il ponte della battaglia di Gallipoli del 1915, che supera la campata di Akashi di... una ventina di metri. Ringrazio il commentatore che mi ha avvisato dell'errore. Chi insiste sul fatto che possiamo costruire il ponte sullo Stretto, sostiene di poter migliorare il record mondiale di quasi un km. E lo sostiene da trent'anni. E in trent'anni non abbiamo visto niente, forse non avevamo abbastanza fede). 

30 commenti:

  1. https://en.wikipedia.org/wiki/1915_%C3%87anakkale_Bridge?wprov=sfti1

    Breaking News: il record non è più dell’Akashi

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    1. Un dettaglio interessante. Il ponte turco sarebbe costato 2,8 miliardi (https://www.quotidianomotori.com/automobili/ponte-dei-dardanelli/). Per il "nostro" sono previsti (previsti) 7 miliardi

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    2. puoi spendere finché vuoi. Finché manca la tecnologia necessaria il ponte non lo stendi lo stesso. Il preventivo serve a far capire quanti soldi, in proporzione, si prenderà di penale la ditta che stavolta vincerà l'appalto.

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    3. Il mio commento voleva sottolineare il fatto curioso che per fare un ponte più corto occorra spendere di più. I soldi li prenderà di penale la ditta, più qualcun altro ....

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    4. E bravi i turchi: battere un record di circa 2 km per... 23 metri 😀

      Sono sicura che lo hanno fatto apposta.

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  2. Io non so niente ne' di ingegneria ne' di ponti (ne' di dibattito sul ponte sullo Stretto), ho solo appena letto la pagina Wikipedia per 'floating/pontoon bridge', e vedo che per esempio Seattle ne ha vari, su cui passano molte macchine ogni giorno, anche se - mi pare - sono tutti abbastanza corti, e il piu' lungo fa appena piu' di 2 km. Sulla stessa pagina ho letto anche di quanto siano fragili, e poi immagino che ci possano essere grosse differenze quanto all'acqua e al fondale da attraversare e alle condizioni climatiche locali, ) ma... mi chiedevo se qualcuno qui sapesse indicarmi fonti (se esistono) per eventuali progetti di ponti flottanti sullo stretto sufficienti almeno (e idealmente riservati) per la circolazione di pedoni e veicoli leggeri (bici, monopattini, ecc.). Grazie (a chi ne sapesse qualcosa).

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    1. Sicilia e Calabria sono state già collegate una volta tramite un ponte di barche. Era il 251 A.C. (leggere l'articolo https://www.vanillamagazine.it/il-primo-ponte-sullo-stretto-di-messina-fu-realizzato-dai-romani-nel-250-a-c/)

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    2. Sì, certamente, un ponte di barche si può fare in qualsiasi momento.
      Ma non può essere un ponte ferroviario e significa chiudere lo Stretto alla circolazione delle navi.
      Chiunque usi come argomento il ponte degli antichi Romani, o ignora questo o è in malafede.

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    3. Si può fare un ponte di barche su ognuna delle quali c'è un rematore, che quando passa una nave si allontana un poco, facendosi anche una pescatina che contribuisce al suo sostentamento. Poi passata la nave, da riva fischiano e i barchini riprendono posizione. C'è già un progetto esecutivo.

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    4. Già, i barchini di scansano e per fare passare le navi le rotaie le facciamo lievitare grazie al mago copperfield che verrà assunto come custode del ponte.

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    5. A dire la verità il mio commento era in risposta al primo post che parlava di floating bridge come se si trattasse, appunto, di una novità. Un'alternativa più moderna sarebbe quella di mettere in fila, congiunti mani e piedi, un numero sufficiente di Beppe Grillo.

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  3. Ho dato un'occhiata a Google Maps: solo per amore dell'inutile puntacazzismo che nulla toglie a un post totalmente condivisibile peraltro, ma senza il quale internet non sarebbe tale, il ponte Akashi ha la campata fra i due piloni che è lunga 2km, ma lo stretto sul quale si estende è largo quasi 4km. Lo Stretto di Messina è largo poco più di 3km. Se fossi un tuttologo mi verrebbe da dire che anche a parità di campata basterebbe costruire i piloni molto più vicino alla costa rispetto a quello di Akashi. Dopodiché probabilmente varrebbe il punto b.

