Come talor ne la stagione estiva,
se dal ciel pioggia desiata scende…
Sta per piovere, e tra poche ore comincia la festa dell’unità. Irrompe così, bruscamente, la fine dell’Estate
E io sono contento. Ancora ieri notte mi sono svegliato nel sudore, erano le quattro e non un refe di vento. Ma tra pochi minuti pioggia. Non l’ho mai desiderata tanto.
Ci sono due tipi di feste dell’unità: quelle afose e quelle fangose. Quest’anno tifo fango.
Tifo anche Berlinguer, è chiaro…
Fa’ qualcosa d’indecente.
Si parlava qualche giorno fa della pubblicità come lapsus. Io voglio convincerti a comprare un prodotto. Per farlo sono disposto a dirti qualche menzogna. E invece succede che, nella mia foga persuasiva, ti dica qualcosa d’importante su di me. Qualcosa che non avrei voluto dirti. Qualcosa che forse non ho coraggio nemmeno di dire a me stesso.
E veniamo al cartello della Festa di Modena. Qual è il suo messaggio? Vieni alla festa dell'unità, ricco modenese. Vienci con una delle tre vetture che possiedi insieme ai tuoi famigliari, una media pro-capite superiore a quella degli States (dati del Comune). Ma sì, anche col coupé, non vergognarti. Abbiamo i parcheggi custoditi, cosa credi. Vieni, vieni, non aver paura. Non ti mangiamo. Non mangiamo neanche il tuo bambino, portalo…
No, credo che voglia dire molto meno.
Qualcosa di questo genere: Io sì che sono un bravo advertiser. E adesso gli faccio vedere io a questi comunisti come si fa una campagna. Se li scordano quei giochini di parole idioti, tipo “Comun I care”, che bisogna conoscere tre lingue e non fa ridere lo stesso… no, adesso li sistemo io… un’immagine potente, un bel macchinone, che tutti si fermano a vederlo… uno stop acceso, la gente quando vede uno stop acceso si ferma, è un riflesso condizionato… però niente rosso, il rosso spaventa, molto meglio virare tutto in azzurro… e al centro questa luce gialla incandescente, anche il semaforo vuole giallo… sìiii, ma vedrai che poi rovineranno tutto con un bandierone rosso in un angolo, ‘sti mangiabambini di m… vabbè, pazienza… e per il testo… boh, che ne so io? Bisogna dire qualcosa di sinistra, come quel regista lì, forte quello… ma che ne so poi io, potevano darmelo loro il testo… son loro i politici, no? Qualcosa di sinistra, qualcosa di sinistra… boh… Ah! Trovato! Ma come mi vengono certe cose a me? Che bravo adverstiser che sono!
Bravo è bravo, riconoscetelo. Ma se siete di sinistra (qualsiasi cosa pensiate che questo significhi) e vi sentite un po’ mortificati per il modo in cui qui si svende la vostra immagine, forse è meglio addentrarvi con me nel mondo delle interpretazioni subliminali. Chissà, forse il manifesto dice molte, molte più cose di quanto non voglia sembrare.
Ne parlavo qualche sera fa, a un’adunata di facinorosi
“Però è strana questa cosa… il semaforo è giallo… significa che ormai fare qualcosa di sinistra è vietato?”
“Forse semplicemente vuol dire che è troppo tardi!”
“E poi, non notate qualcosa di strano? Al volante sembra che non ci sia nessuno”.
“Certo! Il segretario si è dimesso”.
“Ma allora chi è che parla? Chi è che dice Fai qualcosa di sinistra?”
“Osservate meglio: dove punta il fumetto?”
“Punta al… fanale. È il fanale che parla!”
“Ma no, sciocchino. È il baule”.
“Il baule? E perché proprio il baule?”.
“Non il baule, ma qualcuno nascosto nel baule! Un infiltrato!”
“No, non un infiltrato. Un prigioniero. Un sequestrato. Un ostaggio”.
“Ceerto! Ecco perché il macchinone è azzurro! Il macchinone è l’Italia berlusconiana, e noi siamo prigionieri nel baule!”
“E imploriamo inutilmente di svoltare a sinistra…”
“Mica tanto inutilmente, se la macchina ha messo la freccia”.
