Io soprascritto Leonardo, in qualità di blog-più-vecchio-d’Italia -a-parte-Valido-e-Ludik, dichiaro formalmente guerra ai modi di dire più abusati, alle frasi fatte e strafatte, ai luoghi comuni troppo affollati.
Cosa c’è di male in un modo di dire?
Niente. Ma trovo giusto rinnovarli ogni tanto. Altrimenti continuiamo a citare film che nessuno vede più, o libri che non abbiamo neanche letto, o saggi che probabilmente intendevano il contrario di quel che gli mettiamo in bocca, eccetera eccetera.
Così invece del solito pippone oggi redarrò, con la vostra collaborazione, una lista di modi di dire che da oggi in poi sono definitivamente out, perché? Perché l’ho deciso io, e io sono maledettamente vecchio e saggio, va bene?
Quando il saggio indica la luna…
Lo stolto mostra il dito.
Medio. Saggio, rispettosamente hai sfracellato i coglioni. 14.000 risultati su Google! Prova a indicare qualcos’altro. Ci sono più cose in cielo e in terra che... ops.
Un silenzio assordante
Confesso, non ricordo chi l’ha inventata. Ma a chi la racconto? Non lo so proprio. Senz’altro un poeta: è un’espressione meravigliosa, il più bell’ossimoro che io conosca. Però è da 5-6 anni che tutti i silenzi che sento in giro sono “assordanti” (74.400 pagine su google!) Ormai questi due termini fanno coppia fissa: la sera si trovano sul divano e litigano perché “silenzio” vorrebbe vedere il dottor House e “assordante” l’isola dei famosi.
ASSORDANTE: Ma si può sapere perché stiamo insieme, noi due? Non abbiamo niente ma niente in comune! Chi è che ci ha presentati? Eh? Si può sapere chi è stato?
SILENZIO:
È la democrazia, bellezza (versione originale: è la stampa, bellezza)
Sarei curioso sapere quanti tra quelli che la usano hanno visto il film con Bogart giornalista (Deadline USA, in italiano L'ultima minaccia, 1952) che dice (al suo avversario) “that’s the power of the press, baby, the power of the press”. Io, per esempio, no. La frase “è la stampa bellezza” nasce da lì, l’autore è uno di quegli anonimi traduttori che leggevano “shut up” e traducevano “chiudi il becco”. Avete mai sentito qualcuno in carne e ossa dire “chiudi il becco”? E tra colleghi e antagonisti, vi dite mai “bellezza”? No, direi di no. Tutte le volte che la sento in tv o (infinitamente più spesso) su internet, mi sembra che il monitor viri in bianco e nero.
Oltre che antica, è pure un po’ provinciale. Da qualche parte (non trovo più dove) Eco faceva notare che la frase era diventata famosa più in Italia che all’estero, proprio perché da noi a quei tempi il “potere della stampa” era ancora un frutto proibito. Insomma, non usatela all’estero, perché non capiranno il riferimento. È quel tipo di tormentone che ereditiamo inconsapevolmente da qualche vecchio giornalista che passava i pomeriggi a guardare vecchi MGM in bianco e nero. In teoria noi dovremmo essere quelli giovani...
...Infatti continuiamo a dire
Ho visto cose che voi umani
Come no. Scommetto che hai visto i cancelli di Tannhauser al largo dei bastioni di Orione. Beh, li abbiamo visti anche noi. E poi? Visto qualche altro bel film di recente?
Ho sempre sentito dire che il monologo se lo fosse improvvisato Hauer lì per lì. In realtà sembra che abbia solo tagliato di sua sponte una battuta ancora più lunga, aggiungendo “le lacrime nella pioggia”, che sono poetiche, seppure un tantino banali, eh. Io sono sempre stato felice che una frase lontanamente riconducibile a Dick abbondasse sulla bocca di tutti. Ma dopo 83.100 pagine su Google comincio ad avvertire una certa stanchezza. Siamo tutti replicanti, abbiamo tutti visto cose che gli umani non si immaginano, probabilmente nel frattempo gli umani si sono stancati di starci a sentire e sono fuggiti su Orione a far cose che noi replicanti ci sogniamo.