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    1. Il ponte giapponese ha i pilastri nel mare. A quanto pare il profilo della costa calabro messinese è molto ripido ed i pilastri in mare non si possono fare.

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  4. Io ritengo il ponte inutile (ma comunque fattibile).
    Una tua frase la ritengo però condannabile e implicitamente luddista (se non addirittura grillina): "e una campata più lunga di 2 km non s'è ancora vista.".
    Se l'umanità ragionasse così, non avrebbe mai costruito nulla e non costruirebbe nulla, visto che si potrebbero costruire solo copie uguali o ridotte (ma non più grandi!) di quanto già costruito. Per tacere dell'impossibilità di costruire cose completamente nuove, al di là delle dimensioni.
    La frase in questione in realtà gioca a favore del ponte, visto che l'umanità (per fortuna) ama le sfide tecnologiche.
    Il fatto è che, a mio modesto parere, il ponte è inutile, tecnologia qui o tecnologia là.

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    1. L'umanità non ragiona per luoghi comuni: si sviluppano delle tecnologie e ogni tecnologia ha un limite. Il grattacielo più alto del mondo non supera i 900 metri. Magari tra un po' ne costruiranno uno di 900, ma se qualcuno ti promettesse (da trent'anni) di costruirne uno di 1400, se avesse già opzionato il lotto e affidato i lavori a suo cugino, tu ti renderesti ben conto di trovarti davanti a un truffatore, nemmeno troppo furbo. Il grillismo prospera anche come risposta, non del tutto irrazionale, a gente che da anni racconta queste cose e si nasconde dietro le "sfide tecnologiche" dell'umanità. Sono abbastanza persuaso che appena ci sarà una tecnologia in grado di tirare un ponte sullo Stretto, il ponte sullo Stretto si costruirà. Invece adesso non si fa, chissà per quale motivo.

      Questo pezzo di Luca Silenzi spiega abbastanza bene il problema: https://medium.com/spacelab/forma-e-sostanza-a-proposito-di-libeskind-e-del-ponte-sospeso-atto-terzo-178305e64331

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    2. Mauro ti voleva spiegare che il tuo "ogni tecnologia ha un limite", è una affermazione miope e non proprio acuta.

      In base a questo tuo assunto, saremmo ancora ad aspettare un fulmine che provoca un incendio per riscaldarci...

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    3. Veramente sei tu, Gustavo, che aspetti "il fulmine" che dall'alto produca un ponte a regola d'arte. È magia, non scienza.
      Se invece t'interessasse seriamente la questione, vai pure al link lì sopra

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  5. Certo i 3km, la tecnologia, ma pensa alla necessità di innovare e creare collegamenti più veloci

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    1. Io credo che nessuno metta in dubbio la necessità di innovare e creare collegamenti più veloci.

      Per fare un esempio, tutti ritengono necessario velocizzare i collegamenti fra Bologna (principale nodo ferroviario del Nord Italia) e Monaco (principale nodo ferroviario del Sud della Germania) poiché gli attuali tempi di percorrenza con perdipiù 1/4 d'ora di sosta al Brennero sono antidiluviani.

      Sfortunatamente, ci sono le Alpi e realizzare una bella ferrovia moderna si scontra con la topografia, pertanto il supertunnel sarà pronto... boh... fra 10 anni?
      Ed il quarto d'ora ad ammirare il panorama purtroppo non è attualmente eliminarle perché Italia e Austria usano attacchi elettrici diversi e occorre cambiare locomotore.

      Tutti noi vorremmo Bologna - Monaco in 3 h, in fondo sono solo 500 Km, purtroppo però la dura roccia delle Alpi rema contro la modernità.

      Ed il ponte è lo stesso: esistono ostacoli tecnici non immediatamente superabili.

