Non erano gli stessi pronti a denunciare per concorso in brigatismo chiunque parlasse male della Legge 30 detta Biagi? Non erano gli stessi che in cinque anni di governo hanno lasciato andare gli immobili alle stelle? La strategia di Tremonti per fare uscire di casa i giovani in cosa consisteva esattamente? Perdonatemi se a tutti questi avvocati della gioventù per il momento preferisco Padoa Schioppa, che borbotta, sì, ma scuce.
D’altro canto è pure vero: il suo paternalismo è vomitevole. Ma è un tic molto diffuso. Mi fa venire in mente una cosa che ho scritto sei mesi fa. La ripubblico qua sotto, non avrei molto da aggiungere.
Se mille euro al mese (in due) vi sembran tanti
Caro Augias,
sto leggendo con molto gusto i servizi di Concita de Gregorio sulla famiglia italiana, pubblicati sul retro della sua rubrica.
Martedì scorso, la sua collega ha coraggiosamente messo il dito sulla piaga purulenta della società italiana: i mammoni, i parassiti, insomma, i figli che non schiodano mai di casa. Le percentuali contenute nel pezzo sono agghiaccianti: in Italia 7 maschi su 10 tra 25 e 29 anni vivono coi genitori. I mammoni spesso hanno un lavoro, eppure non contribuiscono al bilancio famigliare: non puliscono, non fanno la spesa, hanno libero accesso al frigo, insomma protraggono scandalosamente i privilegi dell’infanzia.
Nei carruggi genovesi, la giornalista ha snidato un esemplare di giovane adulto italiano che a 27 anni, malgrado porti a casa uno stipendio (400 euro) e abbia una relazione seria con una “fidanzata”, inspiegabilmente non schioda. Il bilancio della famiglia rimane così tutto sulle povere spalle del padre gruista: 58 anni, 1800 euro al mese “arrotondati con qualche lavoretto” (un bel modo all’antica per dire che prende del nero, ma pazienza).
Caro Augias, non c’è dubbio che un 27enne che si porta la ragazza in casa e chiude a chiave sia qualcosa di squallido; qualcosa di cui dobbiamo cominciare a vergognarci; qualcosa su cui è giusto puntare il dito, come coraggiosamente ha fatto la sua collega. E tuttavia qualcosa non mi torna. Nel pezzo di martedì c’è un’affermazione un po’ curiosa. È scritta in corpo sedici, perché tutti la notino. La de Gregorio scrive che i due giovinastri che passano le serate “in famiglia”…
arrivano a mettere insieme 1000 euro al mese, ma non se la sentono di cercarsi una casa e fare un figlio.Caro Augias, francamente non m'intendo molto dei prezzi di Genova. Ma i casi sono due: o è un’isola felice in tutta l’Italia settentrionale (nel qual caso mi ci trasferirò immediatamente con la mia compagna, abbattendo quasi del 50% le mie spese correnti), o c’è un refuso. Perché vede, d’accordo con la mentalità parassitaria e tutto il resto, ma nessuna coppia sana di mente, al giorno d’oggi, si cercherebbe una casa con mille euro al mese. Una casa? Un affitto? O magari un mutuo? E magari anche i mobili, la cucina, il posto
macchina? E dopo tutto questo… un figlio? Pannolini, pappe, culle, vestitini, madre probabilmente licenziata (a 600 euro al mese è difficile credere che il suo contratto la tuteli)?
Metter su famiglia con mille euro al mese… Qui non si tratta di essere poveri ma belli: qui è roba da folli o criminali. Qui dopo tre mesi i servizi sociali ti tolgono il figlio. Come minimo. E fanno bene.
Perché d'accordo, il mammismo è un problema: ma è inutile puntare il dito sul mammone. Lui non fa che incarnare il problema, e tirare a campare. Fingere che dipenda da lui, in un Paese dove qualsiasi buco con servizi costa come una reggia, è nascondersi dietro le cifre: come pretendere che i sanculotti si sfamino a brioches. Per quanto possa ingegnarsi o darsi da fare, il mammone non raggiungerà mai i 1800 euro più nero del padre. Ergo, chi glielo fa fare di crearsi un nido nuovo? Sarebbe persino irresponsabile, da parte sua. Non gli resta che attendere che i suoi vecchi gli smollino la casa, per consunzione. Del resto le probabilità che il padre nei prossimi anni venga colpito da un incidente professionale sono dannatamente alte.