“No, non capite. È molto più sottile. La macchina rappresenta i DS dalemizzati. Anzi, secondo me è proprio la macchina di D’Alema quella lì. Nel baule ci sono i militanti, che chiedono una svolta a sinistra. Anche se il semaforo è giallo, forse è troppo tardi…”
“Non so… ma avete fatto caso a una cosa? La macchina va verso il tramonto”.
“La decadenza, nubi dense all’orizzonte…”
“Ma no, vuol dire che va verso occidente, verso la Nato, l’America…”
“Però se svolta veramente a sinistra andrà a sud, verso il terzo mondo!”
“E poi dicono che un’immagine vale mille parole…”
“…qui siamo già a 1434!”
“Ma allora il palazzone a destra rappresenta il nord”.
“Lo sviluppo, il terziario avanzato, la globalizzazione… non vedi che è tutto grigio, uniforme…”
“Tutto in vetro… vien quasi voglia di sprang…”
“Zitto tu. E l’est dov’è?”
“L’est è da dove viene la macchina… Le utopie del nostro passato… dalle quali ci allontaniamo a gran velocità… meglio così”.
“Che altro c’è? La targa, per esempio, cosa dice la targa?”
“La targa è europea, già questo è un segno molto esplicito”.
“C’è scritto… vediamo… BH217DJ”
“DJ è di sicuro una strizzatina d’occhio ai ggiovani”.
“E BH è boh, l’incertezza di noi ggiovani”.
“Sì, ma 217 non vuol dire proprio niente”.
“Ma allora sei un coglione!?! 21/7 è il ventun luglio, sabato! La manifestazione pacifica di 200.000 e più persone, repressa ferocemente dalla polizia!”
“Maah, sei sicuro?”
“Mentre all’orizzonte si staglia l’antenna, il simbolo del regime berlusconiano. Ora più che mai è necessario cambiare rotta”.
“Mettere la freccia!”
““Compagni, io credo che questo sia il più grande manifesto politico mai disegnato”.
"Hai ragione! C’è in sintesi tutta la gravità del momento storico, e una proposta concreta per il futuro!”
“Però c’è una cosa che non ho capito. Non si capisce se Fai qualcosa è imperativo o indicativo”.
“Eeeh?”
“Se fosse scritto “Fa’” si capirebbe che è imperativo. Un ordine. O anche una proposta, una preghiera… ma così non si capisce. Forse è soltanto una constatazione: stai facendo qualcosa di sinistra. Che ti piaccia o no. Non è chiaro…”
“Sei tu che non sei chiaro…”
“Ma senti da che pulpito!”
“Però sto macchinone… che rappresenta la sinistra… fosse stata una renò 4, avrei anche capito…”
“Sìììì, rossa magari…”
“Io le macchine così quando le vedo mi viene una voglia di spr…”
“Zitto tu, ma chi t’ha invitato?”
“Il coupé significa che potrebbe pioverci in testa da un momento all’altro”.
"È una mercedes o una lancia? Non si capisce, hanno tolto il marchio”.
“No logo!”
“Io ci avrei messo una bella Citroën d’annata, una DS!”
“Ha ha ha”.
“Hi hi hi”.
“Sul design della DS Roland Barthes ha scritto un saggio molto interessante”.
“Guarda, tu e le tue letture astruse non impressionate più nessuno”.
“Non è astruso, Miti d’oggi è un libro divertente e più attuale che mai. Semiotica quotidiana. Semiotica in trincea! L’unica che valga la pena di fare oggigiorno”.
“Ma sentilo questo qui, ma chi si crede?”
“Io quasi quasi lo spr…”
“E zitto tu".
Fuori tuona e scroscia. Hai avuto il tuo Successo, Estate, ora vattene.
cosí gridando, la cadente piova
che la destra del Ciel pietosa versa,
lieti salutan questi; a ciascun giova
la chioma averne non che il manto aspersa:
chi bee ne' vetri e chi ne gli elmi a prova,
chi tien la man ne la fresca onda immersa,
chi se ne spruzza il volto e chi le tempie,
chi scaltro a miglior uso i vasi n'empie.
Dal baule in poi mi sono sganasciato senza controllo.
RispondiEliminaNel 2007.
Grazie.