E compagnia bella
Questo in realtà non mi sembra così abusato: continuate pure a scrivere “e compagnia bella”. Si parlava di modi di dire e mi è venuto in mente.
L’origine non la conosco, ma di solito in Italia tutti la considerano un marchio di fabbrica di Salinger. Quando tra giovani andava di moda imitare Salinger, a tutti scappava almeno un “e compagnia bella”. (Perché adesso non va più di moda, vero?)
In realtà Salinger, non ha mai scritto “e compagnia bella”, essendo americano. Il suo famoso giovane Holden finiva quasi tutte le frasi con l’intercalare “and all”. Ora, siccome la traduttrice italiana era una signorina perbene e di mondo, non riteneva giusto tradurre sempre nello stesso modo “and all”, perché l’italiano, che è già tanto ridondante di suo, soffre le ripetizioni più dell’inglese. Così doveva cercare i modi più disparati di tradurre quel maledetto “and all”. Perciò a sua discrezione variava con "...e tutto quanto", "...e tutto il resto", "...eccetera eccetera", "...e quel che segue", "...e via discorrendo"… e quello che è rimasto più in mente ai lettori, “compagnia bella”. Questo per dire che molti italiani convinti di essere appassionati di Salinger, in realtà erano appassionati della prosa di questa signorina perbene, Adriana Motti.
Qui c’è una bella intervista di Luca Sofri, dove dice di avere appreso "e compagnia bella" dai suoi nipoti. In quei tempi all’Einaudi comandava Calvino e i traduttori avevano il tempo di uscire all’aria aperta e interagire coi bambini che giocavano nei cortili: in effetti poi le traduzioni uscivano migliori.
Oggi al suo posto subappalterebbero tutto a un anemico dottorando di scienze della traduzione che recluso nel suo soppalco più servizi per un pezzo di pane tradurrebbe sempre con “e tutto”. “E tutto”. “E tutto”.
“Scusa, ma è una noia tremenda così”.
“Lo so bene, ma non posso a nessun costo derogare alla manifesta volontà autoriale di incidere subliminalmente il preconscio del lettore con l’iterazione martellante della funzione fatica, e…”
“…e compagnia bella”.
“Eh?”
“Scusa, era un modo di dire della lingua italiana”.
“Mai sentito”.
Una frase a caso di Nanni Moretti
In realtà non saprei quale, ma in generale sono troppe. Metà della mia valigetta di frasi pronte è piena di roba che ha detto lui in un film: è quasi imbarazzante, non siamo mica parenti. Datemi una mano a decidere:
- di’ una cosa di sinistra
- faccio cose, vedo gente
- mi si nota di più se non vengo
- il dibattito no!
- continuiamo così, facciamoci del male
- (ne ho senz’altro scordata qualcuna memorabile)
Che faccio, vado avanti?
Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi
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Forse vado fuori tema, ma volevo segnalarti la mia personale idiosincrasia verso chi pronuncia le parole "tanga leopardato".
RispondiEliminaLancio l'allarme sulla eccessiva frequentazione di non luoghi da parte della gente.
RispondiEliminaNo, ti prego, non redarre più. Se ti va, redigi.
RispondiElimina(Io per dire, odio la frase "meglio avere rimorsi che rimpianti". Ma la odio anche come regola di comportamente, non solo come luogo comune).
Ma se un tanga è proprio decorato con quella fantasia, uno che ci può far?
RispondiEliminaIl problema non è la lingua, in questo caso: il problema è che esiste l'oggetto orrendo.