Non vede come tutto si tiene? In Italia, la terra dei mammoni e degli infortuni sul lavoro, abbiamo scelto di aiutare le famiglie e stipendiare i padri; tuteliamo i pensionati e non finanziamo gli studi dei giovani: a questi ultimi non resta che attendere, economizzando le risorse e minimizzando gli sprechi. Il 27enne a 400 euro al mese non esce di casa perché sa che, dietro a tutta la retorica dell’indipendenza dai genitori, sarebbe soltanto un enorme spreco di soldi.
È vero che altrove è diverso. Nell’Europa del nord i figli evacuano a 18 anni. Questo ce lo hanno detto tutti. Quello che non sempre ci hanno detto, è che quasi sempre ricevono generosi aiuti dallo Stato, per lasciare i genitori e metter su famiglia. In quei Paesi, dopo la Mamma e il Papà, i giovani imparano a rispettare lo Stato e le sue leggi anche grazie agli sgravi, ai sussidi, alle borse di studio.
In Italia s’è deciso altrimenti, e non da ieri: è la Famiglia l’unico soggetto che ottiene aiuti. Ci sono motivi storici e culturali per cui è andata così, e forse è inutile lamentarsene. Sta bene: ma è altrettanto inutile prendersela col Mammone, in un Paese in cui gli unici soggetti riconosciuti sono le Mamme e i Papà. Lui ha semplicemente tratto le conseguenze: non si fa romanzi, arrotonda lo stipendio rubando dal frigo materno, e conta di andare tirare ancora avanti a lungo con la pensione di papà. Per quale motivo al mondo non dovrebbe?
E soprattutto, caro Augias, lei crede davvero che se potesse uscire di casa non lo farebbe? Sul serio: pensa che a 27 anni ritirarsi con la ragazza nella cameretta sia divertente?
Storia lunga e complicata. Comunque la storia dei sussidi di stato ai giovani nel nord non è tanto corretta. Più che altro sono i salari ad essere più alti, anche quelli di ingresso.
RispondiEliminaE il discorso dei salari reali è dannatamente complesso; c'è dietro il discorso della produttività, da singolo lavoratore alla comunità.
Per quanto statisticamente di scarso rilievo, per le più svariate ragioni esistono neobamboccioni 47enni chettornano accasa dalle mamme. Forse nonvifregaunaminchia ma è così
RispondiEliminaaspetta, 1800 e arrotondati e casa di proprieta', che senno' non mi tornano i conti.
RispondiEliminapremesso che 50 o più anni e milleottocento (lo scrivo così ché sembran di più) euro non sono poi sta gran cifra, per 20 o trent'anni ci avrà pagato il mutuo. probabilmente il figlio del tizio sarà andato a cena fuori (in quattro-cinque) anni più del padre in trenta o quaranta (sennò col cazzo che pagava il mutuo e il dentista).
RispondiEliminaora qualcuno mi racconti che era più facile avere vent'anni negli anni 50 o 60 o 70 (per dei ragazzi di famiglia modesta intendo). sì, per favore qualcuno mi racconti qualcosa del genere.
non ho motivo di dubitare che la maggior parte dei giovinotti d'oggi ci arriverà a quella cifra, alcuni ci son belli che arrivati...
però hai ragione: lo stato non investe nei giovani, in nessuna forma e questo è un dato di fatto. ma è anche vero che ci sono in giro un sacco di bamboccioni. le due cose contribuiscono alla situazione italiana.
ah, tanto per dire: i miei due figli (26 e 21 anni) sono fuori di casa rispettivamente da due e un anno e non pesano sul bilancio familiare. quindi non dico questo perché ce l'ho con loro, anzi.
tu lavori a scuola non mancherai di vedere tanti piccoli bamboccioni che crescono, non dev'essere difficile immaginarli dopo 5-10 anni...
insomma padoa schioppa avrà fatto una gaffe, sarà stato ingeneroso... ma c'è del vero in quel che ha detto. sì, siamo d'accordo: solo una parte di vero
mah, qui n francia se sei giovane (e non guadagni troppo) hai diritto al rimborso parziale delle spese di affitto.