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    2. Ci ho pensato tante volte, anche molto intensamente, ma niente da fare, sono sempre 3 km

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    3. Scrittore, professore, critico delle varie arti, filosofo, virologo , politologo, chi più ne ha più ne metta, ora anche ingegnere statico...un genio a tutto tondo.
      Nomen omen

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    4. In effetti, come ci fa notare Gustavo, il Prof sul ponte ha torto marcio.

      Per dimostrare la falsità di una affermazione, basta trovare un controesempio.

      A riprova di come le argomentazioni di Leonardo Tondelli siano falsissime, adesso Gustavo ci condividerà una bella foto del Ponte sullo Stretto.

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    5. Beh a dire il vero, insegnando geografia alle medie, la nozione che lo Stretto è largo 3 km rientra nelle mie più specifiche competenze.
      Rimango invece sempre un po' sorpreso da quanti pochi siano al corrente di questa semplice nozione, tra i sostenitori di un ponte (che avrebbe bisogno di ben altri sostegni)

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  6. Ciao Leonardo, ogni tanto passo di qua...io divento pazzo perché invece non si parla del tunnel (forse perché costerebbe troppo poco). Alcuni mi dicono che la zona è sismica...ma il Giappone??? Anche il Giappone è sismico, o no? Ma hanno costruito un tunnel di 53km: il Seikan, di cui 23 sottomarini, quindi? La tecnologia c'è tutta e perché nessuno la prende seriamente in considerazione?(...divento pazzo)

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    1. Il tunnel da fuori non lo vedi e non puoi spacciarlo come l'ottava meraviglia del mondo...ironia a parte, o lo fai galleggiante a metà del mare, e non so se sia tecnicamente fattibile (e se una nave ci affonda sopra sono cavoli amari) oppure lo fai sotterraneo, ma avresti delle pendenze troppo elevate da superare per i treni, a meno di non iniziare il tunnel a Cosenza...

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    2. Su wiki trovo questo circa la profondità dello Stretto di Messina, la Seikan è profonda il doppio e i tunnel sono tutti sotterranei...La minore ampiezza (3.150 metri nel punto più stretto) si riscontra lungo la congiungente Ganzirri-punta Pezzo cui corrisponde a livello del fondo una "sella" sottomarina ove si riscontrano le minori profondità (80–120 m). In questo tratto i fondali marini (Fig. 4) presentano un solco mediano irregolare, con profondità massima di 115 m, che divide una zona occidentale (in prossimità di Ganzirri) caratterizzata da profonde incisioni, da quella orientale di Punta Pezzo, più profonda e pianeggiante

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  7. Una volta un ingegnere mi fece una rivelazione: "Se una cosa tecnicamente si può fare, allora si deve fare". Costruiva strade in Africa: non sto a dirvi quante mazzette ha visto transitare e quante strade inutili ha contribuito a realizzare. Ma non erano le mazzette, il punto. E' che l'utilità dell'opera è un mero accessorio, la cosa importante è la fattibilità tecnica. Se si può fare, prima o poi si farà.
    Quindi, per favore, niente obiezioni basate sul buon senso (ricordo politici di destra e di sinistra attribuire al Ponte la possibilità di fare della Sicilia un hub nel cuore del Mediterraneo, come se le navi con merci dirette al nord non potessero attraccare direttamente a Taranto, Livorno, Genova o Trieste). E' che noi si pensa di avere una volontà, seppure veicolata da parlamenti e governi; ma in realtà siamo solo pupazzetti per far giocare gli dei: quelli vecchi (Ares, Afrodite, ...) e quelli nuovi (Techné).

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  8. Aggiornamento di Maggio: ieri il Senato ha approvato in via definitiva il decreto legge circa la costruzione del Ponte sullo Stretto.
    Matteo Salvini era lì che godeva, decantando come l'opera darà 100 000 posti di lavoro.
    Obiettivo è iniziare i lavori di costruzione entro l'estate del 2024.

    Sarebbe bello che fra un anno e mezzo qualcuno si ricordasse di ritornare su questo post, scrivendoci una bella letterina dal futuro circa come le cose siano andate a finire.

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