Aggiungerei alla lista delle frasi fatte inopportune atte a chiudere liste ed elenchi anche:
RispondiElimina"... e compagnia cantante"
"... nani e ballerine"
"... e quant'altro"
(quest'ultima in particolare, assieme al "piuttosto che" utilizzando in senso disgiuntivo anziché comparativo, esige come contrappasso immediato per i suoi utilizzatori la crocifissione in sala mensa - oops, eccone un'altra da abolire! E restando in tema fantozziano, aboliamo pure "XXX è una cagata pazzesca")
Farei a meno di: "quant'altro", "questo piuttosto che quello piuttosto che quell'altro", "aggiorniamoci", "obsoleto" (anche se questo sta diventando obsoleto).
RispondiEliminaDisintegrerei "savasandìre"; ogni volta che lo leggo nei post e nei commenti provo la stessa sensazione di unghie strisciate sulla lavagna...Hai presente? ;-*
RispondiEliminaI peggiori sono i termini di cui abusano i giornalisti che sono diventati tanto di moda del tipo:
RispondiElimina"ha messo in ginocchio"
"è sceso in campo"
"fumare uno spinello" (c'è qualcuno sotto i 50 che lo chiama spinello??)
"lo sballo" (chissà perchè ogni doppiatore di pubblicità progresso che dice sballo ha la zeppola tipo silvio muccino o jovanotti ai bei tempi)
"il disagio giovanile" (e non dimentichiamoci "il disaggio ggiovanile" di cui io stessa abuso)
"il branco" (ciao mamma, non aspettarmi, stasera esco col branco!)
e da pochi mesi una new entry: "il lato B"! (perchè culo è volgare da scrivere. da mostrare no però.)
il "piuttosto che" non mi ha fatto dormire la notte. ecco, io l'ho sentito usare quando io avrei usato "oppure". la chiariamo 'sta cosa?
RispondiEliminaqui si trova un interessante elenco di frasi fatte.
RispondiEliminasarebbe interessante scrivere uno script che le inserisca una per una in google vedendo a quale corrispondono il maggior numero di risultati.
io non lo farò.
"il vedo-non vedo" dei servizi di moda(non più così di moda a dire il vero)."Poche idee ma confuse"(e tutti gli altri furti a casa Flaiano).Il perenne conflitto Eros-Tanatos(nun te regghe più)."Nun te regghe più".Le quote rosa(espressione ormai completamente svuotata di significato)."Il teatrino della politica".Le sinapsi,la mitopoiesi("e tutto questo baillame")."siediti in riva,vedrai passare il cadavere del tuo nemico"(noi stessi,i think)
RispondiEliminaChe belli questi luoghi in cui esprimere il proprio snobismo lessicale! Sono d'accordo con presveva: "piuttosto che" utilizzato al posto di "oppure" è la vera causa del decadimento morale e democratico del Paese. Io mi batto anche contro "degrado": ché noi ci siamo nati con "degrado" ma in realtà fino agli anni settanta si diceva degradamento o degradazione, "degrado", di per sé, è un errore.
RispondiEliminaAnch'io ho parecchie frasi che mi fanno venire l'orticaria: le prime che mi vengono in mente:
RispondiElimina"non me/ce ne può fregare di meno", "di fuori come le terrazze", "della serie...", ecc.
Tutti da giovani dovremmo leggere il Dizionario dei luoghi comuni di Flaubert e scrivere decine e decine di pagine di raccolta aggiornata: io l'ho fatto e ne ho vantaggi a lustri e lustri di distanza.
PS: quanto al "piuttosto" usato come congiunzione temo sia troppo diffuso per tornare alla versione corretta (la lingua va dove vuole lei).
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminansieme al citato "...silenzio assordante" eliminerei tutti gli ossimori con un sol colpo di spugna (Oddio! "Colpo di spugna!!!" m'è scappato.).
RispondiEliminaEssiccome in questo momento tra stereotipi, conformisti e 'persone oneste e rispettabili' mi hanno tutti rotto le **lle vi accludo pure compagnia bella, perché per me, compagnia e bella sono opposti incompatibili.
"son cose". e certo che son cose, cosa sono, salami?
RispondiElimina"ma anche no".