RispondiEliminacon una borsa di dottorato (del ministero francese) riesco a mantenermi a parigi, mentre con una borsa di dottorato (del ministero italiano) non sarei riuscita a mantenermi a bologna. ah, e pago le tasse, ma mi versano anche i contributi.
se dovessi avere un figlio, poi, potrei contare sugli assegni famigliari. e nel caso dovessi fare un figlio ma da celibataire, potrei fare richiesta per sussidi speciali... senza contare la rete di assistenza sociale.
@ carletto darwin: insomma, metà e metà.i salari sono sì più alti. ma anche la politica sociale giovanile è diversa...
Sono un "bamboccione" di (quasi) 21 anni che frequenta la facoltà di economia. ECONOMIA, non zoologia con specializzazzione sulla vita del dodo. Eppure i professori più paternalisti (o più sinceri? Non sono ancora riuscito a decidere), ci ripetono continuamente che usciti dall'università, se ci andrà bene, faremo cinque anni di gavetta pressoché gratuitamente prima di avere un lavoro dignitoso: non voglio pensare cosa succederà se mi andrà male.
RispondiEliminaQuesto per dire che condivido pienamente la riflessione di Leonardo
A proposito di case, mi imbatto su un inchiesta di Repubblica, faccio un po di ricerche online e scrivo un articolo sulla reale possibilità di sottoscrivere un mutuo agevolato per i giovani e i precari per la prima casa. (Notate: la prima, cioè il diritto di abitazione).
RispondiEliminaPerché, malgrado banche (e assicurazioni) pubblicizzino tali agevolazioni, non se ne parla nemmeno: ci vuole la firma di un garante. Al massimo, con uno stipendio di 1.500, ti darebbero un importo di 84.000 euro da restituire in 40 anni. Alla fine ne avrai pagati 240.000. Ecco l'agevolazione!!!
Allora, parlandone con amici, mi si dice: è sempre stato così, altrimenti si rischiano le crisi come quelle USA, per la concessione di mutui a redditi non sicuri...
Ma il problema è: perché continuiamo a permettere pubblicità "ingannevoli"? Vogliono in questo modo indurti a coinvolgere mamma e papà (perché tanto le generazioni dei giovani di oggi non hanno nulla da poter "spremere"?).
Sono daccordo sulla questione Europa del Nord: gli stipendi d'ingresso sono più alti. Ma non di poco... Un esempio: mia moglie è un insegnante (precaria, ovviamente). Il suo guadagno mensile medio si aggira tra i 900 e i 1000 euro al mese. Finiscono in benzina (per raggiungere il luogo di lavoro), supermercato (con il prendi tre e paghi due obbligatorio) e se ti becchi una multa per divieto di sosta vai in rosso.
In Irlanda, dove abbiamo amici carissimi, lo stipendio d'ingresso per una insegnante precaria (che al massimo dopo un anno di servizio si stabilisce), parte da circa 35.000 euro l'anno.
La vita, da loro, costa più che da noi, ma non gli pesa... (ti credo). Quindi il problema non è abbassare i costi, ma far ripartire un Paese e renderlo in grado di adeguare i redditi ai costi congeniti della attuale società occidentale.
