Lavori duri (ma qualcuno deve pure farli?)
Continua da ieri una carrellata sui lavori più squallidi della mia vita:
...Quest'impressione mi sembrò confermata quando nel 2000 svolsi un'indagine di mercato sui romanzi rosa, sempre per Berlusconi (coincidenza a cui faccio caso solo in questo momento. Che cosa significherà mai? Che Berlusconi de-nobilita l'uomo?)
Di sicuro ha de-nobilitato me. Riuscite a immaginare qualcosa di più squalificante di appostarsi davanti alle edicole e fermare signore di svariate fasce di età (ma preferibilmente ultracinquantenni) estraendo dalla giacca copertine di romanzi rosa e chiedendo, con fare ammiccante: "le piace questo genere di cose?"
"Oh, proprio no. Non ne ho mai letto uno, e adesso scappo indignata".
Certo, come no. Non c'è donna che li legga, almeno da quanto risulta dalla mia indagine di mercato. E allora perché li vendono tutti gli edicolanti? Chi li legge?
Io mi sono fatto diverse teorie. Per esempio: Perché Max ha un formato così grande? Per via delle foto? No. Perché all'interno ci puoi nascondere due o tre Harmony.
A cosa mi è servita quest'esperienza, oltre che a farmi conoscere e odiare da tutti gli edicolanti del mio Centro Storico? A imparare come funzionano le indagini di mercato. E se un giorno, per una serie di circostanze che non riesco ora neanche a immaginare, sederò al tavolo di qualche opulento Consiglio di Amministrazione, nel momento in cui qualche giovinastro col pizzetto, fresco di Bocconi, tirerà fuori due lucidi e pretenderà di spiegare a me e ai miei colleghi che, "in base alle più recenti indagini di mercato…", io sputerò il mio Avana e proromperò in una fragorosa risata: "Har, har, har!" (quand'ero bambino era la risata di Gambadilegno).
"Cosa c'è di divertente?"
"Lei è divertente, giovanotto. Parla di indagini di mercato. Ne ha mai fatta una?"
"Col suo permesso, questa è la quindicesima indagine di mercato che commissiono, e…"
"Molto bene, apprezzo il suo zelo di committente di indagini di mercato. Ma ne ha mai fatta una? Voglio dire, è mai sceso in strada con una giacca presa all'Oviesse e una cartellina in mano, a fermare la gente? Lo ha mai fatto?"
"Oh, e questo cosa…"
"E si è mai trovato a dover intervistare quaranta persone in tre giorni, per cui, ovviamente, comincia a telefonare a tutti gli amici e i parenti fino al terzo grado, benché questo sia proibito, e a tutte le ex degli ultimi cinque anni, che credendo si tratti di un elaborata strategia per riprovarci la liquideranno con la prima boiata che verrà loro in mente, fregandone assai se in questo modo inquinano il campione statistico?"
"Ma andiamo. Le mie sono indagini serie!".
"Har, har, har!"
Per quest'anno basta. Se vi siete divertiti l'anno prossimo magari vi racconterò delle mie esperienze di sbobinatore di convegni di confartigiani dislessici in Sardegna (i confartigiani padani vanno in Sardegna a convenire, si rilassano, ballano il liscio, brindano col mirto e poi afferrano il microfono e fanno orrido scempio di sintassi e ortografia. Per trascrivere i loro pensieri devi affidarti alla parapsicologia, o provare a riavvolgere il nastro all'incontrario: il che ti consente magari di scoprire un complotto satanico dei confartigiani per impadronirsi del mondo), animatore sociale in un quartiere francese a maggioranza islamica, archiviatore di biblioteche in disuso (un lavoro tranquillo, ma se siete allergici alla polvere?) o simulatore di casa editrice ("allora, tu stai qui, questa è la posta elettronica, questo è il telefono, non puoi chiamare, solo rispondere, se ti chiama qualcuno che rivuole il suo manoscritto devi prender tempo, inventati una scusa, fa finta di niente").
Fermo restando che il peggior lavoro – da non consigliare al peggior nemico -– resta sempre quello: accompagnatore di comitive di minorenni in gita. Lavori 24 ore al giorno (non retribuite) con la prospettiva di andare in galera per negligenza od omicidio colposo. A proposito, lunedì sono via, torno martedì. Fatemi gli auguri. Trovatemi un avvocato.
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