Ehi, non vi sto dietro.
RispondiElimina"Degrado" un errore, perché? Sul dizionario c'è. E se anche non ci fosse, sarebbe comunque più comodo e breve di degradamento o degradazione. Uno dei problemi dell'italiano sono appunto tutte queste lunghe parole che finiscono per -mento e per -zione.
Lap(l)aciano, ti confesso: la pagina di wiki sulle frasi fatte devo averla cominciata io, centinaia di mesi fa. All'inizio volevo usare google e basta, ma mi hanno obiettato (giustamente) che sarebbe stata una ricerca originale.
Del mistero del "piuttosto che" ho parlato anche qui. Oltre a essere abusato, è senz'altro scorretto, ma temo che abbia vinto. A volte nella Storia della lingua capita che a furia di un uso scorretto una parola cambi significato (anche "ovvero" e "però" una volta avevano un senso completamente diverso).
Sul "savasandìre", devo aggiungere una mia osservazione: non l'ho mai sentito in bocca a un francese. E io di francesi ne ho sentiti parecchi. Forse proprio perché è il francesismo preferito dagli italiani. Probabilmente se lo dici a Parigi qualcuno ti dà una testata.
Nella storia del "ma anche no", d'ora in poi bisognerà segnare le date Avanti Crozza e Dopo Crozza.
RispondiEliminaSe Veltroni vincerà (e glielo auguro), il "ma anche no" ce lo teniamo per altri 50 anni.
Io abolirei nel linguaggio giornalistco "E' giallo" oppure anche "il giallo di Garlasco" che se fossi un parente stretto di Chiara Poggi scaricherei l'agente arancio sul centro rai saxa rubra e anche sugli studi di Mediaset
RispondiEliminaMi spiego male, lo so. Intendevo l'uso di "tanga leopardato" quando si vuole dire una spiritosaggine. Ci starebbe bene un esempio, ma non ne ho uno che sia veramente esemplificativo. Facciamo che la prossima volta che lo senti dire provi a capirmi lo stesso.
RispondiElimina(ah, anche "nanosecondo", che forse ha rimpiazzato il più antico "minutino")
Ma ci sono anche modi di dire che sembravano eterni, necessari e insostituibili e invece si sono volatilizzati, chi dice più "nell'ottica" o "nella misura in cui" o "un certo discorso" ? Quindi c'è speranza.
RispondiEliminaDa parte mia segnalo come insopportabile il semplicissimo "Dopodichè" senza il quale un politico in TV non riesce a finire il concetto.
Però il "non ce ne po' frega' de meno" per me merita la sopravvivenza, c'ha un non so che..
Grande Leonardo, l'ho sempre detto che ci stai dentro una cifra!
RispondiEliminaDopodiché (ops) se apriamo il capitolo anglismi/tecnicismi, facciamo prima a downloadare tutta wikipedia in tutte le lingue con un 56k. Ma anche no.
(ma le macchie di leopardo sul tanga, dove stanno? O sono così piccole che praticamente è a pois?)
Gru'
"Prima di aprire la bocca,assicurarsi che il cervello sia acceso"("l'orrore..l'orrore")
RispondiEliminaIl tanga ha anche un davanti.
RispondiElimina(avevo letto "le macchie di leonardo", ma oggi viaggio con un occhio solo, causa congiuntivite)
Per quanto riguarda "e tutto il resto" segnalo un'altro protagonista del post...
RispondiElimina...Possibile che nessuno abbia ancora citato l'arbasiniano [inserire testo], signora mia e la forse altettanto arbasiniana casalinga di Voghera?
RispondiEliminaDevo dire, comunque, che esser snob è più agevole da soli. A veder riproposti nero su bianco per mano altrui i miei stessi snobismi mi vien su come uno snobismo antisnob (vale a dire snobismo al quadrato). E conseguente indulgenza.
Anche perché – eccettuato, spero, il "piuttosto che" – almeno una volta sono caduto io stesso in ciascuno dei peccati qui elencati.