Altri paesi lo hanno fatto. Noi NO!!!
carletto darwin, ti sbagli. io abito da tanti anni in uno di questi "favolosi" paesi del nord europa, e ti assicuro che di sussidi ai giovani ce ne sono e pure tanti. a 18 anni puoi benissimo permetterti di andare a vivere da solo grazie agli aiuti dello stato, se studi, perché oltre al sussidio a fondo perduto puoi anche prendere in prestito soldi che ripagherai allo stato quando avrai un lavoro; inoltre hai sussidi per la casa e altro e numerosissimi sconti, senza contare che qua scuola e dottori sono gratis fino alla maggiore età, e l'università è gratis: bello sgravio economico per le famiglie, eh? i soldi che ti dà lo stato non sono mica così tanti, ovviamente, ma ci puoi benissino vivere, e se fai qualche lavoretto per arrotondare puoi pure passartela benino. gli stipendi sono alti, ma anche le tasse e il costo della vita. la differenza fondamentale con l'italia è invece che qua la gente, tutta la gente, paga le tasse e di conseguenza ha questi servizi... non è che lo stato si inventa i soldi. insomma, pagando le tasse noi abbiamo la concreta percezione di comprare servizi per noi stessi, di assicurarci che tutto funzioni e che tutti abbiano una protezione sociale. ragazzi, lo stato è fatto dalla gente, non è una terza parte da fregare, come purtroppo è sentire comune in italia. è una questione di cultura che deve essere inculcata nelle menti dei bambini sin dalla prima infanzia. quando questo si farà anche in italia avrete allora cittadini migliori, e quindi uno stato migliore. in bocca al lupo...
RispondiEliminaBuh.
RispondiEliminaIo ho battuto ogni record perchè ero precaria già nel lontano 1989 e guadagnavo l'equivalente degli 800 euro di oggi.
Eppure, a 26 anni me ne andai di casa (affitti romani!).
Come? Ecco il segreto: presi una casa grande e la divisi con altre tre amiche, una stanza ciascuno. Spesa: equivalente di 350 euro odierni.
Se pò ffà, insomma. Basta non volere l'appartamentino personale e la privacy ecc. ecc. Se si vuole essere indipendenti ci si riesce.
Se invece si vogliono tutte le pappe scodellate allora...
tutto si può fare...ma ammettiamo che è dura.
RispondiEliminaIo vivo solo, ho un lavoro precario con speranza per il futuro ma stipendio limitato, milleccentoeuri, lavoro dalle 9 alle 19. Riesco a pagare affitto, spesa, spese varie...ma non mi resta molto. Questo mese mi si è rotta la macchina, devo trovare seicento euro per pagare il meccanico, e non è facile. Si riesce a fare tutto come dice l'anonmo, ma l'imprevisto è per sua natura sciagurato!
La proposta dello Schioppa non è del tutto balzana, ovvio che il sostantivo bambocci se lo poteva tenere, ma come dici tu è molto più fastidioso scoprire che anche Libero ha scoperto il nostro problema...con qualche anno di ritardo.
milton
Sarà, ma io non faccio nulla, non vado a cena fuori, non faccio regali e ahimè non ne ricevo molti, non pratico sport a pagamento(abbonamenti o altro), barbiere e non parrucchiere, auto vecchia di 20 anni e non potrei comunque permettermi le spese per vivere da solo. Ah sono dotato di partita iva con tutto quel che ne consegue signori miei.
RispondiEliminaPiero
Anch'io a 800€ al mese dividevo una casa con altre due persone, ma metter su famiglia è un'altrissima cosa, andiamo.
RispondiEliminaTutto vero, gli affitti sono un problema, serissimo. In Germania ad esempio mi risulta costino quasi la meta'. Ma non ci inisterei troppo, non sono la sola causa di chi si rifugia nella cameretta per le effusioni.
RispondiEliminaIn Italia ci sono oltre due milioni di immigrati e gli affitti li pagano, eccome e non e' che a loro facciano sconti, semmai il contrario. Oltretutto un tempo, nei bei tempi antichi !, le case da affittare nemmeno c'erano, perche' con i fitti bloccati acquistare casa da affittare era da pazzi. Pero', volendo si trovava.
Ora , da 10 anni , possedere una casa da affittare e' sembrata una valida alternativa al popolo dei Bot. La maggior parte delle nuove costruzioni infatti sono date in locazione ad immigrati. Che ci vanno e pagano , spesso anche senza contratto.
Insomma trovo che descrivere questo fenomeno italiano come quello di bamboccioni in bambagia, sia assolutamente condivisibile.
Vero e' che lavoro non ce n'e' (c'e un mezzo lavoro), che l'inflazione italiana e' elevatissima e che i bamboccioni vedono di buon occhio i sabati in discoteca, le cene con gli amici e le ferie all'estero, l'automobile a rate e il gadget tecnologico. Meglio averle tutte queste attivita', meglio non rinunciarci. Meglio quindi vivere a casa , sperare in Berlusconi e nel nuovo miracolo.
Fitness a parte mi sembrano ben piu' sedentari, pigri , accoccolati alla copertina del sottoscritto che ha pure una certa eta'.
In quanto alla famiglia, beh direi che c'e' una vocazione diffusa verso il disimpegno e la vita da single. Non credo proprio che "metter su famiglia" sia oggi l'aspirazione principale, semplicemente perche anche emotivamente e' piu' oneroso del tran tran dei panni sporchi lavati da mamma e delle liti domestiche.
Per inciso 20 anni fa in due con 1 stipendio ci si campava, oggi ne servono due, il che implica un certo accordo e una qualche fede... cose sempre piu' rare.
No, son proprio bamboccioni, non rarissimamente fino ai 40 anni. In citta', in provincia credo un po' meno (ma non al sud).
zen lento, mi sembra che non ti rendi bene conto di cosa dici. Citare gli immigrati è insensato, perchè più spesso che no sono diversi nuclei famigliari a dividere casa e spesa. E non è questo l'obiettivo di cui parliamo. Poi dici che c'è mezzo lavoro e ti rendi conto che gli affitti sono alti, ma secondo te non è poi così importante. Tiri fuori varie comodità che comunque non stanno nello stesso ordine di grandezza di un affitto da pagare. Citi Berlusconi del tutto a sproposito. Trovi il tempo di farci sapere che tu si che sei sportivo. Poi dici che secondo te metter su famiglia non è l'aspirazione principale. Come fai a dirlo? Che dati hai? Ma poi, cosa c'entra? Anche se fosse una minoranza, quella minoranza non ce la fa, e questo è un problema da risolvere. Poi sembri smentire te stesso dicendo che la situazione è effettivamente molto peggiore di 20 anni fa (ma allora va peggio o no?). Chiudi sottolineando che in città è più difficile che i ragazzi escano di casa. Davvero strano, considerando il livello degli affitti urbani, eh? Insomma ai tuoi tempi andava meglio. E i tempi di oggi mi sa che non li conosci un gran che.
RispondiEliminaGianluca
Siete un po' divertenti, cari padri di famiglia, che vi lamentate dell'indolenza dei figli, sì, degli altri padri, perchè i vostri invece sono perfetti ;-) I figli l'educazione la ricevono dai genitori, non nascondetevi per favore, se si sono permessi di andare in discoteca ed all'estero è perchè voi gli avete fatto capire che potevano pretenderlo, che quando gli insegnanti li riprendevano il torto era degli insegnanti stessi, ed altre amenità molto diffuse ultimamente.
RispondiElimina...ditemi dove sbaglio...
Tu credi che tutti i genitori contemporanei siano permissivi e ultraprotettivi e che passino il proprio tempo a sparare sugli insegnanti perditempo e incapaci ?
RispondiEliminaVisione riduttiva e angusta la tua...
Leonardo, come al solito, ha perfettamente ragione.
RispondiEliminaMa perchè non vi svegliate dalle vostre illusioni... che l'Italia sia un paese come gli altri... che tutto il mondo è paese come dice il proverbio?
La verità è che l'Italia è un paese completamente allo sbando.
Che tristezza questo post, leonardo. Davvero la pensi così? Perché non vedere invece che i giovani (non meno dei loro genitori) sono la perfetta espressione di una società che non sa più rischiare, non ha ambizioni e anela unicamente alla sicurezza (materiale per lo più). Conosco tanti ragazzi e il problema non è che non hanno soldi per uscire di casa, è che non ne hanno abbbastanza per fare la vita che ritengono *necessario" fare. E, mi dispiace, il paragone con gli extracomunitari è più che sensato. Guarda caso, loro problemi di mancanza di ambizione e paura di rischiare non ne hanno.
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