La vendetta arriva dalle nuove generazioni: una mia amica mi ha citato "ho visto cose che voi umani... bla bla" attribuendolo a Tre metri sopra il cielo
RispondiElimina(3MSC per chi e` cool). Pare che un personaggio la usi.
fai un po' di confusione tra modi di dire, frasi fatte (non è anche questo un modo di dire?) e citazioni.
RispondiEliminain ogni caso tu mi insegni quanto Flaubert (fruttero e lucentini in maniera più sarcastica) si fosse illuso di catturarle tutte tipo acchiappafantasmi: Il "dispositivo di stoccaggio non reggerebbe".
Direi che le citazioni sono le più fastidiose ma vivono di moda, come tutto. E anche molti modi di dire.
Dagli tempo.
Hai notato ultimamente lo straripamento del "NEL SENSO CHE"?
Io eliminerei "di sua sponte".
RispondiEliminaHa tagliato tagliato di sua sponte una battuta, ha deciso di sua sponte questa cosa.
Per me è fastidioso, corretto o sbagliato che sia. Almeno togliete il "di sua" (o solo il "di", va già bene).
"ce li meritiamo [questi post]" :)
RispondiElimina(tanto per integrare la raccolta morettiana....)
su "Degrado": Ah! E qua ti volevo! Riprendevo una polemica lessicale (che reputo giusta, beninteso) iniziata da Fortebraccio (e già qua, dovresti cominciare a sentirti in difficoltà), comparso in uno dei suoi corsivi sull'Unità degli anni '70. Nel quale, per l'appunto, diceva di reputare "degrado" una parola orrenda. Poi su questa cosa che basti il dizionario non son d'accordo. Allora se tra due anni mettono nel dizionario "fattanza" per descrivere uno stato di alterazione sensoriale riconducibile al consumo di cannabinoidi, gli agenti della stradale potranno scrivere "ritirata la patente causa Fattanza"?
RispondiEliminaL'aggettivo "becero". Ogni volta mi fa star male.
RispondiEliminaEmanuele, sì.
RispondiEliminaNoi qui siamo snob ma democratici: se c'è nel dizionario, si può usare. Se non piaceva a Fortebraccio, amen. Mica gliela scriviamo sulla tomba.
Mi sembra che manchi il "due neuroni", declinato in frasi come "mi/ti sono rimasti due neuroni", "i miei due neuroni ...", e così via.
RispondiEliminaIn verità non ho sopportato questa espressione fino dalla prima volta che l'ho sentita, perché non capivo (e non capisco) dove ci sia da divertirsi.
Aggiungo inoltre un viziaccio che sta prendendo sempre più piede anche in scrittura: usare "c'ho", "c'ha" eccetera, invece che "ho", "ha"...
Per me è mostruoso: se fatto per ignoranza, è terribile; se, in scrittura, per imitare/mimare il parlato, è odioso (brutto e fuori moda).
Ah, dimenticavo: "corsi e ricorsi storici".
M'è partito l'ormone (soprattutto detto da Platinette); amare al posto di volere bene, per es. "Nonna (papà, zia, cane, ecc.) ti amo": molto diffuso nei reality
RispondiEliminaAjò, dopo un periodo di concordia iniziale qui si rischia il tutti contro tutti, nel senso che ciò che fa schifo a uno si scopre piacere a un altro.
RispondiEliminaPer esempio non ci vedo nulla di male in "degrado" se non l'uso ossessivo che se ne fa, per il resto mi pare più adatto di "degradamento" per esprimere una situazione ormai compromessa mentre il secondo lo userei per una condizione ancora in divenire.
Poi son sinonimi si sa, si tratta di usare l'uno o l'altro a seconda di quel che ci suona meglio.
E' come c'ho e c'ha caro dottor c. in certi casi sarebbe impensabile sostituirlo a ho e ha, in altri può suonare stucchevole NON farlo.
"Ragazzi, c'ho una fame !" è scorretto ma vero, "Ragazzi, ho una fame !" è corretto ma falso.
Almeno in Toscana, ha ha.
Comunque, a me mi piace.
"ma anche no" io l'ho sentito per la prima volta da Marco Santin della Gialappa's durante un Maidirequalcosa di una decina d'anni fa. Da quel momento in poi è proliferato all'infinito. Ma prima giuro che a Roma non s'era MAI sentito...
RispondiElimina"Compagni di merende"
RispondiElimina"Furbetti del quartierino"
"Compagnucci della parrocchietta"
"Amici degi amici"
P.S. Philip K. Dick non ha mai avuto niente a che fare con "Ho visto cose". Non l'ha nemmeno mai sentita. Se l'avesse sentita probabilmente l'avrebbe schifata. A PKD i "replicanti", cioè gli androidi, in realtà stavano sui coglioni.
Ultimamente tutti traggono le loro conseguenze, nessuno si prende più la briga di trarre le proprie conclusioni per poi, eventualmente, agire di conseguenza.
RispondiEliminaPerò le parole sono importanti davvero: perché poi, chi parla male pensa male (e qui ho esaurito la pazienza del titolare del blog).
RispondiEliminaAd esempio: chi e quando ha cominciato a parlare di "investitura popolare" per l'elezione di un rappresentante? Da dove proviene quest'accezione medievale, nobiliare dell'elezione? L'investitura non era a termine, un Cavaliere lo era per tutta la vita e passava il titolo ai suoi figli: ma se il popolo è "sovrano" e ti concede "l'investitura" sei davvero un essere superiore, per il quale non si applicano le regole di chi l'investitura non ce l'ha.
Di cosa parliamo quando parliamo di (inserire termine a piacere)? Ecco, l'ho detto: sono passata dall'uso all'abuso, e che Carver mi perdoni.
RispondiEliminaMaria Sung
avevamo una lavagna in ufficio dove raccoglievamo le frasi (fatte o non fatte) di cui si abusava (nella società o sui giornali). la mia passione erano quelle di origine giornalistica o politica. dovendo fare una selezione citerei (oltre al silenzio assordante):
RispondiElimina"ha perso un'occasione per stare zitto"
"questa polemica non mi appassiona"
"l'ulivo fa quadrato"
"il polo insorge" (a seconda di chi è al governo si inverte)
"cambiare casacca"
"tirare il presidente della repubblica per la giacchetta" (importante sottolineare che non si fa)
"un vero e proprio arsenale"
"i centristi del polo"
"l'allarme maltempo" (e in generale tutti gli allarmi che riempiono i titoli per una settimana)
poi ci sono i personaggi a cui si affibbia un aggettivo o un nome particolare che li accompagnano sempre
"osama, il principe del terrore"
"saddam, il rais di bagdad"
"il cavaliere"
"il piccolo tommy"
"il piccolo samuele" (che fan parte del filone macabro)
"il professore"
"il luogotenente di al qaeda in iraq" (non so quando ce ne siano stati)
e poi chissà quanti altri me ne verranno in mente nei prossimi minuti.
"potevamo stupirvi con effetti speciali", anche se non si sente più molto.
RispondiEliminaLaura
Io "Compagnia bella" l'ho mutuato da J.D. Salinger.... :-)
RispondiElimina[Ste]
Il "Branco"
RispondiEliminaNon sono d’accordo su tutto. Vorrei che fossimo in molti a dire, credendoci, che le parole sono importanti (Moretti, Palombella rossa).
RispondiEliminaPoi secondo me c’è differenza tra frasi di moda (ricordate la seconda che hai detto?) che diventano presto obsolete (qualcuno qui sopra ce l’aveva pure con obsoleto, ottima parola per esprimersi secondo me !) e l’uso improprio di parole che finisce per sostituire l’uso proprio.
La lingua, finché è viva, cambia. Tocca rassegnarsi. Il guaio è che l’uso proprio e quello improprio delle parole che stanno cambiando significato convivono, rendendo incomprensibile, o ambiguo, quello che dice chi le usa.
Come sta succedendo con piuttosto che.*
Quando, anni fa, ho sentito Veltroni dichiarare che avrebbe governato Roma occupandosi del centro piuttosto che della periferia mi sono chiesta se intendesse trascurare la periferia, se anche lui ignorasse il significato di piuttosto che o se stesse giocando con la recente l’ambiguità del piuttosto che. Se il suo avversario non fosse stato impresentabile, forse non avrei votato per lui.
La lingua cambia. In quanti siamo rimasti a dare ad affatto il significato che il vecchio Zingarelli si ostina ad attribuirgli?
* Mi hanno detto che e’ stato un DJ (mi avevano detto pure chi, ma l’ho dimenticato) a dare il nuovo, dilagante, significato a piuttosto che
"poi ci sono i personaggi a cui si affibbia un aggettivo o un nome particolare che li accompagnano sempre"
RispondiEliminaSi chiamano epiteti formulari. Esistono almeno dal Medio Regno egiziano. :)
La "sinistra radicale"
RispondiEliminaScusate, ma "muro contro muro" non vi fa venire voglia di prendere in mano un bazooka e abbattere una volta per tutte questi strani muri costruiti uno sull'altro (e soprattutto chi ne parla)? A me sì.
RispondiEliminaNon so se e' una cosa regionale, ma qui a Torino ultimamente mi capita che qualcuno, mentre sta facendo un discorso, utilizzi una specie di verso belluino invece di un "eccetera". Come se mandasse avanti veloce un nastro.
RispondiEliminaRientra anche questo nei "modi di dire"?
quando parlo me ne lascio sfuggire molti, quando scrivo mi vergogno per ogni frase fatta che uso. non per le citazioni, ma solo se so chi sto citando. eccezione: c'è del marcio in Danimarca!
RispondiEliminaaggiungo:
tutte le metafore sportive; è stato citato scendere in campo, ma poi ci sono: una scelta di campo, al giro di boa, in contropiede...
la resa dei conti.
andare in tilt, riferito a cose diverse dai flipper.
in ultima analisi, invece di cioè (non l'ho più sentito dire ultimamente, forse è una moda che sta passando, o forse ho solo smesso di frequentare militanti spocchiosi (leggasi: con la puzza sotto al naso).
tutte le false citazioni di jim morrison.
tornare alla ribalta.
i vari degrado urbano, disagio giovanile etc.
in primis.
mi accorgo ora che basterebbe eliminare i giornalisti (quelli televisivi in primis per risolvere il problema nel 99% dei casi...
ah, dimenticavo: il 99% dei casi (tranne quando la percentuale è esatta).
Quando il gioco si fa duro...
RispondiEliminaNon sono d'accordo con quello che dici (ma darei la vita per spaccarti la faccia) - lo diceva Voltaire quand'era davvero incazzato con Rousseau.
RispondiEliminaIo non ne posso più della parola "comunque".
RispondiEliminaFateci caso, viene infilata dappertutto.
fateci caso, se la togliete dalla frase la frase funziona lo stesso, anzi funziona meglio.
e poi, comunque cosa? in che senso?
La madre di tutte/i.....
RispondiEliminairritante
ciaomarina
"meditate gente meditate"
RispondiElimina110.000 risultati su Google.
come se la meditazione potesse avvenire su comando...
io odio la parola 'sinergia' e tutti quelli che la usano.
RispondiEliminaa proposito delle frasi fatte della destra segnalo una perla di cicchitto (oggi, al tg3): 'prodi è come quel cacciatore di un film che giocava alla roulette russa con una pistola carica'. ha detto proprio così, e poi se n'è andato tutto contento...
mi sono imbattuto per caso in questa pagina...
RispondiEliminaaggiungerei:
Per il bene del Paese (usatissimo da d'Alema)
e
(non) mettere le mani nelle tasche degli italiani (Fini e tutta la "compagnia bella" del PDL).